Glucosio 10% Baxter SpA 10% soluz. per infusione 20 flaconi 500 ml
Glucosio 10% Baxter SpA 10% soluz. per infusione flacone 250 ml
Glucosio 10% Baxter SpA 10% soluz. per infusione flacone 500 ml
Glucosio 20% Baxter SpA 20% soluz. per infusione 20 flaconi 500 ml
Glucosio 33% Baxter SpA 33% soluz. per infusione 20 flaconi 500 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 12 sacche clear flex 1.000 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 20 flaconi 500 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 20 sacche clear flex 500 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 25 flaconi 100 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 30 flaconi 250 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 36 sacche clear flex 250 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 50 sacche 50 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione 50 sacche clear flex 100 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione flacone 250 ml
Glucosio 5% Baxter SpA 5% soluz. per infusione flacone 500 ml
Glucosio 50% Baxter SpA 50% soluz. per infusione 20 flaconi 500 ml
La velocità di infusione generalmente è di 0,4 - 0,8 g/ora per kg di peso corporeo.
Un graduale aumento della velocità di flusso deve essere considerato quando si inizia la somministrazione di prodotti contenenti glucosio.
Può essere indicato un supplemento di elettroliti secondo i bisogni clinici del paziente.
Quando si aggiungono additivi alla soluzione di glucosio, devono essere consultate le istruzioni per l'uso del farmaco da aggiungere ed altri testi di letteratura.
Di seguito si riportano indicazioni generali sulla scelta delle diverse concentrazioni di glucosio.
- soluzioni 5%-10%: reintegrazione dei liquidi e delle calorie;
- soluzione 20%-33%: reintegrazione calorica e limitata reintegrazione dei liquidi;
- soluzione 50%: trattamento dell'ipoglicemia dovuta a iperinsulinemia od altre cause.
Adulti
La concentrazione della soluzione di glucosio e la dose da impiegare dipendono dalle caratteristiche del paziente (età, peso, condizioni cliniche, equilibrio idro-elettrolitico e acido-base, condizioni metaboliche e terapie concomitanti).
Anziani
Gli studi clinici e la pratica clinica non hanno mostrato differenze nella risposta tra pazienti anziani e più giovani a seguito di somministrazione di glucosio. Come regola generale, occorre cautela nella somministrazione di farmaci a pazienti anziani.
Bambini
Il dosaggio e la velocità di somministrazione del glucosio devono essere scelte in funzione dell'età, del peso, e delle condizioni cliniche e metaboliche del paziente e delle terapie concomitanti e devono essere determinate da un medico con esperienza nella terapia di liquidi endovenosi in pediatria. Generalmente non vengono utilizzate soluzioni di concentrazione superiore al 10%. Occorre particolare cautela nei pazienti pediatrici e soprattutto nei neonati o nei bambini con un basso peso corporeo (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione
Le soluzioni di glucosio sono somministrate per via endovenosa.
Le soluzioni al 20%, 33%, 50%, se non diluite, devono essere somministrate esclusivamente per catetere venoso centrale.
Diluire tali soluzioni prima dell'uso, quando somministrate con una fonte di aminoacidi (azoto), ad una concentrazione che produca un appropriato rapporto calorico per grammo di azoto e che abbia un'osmolarità consistente con la via di somministrazione.
Qualora dovesse essere necessario somministrare le soluzioni perifericamente, ad esempio nel trattamento di urgenza di crisi ipoglicemiche, le soluzioni devono essere iniettate molto lentamente in una vena di grosso calibro del braccio.
La somministrazione di soluzioni iperosmolari può causare irritazione venosa e flebite.
L'osmolarità di una miscela finale di soluzione per infusione deve essere considerata quando si considera una somministrazione periferica.
I prodotti per uso parenterale devono essere ispezionati visivamente per eventuale materia particellare e scolorimento prima della somministrazione, se la soluzione ed il contenitore lo consentono.
Vedere paragrafo 4.4 “Rischio di embolia gassosa“
La soluzione al 5% è isotonica con il sangue.
Le soluzioni al 10%, 20%, 33%, 50% sono ipertoniche con il sangue e devono essere infuse con cautela e a velocità di infusione controllata.
Un grammo di glucosio fornisce un contributo calorico pari a 3,74 Kcal (circa 15,6 Kjoule).
Le soluzioni di glucosio devono essere somministrate con cautela nei pazienti con diabete mellito conclamato o subclinico o con intolleranza al glucosio di qualsiasi natura. Per minimizzare il rischio di iperglicemia e conseguente glicosuria, è necessario monitorare il glucosio nel sangue e nelle urine e, se richiesto, somministrare insulina.
Durante un uso prolungato di soluzioni concentrate di glucosio può verificarsi un sovraccarico idrico, stato congestizio e deficit di elettroliti, in particolare di potassio e fosfato (ipokalemia e ipofosfatemia). Pertanto è fondamentale monitorare gli elettroliti presenti nel sangue ed eventualmente correggere gli sbilanciamenti dell'equilibrio idrico ed elettrolitico.
A seconda del volume e della velocità di infusione e a seconda delle condizioni cliniche del paziente e della sua capacità di metabolizzare il glucosio, la somministrazione endovenosa di glucosio può causare, oltre a quanto sopra riportato, iperosmolalità, diuresi osmotica e disidratazione; iposmolalità, iponatremia, ipomagnesemia, ipervolemia, congestione polmonare ed edema.
Gli effetti di cui sopra non derivano solo dalla somministrazione di liquidi privi di elettroliti ma anche dalla somministrazione di glucosio. In aggiunta:
- Un aumento nella concentrazione sierica di glucosio è associato ad un aumento dell'osmolalità sierica. La diuresi osmotica associata all'iperglicemia può sviluppare o contribuire a sviluppare disidratazione e perdita di elettroliti.
- L'iperglicemia causa anche uno spostamento transcellulare di acqua, che porta ad una diminuzione nelle concentrazioni extracellulari di sodio ed iponatremia.
- Dato che il glucosio viene metabolizzato, l'infusione di glucosio determina un incremento nel corpo del volume di acqua, con conseguente iponatremia iposmotica.
L'iponatremia iposmotica può causare emicrania, nausea, attacchi epilettici, letargia, coma, edema cerebrale e morte. L'encefalopatia iponatremica sintomatica acuta è considerata un'emergenza medica.
Il rischio di sviluppare iponatremia iposmotica è aumentato, per esempio,
- nei bambini
- nei pazienti anziani
- nelle donne
- nel post-operatorio
- nelle persone con polidipsia psicogena
Il rischio di sviluppare un'encefalopatia come complicanza dell'iponatremia iposmotica è aumentato, per esempio,
- nei pazienti pediatrici (< 16 anni di età)
- nelle donne (in particolare, donne in premenopausa)
- in pazienti con ipossemia
- in pazienti con malattie del sistema nervoso centrale
La valutazione clinica e determinazioni periodiche di laboratorio possono essere necessarie per monitorare cambiamenti nel bilanciamento dei liquidi, le concentrazioni di elettroliti ed il bilanciamento acido-base durante la terapia parenterale prolungata o quando le condizioni del paziente o la velocità di somministrazione richiedano tale valutazione.
Si consiglia attenzione particolare in pazienti con maggior rischio di disordini idro-elettrolitici che possono essere aggravati da un incremento del volume di acqua, da iperglicemia o da un'eventuale richiesta di somministrazione di insulina.
Devono essere istituite misure preventive e correttive come clinicamente indicato.
Iperglicemia
La rapida somministrazione di soluzioni di glucosio può produrre iperglicemia elevata e sindrome iperosmolare.
Per evitare l'iperglicemia, la velocità di infusione non deve superare la capacità del paziente di utilizzare il glucosio.
Per ridurre il rischio delle complicazioni associate all'iperglicemia, la velocità di infusione deve essere regolata e/o va somministrata insulina se i livelli di glucosio nel sangue superano i livelli considerati accettabili per il singolo paziente.
Il glucosio per via endovenosa deve essere somministrato con cautela in pazienti con, per esempio:
- compromessa tolleranza al glucosio (come nel diabete mellito, insufficienza renale o in presenza di sepsi, trauma o shock),
- grave malnutrizione (rischio di provocare una sindrome da rialimentazione),
- carenza di tiamina, per esempio in pazienti con alcolismo cronico (rischio di grave acidosi lattica dovuta a compromessa metabolizzazione ossidativa del piruvato),
- disturbi idro-elettrolitici che possono essere aggravati da un aumento di glucosio e/o del volume di acqua.
Relativamente alle concentrazioni superiori al 10%, come avviene in generale con la somministrazione endovenosa di nutrienti (per esempio glucosio, aminoacidi e lipidi), possono verificarsi complicanze metaboliche se l'apporto del nutriente non viene adattato alle necessità del paziente, o se il valore metabolico di un dato componente dietetico non è valutato accuratamente. Effetti metabolici indesiderati possono derivare dalla somministrazione di nutrienti insufficienti o eccessivi o dalla composizione di una miscela inadatta al paziente con particolari necessità.
Altri gruppi di pazienti in cui le soluzioni di glucosio devono essere usate con cautela includono:
- pazienti con infarto ischemico.
L'iperglicemia è implicata nell'aumento di danni cerebrali ischemici e compromette il recupero dopo infarti ischemici acuti.
- pazienti con gravi danni cerebrali traumatici (in particolare durante le prime 24 ore dopo il trauma). L'iperglicemia precoce è stata associata con scarsi risultati ai pazienti con danno traumatico cerebrale grave.
- neonati.
La somministrazione endovenosa prolungata di glucosio e l'iperglicemia associata possono provocare una diminuzione nella velocità di secrezione di insulina stimolata dal glucosio.
Sindrome da rialimentazione
La rialimentazione in pazienti gravemente malnutriti può causare la sindrome da rialimentazione che è caratterizzata dallo spostamento di potassio, fosforo e magnesio nel comparto intracellulare poichè il paziente diventa anabolico. Possono anche svilupparsi carenza di tiamina e ritenzione di liquidi. Un attento monitoraggio ed un'assunzione di nutrienti incrementata lentamente per evitare un'eccessiva alimentazione, possono prevenire queste complicanze.
Inoltre, qualora dovesse risultare necessario, è possibile somministrare vitamine e sali minerali.
Quando l'infusione di glucosio concentrato deve essere improvvisamente sospesa, si consiglia di proseguire con una somministrazione di glucosio 5% - 10%, in modo da evitare l'ipoglicemia di rimbalzo.
Occorre particolare cautela soprattutto nei pazienti con insufficienza cardiaca, insufficienza renale grave e in stati clinici associati ad edemi e ritenzione idrosalina.
Prestare particolare attenzione nel somministrare glucosio nei pazienti che ricevono corticosteroidi o corticotropina (vedere paragrafo 4.5).
Uso pediatrico
Problematiche correlate alla glicemia pediatrica
Nei neonati, in particolare i prematuri e con un basso peso corporeo alla nascita, la somministrazione di glucosio può aumentare il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Inoltre, nei bambini con un basso peso corporeo, un'infusione rapida o eccessiva può causare un aumento dell'osmolarità sierica ed emorragia intracerebrale. Un attento monitoraggio durante il trattamento con le soluzioni endovenose di glucosio è necessario per assicurare un adeguato controllo glicemico, per evitare potenziali eventi avversi a lungo termine.
L'ipoglicemia nei neonati può causare:
- convulsioni prolungate,
- coma, e
- danni cerebrali.
L'iperglicemia nei neonati è stata associata a
- danni cerebrali, incluso emorragia intraventricolare,
- tardive infezioni batteriche e fungine,
- retinopatia del prematuro,
- enterocolite necrotizzante,
- displasia broncopolmonare,
- prolungato soggiorno in ospedale, e
- morte.
Problematiche correlate all'iponatremia pediatrica
I bambini (incluso neonati e bambini più grandi) hanno un rischio maggiore di sviluppare iponatremia iposmotica come pure encefalopatia iponatremica.
L'iponatremia iposmotica può causare emicrania, nausea, convulsioni, letargia, coma, edema cerebrale e morte; quindi l'encefalopatia iponatremica sintomatica acuta è considerata un'emergenza medica.
Le concentrazioni di elettroliti nel plasma devono essere attentamente monitorate nella popolazione pediatrica.
Una rapida correzione dell'iponatremia iposmotica è potenzialmente pericolosa (rischio di serie complicanze neurologiche). Il dosaggio, la velocità e la durata della somministrazione devono essere determinate da un medico con esperienza nella terapia di liquidi endovenosi in pediatria.
Uso geriatrico
Quando si sceglie il tipo di soluzione per infusione e il volume/velocità di infusione per un paziente geriatrico, considerare che i pazienti geriatrici sono in genere più soggetti ad avere malattie cardiache, renali, epatiche o seguono terapie farmacologiche concomitanti.
Reazioni di ipersensibilità
Con le soluzioni di glucosio sono state riportate reazioni di ipersensibilità/infusione, incluso reazioni anafilattiche/anafilattoidi (vedere paragrafo 4.8).
L'infusione deve essere interrotta immediatamente se si sviluppano segni o sintomi di una sospetta reazione di ipersensibilità. Devono essere istituite appropriate contromisure terapeutiche come clinicamente indicato.
Le soluzioni che contengono glucosio devono essere usate con cautela, soprattutto, nei pazienti con allergia nota al mais o ai suoi derivati.
Le soluzioni di glucosio concentrate non devono essere somministrate per via sottocutanea o intramuscolare.
Non somministrare se la soluzione non è limpida e il contenitore non è integro.
Soluzioni di glucosio non devono essere somministrate tramite lo stesso catetere di infusione con sangue intero per il possibile rischio di pseudoagglutinazione e di emolisi.
Rischio di embolia gassosa
Non utilizzare contenitori in plastica connessi in serie in quanto possono causare embolia gassosa, dovuta al residuo di aria proveniente dal contenitore primario prima che la somministrazione del fluido dal contenitore secondario sia completata.
Pressurizzare le soluzioni endovenose contenute in contenitori di plastica flessibili per aumentare le velocità di flusso può causare embolia gassosa se l'aria residua nel contenitore non è completamente eliminata prima della somministrazione.
L'uso di un set per somministrazione endovenosa con lo sfiato nella posizione aperta può causare embolia gassosa. I set per somministrazione endovenosa con lo sfiato nella posizione aperta non devono essere usati con contenitori di plastica flessibili.
Ulteriori avvertenze per le concentrazioni superiori al 10%
Disturbi epatici
È noto che in alcuni pazienti in nutrizione parenterale possono svilupparsi disturbi epatobiliari inclusi colestasi, steatosi epatica, fibrosi e cirrosi, che possono portare ad insufficienza epatica, come pure colecistite e colelitiasi. Si ritiene che l'eziologia di questi disturbi sia multifattoriale e possa differire tra pazienti.
Pazienti che sviluppano parametri di laboratorio anormali o altri segni di disturbi epatobiliari devono essere valutati precocemente da un medico specializzato in malattie epatiche per identificare possibili fattori scatenanti e contribuenti e possibili interventi terapeutici e profilattici.
Infezioni da catetere e sepsi
Infezioni e sepsi possono verificarsi come risultato dell'uso di cateteri endovenosi per la somministrazione di formulazioni parenterali, inadeguata manutenzione dei cateteri o soluzioni contaminate.
L'immunosoppressione ed altri fattori quali l'iperglicemia, la malnutrizione e/o altri stati patologici, possono predisporre i pazienti a complicanze infettive.
Un attento monitoraggio di laboratorio e dei sintomi come febbre/brividi, leucocitosi, complicazioni tecniche riguardanti il dispositivo di accesso e il riscontro di iperglicemia possono aiutare a riconoscere precocemente le infezioni.
Il verificarsi di complicanze settiche può essere ridotto con una maggiore attenzione nella tecnica asettica per il posizionamento e la manutenzione del catetere, come anche nella preparazione del preparato nutrizionale.
Precipitati
Sono stati segnalati precipitati vascolari polmonari nei pazienti che ricevono nutrizione parenterale. In alcuni casi, gli esiti sono stati fatali. Un eccessiva aggiunta di calcio e fosfato aumenta il rischio di formazione di precipitati di fosfato di calcio. Sono stati segnalati precipitati in soluzione anche in assenza di sali di fosfato. Oltre ad ispezionare la soluzione, anche il set di infusione ed il catetere devono essere periodicamente controllati per la presenza di precipitati. Se si verificano segni di sofferenza polmonare, l'infusione deve essere interrotta e deve essere avviata una valutazione medica.
Per il modo di somministrazione e le precauzioni da prendere prima di manipolare o somministrare il farmaco, fare riferimento anche al paragrafo 4.2.