Sorafenib Mylan

    Ultimo aggiornamento: 22/10/2024

    Cos'è Sorafenib Mylan?

    Sorafenib Mylan è un farmaco a base del principio attivo Sorafenib Tosilato, appartenente alla categoria degli Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi e nello specifico Altri inibitori proteinchinasi. E' commercializzato in Italia dall'azienda Viatris Italia S.r.l..

    Sorafenib Mylan può essere prescritto con Ricetta RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti.


    Confezioni

    Sorafenib Mylan 200 mg 112 compresse rivestite con film

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Mylan S.p.A.
    Concessionario: Viatris Italia S.r.l.
    Ricetta: RNRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
    Classe: H
    Principio attivo: Sorafenib Tosilato
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici, inibitori delle proteinchinasi
    ATC: L01EX02 - Sorafenib
    Forma farmaceutica: compresse rivestite


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    Indicazioni

    Perché si usa Sorafenib Mylan? A cosa serve?
    Epatocarcinoma
    Sorafenib Mylan è indicato per il trattamento dell'epatocarcinoma (vedere paragrafo 5.1).
    Carcinoma a cellule renali
    Sorafenib Mylan è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato dopo fallimento terapeutico ad una precedente terapia a base di interferone alfa o interleuchina-2 o che sono considerati non idonei a ricevere tale terapia.
    Carcinoma tiroideo differenziato
    Sorafenib Mylan è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma differenziato della tiroide (papillare/follicolare/a cellule di Hürtle) localmente avanzato o metastatico, in progressione, refrattario al radioiodio.

    Posologia

    Come usare Sorafenib Mylan: Posologia
    Il trattamento con Sorafenib Mylan deve avvenire sotto la supervisione di un medico con esperienza nell'uso di terapie antitumorali.
    Posologia
    La dose raccomandata di Sorafenib Mylan negli adulti è di 400 mg di sorafenib (due compresse da 200 mg) due volte al giorno (equivalente a una dose totale giornaliera di 800 mg).
    Il trattamento deve continuare fino a quando si osserva un beneficio clinico o finché non compare tossicità inaccettabile.
    Adeguamento della posologia
    La gestione di sospette reazioni avverse al farmaco può richiedere l'interruzione temporanea o la riduzione del dosaggio nella terapia con sorafenib.
    Quando si rende necessaria una riduzione della dose durante il trattamento del carcinoma epatocellulare (hepatocellular carcinoma, HCC) e del carcinoma a cellule renali (renal cell carcinoma, RCC) avanzato, la dose di Sorafenib Mylan deve essere ridotta a due compresse da 200 mg di sorafenib una volta al giorno (vedere paragrafo 4.4).
    Quando si rende necessaria una riduzione della dose durante il trattamento del carcinoma differenziato della tiroide (differentiated thyroid carcinoma, DTC), la dose di Sorafenib Mylan deve essere ridotta a 600 mg di sorafenib al giorno in dosi suddivise (due compresse da 200 mg e una compressa da 200 mg a distanza di dodici ore).
    Se è necessaria un'ulteriore riduzione della dose, Sorafenib Mylan può essere ridotto a 400 mg di sorafenib al giorno in dosi suddivise (due compresse da 200 mg a distanza di dodici ore) e, se necessario, ulteriormente ridotto ad una compressa da 200 mg una volta al giorno. Dopo il miglioramento delle reazioni avverse non ematologiche, la dose di Sorafenib Mylan può essere aumentata.
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Sorafenib Mylan nei bambini e adolescenti di età < 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili.
    Popolazione anziana
    Per la popolazione anziana (pazienti con più di 65 anni di età) non è richiesto alcun adeguamento della posologia.
    Compromissione renale
    Non è necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalità renale lieve, moderata o severa. Non sono disponibili dati relativi a pazienti in dialisi (vedere paragrafo 5.2).
    È consigliabile il monitoraggio dell'equilibrio idro-elettrolitico in pazienti a rischio di insufficienza renale.
    Compromissione epatica
    Non è necessario alcun adeguamento della posologia per pazienti con compromissione della funzionalità epatica Child Pugh A o B (da lieve a moderata). Non sono disponibili dati su pazienti con compromissione della funzionalità epatica Child Pugh C (grave) (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Modo di somministrazione
    Per uso orale
    Sorafenib deve essere somministrato lontano dai pasti o con un pasto a contenuto lipidico basso o moderato. Se il paziente intende fare un pasto con alto contenuto lipidico, le compresse di sorafenib vanno prese almeno un'ora prima o due ore dopo il pasto. Le compresse devono essere deglutite con un bicchiere d'acqua.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Sorafenib Mylan
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Sorafenib Mylan
    Tossicità dermatologica
    Reazione cutanea mano-piede (eritrodisestesia palmo-plantare) ed eruzione cutanea rappresentano le più comuni reazioni avverse a sorafenib. L'eruzione cutanea e la reazione cutanea mano-piede sono solitamente di Grado 1 e 2, secondo i Common Toxicity Criteria (CTC) e generalmente appaiono durante le prime sei settimane di trattamento con sorafenib. La gestione della tossicità dermatologica può includere terapie topiche per alleviare la sintomatologia, temporanea interruzione del trattamento e/o una variazione del dosaggio di sorafenib oppure in casi gravi o persistenti l'interruzione definitiva della sua somministrazione (vedere paragrafo 4.8).
    Ipertensione
    In pazienti trattati con sorafenib si è osservata una maggiore incidenza d'ipertensione arteriosa. In questi pazienti l'ipertensione era solitamente da lieve a moderata, si manifestava nelle prime fasi di trattamento e rispondeva alla terapia antiipertensiva standard. La pressione arteriosa deve essere monitorata regolarmente e trattata, se necessario, secondo la pratica medica corrente. In caso di ipertensione grave o persistente o di crisi ipertensive, nonostante sia stata iniziata una terapia antiipertensiva, si raccomanda di considerare l'interruzione definitiva della somministrazione di sorafenib (vedere paragrafo 4.8).
    Aneurismi e dissezioni arteriose
    L'uso di inibitori del pathway del VEGF in pazienti con o senza ipertensione può favorire la formazione di aneurismi e/o dissezioni arteriose. Prima di iniziare il trattamento con sorafenib, questo rischio deve essere attentamente considerato in pazienti con fattori di rischio quali ipertensione o storia anamnestica di aneurisma.
    Ipoglicemia
    Durante il trattamento con sorafenib sono stati segnalati episodi d'ipoglicemia, in alcuni casi clinicamente sintomatici e che hanno necessitato di ricovero ospedaliero per perdita di coscienza. In caso di ipoglicemia sintomatica, il trattamento con sorafenib deve essere temporaneamente interrotto. I livelli di glicemia nei pazienti diabetici devono essere controllati regolarmente per valutare se il dosaggio del medicinale antidiabetico debba essere modificato.
    Emorragia
    Il rischio di sanguinamento può aumentare a seguito della somministrazione di sorafenib. Se un episodio di sanguinamento necessita di intervento medico, si raccomanda di considerare l'eventualità di interrompere definitivamente la somministrazione di sorafenib (vedere paragrafo 4.8).
    Ischemia cardiaca e/o infarto
    In uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato verso placebo, (studio 1, vedere paragrafo 5.1) l'incidenza di infarto o ischemia cardiaca insorti durante il trattamento era maggiore nel gruppo trattato con sorafenib (4,9 %) che nel gruppo trattato con placebo (0,4 %). Nello studio 3 (vedere paragrafo 5.1) l'incidenza di infarto o ischemia cardiaca insorti durante il trattamento era del 2,7 % nei pazienti trattati con sorafenib e del 1,3 % nei pazienti trattati con placebo. Pazienti con malattia coronarica instabile o con infarto del miocardio recente erano esclusi da questi studi. La necessità di una sospensione temporanea o definitiva del trattamento con sorafenib deve essere considerata nei pazienti che sviluppano un'ischemia cardiaca e/o un infarto (vedere paragrafo 4.8).
    Prolungamento dell'intervallo di QT
    È stato dimostrato che sorafenib prolunga l'intervallo QT/QTc (vedere paragrafo 5.1), il che può portare ad un aumentato rischio di aritmia ventricolare. Usare con prudenza sorafenib nei pazienti che hanno o possono sviluppare un prolungamento del QTc, come i pazienti con una Sindrome Congenita del QT lungo, quelli trattati con una dose cumulativa elevata di antracicline, i pazienti che assumono alcuni farmaci antiaritmici o altri medicinali che possano portare ad un prolungamento del QT, e quelli con alterazioni degli elettroliti, ad esempio ipokaliemia, ipocalcemia o ipomagnesemia. Quando si utilizza sorafenib in questi pazienti, devono essere effettuati controlli periodici elettrocardiografici e dosaggio degli elettroliti (magnesio, potassio e calcio) durante il periodo di trattamento.
    Perforazione gastrointestinale
    La perforazione gastrointestinale è un evento non comune ed è stato segnalato in meno del 1% dei pazienti che assumono sorafenib. In alcuni casi non vi era associazione con un tumore intra- addominale evidente.
    La somministrazione di sorafenib deve essere interrotta (vedere paragrafo 4.8).
    Sindrome da lisi tumorale (TLS)
    Casi di TLS, alcuni con esito fatale, sono stati segnalati nell'ambito della sorveglianza post-marketing in pazienti trattati con sorafenib. I fattori di rischio per la TLS comprendono un elevato carico tumorale, insufficienza renale cronica preesistente, oliguria, disidratazione, ipotensione e urine acide. Questi pazienti devono essere attentamente monitorati e trattati tempestivamente come clinicamente indicato, e deve essere presa in considerazione l'idratazione profilattica.
    Compromissione epatica
    Non sono disponibili dati in pazienti con compromissione della funzionalità epatica Child Pugh C (grave). In tali pazienti l'esposizione potrebbe risultare aumentata poiché sorafenib è eliminato principalmente attraverso la via epatica (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
    Somministrazione concomitante di warfarin
    Episodi di sanguinamento non frequenti o un aumento nel valore del INR (International Normalized Ratio) sono stati segnalati in alcuni pazienti che assumevano warfarin durante la terapia con sorafenib. I pazienti in terapia concomitante con warfarin o fenprocumone devono essere monitorati regolarmente relativamente a variazioni nel tempo di protrombina, INR o episodi di sanguinamento di rilevanza clinica (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
    Complicanze nella cicatrizzazione delle ferite
    Non sono stati condotti studi formali sull'effetto del sorafenib sulla cicatrizzazione delle ferite. Per ragioni precauzionali si raccomanda la sospensione temporanea del trattamento con sorafenib nei pazienti che devono sottoporsi a interventi di chirurgia maggiore. L'esperienza clinica in merito al momento in cui riprendere la terapia dopo interventi chirurgici maggiori è limitata. Pertanto la decisione di riprendere la terapia con sorafenib dopo un intervento chirurgico maggiore deve basarsi su una valutazione clinica di adeguata guarigione delle ferite.
    Popolazione anziana
    Sono stati riportati casi di insufficienza renale. Si deve pertanto prendere in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale.
    Interazione tra farmaci
    Si raccomanda cautela quando si somministra sorafenib con sostanze che sono metabolizzate e/o eliminate prevalentemente attraverso le vie metaboliche della UGT1A1 (es. irinotecan) o della UGT1A9 (vedere paragrafo 4.5).
    Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib e docetaxel (vedere paragrafo 4.5).
    L'associazione con neomicina o con altri antibiotici in grado di provocare gravi disturbi ecologici nella microflora gastrointestinale può portare ad una diminuzione della biodisponibilità di sorafenib (vedere paragrafo 4.5). Il rischio di una diminuzione della concentrazione plasmatica di sorafenib deve essere valutato prima di iniziare un ciclo di trattamento con antibiotici.
    Una mortalità più elevata è stata osservata in pazienti affetti da carcinoma del polmone a cellule squamose e trattati con sorafenib in combinazione con chemioterapia a base di platino. In due studi clinici randomizzati, che hanno studiato pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (Non-Small Cell Lung Cancer, NSCLC), il valore di hazard ratio (HR) relativo alla sopravvivenza complessiva (OS-overall survival) in un sottogruppo di pazienti con carcinoma del polmone a cellule squamose è stato di 1,81 (95% CI 1,19; 2,74) nei pazienti trattati con sorafenib in aggiunta alla terapia con paclitaxel/carboplatino e di 1,22 (95% CI 0,82; 1,80) nei pazienti trattati con sorafenib in aggiunta alla terapia con gemcitabina/cisplatino. Non è stata osservata una causa di morte predominante, ma nei pazienti trattati con sorafenib in aggiunta ad alla chemioterapia basata sul platino è stata osservata una maggiore incidenza di insufficienza respiratoria, emorragie ed infezioni.
    Avvertenze specifiche per patologia
    Carcinoma differenziato della tiroide (DTC)
    Prima di iniziare il trattamento, si raccomanda ai medici di valutare con attenzione la prognosi del singolo paziente in base alle dimensioni massime della lesione (vedere paragrafo 5.1), ai sintomi correlati della malattia (vedere paragrafo 5.1) e alla velocità di progressione.
    La gestione di sospette reazioni avverse al farmaco può rendere necessaria un'interruzione temporanea o una riduzione della dose della terapia con sorafenib. Nello studio 5 (vedere paragrafo 5.1), il 37% dei soggetti ha interrotto la terapia e il 35% ha ridotto la dose già nel ciclo 1 del trattamento con sorafenib.
    La riduzione della dose è stata solo parzialmente efficace nell'alleviare le reazioni avverse. Pertanto, si raccomandano valutazioni ripetute del beneficio e del rischio, tenendo in considerazione l'attività antitumorale e la tollerabilità.
    Emorragia nel DTC
    A causa del rischio potenziale di emorragia, l'infiltrazione tracheale, bronchiale ed esofagea deve essere trattata tramite terapia locale prima che sorafenib venga somministrato a pazienti affetti da DTC.
    Ipocalcemia nel DTC
    Quando si utilizza sorafenib in pazienti con DTC, si raccomanda uno stretto monitoraggio dei livelli di calcio nel sangue. Negli studi clinici, l'ipocalcemia è stata più frequente e più grave nei pazienti con DTC, in particolare in quelli con anamnesi di ipoparatiroidismo, in confronto ai pazienti con carcinoma a cellule renali o epatocarcinoma. Un'ipocalcemia di grado 3 e 4 si è manifestata nel 6,8% e 3,4% dei pazienti trattati con sorafenib affetti da DTC (vedere paragrafo 4.8). L'ipocalcemia grave deve essere corretta per prevenire complicanze quali il prolungamento dell'intervallo QT o la torsione di punta (vedere paragrafo “Prolungamento dell'intervallo QT”).
    Soppressione del TSH nel DTC
    Nello studio 5 (vedere paragrafo 5.1) sono stati osservati aumenti dei livelli di TSH superiori a 0,5 mU/L nei pazienti trattati con sorafenib. Quando di utilizza sorafenib in pazienti con DTC si raccomanda uno stretto monitoraggio dei livelli di TSH.
    Carcinoma a cellule renali
    I pazienti ad alto rischio, secondo la definizione del gruppo prognostico MSKCC (Memorial Sloan Kettering Cancer Center), non sono stati inclusi nello studio clinico di fase III sul carcinoma a cellule renali (vedere studio 1 nel paragrafo 5.1) e il rapporto beneficio-rischio in questi pazienti non è stato determinato.
    Informazioni sugli eccipienti
    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè essenzialmente “senza sodio”.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Sorafenib Mylan
    Induttori di enzimi metabolici
    La somministrazione di rifampicina per 5 giorni prima della somministrazione di una singola dose di sorafenib ha portato ad una riduzione media del 37 % dell'AUC di sorafenib. Altri induttori del CYP3A4 e/o della glucuronizzazione (es. hypericum perforatum anche noto come “erba di San Giovanni”, fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale e desametasone) possono aumentare il metabolismo di sorafenib e in questo modo ridurne la concentrazione.
    Inibitori del CYP3A4
    Il ketoconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, somministrato una volta al giorno per 7 giorni a volontari sani maschi non ha alterato l'AUC media di una singola dose di 50 mg di sorafenib. Questi dati suggeriscono che le interazioni clinico-farmacocinetiche del sorafenib con gli inibitori del CYP3A4 sono improbabili.
    Substrati del CYP2B6, del CYP2C8 e del CYP2C9
    In vitro sorafenib inibisce il CYP2B6, il CYP2C8 ed il CYP2C9 con potenza pressoché uguale. Tuttavia, negli studi di farmacocinetica clinica, la somministrazione concomitante di sorafenib 400 mg due volte al giorno con ciclofosfamide, un substrato del CYP2B6, o paclitaxel, un substrato del CYP2C8, non ha portato ad un'inibizione clinicamente significativa. Questi dati suggeriscono che sorafenib, alla dose raccomandata di 400 mg due volte al giorno, può non essere un inibitore in vivo del CYP2B6 o del CYP2C8.
    Inoltre, il trattamento concomitante con sorafenib e warfarin, un substrato del CYP2C9, non ha portato a cambiamenti nel PT-INR medio rispetto al placebo. Perciò, anche il rischio di un'inibizione in vivo clinicamente rilevante del CYP2C9 da parte di sorafenib può essere considerato basso. Comunque, i pazienti che assumono warfarin o fenprocumone devono tenere regolarmente sotto controllo l'INR (vedere paragrafo 4.4).
    Substrati di CYP3A4, CYP2D6 and CYP2C19
    La somministrazione concomitante di sorafenib e midazolam, destrometorfano o omeprazolo, che sono substrati rispettivamente per i citocromi CYP3A4, CYP2D6 e CYP2C19, non ha alterato l'esposizione a questi agenti. Questo indica che sorafenib non è né un inibitore né un induttore di questi isoenzimi del citocromo P450. Pertanto le interazioni clinico-farmacocinetiche del sorafenib con substrati di questi enzimi sono improbabili.
    Substrati di UGT1A1 e UGT1A9
    In vitro, sorafenib inibiva la glucuronizzazione mediante UGT1A1 e UGT1A9. La rilevanza clinica di questo dato non è nota (vedere sotto e paragrafo 4.4).
    Studi in vitro sull'induzione degli enzimi del sistema CYP
    Le attività del CYP1A2 e del CYP3A4 non risultavano alterate dopo esposizione di colture di epatociti umani a sorafenib, indicando così che è improbabile che sorafenib sia un induttore del CYP1A2 e del CYP3A4.
    Substrati per P-gp
    In vitro, sorafenib ha mostrato di inibire la proteina di trasporto p-glicoproteina (P-gp). In caso di trattamento concomitante con sorafenib non si può escludere un aumento della concentrazione plasmatica di substrati per P-gp, come la digossina.
    Associazione con altri agenti antineoplastici
    In studi clinici, sorafenib è stato somministrato con una serie di altri agenti antineoplastici alla loro posologia comunemente usata, fra cui gemcitabina, cisplatino, oxaliplatino, paclitaxel, carboplatino, capecitabina, doxorubicina, irinotecan, docetaxel e ciclofosfamide. Sorafenib non ha avuto effetti clinicamente rilevanti sulla farmacocinetica di gemcitabina, cisplatino, carboplatino, oxaliplatino o ciclofosfamide.
    Paclitaxel/carboplatino
    o La somministrazione di paclitaxel (225 mg/m2) e carboplatino (AUC = 6) con sorafenib (≤ 400 mg due volte al giorno), con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazione di sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministrazione di paclitaxel/carboplatino), non ha avuto effetti significativi sulla farmacocinetica di paclitaxel.
    o La somministrazione concomitante di paclitaxel (225 mg/m2, una somministrazione ogni 3 settimane) e carboplatino (AUC=6) con sorafenib (400 mg due volte al giorno, senza interruzione della somministrazione di sorafenib) ha portato ad un aumento del 47% nell'esposizione a sorafenib, un aumento del 29% nell'esposizione al paclitaxel e ad un aumento del 50% nell'esposizione al 6-OH paclitaxel. La farmacocinetica del carboplatino non è stata influenzata.
    Questi dati indicano che non è necessario alcun adeguamento della posologia quando paclitaxel e carboplatino sono somministrati in concomitanza con sorafenib con l'interruzione di 3 giorni nella somministrazione di sorafenib (i due giorni precedenti ed il giorno della somministrazione di paclitaxel/carboplatino). Non è nota la rilevanza clinica dell'aumento dell'esposizione a sorafenib e paclitaxel subito dopo la somministrazione concomitante di sorafenib senza interruzione della somministrazione.
    Capecitabina
    La somministrazione concomitante di capecitabina (750-1050 mg/m2 due volte al giorno, giorni 1-14 ogni 21 giorni) e sorafenib (200 o 400 mg due volte al giorno senza interruzione della somministrazione) non ha portato a cambiamenti significativi nell'esposizione a sorafenib, ma ad un aumento del 15-50% nell'esposizione a capecitabina e ad un aumento del 0-52% nell'esposizione a 5-FU. Non è nota la rilevanza clinica di questi piccoli, modesti incrementi nell'esposizione a capecitabina e 5-FU quando somministrati in concomitanza con sorafenib.
    Doxorubicina/Irinotecan
    Il trattamento concomitante con sorafenib ha indotto un aumento del 21 % nell'AUC della doxorubicina. Quando somministrato con irinotecan, il cui metabolita SN-38 viene successivamente metabolizzato attraverso la via metabolica della UGT1A1, si è verificato un aumento del 67 – 120 % nell'AUC del SN-38 e del 26 – 42 % nell'AUC dell'irinotecan. La rilevanza clinica di questi dati è sconosciuta (vedere paragrafo 4.4).
    Docetaxel
    Docetaxel (una dose di 75 o 100 mg/m2 ogni 21 giorni) somministrato in concomitanza con sorafenib (200 mg o 400 mg due volte al giorno dal giorno 2 al giorno 19 di un ciclo di terapia di 21 giorni, con un'interruzione di 3 giorni in corrispondenza con la somministrazione di docetaxel) ha indotto un aumento nella AUC e nella Cmax di docetaxel rispettivamente del 36 - 80 % e del 16 - 32 %. Si raccomanda cautela in caso di somministrazione concomitante di sorafenib e docetaxel (vedere paragrafo 4.4).
    Associazione con altri agenti
    Neomicina
    L'associazione con neomicina, un agente antimicrobico non sistemico usato per eradicare la flora gastrointestinale, interferisce con il ricircolo enteroepatico di sorafenib (vedere paragrafo 5.2, Biotrasformazione ed Eliminazione), comportando una diminuita esposizione a sorafenib.
    In volontari sani trattati con neomicina per 5 giorni, l'esposizione media a sorafenib diminuiva del 54%. Non sono stati studiati gli effetti di altri antibiotici, ma molto probabilmente dipenderanno dalla loro capacità di interferire con microrganismi con attività glucuronidasica.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Sorafenib Mylan" insieme ad altri farmaci come “Aurantin - Soluzione (uso Interno)”, “Carbamazepina EG”, “Carbamazepina Zentiva - Compressa A Rilascio Modificato”, “Dintoinale”, “Dotecine”, “Fenitoina Hikma”, “Fenobarbitale Sodico Salf”, “Gamibetal Complex”, “Gardenale”, “Luminale - Compressa”, “Mysoline”, “Nervaxon”, “Rifadin”, “Rifater”, “Rifinah”, “Rifocin”, “Stadmycin”, “Tegretol”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    Non vi sono dati relativi all'uso di sorafenib in donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva, incluse le malformazioni (vedere paragrafo 5.3). è stato dimostrato, nei ratti, che sorafenib e i suoi metaboliti attraversano la placenta, ed è prevedibile che sorafenib provochi effetti dannosi sul feto. Sorafenib non deve essere usato durante la gravidanza, a meno che sia chiaramente necessario, e solo dopo un'attenta valutazione delle necessità della madre e del rischio per il feto.
    Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento.
    Allattamento
    Non è noto se sorafenib sia escreto nel latte materno. Nell'animale sorafenib e/o i suoi metaboliti sono escreti nel latte. Poiché sorafenib potrebbe danneggiare la crescita e lo sviluppo del neonato (vedere paragrafo 5.3), le donne devono sospendere l'allattamento al seno durante il trattamento con sorafenib.
    Fertilità
    Studi effettuati sull'animale mostrano che sorafenib può compromettere la fertilità maschile e femminile (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Non ci sono evidenze per ritenere che sorafenib alteri la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Sorafenib Mylan
    Le reazioni avverse gravi più importanti sono state ischemia/infarto del miocardio, perforazione gastrointestinale, epatite da farmaci, emorragia e ipertensione/ crisi ipertensiva.
    Le reazioni avverse più comuni sono state diarrea, astenia, alopecia, infezione, reazione cutanea mano- piede (corrispondente in MedDRA alla “sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare”) ed eruzione cutanea.
    Le reazioni avverse segnalate in diversi studi clinici o nell'utilizzo post-marketing sono riportate nella tabella 1, ordinate secondo la Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) e la frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.
    Tabella 1: Reazioni avverse complessivamente segnalate nei pazienti in diversi studi clinici o nell'utilizzo post-marketing.
    Classificazione per sistemi e
    Organi
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Raro
    Non Nota
    Infezioni ed infestazioni
    Infezione
    Follicolite
     
     
     
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Linfopenia
    Leucopenia
    Neutropenia
    Anemia
    Trombocitopenia
     
     
     
    Disturbi del sistema immunitario
     
     
    Reazioni di ipersensibilità
    (incluse reazioni
    cutanee e orticaria) Reazione
    anafilattica
    Angioedema
     
    Patologie endocrine
     
    Ipotiroidismo
    Ipertiroidismo
     
     
    Disturbi del
    metabolismo e della nutrizione
     
    Anoressia
    Ipofosfatemia
    Ipocalcemia
    Ipokaliemia
    Iponatriemia Ipoglicemia
     
    Disidratazione
     
    Sindrome da lisi tumorale
    Disturbi psichiatrici
     
    Depressione
     
     
     
    Patologie del sistema nervoso
     
    Neuropatia sensoriale
    periferica
    Disgeusia
    Leuco
    encefalopatia
    posteriore reversibile*
     
    Encefalopatia°
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
     
    Tinnito
     
     
     
    Patologie cardiache
     
    Insufficienza
    cardiaca congestizia* Ischemia e infarto del miocardio*
     
    Prolungamento QT
     
    Patologie vascolari
    Emorragia
    (incluse emorragie
    gastrointestinali*, delle vie respiratorie* e
    cerebrali*)
    Ipertensione
    Vampate
    Crisi ipertensiva*
     
    Aneurismi e dissezioni
    arteriose
    Patologie
    respiratorie, toraciche e mediastiniche
     
    Rinorrea
    Disfonia
    Eventi simil
    malattie interstiziali del polmone* (polmonite, polmonite da raggi, sofferenza respiratoria acuta, etc)
     
     
    Patologie
    gastrointestinali
    Diarrea
    Nausea
    Vomito Costipazione
    Stomatite
    (incluse bocca secca e glossodinia) Dispepsia
    Disfagia
    Reflusso gastro esofageo
    Pancreatite
    Gastrite Perforazioni gastrointestinali*
     
     
    Patologie
    epatobiliari
     
     
    Aumento
    della bilirubina e Ittero,
    Colecistite, Angiocolite
    Epatite da
    farmaci*
     
    Patologie della cute e del tessuto
    sottocutaneo
    Secchezza della cute
    Eruzione cutanea
    Alopecia
    Reazione
    cutanea mano- piede**
    Eritema
    Prurito
    Cheratoacantoma
    /carcinoma
    cutaneo a cellule squamose
    Dermatite esfoliativa
    Acne
    Desquamazione della cute
    Ipercheratosi
    Eczema
    Eritema multiforme
    Dermatite simil-attinica
    Sindrome di Stevens- Johnson
    Vasculite leucocitoclastica
    Necrolisi epidermica
    tossica*
     
    Patologie del
    sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Artralgia
    Mialgia
    Spasmi muscolari
     
    Rabdomiolisi
     
    Patologie renali e urinarie
     
    Insufficienza renale
    Proteinuria
     
    Sindrome nefrosica
     
    Patologie dell'apparato
    riproduttivo e della mammella
     
    Disfunzione erettile
    Ginecomastia
     
     
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Fatica
    Dolore (compreso dolore alla bocca, addominale, osseo, dolore oncologico e cefalea)
    Febbre
    Astenia
    Malessere simil-influenzale Infiammazione della
    Mucosa
     
     
     
    Esami diagnostici
    Perdita di
    peso
    Aumento dell'amilasi
    Aumento
    della lipasi
    Aumento transitorio
    delle transaminasi
    Aumento transitorio
    della fosfatasi alcalina ematica Anomalie dell'INR e del livello di protrombina
     
     
    *Le reazioni avverse possono essere pericolose per la vita o mortali. Questi eventi sono o non comuni o meno frequenti rispetto ai non comuni.
    ** La reazione cutanea mano-piede corrisponde in MedDRA alla sindrome da eritrodisestesia palmo-
    plantare
    °I casi sono stati riportati nella fase post-marketing
    Ulteriori informazioni su alcune reazioni avverse
    Insufficienza cardiaca congestizia
    In studi clinici promossi dall'azienda, l'insufficienza cardiaca congestizia è stata riportata come evento avverso nel 1,9% dei pazienti trattati con sorafenib (N=2276). Nello studio 11213 (RCC) eventi
    avversi coerenti con l'insufficienza cardiaca congestizia sono stati segnalati nell'1,7% dei pazienti trattati con sorafenib e nello 0,7% dei pazienti trattati con placebo. Nello studio 100554 (HCC) tali eventi sono stati segnalati nello 0,99% dei pazienti trattati con sorafenib e nel 1,1% dei pazienti trattati con placebo.
    Ulteriori informazioni per popolazioni particolari
    Negli studi clinici, determinate reazioni avverse al farmaco, come la reazione cutanea mano-piede, la diarrea, l'alopecia, il calo ponderale, l'ipertensione, l'ipocalcemia e il cheratoacantoma/carcinoma cutaneo a cellule squamose, si sono manifestate con una frequenza considerevolmente maggiore nei pazienti affetti da carcinoma tiroideo differenziato in confronto ai pazienti inclusi negli studi sul carcinoma a cellule renali o epatocellulare.
    Alterazioni negli esami di laboratorio nei pazienti con HCC (studio 3) e RCC (studio 1)
    Un aumento della lipasi e dall'amilasi è stato segnalato molto comunemente. Un aumento della lipasi di Grado 3 o 4 Common Toxicity Criteria Adverse Events (CTCAE) si è verificato rispettivamente nell'11 % e nel 9 % dei pazienti del gruppo trattato con sorafenib nello studio 1 (RCC) e nello studio 3 (HCC), contro il 7 % e il 9 % dei pazienti del gruppo trattato con placebo. Un aumento dell'amilasi di Grado 3 o 4 CTCAE si è verificato rispettivamente nell'1 % e nel 2 % dei pazienti del gruppo trattato con sorafenib nello studio 1 e nello studio 3, contro il 3 % dei pazienti di entrambi i gruppi trattati con placebo. La pancreatite clinica è stata segnalata in 2 dei 451 pazienti trattati con sorafenib (Grado 4 CTCAE) nello studio 1, in 1 dei 297 pazienti trattati con sorafenib (Grado 2 CTCAE) nello studio 3 e in 1 dei 451 pazienti (Grado 2 CTCAE) trattati con placebo nello studio 1.
    L'ipofosfatemia è un reperto di laboratorio molto comune, ed è stata osservata rispettivamente nel 45 % e nel 35 % dei pazienti trattati con sorafenib nello studio 1 e nello studio 3, contro rispettivamente il 12 % e l'11 % dei pazienti trattati con placebo. Ipofosfatemia di Grado 3 CTCAE (1 – 2 mg/dl) si è verificata nello studio 1 nel 13 % dei pazienti trattati con sorafenib e nel 3 % dei pazienti trattati con placebo, mentre nello studio 3 si è verificata nell'11 % dei pazienti trattati con sorafenib e nel 2 % dei pazienti trattati con placebo. Non è stato segnalato alcun caso di ipofosfatemia di Grado 4 CTCAE (< 1 mg/dl), né nei pazienti trattati con sorafenib né in quelli trattati con placebo nello studio 1, e 1 caso nel gruppo trattato con placebo nello studio 3. L'eziologia dell'ipofosfatemia associata con sorafenib non è nota.
    Anomalie di laboratorio di grado 3 o 4 CTCAE, comprese linfopenia e neutropenia, sono state osservate in ≥ 5 % dei pazienti trattati con sorafenib.
    Un'ipocalcemia è stata osservata nel 12% e 26,5% dei pazienti trattati con sorafenib rispetto al 7,5% e 14,8% dei pazienti del gruppo placebo, rispettivamente, nello studio 1 e nello studio 3. La maggior parte dei casi di ipocalcemia è stata di lieve entità (grado 1 e 2 CTCAE). Un'ipocalcemia di grado 3 CTCAE (6,0 – 7,0 mg/dl) si è verificata nell'1,1% e 1,8% dei pazienti trattati con sorafenib e nello 0,2% e 1,1% dei pazienti del gruppo placebo, e un'ipocalcemia di grado 4 CTCAE (< 6,0 mg/dl) è stata osservata nell'1,1% e 0,4% dei pazienti trattati con sorafenib e nello 0,5% e 0% dei pazienti del gruppo placebo, rispettivamente, nello studio 1 e nello studio 3. L'eziologia dell'ipocalcemia associata a sorafenib non è nota.
    Negli studi 1 e 3 è stata osservata una riduzione del potassio rispettivamente nel 5,4% e 9,5% dei pazienti trattati con sorafenib, in confronto allo 0,7% e 5,9% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo. La maggior parte dei casi di ipokaliemia è stata di lieve entità (grado 1 CTCAE). In questi studi, una ipokaliemia di grado 3 CTCAE si è manifestata nell'1,1% e 0,4% dei pazienti trattati con sorafenib e nello 0,2% e 0,7% dei pazienti del gruppo placebo. Non sono stati segnalati casi di ipokaliemia di grado 4 CTCAE.
    Alterazioni negli esami di laboratorio nei pazienti con DTC (studio 5)
    L'ipocalcemia è stata osservata nel 35,7% dei pazienti trattati con sorafenib in confronto all'11,0% dei pazienti del gruppo placebo. La maggior parte dei casi di ipocalcemia è stata di lieve entità. Un'ipocalcemia di grado 3 CTCAE si è verificata nel 6,8% dei pazienti trattati con sorafenib e nell'1,9% dei pazienti del gruppo placebo, mentre un'ipocalcemia di grado 4 CTCAE è stata osservata nel 3,4% dei pazienti trattati con sorafenib e nell'1,0% dei pazienti del gruppo placebo.
    Altre alterazioni di laboratorio clinicamente rilevanti osservate nello studio 5 sono riportate nella tabella 2.
    Tabella 2: Alterazioni negli esami di laboratorio causate dal trattamento segnalate nei pazienti con DTC (studio 5) nella fase in doppio cieco
    Parametro di laboratorio (in % di campioni analizzati)
    Sorafenib N=207
    Placebo N=209
    Qualsiasi grado*
    Grado 3*
    Grado 4*
    Qualsiasi grado*
    Grado 3*
    Grado 4*
    Patologie del sistema emolinfopoietico
     
    Anemia
    30,9
    0,5
    0
    23,4
    0,5
    0
    Trombocitopenia
    18,4
    0
    0
    9,6
    0
    0
    Neutropenia
    19,8
    0,5
    0,5
    12
    0
    0
    Linfopenia
    42
    9,7
    0,5
    25,8
    5,3
    0
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
     
    Ipokaliemia
    17,9
    1,9
    0
    2,4
    0
    0
    Ipofosfatemia**
    19,3
    12,6
    0
    2,4
    1,4
    0
    Patologie epatobiliari
     
    Aumento della bilirubina
    8,7
    0
    0
    4,8
    0
    0
    Aumento dell'ALT
    58,9
    3,4
    1,0
    24,4
    0
    0
    Aumento dell'AST
    53,6
    1,0
    1,0
    14,8
    0
    0
    Esami diagnostici
     
    Aumento dell'amilasi
    12,6
    2,4
    1,4
    6,2
    0
    1,0
    Aumento della lipasi
    11,1
    2,4
    0
    2,9
    0,5
    0
    * Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE), versione 3.0
    ** L'eziologia dell'ipofosfatemia associata a sorafenib non è nota.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Sorafenib Mylan
    Non ci sono trattamenti specifici in caso di sovradosaggio di sorafenib. La dose più alta del sorafenib studiata clinicamente è 800 mg due volte al giorno. Gli eventi avversi osservati in seguito a questo dosaggio erano principalmente diarrea e reazioni dermatologiche. In caso di sospetto sovradosaggio, sorafenib deve essere sospeso e, laddove necessario, iniziata una terapia di sostegno.

    Scadenza

    4 anni

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 30 °C.

    Farmaci Equivalenti

    I farmaci equivalenti di Sorafenib Mylan a base di Sorafenib Tosilato sono: Nexavar, Sorafenib EG, Sorafenib Medac, Sorafenib Teva, Sorafenib Zentiva

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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