Cos'è Paclitaxel Aurobindo?
Paclitaxel Aurobindo 6 mg/ml concentrato per soluz. per infusione 1 flac. 5 ml
Paclitaxel Aurobindo 6 mg/ml concentrato per soluz. per infusione 1 flac. 50 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Perché si usa Paclitaxel Aurobindo? A cosa serve?
Carcinoma ovarico
Nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico, Paclitaxel Aurobindo è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico in stadio avanzato o con carcinoma residuo (>1 cm) dopo laparatomia iniziale, in combinazione con cisplatino.
Nella chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico, Paclitaxel Aurobindo è indicato per il trattamento del carcinoma metastatico dell'ovario quando la terapia standard, contenente derivati del platino, non sia risultata efficace.
Carcinoma della mammella
In terapia adiuvante , Paclitaxel Aurobindo è indicato nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella con linfonodi positivi dopo terapia con antracicline e ciclofosfamide (AC). Il trattamento adiuvante con Paclitaxel Aurobindo deve essere considerato come una alternativa alla continuazione della terapia con AC.
Paclitaxel Aurobindo è indicato per il trattamento iniziale del carcinoma localmente avanzato o metastatico della mammella sia in associazione con una antraciclina nelle pazienti per le quali è adatta la terapia con l'antraciclina sia in associazione con trastuzumab nelle pazienti con iperespressione di HER-2 (recettore 2 dei fattori di crescita dell'epidermide umana) di livello 3+ all'esame immunoistochimico, e per le quali non sia possibile il trattamento con un'antraciclina (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
In monoterapia Paclitaxel Aurobindo è indicato per il trattamento del carcinoma metastatico della mammella in pazienti in cui la terapia standard, contenente antracicline, non sia ritenuta possibile o non sia risultata efficace.
Carcinoma del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato
Paclitaxel, in associazione con cisplatino, è indicato per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico radicale e/o a terapia radiante.
Sarcoma di Kaposi associato all'AIDS
Paclitaxel Aurobindo è indicato per il trattamento di pazienti con sarcoma di Kaposi (KS) associato all'AIDS avanzato che hanno fallito una terapia precedente con un'antraciclina liposomiale.
I dati di efficacia a supporto di questa indicazione sono limitati, si rimanda al paragrafo 5.1 per un riassunto degli studi rilevanti.
Come usare Paclitaxel Aurobindo: Posologia
Posologia
Paclitaxel deve essere somministrato sotto la supervisione di un oncologo qualificato, in strutture specializzate nella somministrazione di agenti citotossici (vedere paragrafo 6.6).
Prima della somministrazione di paclitaxel tutti i pazienti devono essere premedicati con corticosteroidi, antistaminici e H2 antagonisti, ad esempio:
Medicinale
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Dose
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Intervallo di tempo prima della somministrazione di paclitaxel
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Desametasone
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20 mg per os* o EV
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Per la somministrazione orale: circa 12 e 6 ore, oppure per somministrazione ev: da 30 a 60 minuti
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Difenidramina**
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50 mg EV
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Da 30 a 60 minuti
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Cimetidina o ranitidina
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300 mg EV
50 mg EV
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Da 30 a 60 minuti
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* 8-20 mg per pazienti con sarcoma di Kaposi
** o un antistaminico equivalente, per es.: clorfeniramina
Per le istruzioni sulla diluizione del prodotto prima della somministrazione, vedere il paragrafo 6.6.
Il paclitaxel deve essere somministrato per via endovenosa mediante un filtro in linea con membrana a micropori aventi diametro ≤0,22 µm (vedere paragrafo 6.6).
Chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico
Sebbene siano in corso di sperimentazione altri regimi posologici, si raccomanda un regime di associazione costituito da paclitaxel e cisplatino. In base alla durata dell'infusione sono raccomandate due dosi di paclitaxel: paclitaxel alla dose di 175 mg/m2, somministrato endovena nell'arco di 3 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m2, ogni tre settimane o paclitaxel 135 mg/m2, somministrato in infusione di 24 ore, seguito da cisplatino alla dose di 75 mg/m2, con un intervallo di tre settimane tra una somministrazione di tale associazione e la successiva (vedere paragrafo 5.1)
Chemioterapia di seconda linea del carcinoma ovarico
La dose raccomandata di paclitaxel è 175 mg/m2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Chemioterapia adiuvante nel carcinoma della mammella La dose raccomandata di paclitaxel è 175 mg/m2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane per quattro cicli, dopo terapia AC.
Chemioterapia di prima linea del carcinoma della mammella
Quando viene usato in associazione con la doxorubicina (50 mg/m2), il paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina. La dose raccomandata di paclitaxel è 220 mg/m2 somministrata endovena nell'arco di tre ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Quando viene usato in associazione con il trastuzumab, la dose raccomandata di paclitaxel è 175 mg/m2, somministrata endovena nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3-settimane tra i cicli (vedere paragrafo 5.1). L'infusione di paclitaxel può essere iniziata il giorno successivo alla prima dose di trastuzumab o immediatamente dopo le successive, nel caso sia stata ben tollerata la precedente dose di trastuzumab (per la posologia dettagliata del trastuzumab consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto della specialità medicinale Herceptin).
Chemioterapia di seconda linea del carcinoma della mammella
La dose raccomandata di paclitaxel è 175 mg/m2, somministrata nell'arco di 3 ore, con un intervallo di 3 settimane tra i cicli. Trattamento del NSCLC in stadio avanzato La dose raccomandata di paclitaxel è 175 mg/m2, somministrata nell'arco di 3 ore, seguita dalla somministrazione di cisplatino alla dose di 80 mg/m2, con un intervallo di 3 settimane tra un ciclo terapeutico e il successivo.
Trattamento del Sarcoma di Kaposi associato all'AIDS
La dose raccomandata di Paclitaxel Aurobindo è 100 mg/m2 , somministrato per infusione endovenosa di 3 ore ogni 2 settimane.
Successive dosi di paclitaxel devono essere somministrate tenendo in considerazione la tollerabilità individuale al farmaco.
È opportuno non somministrare nuovamente paclitaxel fin quando la conta dei neutrofili non raggiunga o superi il valore di 1500/mm3 (≥1000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi) e quella piastrinica il valore di 100.000/mm3 (≥75.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi). In caso di grave neutropenia (neutrofili inferiori a 500/mm3 per una settimana o più ) o di grave neuropatia periferica, la dose, nei successivi cicli di terapia, deve essere ridotta del 20% (25% per pazienti con sarcoma di Kaposi) (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica
Non sono disponibili dati adeguati per raccomandare aggiustamenti posologici in pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). I pazienti con compromissione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel.
Popolazione pediatrica:
L'uso di Paclitaxel Aurobindo non è raccomandato nei bambini di età inferiore ai 18 anni a causa della mancanza di dati relativi alla sicurezza e all'efficacia.
Modo di somministrazione:
Per le istruzioni circa la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Quando non dev'essere usato Paclitaxel Aurobindo
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1, in particolare all'olio di ricino poliossietilato (vedere paragrafo 4.4).
Paclitaxel non deve essere usato in pazienti con una conta iniziale di neutrofili < 1.500/mm3 (<1.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi).
Paclitaxel è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Nel sarcoma di Kaposi, paclitaxel è anche controindicato nei pazienti con infezioni concomitanti, gravi e incontrollate.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Paclitaxel Aurobindo
Il Paclitaxel deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico che abbia acquisito esperienza nell'uso di chemioterapici antitumorali. A causa della possibile evenienza di gravi reazioni di ipersensibilità è opportuno avere a disposizione un'adeguata attrezzatura per la terapia di supporto.
Data la possibilità di stravaso, si consiglia di monitorare strettamente il sito di infusione per la possibile infiltrazione durante la somministrazione.
I pazienti devono essere pretrattati con corticosteroidi, antistaminici ed antagonisti H2, (vedere paragrafo 4.2).
Il paclitaxel deve essere somministrato prima del cisplatino, quando viene usato in associazione (vedere paragrafo 4.5).
Significative reazioni di ipersensibilità caratterizzate da dispnea ed ipotensione tali da richiedere trattamento, angioedema e orticaria generalizzata si sono manifestate in <1% dei pazienti che hanno ricevuto paclitaxel preceduto da adeguata premedicazione. Tali reazioni sono probabilmente mediate dall'istamina. In caso di gravi reazioni di ipersensibilità è opportuno sospendere immediatamente l'infusione di paclitaxel, istituire una terapia sintomatica e non somministrare nuovamente il medicinale al paziente.
La mielodepressione (principalmente neutropenia) è la tossicità limitante la dose. Deve essere istituito un frequente monitoraggio dei parametri ematologici. Il trattamento non deve essere ripreso fin quando il valore dei neutrofili non ritorni a ≥1500/mm3 (≥1000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi) e quello delle piastrine a ≥100.000/mm3 (≥75.000/mm3 per pazienti con sarcoma di Kaposi). Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi, la maggior parte dei pazienti aveva ricevuto il fattore di crescita granulocitario (G-CSF).
I pazienti con disfunzione epatica possono essere ad aumentato rischio di tossicità, soprattutto mielosoppressione di grado 3-4. Non è stato dimostrato che la tossicità di paclitaxel aumenti quando somministrato in tre ore nei pazienti con funzione epatica lievemente alterata. Quando paclitaxel è somministrato come infusione più lenta, nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave, si può notare aumento della mielosoppressione. I pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di mielosoppressione grave (vedere paragrafo 4.2). Non sono disponibili dati adeguati per raccomandare aggiustamenti posologici in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 5.2). non sono disponibili dati relativi a pazienti con colestasi grave all'inizio della terapia. I pazienti con disfunzione epatica grave non devono essere trattati con paclitaxel.
Con il paclitaxel in monoterapia sono state segnalate raramente gravi anomalie della conduzione cardiaca.
Se durante la somministrazione di paclitaxel i pazienti sviluppano significative anomalie della conduzione cardiaca, deve essere istituita un'appropriata terapia e durante la successiva terapia con paclitaxel deve essere eseguito un monitoraggio cardiaco continuo. Durante la somministrazione di paclitaxel sono state osservate ipotensione, ipertensione e bradicardia; solitamente i pazienti risultano asintomatici e in genere non necessitano di trattamento. Si raccomanda un frequente controllo dei parametri vitali, in particolare durante la prima ora di infusione di paclitaxel. Eventi cardiovascolari gravi sono stati osservati più frequentemente in pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule che non in pazienti con carcinoma della mammella o ovarico. Nello studio clinico sul sarcoma di Kaposi associato all'AIDS è stato osservato un unico caso di insufficienza cardiaca associata al paclitaxel.
Quando il paclitaxel è usato in associazione con la doxorubicina o il trastuzumab per il trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella, la funzionalità cardiaca dovrà essere tenuta sotto attento controllo. I pazienti candidati per il trattamento con paclitaxel in queste associazioni devono sottostare a una valutazione cardiaca di base, comprendente anamnesi, esame obiettivo, ECG, ecocardiogramma e/o angiografia MUGA. La funzione cardiaca deve essere controllata ulteriormente durante il trattamento (ad es. ogni tre mesi). Il controllo può aiutare a identificare pazienti che sviluppano disfunzione cardiaca e i medici curanti, quando prendono decisioni sulla frequenza della funzione ventricolare, devono attentamente valutare la dose cumulativa (mg/m2) di antraciclina somministrata. Quando le prove indicano un deterioramento della funzione cardiaca, anche asintomatica, i medici curanti devono valutare attentamente i benefici clinici di un'ulteriore terapia contro la possibilità di produrre un danno cardiaco, incluso un danno potenzialmente irreversibile. Se è somministrato un ulteriore trattamento, il controllo della funzione cardiaca deve essere più frequente (ad es. ogni 1-2 cicli). Per maggiori dettagli vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Herceptin o della doxorubicina.
Sebbene la neuropatia periferica sia un evento frequente, lo sviluppo di sintomi gravi è raro. In casi gravi, si raccomanda una riduzione del 20% (25% nei pazienti con sarcoma di Kaposi) della dose per tutti i successivi cicli di paclitaxel. Nei pazienti con carcinoma del polmone non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico in trattamento di prima linea, la somministrazione di paclitaxel infuso in tre ore in associazione con cisplatino ha determinato una maggiore incidenza di grave neurotossicità rispetto sia al paclitaxel in monoterapia sia alla ciclofosfamide seguita da cisplatino.
Durante studi sugli animali, condotti per valutare la tollerabilità locale, sono state osservate gravi reazioni tissutali a seguito di somministrazione intrarteriosa; per questo motivo si deve fare particolare attenzione nell'evitare la somministrazione di paclitaxel per tale via.
Il trattamento con paclitaxel in associazione con terapia radiante del polmone, indipendentemente dalla loro sequenza d'impiego, può contribuire allo sviluppo di polmonite interstiziale.
Raramente sono stati segnalati casi di colite pseudomembranosa, compresi casi in pazienti che non erano contemporaneamente in terapia con antibiotici. Questa reazione deve essere tenuta in considerazione nella diagnosi differenziale di casi di diarrea grave o persistente che dovessero manifestarsi durante o subito dopo il trattamento con paclitaxel.
In pazienti con sarcoma di Kaposi, la mucosite grave è rara. Se si verificano reazioni gravi, la dose di paclitaxel deve essere ridotta del 25%.
Informazione sugli eccipienti:
Poiché Paclitaxel Aurobindo contiene etanolo (385 mg/ml), è necessario tenere in considerazione i possibili effetti sul SNC e altri effetti. L'alcol (etanolo) corrisponde circa al 50% in volume, cioè fino a circa 20 g per dose. Ciò equivale a mezzo litro di birra per dose, o ad un bicchiere grande (210 ml) di vino per dose. L'alcol contenuto in questa preparazione potrebbe avere influenza sui bambini. Questi effetti possono includere il sentirsi assonnati e sbalzi di umore. Può anche alterare la capacità di concentrazione e di fare attività fisica. La quantità di alcol in questo medicinale può alterare la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Questo perché l'alcol può alterare la capacità di giudizio e quanto velocemente si reagisce agli stimoli. Se è affetto da epilessia o ha problemi di fegato, parli con il medico o il farmacista prima di assumere questo medicinale. L'alcol in questo medicinale può alterare gli effetti di altri medicinali. Parli con il medico o il farmacista se sta assumendo altri medicinali. Se è incinta o sta allattando al seno, parli con il medico o il farmacista prima di assumere questo medicinale. Se ha una dipendenza da alcol, parli con il medico o il farmacista prima di assumere questo medicinale.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Paclitaxel Aurobindo
Si raccomanda di somministrare il paclitaxel prima del cisplatino nella chemioterapia di prima linea del carcinoma ovarico. Quando il paclitaxel viene somministrato prima del cisplatino, il profilo di tollerabilità del paclitaxel è sovrapponibile a quello dell'uso in monoterapia. Quando il paclitaxel è stato somministrato dopo il cisplatino, nei pazienti trattati è stata osservata una mielodepressione più spiccata della norma e una diminuzione di circa il 20% della clearance del paclitaxel. Pazienti trattate con paclitaxel e cisplatino possono essere a maggiore rischio di danno renale rispetto a quelle trattate con cisplatino in monoterapia nei tumori ginecologici.
Poiché l'eliminazione della doxorubicina e dei suoi metaboliti attivi può essere ridotta quando il paclitaxel e la doxorubicina sono somministrati in tempi ravvicinati, nel trattamento iniziale del carcinoma metastatico della mammella il paclitaxel deve essere somministrato 24 ore dopo la doxorubicina (vedere paragrafo 5.2).
Il metabolismo del paclitaxel è catalizzato, in parte, dagli isoenzimi CYP2C8 e CYP3A4 del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2). Pertanto, in assenza di uno studio farmacocinetico di interazione farmaco-farmaco, occorre esercitare cautela nel somministrare paclitaxel in concomitanza con medicinali di cui sono note le proprietà di inibizione sia del CYP2C8 che del CYP3A4 (ad es. eritromicina, fluoxetina, gemfibrozil, clopidogrel, cimetidina, ritonavir, saquinavir, indinavir e nelfinavir) poiché la tossicità del paclitaxel può essere aumentata a causa della maggiore esposizione al paclitaxel. Si consiglia la somministrazione di paclitaxel con medicinali noti per la loro induzione di CYP2C8 o CYP3A4 (ad es. rifampicina, carbamazepina, fenitoina, efavirenz, nevirapina), poiché l'efficacia potrebbe essere compromessa per via della minore esposizione al paclitaxel.
Studi clinici hanno dimostrato che il metabolismo del paclitaxel mediato dal CYP2C8 in 6 α-idrossi-paclitaxel è la principale via metabolica nell'uomo. La contemporanea somministrazione di ketoconazolo, un noto potente inibitore del CYP3A4, non inibisce l'eliminazione nei pazienti del paclitaxel; quindi i due prodotti medicinali possono essere somministrati insieme senza necessità di aggiustamenti del dosaggio.
La clearance di paclitaxel non è influenzata dal pretrattamento con cimetidina.
Studi in pazienti con sarcoma di Kaposi, che assumevano numerose terapie concomitanti, suggeriscono che la clearance sistemica del paclitaxel è significativamente ridotta in presenza di nelfinavir e ritonavir, ma non di indinavir. Non ci sono informazioni sufficienti sulle interazioni con altri inibitori della proteasi. Conseguentemente, il paclitaxel deve essere somministrato con cautela in pazienti che ricevono inibitori delle proteasi come terapia concomitante.
L'uso di vaccini vivi in pazienti sottoposti a terapia con paclitaxel potrebbe provocare gravi infezioni, in quanto la risposta anticorpale a tali vaccini potrebbe risultare ridotta. La vaccinazione con vaccini vivi dovrebbe pertanto essere evitata durante la chemioterapia. Si consiglia di sottoporsi con cautela alla vaccinazione con vaccini vivi una volta terminata la terapia e comunque non prima di 3 mesi dall'ultima dose di chemioterapia. L'uso di vaccini vivi deve essere evitato e si consiglia di affidarsi al parere di uno specialista.
L'uso concomitante di vaccini vivi aumenta il rischio di malattia sistemica da vaccino con esito fatale. I vaccini vivi non sono raccomandati nei pazienti immunodepressi.
Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionalePrima di prendere
"Paclitaxel Aurobindo" insieme ad altri farmaci come
“Dronedarone Aristo”,
“Multaq”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso del Paclitaxel in donne in gravidanza. Paclitaxel ha dimostrato di essere embriotossico e fetotossico nei conigli, e di ridurre la fertilità nei ratti. Come con altri medicinali citotossici, paclitaxel può causare danno fetale quando somministrato a donne in gravidanza. Pertanto, Paclitaxel non deve essere usato durante la gravidanza se non strettamente necessario. Le donne in età fertile che ricevono Paclitaxel devono essere avvisate di evitare una gravidanza, e di informare immediatamente il medico curante qualora ciò dovesse verificarsi.
Allattamento
Il paclitaxel è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3). Non è noto se il paclitaxel venga escreto nel latte materno. Si consiglia di interrompere l'allattamento durante la terapia con paclitaxel.
Fertilità
Donne e uomini in età fertile, e/o i loro partner devono usare contraccettivi per almeno 6 mesi dopo il trattamento con paclitaxel.
I pazienti di sesso maschile devono informarsi sulla crioconservazione dello sperma prima del trattamento con paclitaxel, a causa di una possibile infertilità.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Non è stato dimostrato che Paclitaxel interferisca con la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Comunque si deve tenere in considerazione il fatto che paclitaxel contiene alcol (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).
Quali sono gli effetti collaterali di Paclitaxel Aurobindo
A meno che non sia specificato altrimenti, la discussione seguente si riferisce a dati di sicurezza globale relativi a 812 pazienti con tumori solidi trattati con Paclitaxel in monoterapia nell'ambito di studi clinici. Poiché la popolazione con sarcoma di Kaposi (KS) è molto specifica, alla fine di questa sezione è presentato un capitolo speciale basato su uno studio clinico con 107 pazienti.
A meno che non sia specificato altrimenti, la frequenza e la gravità degli eventi avversi sono generalmente simili nei pazienti che ricevono paclitaxel per il trattamento del carcinoma ovarico, della mammella o del polmone non a piccole cellule. Nessuna delle tossicità osservate è stata chiaramente influenzata dall'età.
Si è verificata una significativa reazione di ipersensibilità con possibile esito fatale (definita come ipotensione che richiede una terapia, angioedema, sofferenza respiratoria che richiede una terapia con broncodilatatori, o orticaria generalizzata) in 2 pazienti (<1%). Reazioni minori di ipersensibilità si sono manifestate nel 34% dei pazienti (17% di tutti i cicli). Queste reazioni minori, principalmente arrossamenti ed eruzioni cutanee, non hanno richiesto specifico intervento terapeutico o l'interruzione del trattamento con paclitaxel.
Il più frequente effetto indesiderato significativo è stata la mielodepressione. Neutropenia grave (<500 cellule/mm3) non associata a episodi febbrili, si è presentata nel 28% dei pazienti. Solo l'1% dei pazienti ha mostrato grave neutropenia per 7 o più giorni. Trombocitopenia è stata segnalata nell'11% dei pazienti. Il 3% dei pazienti ha presentato un minimo della conta piastrinica <50.000/mm3 almeno una volta durante lo studio. Anemia è stata osservata nel 64% dei pazienti, ma è stata ritenuta grave (Hb <5 mmol/l) solo nel 6% dei pazienti. La frequenza e gravità dell'anemia sono state correlate ai valori basali dell'emoglobina.
Quando il paclitaxel è stato somministrato in associazione con cisplatino la neurotossicità, principalmente la neuropatia periferica, è apparsa più frequente e più grave alla dose di 175 mg/m2 infusi in 3 ore (85% neurotossicità, 15% grave) rispetto all'infusione in 24 ore di 135 mg/m2 (25% neuropatia periferica, 3% grave). Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e nelle pazienti con carcinoma ovarico trattati con paclitaxel in infusione di tre ore seguito da cisplatino, c'è un incremento evidente dell'incidenza di neurotossicità grave. Dopo il primo ciclo di terapia può verificarsi neuropatia periferica e può peggiorare con concentrazioni crescenti di paclitaxel. In qualche caso la neuropatia periferica ha richiesto l'interruzione del paclitaxel. I sintomi sensoriali sono generalmente migliorati o risolti diversi mesi dopo l'interruzione del paclitaxel. Neuropatie preesistenti, causate da precedenti terapie, non costituiscono controindicazione alla terapia con paclitaxel.
Artralgia o mialgia si sono manifestate nel 60% dei pazienti e sono risultate gravi nel 13% dei casi.
Reazioni nel sito di iniezione durante la somministrazione endovenosa possono portare ad edema localizzato, dolore, eritema ed indurimento; talvolta, la fuoriuscita del medicinale dal vaso può causare cellulite. Sono state riportate formazione di escara e/o esfoliazione cutanea, a volte correlate alla fuoriuscita del medicinale dal vaso. Inoltre si può verificare una depigmentazione cutanea. Raramente è stata riportata la ricomparsa di reazioni cutanee nel sito di un precedente stravaso, a seguito di somministrazione di paclitaxel in un sito differente. Non è ancora noto un trattamento specifico per le reazioni dovute allo stravaso del medicinale.
In alcuni casi, l'insorgenza della reazione nel sito di iniezione è avvenuta durante una infusione prolungata o con un ritardo compreso tra una settimana e 10 giorni.
Alopecia: l'alopecia si è osservata nell'87% dei pazienti trattati con paclitaxel, manifestandosi con un esordio brusco. Nella maggior parte dei pazienti che vanno incontro ad alopecia è attesa una marcata perdita di capelli del ≥50%.
Inoltre, è stato dimostrato che le neuropatie periferiche possono persistere oltre 6 mesi dopo l'interruzione dell'assunzione di paclitaxel.
Sono stati riportati casi di coagulazione intravascolare disseminata (CID), spesso in associazione a sepsi o insufficienza multiorgano.
La tabella sottostante elenca le reazioni avverse associate alla somministrazione di paclitaxel in monoterapia in infusione di tre ore, nel trattamento della malattia metastatica (in 812 pazienti inseriti in studi clinici) e le reazioni avverse dall'esperienza post-marketing. Le seconde possono essere attribuite a paclitaxel indipendentemente dal regime di trattamento.
* Secondo quanto riportato nella farmacovigilanza successiva alla commercializzazione di paclitaxel.
La frequenza delle reazioni avverse riportate di seguito è definita usando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥1/100, < 1/10); non comune (≥1/1.000, < 1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Infezioni e infestazioni:
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Molto comune: infezioni ( per lo più infezioni delle vie urinarie e delle alte vie respiratorie); sono stati riportati casi con esito fatale.
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Non comune: shock settico |
Raro: polmonite*, peritonite*, sepsi*.
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Patologie del sistema emolinfopoietico:
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Molto comune: mielodepressione, neutropenia, anemia, trombocitopenia, leucopenia, sanguinamento
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Raro: neutropenia febbrile* |
Molto raro: leucemia mieloide acuta*, sindrome mielodisplastica*.
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Disturbi del sistema immunitario:
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Molto comune: reazioni minori di ipersensibilità (principalmente arrossamento ed eruzioni cutanee)
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Non comune: reazioni significative di ipersensibilità che richiedono trattamento (ad es. ipotonia, edema angioneurotico, sindrome di stress respiratorio, orticaria generalizzata, brividi, mal di schiena, dolore al torace, tachicardia, dolori addominali, dolore alle estremità, diaforesi e ipertensione).
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Raro: reazioni anafilattiche* |
Molto raro: shock anafilattico*
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Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
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Molto raro: anoressia*
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Non nota: sindrome da lisi tumorale*
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Disturbi psichiatrici:
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Molto raro: stato confusionale*
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Patologie del sistema nervoso:
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Molto comune: neurotossicità ( principalmente neuropatia periferica) *†
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Raro: neuropatia motoria (con risultante debolezza distale minore) * |
Molto raro: convulsioni da grande male*, neuropatia del sistema autonomo (risultante in ileo paralitico e ipotensione ortostatica) *, encefalopatia*, convulsioni*, vertigini*, atassia*, cefalea*.
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Patologie dell'occhio:
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Molto raro: disturbi del nervo ottico e/o disturbi visivi (scotomi scintillanti) *, particolarmente in pazienti che hanno ricevuto dosi superiori a quelle raccomandate.
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Non nota: edema maculare*, fotopsia*, mosche volanti*
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Disturbi dell'orecchio e del labirinto:
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Molto raro: perdita dell'udito*, ototossicità*, tinnito, vertigini*.
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Patologie cardiache:
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Comune: bradicardia
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Non comune: infarto miocardico , blocco AV e sincope, cardiomiopatia, tachicardia ventricolare asintomatica, tachicardia con bigeminismo |
Raro: insufficienza cardiaca |
Molto raro: fibrillazione striale*, tachicardia sopraventricolare*
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Patologie vascolari:
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Molto comune: ipotensione
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Non comune: trombosi, ipertensione, tromboflebite |
Molto raro: shock* |
Non nota: flebite*
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Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
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Raro: insufficienza respiratoria*, embolia polmonare*, fibrosi polmonare*, polmonite interstiziale*, dispnea*, versamento pleurico*
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Molto raro: tosse*
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Disturbi gastrointestinali:
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Molto comune: diarrea, vomito, nausea, infiammazione delle mucose
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Raro: ostruzione intestinale*, perforazione intestinale*, colite ischemica*, pancreatite* |
Molto raro: trombosi mesenterica*, colite pseudomembranosa*, colite neutropenia*, ascite*, esofagite*, costipazione*
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Patologie epatobiliari:
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Molto raro: necrosi epatica*, encefalopatia epatica* (per entrambe sono stati segnalati casi con esito fatale)
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
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Molto comune: alopecia
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Comune: alterazioni lievi e transitorie delle unghie e della cute |
Raro: prurito*, eruzione cutanea, eritema*
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Molto raro: Sindrome di Stevens Johnson*, necrolisi epidermica*, eritema multiforme*, dermatite esfoliativa*, orticaria*, onicolisi* (pazienti in terapia devono proteggere mani e piedi dal sole)
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Non nota: sclerodermia*, sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare*
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Patologie dell'apparato muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo:
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Molto comune: artralgia, mialgia
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Non nota: lupus eritematoso sistemico*
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
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Comune: Reazioni nella sede di infusione ( tra cui edema localizzato, dolore, eritema, indurimento; talvolta, la fuoriuscita del medicinale dal vaso può causare cellulite, fibrosi e necrosi cutanee).
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Raro: piressia*, disidratazione*, astenia*, edema*, malessere*
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Esami diagnostici:
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Comune: grave aumento delle AST (SGOT) e della fosfatasi alcalina
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Non comune: grave aumento della bilirubina |
Raro: aumento della creatinina ematica*
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*† Può persistere oltre 6 mesi dopo l'interruzione dell'assunzione di paclitaxel
Pazienti con carcinoma della mammella che hanno ricevuto paclitaxel in terapia adiuvante dopo trattamento AC, hanno manifestato maggiore tossicità neurosensoriale, reazioni di ipersensibilità, artralgia/mialgia, anemia, infezione, febbre, nausea/vomito e diarrea, rispetto alle pazienti trattate solo con AC. Comunque, la frequenza di questi eventi è stata coerente con l'uso di paclitaxel da solo, come riportato sopra.
Trattamento di associazione
Quanto segue si riferisce ai due principali studi clinici per il trattamento di prima linea del carcinoma ovarico (paclitaxel + cisplatino: oltre 1050 pazienti); a due studi clinici di fase III nel trattamento di prima linea del carcinoma metastatico della mammella: uno ha preso in esame l'associazione con doxorubicina (paclitaxel + doxorubicina: 267 pazienti), un altro ha preso in esame l'associazione con trastuzumab (analisi pianificata di un sottogruppo paclitaxel + trastuzumab: 188 pazienti) e a due studi clinici di fase III per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato (paclitaxel + cisplatino: oltre 360 pazienti) (vedere paragrafo 5.1).
Somministrato in schema di infusione in tre ore per il trattamento di prima linea del carcinoma ovarico, neurotossicità, artralgia/mialgia e ipersensibilità sono state riscontrate più frequentemente e con caratteristiche di maggiore gravità nelle pazienti trattate con Paclitaxel seguito da cisplatino rispetto a quelle trattate con ciclofosfamide seguita da cisplatino. La mielodepressione è apparsa meno frequente e meno grave con Paclitaxel in infusione di tre ore seguito da cisplatino rispetto al trattamento con ciclofosfamide seguita da cisplatino.
Quando il paclitaxel (220 mg/m2) è stato somministrato in infusione di 3 ore, 24 ore dopo la doxorubicina (50 mg/m2) nella chemioterapia di prima linea del carcinoma metastatico della mammella, sono stati segnalati più frequentemente e con maggiore gravità: neutropenia, anemia, neuropatia periferica, artralgia/mialgia, astenia, febbre e diarrea, rispetto alla terapia standard FAC (5-FU 500 mg/m2, doxorubicina 50 mg/m2, ciclofosfamide 500 mg/m2). Durante il trattamento con paclitaxel (220 mg/m2)/doxorubicina (50 mg/m2), nausea e vomito sono stati segnalati con minore frequenza e gravità rispetto alla terapia standard FAC. L'uso di corticosteroidi può aver contribuito alla minore frequenza e gravità di nausea e vomito nel braccio di trattamento con paclitaxel/doxorubicina.
Quando il paclitaxel è stato somministrato in infusione di 3 ore in associazione con trastuzumab nella chemioterapia di prima linea del carcinoma metastatico della mammella, i seguenti eventi avversi (non importa se causati da trastuzumab o paclitaxel) sono stati segnalati più frequentemente rispetto alla monoterapia con paclitaxel: insufficienza cardiaca (8% vs. 1%), infezioni (46% vs. 27%), brividi (42% vs. 4%), febbre (47% vs. 23%), tosse (42% vs. 22%), eruzioni cutanee (39% vs. 18%), artralgia (37% vs. 21%), tachicardia (12% vs. 4%), diarrea (45% vs. 30%), ipertonia (11% vs. 3%), epistassi (18% vs. 4%), acne (11% vs. 3%), herpes simplex (12% vs. 3%), lesione accidentale (13% vs. 3%), insonnia (25% vs. 13%), rinite (22% vs. 5%), sinusite (21% vs. 7%) e reazione nel sito d'iniezione (7% vs. 1%). In alcuni casi le differenze nella frequenza possono essere dovute all'incremento del numero e della durata dei trattamenti con l'associazione paclitaxel/trastuzumab rispetto a paclitaxel in monoterapia. Eventi gravi sono stati riportati con percentuali simili in pazienti trattate con paclitaxel/trastuzumab e paclitaxel in monoterapia.
Quando la doxorubicina è stata somministrata in combinazione con paclitaxel nel carcinoma metastatico della mammella, sono state osservate anormalità della contrazione cardiaca (riduzione ≥20% della frazione di eiezione ventricolare sinistra) nel 15% delle pazienti verso il 10% con trattamento standard FAC. È stata osservata insufficienza cardiaca congestizia in meno dell'1% in entrambi i bracci trattati con paclitaxel/doxorubicina e terapia standard FAC. La somministrazione di trastuzumab in associazione con paclitaxel in pazienti precedentemente trattate con antracicline ha provocato un aumento della frequenza e gravità della disfunzione cardiaca rispetto a pazienti trattate con paclitaxel in monoterapia (NYHA Class I/II 10% vs. 0%; NYHA Class III/IV 2% vs. 1%) e raramente è stata associata a morte (vedere Riassunto delle caratteristiche del Prodotto del trastuzumab). In tutti, tranne che in questi rari casi, le pazienti hanno risposto ad un appropriato trattamento medico.
In pazienti sottoposti a contemporanea radioterapia è stata segnalata polmonite da radiazioni.
Sarcoma di Kaposi associato all'AIDS
Sulla base di uno studio clinico che includeva 107 pazienti, eccetto per gli effetti indesiderati ematologici ed epatici (vedi sotto), la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati sono generalmente simili sia per i pazienti trattati per il KS che per pazienti trattati con paclitaxel in monoterapia per altri tumori solidi.
Patologie del sistema emolinfopoietico: la mielosoppressione è stata la tossicità dose-limitante più importante. La neutropenia è la più importante tossicità ematologica. Durante il primo ciclo di trattamento, neutropenia grave (<500 cellule/mm3) si è presentata nel 20% dei pazienti. Durante l'intero periodo di trattamento, è stata osservata neutropenia grave nel 39% dei pazienti. La durata della neutropenia è stata maggiore di 7 giorni nel 41% ed è durata 30-35 giorni nell'8% dei pazienti. In tutti i pazienti seguiti, si è risolta entro 35 giorni. L'incidenza di neutropenia di Grado 4 di durata ≥7 giorni è stata del 22%.
Nel 14% dei pazienti e nell'1,3% dei cicli di trattamento è stata segnalata febbre neutropenica associata al paclitaxel. Durante la somministrazione di Paclitaxel ci sono stati 3 episodi settici (2,8%) associati al farmaco, che sono risultati fatali.
È stata osservata trombocitopenia nel 50% dei pazienti ed è stata grave (<50.000 cellule/mm3) nel 9% dei casi. Solo nel 14% dei casi si è verificata una diminuzione della conta piastrinica <75.000 cellule/mm3, almeno una volta durante il trattamento. Sono stati segnalati episodi di sanguinamento associati al paclitaxel in meno del 3% dei pazienti ma gli episodi emorragici sono stati localizzati. È stata osservata Anemia (Hb <11 g/dL) nel 61% dei pazienti ed è stata grave (Hb <8 g/dL) nel 10% dei pazienti. La trasfusione di globuli rossi è stata necessaria nel 21% dei pazienti.
Patologie epatobiliari: Tra i pazienti (>50% in trattamento con inibitori delle proteasi) con normale funzione epatica al basale, si è registrato nel 28%, 43% e 44% dei casi un aumento rispettivamente di bilirubina, fosfatasi alcalina e AST (SGOT). Per ciascuno di questi parametri, gli incrementi sono stati gravi nell'1% dei casi.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo
www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Paclitaxel Aurobindo
Non è noto un antidoto in caso di sovradosaggio da Paclitaxel. In caso di sovradosaggio, il paziente deve essere attentamente monitorato. Il trattamento deve essere mirato alle principali tossicità previste, ovvero mielosoppressione, neurotossicità periferica e mucosite. Il sovradosaggio in pazienti in età pediatrica può essere associato a tossicità acuta da etanolo.
Prima dell'apertura
3 anni.
Dopo l'apertura prima della diluizione
Da un punto di vista microbiologico, il medicinale, una volta aperta la confezione, deve essere conservato per un massimo di 28 giorni alla temperatura di 25°C. Altre condizioni e tempi di conservazione in uso sono responsabilità dell'utilizzatore.
Dopo la diluizione
La stabilità chimica e fisica pronta all'uso della soluzione preparata per infusione è stata dimostrata per 7 giorni alla temperatura di 5°C e di 25°C quando viene diluita in glucosio soluzione 5% e glucosio 5% in soluzione Ringer per iniezione, e per 14 giorni quando viene diluita in sodio cloruro 0,9% soluzione per iniezione. Dal punto di vista microbiologico il prodotto deve essere usato immediatamente. Se la soluzione non viene utilizzata immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima della somministrazione sono responsabilità dell'utilizzatore e non devono di norma superare le 24 ore a una temperatura compresa tra 2 C e 8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e validate. Una volta diluito il medicinale deve essere usato una sola volta.
Conservare il flaconcino nell'imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura o la diluizione del medicinale vedi paragrafo 6.3.
Acido citrico
Macrogol glicerolo ricinoleato
Etanolo, anidro.