Cos'è Xembify?
Xembify è un farmaco a base del principio attivo Immunoglobulina Umana Normale , appartenente alla categoria degli Immunoglobuline umane normali e nello specifico Immunoglobuline, umane normali. E' commercializzato in Italia dall'azienda Instituto Grifols S.A. .
Xembify può essere prescritto con RicettaRNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti .
Xembify può essere prescritto con Ricetta
Confezioni
Xembify 200 mg/ml soluzione per iniezione sottocutanea 1 flaconcino 1 g/5 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
Titolare: Instituto Grifols S.A.
Ricetta:RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
Classe:H
Principio attivo:Immunoglobulina Umana Normale
Gruppo terapeutico:Immunoglobuline umane normali
ATC:J06BA01 - Immunoglobuline, umane normali, per somministrazione extravascolare
Forma farmaceutica: soluzione
Ricetta:
Classe:
Principio attivo:
Gruppo terapeutico:
ATC:
Forma farmaceutica: soluzione
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Indicazioni
Perché si usa Xembify? A cosa serve?
Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (0-18 anni) per:
- Sindromi da immunodeficienza primaria (Primary Immunodeficiency Syndromes, PID) con compromissione della produzione di anticorpi (vedere paragrafo 4.4).
- Ipogammaglobulinemia e infezioni batteriche ricorrenti in pazienti con leucemia linfocitica cronica (Chronic Lymphocytic Leukaemia, CLL) per i quali la profilassi antibiotica è risultata inefficace o è controindicata.
- Ipogammaglobulinemia e infezioni batteriche ricorrenti in pazienti con mieloma multiplo (MM).
- Ipogammaglobulinemia in pazienti pre- e post-trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (Haematopoietic Stem Cell Transplantation, HSCT).
Posologia
Come usare Xembify: Posologia
La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento dell'immunodeficienza.
Posologia
La dose e il regime posologico dipendono dall'indicazione.
Terapia sostitutiva
Il medicinale deve essere somministrato per via sottocutanea.
Nella terapia sostitutiva può rendersi necessario personalizzare la dose per ogni paziente, in base alla risposta farmacocinetica e clinica. I regimi posologici seguenti vengono indicati come linea guida.
Lo schema posologico deve determinare il raggiungimento di un livello minimo di IgG (misurato prima dell'infusione successiva) di almeno 5-6 g/L e avere come obiettivo un valore che rientri nell'intervallo di riferimento dell'IgG sierica per l'età. Può essere necessaria una dose di carico di almeno 0,2-0,5 g/kg (da 1 a 2,5 mL/kg) di peso corporeo.Tale dose può dover essere frazionata nell'arco di diversi giorni, con una dose massima giornaliera compresa tra 0,1 e 0,15 g/kg di peso corporeo.
Una volta raggiunti livelli di IgG allo stato stazionario, le dosi di mantenimento vengono somministrate a intervalli ripetuti (circa una volta alla settimana), per raggiungere una dose mensile cumulativa dell'ordine di 0,4-0,8 g/kg di peso corporeo. Può essere necessario iniettare ogni singola dose in sedi anatomiche differenti.
I livelli minimi devono essere misurati e valutati insieme all'incidenza di infezione. Per ridurre il tasso di infezione, può essere necessario aumentare la dose e mirare a livelli minimi più elevati.
Anziani
Poiché la dose viene somministrata in base al peso corporeo e aggiustata secondo l'esito clinico delle condizioni sopra indicate, non si ritiene che la dose nella popolazione anziana differisca da quella dei pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni.
Negli studi clinici, Xembify è stato valutato in 5 soggetti con PID di età > 65 anni e non sono stati necessari aggiustamenti specifici della dose per raggiungere i livelli sierici desiderati di IgG.
Popolazione pediatrica
La posologia nei bambini e negli adolescenti (0-18 anni) non differisce da quella degli adulti, poiché la posologia per ogni indicazione viene stabilita in base al peso corporeo e aggiustata secondo l'esito clinico nelle indicazioni per la terapia sostitutiva.
Xembify è stato valutato in 43 soggetti pediatrici affetti da PID di età compresa tra 2 e 16 anni (compresi), tra cui 28 soggetti di età pari o inferiore a 12 anni. Non sono stati necessari requisiti di dose specifici per la popolazione pediatrica al fine di raggiungere i livelli sierici desiderati di IgG.
Modo di somministrazione
Solo per uso sottocutaneo.
L'infusione sottocutanea per il trattamento domiciliare deve essere iniziata e monitorata da un operatore sanitario esperto nell'addestramento dei pazienti per la terapia domiciliare. Possono essere utilizzate pompe infusionali adatte alla somministrazione sottocutanea di immunoglobuline. Il paziente o la persona che presta le cure deve ricevere istruzioni in merito all'uso della pompa infusionale, alle tecniche di infusione, alla compilazione di un diario del trattamento, al riconoscimento di reazioni avverse gravi e alle misure da adottare nel caso in cui queste si verifichino.
Xembify può essere iniettato in sedi quali addome, coscia, parte superiore del braccio e parte laterale dell'anca.
La velocità di infusione iniziale raccomandata dipende dalle necessità individuali del paziente. L'aggiustamento della velocità d'infusione e il volume d'infusione per sede si basa sulla tollerabilità del soggetto.
Si raccomanda di impiegare una velocità di somministrazione iniziale di 10 ml/ora/sede di infusione. Se ben tollerata (vedere paragrafo 4.4), la velocità di somministrazione può essere aumentata ad intervalli di almeno 10 minuti fino ad un massimo di 20 mL/ora/sede di infusione per i pazienti pediatrici e ad un massimo di 25 mL/ora/sede di infusione per gli adulti alle prime due infusioni.
Se ben tollerata (vedere paragrafo 4.4) per due infusioni, la velocità può essere gradualmente aumentata a 35 mL/ora/sede.
È possibile utilizzare più di una pompa contemporaneamente. La quantità di medicinale infusa in una particolare sede varia. Nei lattanti e nei bambini le sedi di infusione possono essere cambiate ogni 5-15 mL. Negli adulti, le dosi superiori a 30 mL possono essere suddivise secondo le preferenze del paziente. Non esiste limite al numero di sedi di infusione. Le sedi di infusione devono essere distanti almeno 5 cm, devono essere alternate e bisogna evitare le sporgenze ossee.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Xembify
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 (vedere paragrafo 4.4). Xembify non deve essere somministrato per via intravascolare o intramuscolare.
Pazienti che hanno avuto una reazione anafilattica o sistemica grave alla somministrazione di immunoglobuline umane.
Pazienti con deficit di IgA con anticorpi anti-IgA e anamnesi di ipersensibilità al trattamento con immunoglobuline umane.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Xembify
Tracciabilità
Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
In caso di somministrazione accidentale di Xembify in un vaso sanguigno, i pazienti possono andare incontro a shock.
La velocità di infusione raccomandata, indicata al paragrafo 4.2, deve essere rigorosamente rispettata. I pazienti devono essere sottoposti a stretto monitoraggio e attenta osservazione per l'intera durata dell'infusione, al fine di rilevare eventuali sintomi.
Alcune reazioni avverse possono manifestarsi più frequentemente nei pazienti che ricevono Immunoglobulina Umana Normale per la prima volta o, in rari casi, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato o quando è trascorso un lungo intervallo di tempo dall'infusione precedente.
Le potenziali complicanze possono spesso essere evitate adottando le seguenti misure:
- all'inizio iniettare il medicinale lentamente (non superare 25 mL/ora/sede);
- assicurare che i pazienti siano attentamente monitorati per l'intera durata dell'infusione, al fine di rilevare qualsiasi sintomo. In particolare, i pazienti mai trattati prima con l'immunoglobulina umana normale, i pazienti precedentemente trattati con un altro prodotto a base di immunoglobulina o nel caso in cui sia trascorso un lungo intervallo dall'infusione precedente devono essere monitorati durante la prima infusione e nella prima ora successiva, al fine di rilevare potenziali segni avversi.
Tutti gli altri pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
In caso di reazione avversa, la velocità di somministrazione deve essere ridotta o l'infusione interrotta. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravità della reazione avversa. Le reazioni di tipo allergico o anafilattico richiedono l'interruzione immediata dell'infusione.
In caso di shock, deve essere attuato il trattamento medico standard per lo shock.
Ipersensibilità
Le vere reazioni allergiche sono rare e possono verificarsi, in particolare, nei pazienti con anticorpi anti-IgA, che devono essere trattati con particolare cautela. I pazienti con anticorpi anti-IgA, per i quali il trattamento con prodotti a base di IgG per via sottocutanea rimane l'unica opzione, devono essere trattati con Xembify solo sotto stretta supervisione del medico.
Raramente, l'immunoglobulina umana normale può indurre una riduzione della pressione arteriosa con reazione anafilattica, anche in pazienti che avevano tollerato un precedente trattamento con immunoglobulina umana normale.
Tromboembolia
Eventi tromboembolici arteriosi e venosi, inclusi infarto del miocardio, ictus, trombosi venosa profonda ed embolia polmonare, sono stati associati all'uso di immunoglobuline. I pazienti devono essere sufficientemente idratati prima dell'uso di immunoglobuline. È necessario procedere con cautela nei pazienti con fattori di rischio preesistenti per gli eventi trombotici (quali uso di estrogeni, età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di vasculopatia o episodi trombotici, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti con prolungati periodi d'immobilizzazione, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con patologie che aumentano la viscosità ematica).
I pazienti devono essere informati riguardo ai primi sintomi di eventi tromboembolici, compresi dispnea, dolore e tumefazione di un arto, deficit neurologici focali e dolore toracico, e devono essere avvisati di contattare il medico immediatamente dopo l'esordio dei sintomi.
Sindrome da meningite asettica (Aseptic Meningitis Syndrome, AMS)
Sindrome da meningite asettica è stata segnalata in associazione al trattamento con immunoglobulina per via sottocutanea; i sintomi esordiscono di solito entro un periodo compreso tra qualche ora e 2 giorni dopo il trattamento. L'AMS può verificarsi con maggior frequenza nelle donne rispetto agli uomini. L'AMS è caratterizzata dai seguenti segni e sintomi: cefalea grave, rigidità del collo, sonnolenza, febbre, fotofobia, nausea e vomito. I pazienti che manifestano segni e sintomi di AMS devono essere sottoposti a un esame neurologico approfondito, comprendente studi del liquor cerebrospinale (LCS), per escludere altre cause di meningite. L'interruzione del trattamento con immunoglobulina può portare alla remissione dell'AMS nell'arco di alcuni giorni, senza sequele.
I pazienti devono essere informati sui primi sintomi di AMS. L'AMS può verificarsi con maggiore frequenza con dosi elevate e/o infusione rapida.
Disfunzione/insufficienza renale
Reazioni avverse renali gravi sono state segnalate in pazienti sottoposti a trattamento con immunoglobulina, in particolare con prodotti contenenti saccarosio (Xembify non contiene saccarosio). Tali reazioni comprendono insufficienza renale acuta, necrosi tubulare acuta, nefropatia tubulare prossimale e nefrosi osmotica. I fattori che aumentano il rischio di complicanze renali includono, a titolo non esaustivo, insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, medicinali nefrotossici concomitanti, età superiore a 65 anni, sepsi, iperviscosità e paraproteinemia.
Anche i pazienti con compromissione renale devono essere monitorati, in particolare i pazienti con insufficienza renale preesistente o rischio di insufficienza renale acuta.
Interferenza con test sierologici
Dopo l'iniezione di immunoglobulina, l'aumento transitorio dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può determinare risultati falsi positivi nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi contro antigeni eritrocitari, ad esempio A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per gli anticorpi eritrocitari, ad esempio il test diretto dell'antiglobulina (DAT, test di Coombs diretto). In caso di dosi elevate o di gruppo sanguigno non 0, può manifestarsi l'emolisi; pertanto, è raccomandato il monitoraggio.
Agenti trasmissibili
Le misure standard per la prevenzione delle infezioni derivanti dall'uso di medicinali preparati a partire da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei pool di plasma per rilevare specifici marcatori di infezione e l'inclusione di fasi di produzione efficaci per l'inattivazione/rimozione dei virus. Nonostante ciò, quando vengono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, non può essere completamente esclusa la possibilità di trasmettere agenti infettivi. Ciò si riferisce anche a virus sconosciuti o emergenti e ad altri patogeni.
Le misure adottate sono considerate efficaci per i virus capsulati, quali il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il virus dell'epatite B (HBV) e dell'epatite C (HCV), e per il virus non capsulato dell'epatite A (HAV). Le misure adottate possono essere di limitata efficacia nei confronti di virus non capsulati, quali il parvovirus B19.
Esiste un'esperienza clinica rassicurante per quanto riguarda l'assenza di trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con le immunoglobuline; inoltre si suppone che il contenuto di anticorpi arrechi un contributo importante alla sicurezza virale.
È raccomandato fortemente di registrare il nome e il numero di lotto del prodotto ogni volta che Xembify viene somministrato a un paziente, al fine di mantenere un collegamento tra il paziente e il lotto del prodotto.
Popolazione pediatrica
Le avvertenze e le precauzioni elencate si riferiscono sia agli adulti che ai bambini.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Xembify
Vaccini con virus vivi attenuati
La somministrazione di immunoglobuline può compromettere l'efficacia dei vaccini contenenti virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella, per un periodo di almeno 6 settimane e fino a 3 mesi. Dopo la somministrazione di questo medicinale, si deve lasciar trascorrere un intervallo di 3 mesi prima della vaccinazione con vaccini contenenti virus vivi attenuati. Nel caso del morbillo, la compromissione dell'efficacia può persistere fino a 1 anno.
Pertanto, nei pazienti che ricevono il vaccino contro il morbillo deve essere controllato lo status anticorpale.
Popolazione pediatrica
Le interazioni elencate si riferiscono sia agli adulti che alla popolazione pediatrica.
Anziani
Le interazioni elencate si riferiscono anche agli anziani.
Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
Prima di prendere "Xembify" insieme ad altri farmaci come “BCG-Medac”, “Diuremid”, “Diuresix”, “Diuretor”, “Fluenz Tetra”, “Fluenz”, “Fluss 40”, “Furosemide Aurobindo”, “Furosemide DOC Generici - Compressa”, “Furosemide Fisiopharma”, “Furosemide Galenica Senese”, “Furosemide Hexal”, “Furosemide L.F.M.”, “Furosemide Mylan Generics - Compressa Divisibile”, “Furosemide Mylan Generics - Compressa”, “Furosemide Salf”, “Furosemide Teva”, “Furosemide Teva Generics”, “Lasitone”, “Lasix - Compressa”, “Lasix - Compressa, Soluzione (uso Interno)”, “Lasix Fiale”, “Lasix - Soluzione”, “M-M-Rvaxpro”, “Oncotice”, “Prilace”, “Priorix Tetra”, “Priorix”, “Proquad”, “Qdenga”, “Reomax Compresse (Acido Etacrinico)”, “Rotarix”, “Rotateq”, “Spirofur”, “Stamaril”, “Toradiur”, “Torasemide Hexal”, “Torasemide Mylan Generics”, “Torasemide Teva Italia”, “Torasemide Zentiva”, “Varilrix”, “Varivax”, “Vaxchora”, “Zostavax”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
La sicurezza di questo medicinale per l'uso nella gravidanza umana non è stata stabilita in studi clinici controllati; pertanto, questo medicinale deve essere somministrato soltanto con cautela alle donne in gravidanza e alle donne che allattano con latte materno.
È stato dimostrato che i prodotti a base immunoglobulina attraversano la placenta, con maggiore intensità durante il terzo trimestre. L'esperienza clinica con le immunoglobuline suggerisce che non sono da attendersi effetti dannosi sul decorso della gravidanza o sul feto e sul neonato.
Allattamento
Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno e possono contribuire alla protezione del neonato da patogeni il cui sito d'ingresso è costituito dalle mucose.
Fertilità
L'esperienza clinica con le immunoglobuline suggerisce che non sono da attendersi effetti dannosi sulla fertilità.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Xembify compromette lievemente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari, ad es. a causa di capogiro (vedere paragrafo 4.8). I pazienti che manifestano reazioni avverse durante il trattamento devono attenderne la risoluzione prima di guidare veicoli o usare macchinari.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Xembify
Riassunto del profilo di sicurezza
Occasionalmente possono manifestarsi reazioni avverse come brividi, cefalea, capogiro, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, pressione arteriosa bassa e dolore dorso-lombare moderato.
Raramente le immunoglobuline umane normali possono causare un calo improvviso della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche quando il paziente non ha manifestato ipersensibilità a precedenti somministrazioni.
Reazioni locali in sede di infusione, quali tumefazione, indolenzimento, arrossamento, indurimento, calore localizzato, prurito, ecchimosi ed eruzione cutanea, possono manifestarsi frequentemente.
Per le informazioni sulla sicurezza relativamente agli agenti trasmissibili, vedere paragrafo 4.4.
Elenco tabulato delle reazioni avverse
La sicurezza di Xembify somministrato per via sottocutanea è stata valutata in due studi di fase 3 multicentrici, non controllati, prospettici, in aperto, in 110 soggetti di sesso maschile o femminile di età compresa tra 2 e 72 anni, affetti da immunodeficienza primaria (PID) precedentemente trattati con IVIg/SCIg. Quarantanove (49) soggetti erano inclusi nello studio nordamericano e 61 soggetti nello studio europeo.
Nei due studi otto soggetti hanno interrotto Xembify a causa di reazioni avverse; tutte erano di gravità lieve o moderata, ad eccezione di incompetenza della valvola aortica dovuta ad anomalia congenita.
La tabella riportata di seguito è conforme alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC, system organ classification e livello di termine preferito).
Le classi di frequenze sono state valutate in base alla seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000). All'interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente (tutte non gravi).
Frequenza delle reazioni avverse (Adverse Drug Reactions, ADR) negli studi clinici con Xembify nell'1% o più dei soggetti e per infusione
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC)
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Reazione avversa
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Frequenza per soggettoa
(n = 110 soggetti)
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Frequenza per infusioneb
(n = 4.098 infusioni)
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Infezioni ed infestazioni
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Rinite
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3 (2,7%) comune
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4 (0,0010) non comune
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Patologie del sistema nervoso
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Cefalea
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4 (3,6%) comune
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4 (0,0010) non comune
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Patologie gastrointestinali
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Diarrea
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3 (2,7%) comune
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3 (0,0007) raro
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Nausea
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2 (1,8%) comune
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2 (0,0005) raro
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Papula
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2 (1,8%) comune
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2 (0,0005) raro
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Prurito
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2 (1,8%) comune
|
2 (0,0005) raro
|
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Artralgia
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3 (2,7%) comune
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3 (0,0007) raro
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Dolore dorsale
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3 (2,7%) comune
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3 (0,0007) raro
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Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Reazione locale in sede di infusione
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35 (31,8%) molto comune
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125 (0,0305) comune
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Piressia
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2 (1,8%) comune
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4 (0,0010) non comune
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Esami diagnostici
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Immunoglobuline G ematiche ridotte
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2 (1,8%) comune
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2 (0,0005) raro
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a La frequenza per soggetto è calcolata utilizzando il numero di soggetti con ADR escluse le infezioni per cui vi era almeno una possibilità di relazione causale con Xembify, diviso per il numero totale di soggetti.
b La frequenza per infusione è calcolata utilizzando il numero di infusioni associate ad ADR escluse le infezioni per cui vi era almeno una possibilità di relazione causale con Xembify, diviso per il numero totale di infusioni.
Esperienza post-marketing
Le seguenti reazioni avverse sono state identificate e segnalate durante l'uso post-marketing di Xembify: reazione locale in sede di infusione quali eritema e tumefazione, dispnea, stanchezza, dolore, nausea e cefalea. Non è sempre possibile stimare con affidabilità la frequenza di tali reazioni.
Popolazione pediatrica
Si prevede che la frequenza, il tipo e la severità delle reazioni avverse nella popolazione pediatrica siano uguali a quelli degli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco, Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Xembify
Le conseguenze di un sovradosaggio non sono note.
Scadenza
3 anni
Una volta che il flaconcino è stato aperto, si raccomanda di usare la soluzione immediatamente.
Conservazione
- Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).
- Xembify può essere conservato a temperature non superiori a 25°C per un periodo massimo di 6 mesi in qualsiasi momento prima della data di scadenza.
- Il giorno in cui il prodotto viene estratto dal frigorifero, annotare nell'apposito spazio “Data di eliminazione” sulla confezione la data corrispondente a 6 mesi da tale giorno o, se precedente, la data di scadenza impressa sull'aletta della confezione.
- In caso di conservazione a temperatura ambiente, non rimettere il prodotto in frigorifero. Usare il prodotto entro la “Data di eliminazione” o eliminarlo.
- Non congelare.
- Tenere il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
- Somministrare prima possibile dopo che Xembify viene trasferito dal flaconcino alla siringa.
Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
Elenco degli eccipienti
Glicina (E 640)
Polisorbato 80 (E 433)
Acqua per preparazioni iniettabili