Cos'è Pentasa - Supposta?
Confezioni
Pentasa 1 g 28 supposte
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Pentasa? A cosa serve?
Proctite ulcerosa sia nella fase attiva che per il mantenimento della remissione.
Nella fase attiva di grado severo, può essere consigliabile l'associazione con trattamento cortisonico.
Posologia
Come usare Pentasa: Posologia
Posologia
1 supposta al giorno.
Modo di somministrazione
Si consiglia l'evacuazione prima di applicare la supposta. Aprire il contenitore della supposta e introdurre con cura una supposta nel retto. Se la supposta viene espulsa entro 10 minuti se ne può applicare un'altra. Gettare il contenitore utilizzato.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Pentasa
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Ipersensibilità ai salicilati.
Ultime settimane di gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Grave compromissione della funzionalità epatica o renale.
Ulcera peptica in fase attiva.
Nefropatie gravi.
Bambini al di sotto dei due anni di età.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Pentasa
Recidive della sintomatologia obiettiva e soggettiva possono verificarsi sia dopo la sospensione del trattamento con Pentasa sia durante trattamento di mantenimento inadeguato. L'eventuale comparsa di reazioni di ipersensibilità comporta l'immediata sospensione della terapia.
Il prodotto, in via prudenziale, non deve essere utilizzato in caso di concomitante ulcera gastrica o duodenale ed in pazienti con diatesi emorragica.
Prima dell'inizio e nel corso del trattamento, a discrezione del medico curante, devono essere eseguiti test ematici [conta ematica differenziale (formula leucocitaria); parametri di funzionalità epatica quali ALT o AST; creatinina sierica] e test urinari (dispositivi dipstick). Come linea-guida vengono raccomandati un primo controllo dopo 14 giorni dall'inizio del trattamento e successivamente 2-3 valutazioni ad intervalli di 4 settimane.
Se i risultati rientrano nella normalità, le valutazioni di follow-up devono essere ripetute ogni 3 mesi. Se si manifestano ulteriori sintomi, gli stessi test devono essere eseguiti immediatamente.
Si raccomanda cautela nell'uso in pazienti con compromissione della funzionalità epatica e in soggetti in trattamento con ipoglicemizzanti orali, diuretici, cumarinici e corticosteroidi.
Pentasa non deve essere utilizzato in pazienti con compromissione della funzionalità renale. Nel caso in cui la funzionalità renale peggiori nel corso del trattamento, deve essere presa in considerazione la tossicità renale indotta da
Mesalazina. La funzionalità renale deve essere regolarmente monitorata (es. creatinina sierica), specialmente durante la fase iniziale del trattamento. Un test delle urine deve essere eseguito prima e durante il trattamento, a giudizio del medico. Il suo impiego andrà evitato nei pazienti con conclamata insufficienza renale. Si raccomanda una valutazione della funzione renale per tutti i pazienti prima di iniziare la terapia e almeno due volte all'anno in corso di trattamento. L'uso concomitante di altri prodotti nefrotossici, come FANS e azatioprina, aumenta la necessità di frequenti controlli della funzionalità renale.
I pazienti con malattia polmonare, in particolare con asma, devono essere controllati molto attentamente nel corso del trattamento con Pentasa.
L'uso prolungato del prodotto può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione.
Sono state segnalate raramente reazioni di ipersensibilità cardiaca alla mesalazina (mio e pericardite).
Pazienti con precedenti di reazioni avverse in seguito a trattamento con preparazioni contenenti sulfasalazina, devono essere mantenuti sotto stretta sorveglianza medica all'inizio di un ciclo di trattamento con Pentasa. In associazione al trattamento con mesalazina sono state riportate reazioni avverse cutanee severe (SCAR), inclusa la reazione indotta da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), la sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (NET). La terapia deve essere immediatamente sospesa nel caso in cui Pentasa causi reazioni di intolleranza acuta come crampi addominali, dolore addominale acuto, diarrea con sangue, febbre e cefalea grave e/o la prima comparsa di segni e sintomi di reazioni cutanee gravi, come eruzione cutanea, lesioni della mucosa, o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.
A seguito di trattamento con mesalazina, sono stati segnalati rari casi di discrasie ematiche gravi.
Nel caso in cui il paziente sviluppasse emorragie di non chiara eziologia, ematomi, porpora, anemia, febbre oppure mal di gola, dovranno essere condotte indagini ematologiche. Si consiglia di effettuare esami del sangue per la conta differenziale ematica prima e durante il trattamento, a discrezione del medico.
Il trattamento concomitante con mesalazina può aumentare il rischio di discrasia ematica in pazienti trattati con azatioprina o 6-mercaptopurina o tioguanina (vedere paragrafo 4.5). Nel caso di sospetto di discrasia ematica, il trattamento dovrà essere interrotto.
Sono stati segnalati casi di nefrolitiasi con l'uso di mesalazina, compresi calcoli con un contenuto di mesalazina del 100%. Si raccomanda di garantire un'adeguata assunzione di liquidi durante il trattamento.
La mesalazina può causare una colorazione rosso-marrone delle urine dopo il contatto con candeggina a base di ipoclorito di sodio (es. in sanitari igienizzati con alcune candeggine contenenti ipoclorito di sodio).
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Pentasa
In pazienti in terapia concomitante con azatioprina o 6-mercaptopurina o tioguanina, deve essere tenuta in considerazione la possibilità di un incremento degli effetti mielosoppressivi di azatioprina, o 6-mercaptopurina o tioguanina. Si consiglia un monitoraggio regolare dei globuli bianchi e il dosaggio delle tiopurine deve essere adattato di conseguenza.
Può essere potenziato l'effetto ipoglicemizzante delle sulfoniluree. Non si possono escludere interazioni con cumarinici, metotressato, probenecid, sulfinpirazone, spironolattone, furosemide e rifampicina. La co-somministrazione con anticoagulanti cumarinici quale ad esempio warfarin può determinare una diminuzione dell'attività anticoagulante. Il tempo di protrombina deve essere monitorato attentamente, se tale associazione non può essere evitata.
Si raccomanda cautela nell'uso concomitante di mesalazina ed agenti di cui è nota la tossicità renale, inclusi i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) ed azatioprina, poiché questi farmaci possono aumentare il rischio di reazioni avverse a carico dei reni.
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
La
Mesalazina supera la barriera placentare e la sua concentrazione nel plasma del cordone ombelicale è inferiore a quella del plasma materno. Il metabolita acetil-mesalazina è stato trovato in concentrazioni simili nel plasma del cordone ombelicale e materno.
I dati relativi all'uso di mesalazina in gravidanza sono in numero limitato. Un numero ridotto di gravidanze esposte indica che non vi siano effetti avversi di mesalazina sulla gravidanza o sulla salute del feto/neonato, sebbene è stato osservato un aumento del tasso di nati pretermine, di nati morti e di nati con basso peso alla nascita nelle donne trattate con mesalazina con malattia infiammatoria intestinale in fase attiva.
Disturbi ematici (pancitopenia, leucopenia, trombocitopenia, anemia) sono stati riportati in neonati di madri trattate con Pentasa.
Ad oggi, nessun altro dato epidemiologico rilevante risulta disponibile.
In un singolo caso, in seguito a somministrazione a lungo termine di dosi elevate di mesalazina (2-4 g, per via orale) durante la gravidanza, è stata riportata insufficienza renale nel neonato.
Studi sulla somministrazione orale di mesalazina nell'animale non indicano effetti negativi diretti o indiretti rispetto alla gravidanza, allo sviluppo embrio-fetale, al parto o allo sviluppo postnatale.
Pentasa deve essere usato durante la gravidanza solo nel caso in cui i potenziali benefici siano superiori ai possibili rischi. L'uso dei preparati andrà comunque evitato nelle ultime settimane di gravidanza.
Allattamento
L'acido N-acetil-5-aminosalicilico e, in grado minore, mesalazina sono escreti nel latte materno. La concentrazione di mesalazina nel latte materno è inferiore a quella del sangue materno mentre il metabolita, acetil-mesalazina, è in concentrazioni simili o maggiori. Al momento sono disponibili soltanto limitate esperienze in corso di allattamento. Non sono stati condotti studi controllati con Pentasa durante l'allattamento al seno. Nei bambini non possono essere escluse reazioni di ipersensibilità come diarrea. Quindi, Pentasa deve essere utilizzato durante l'allattamento solo nel caso in cui i potenziali benefici siano superiori ai possibili rischi.
Se il neonato manifesta diarrea, l'allattamento deve essere sospeso.
Fertilità
Studi nell'animale sulla mesalazina non hanno mostrato effetti sulla fertilità maschile e femminile.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Pentasa non altera la capacità di guidare veicoli e/o usare macchinari.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Pentasa
Gli effetti indesiderati osservati più di frequente negli studi clinici sono stati: diarrea, nausea, dolore addominale, mal di testa, vomito ed eruzioni cutanee. Si possono verificare occasionalmente reazioni di ipersensibilità e febbre e reazioni avverse cutanee severe (SCAR), comprese la reazione indotta da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), SJS e NET sono state riportate in associazione al trattamento con
Mesalazina (vedere paragrafo 4.4).
A seguito di somministrazione rettale possono manifestarsi reazioni locali quali prurito, fastidio al retto e urgenza.
Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito per organo, apparato/sistema e per frequenza MedDRA. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, <1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Frequenza degli eventi avversi sulla base degli studi clinici e dell'esperienza post-marketing.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
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Comune (≥1/100, <1/10)
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Non comune
(≥ 1/1.000, < 1/100)
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Raro (≥1/10.000, <1/1.000)
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Molto raro (<1/10.000)
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Non nota
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Patologie del sistema emolinfopoietico
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Disturbi del sangue come conta ematica alterata (anemia, anemia aplastica, agranulocitosi, neutropenia, leucopenia (inclusa granulocitopenia), pancitopenia, trombocitopenia e eosinofilia (come parte di una reazione allergica))
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Disturbi del sistema immunitario
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Reazioni di ipersensibilità quali esantema allergico, febbre da farmaci, sindrome simil-lupoide, pancolite, reazione anafilattica, eritema multiforme
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Patologie del sistema nervoso
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Cefalea
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Sonnolenza, tremore
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Capogiri
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Neuropatia periferica
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Patologie cardiache
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Tachicardia
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Pericardite*, miocardite*
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Patologie vascolari
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Ipertensione
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Ipotensione
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Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
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Reazioni polmonari allergiche e fibrotiche (inclusa dispnea, tosse, broncospasmo, alveoliti allergiche, eosinofilia polmonare, malattie polmonari interstiziali, infiltrazioni polmonari, polmoniti)
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Patologie gastrointestinali
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Diarrea, Nausea, Vomito, Flatulenza, Dolore addominale, Distensione dell'addome
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Aumento dell'amilasi, Pancreatite acuta*
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Pancreatite
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Patologie epatobiliari
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Anomalie transitorie dei test di funzionalità epatica: aumento dei valori di transaminasi e colestasi e bilirubina. Epatotossicità (incluse epatiti*, epatite colestatica, cirrosi, insufficienza epatica),
Colelitiasi
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Eruzioni cutanee (inclusa orticaria, eritema)
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Prurito
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Fotosensibilità**
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Alopecia reversibile
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Angioedema,
Sindrome di Stevens-Johnson (SJS)/
Necrolisi epidermica tossica (NET)
Reazione indotta da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Mialgia, artralgia
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Patologie renali e urinarie
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Compromissione della funzione renale (compresa nefrite interstiziale* acuta e cronica, sindrome nefrotica, insufficienza renale), scolorimento delle urine
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Nefrolitiasi***
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Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
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Oligospermia (reversibile)
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Astenia, Piressia,
Disturbo anale e irritazione al sito di applicazione, prurito, tenesmo
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Affaticamento, edema della faccia
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(*) Il meccanismo con cui la mesalazina induce mio- e pericarditi, pancreatite, nefriti ed epatiti è sconosciuto, ma probabilmente è di natura allergica.
(**) Fotosensibilità: le reazioni più severe sono osservate in pazienti con condizioni cutanee preesistenti, quali dermatite atopica ed eczema atopico.
L'eventuale comparsa di reazioni di ipersensibilità comporta l'immediata interruzione del trattamento.
(***) Vedere il paragrafo 4.4 per ulteriori informazioni
È importante notare che molti degli effetti indesiderati possono anche essere attribuiti alla stessa IBD.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Pentasa
Esperienza nell'animale:
Dosi orali fino a 5 g/kg nel maiale o dosi intravenose di
Mesalazina fino a 920 mg/kg nel ratto non si sono mostrate letali.
Esperienza nell'uomo:
I dati relativi a casi di sovradosaggio sono rari (ad es. suicidio premeditato con assunzione per via orale di una dose elevata di mesalazina) e non indicano tossicità renale o epatica. Dal momento che PENTASA è un aminosalicilato, possono verificarsi sintomi di tossicità da salicilati. I sintomi di un sovradosaggio da salicilati sono ben noti in letteratura.
Non è noto un antidoto specifico e il trattamento in ambiente ospedaliero è sintomatico e di supporto ed include lavaggio gastrico, infusione venosa di soluzioni elettrolitiche e un attento monitoraggio della funzionalità renale.
Non sono ipotizzabili casi di sovradosaggio a seguito di somministrazioni rettali.
Scadenza
Conservazione
Conservare nella confezione originale, a temperatura ambiente, per proteggere il medicinale dalla luce.
Farmaci Equivalenti
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali