Cos'è Cabazitaxel Teva Italia?
Confezioni
Cabazitaxel Teva Italia 10 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino 6 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Cabazitaxel Teva Italia? A cosa serve?
Cabazitaxel Teva Italia in combinazione con prednisone o prednisolone è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da carcinoma della prostata metastatico resistente alla castrazione, trattati in precedenza con un regime contenente docetaxel (vedere paragrafo 5.1).
Posologia
Come usare Cabazitaxel Teva Italia: Posologia
L'uso di Cabazitaxel Teva Italia deve essere limitato a unità specializzate nella somministrazione di farmaci citotossici e deve essere somministrato solo sotto la supervisione di un medico esperto nell'uso della chemioterapia anticancro. Devono essere disponibili strutture e apparecchiature per il trattamento di reazioni da ipersensibilità gravi quali ipotensione e broncospasmo (vedere paragrafo 4.4).
Premedicazione
Il regime di premedicazione raccomandato deve essere eseguito almeno 30 minuti prima di ogni somministrazione di Cabazitaxel Teva Italia con i seguenti medicinali per via endovenosa allo scopo di mitigare il rischio e la gravità di reazioni di ipersensibilità:
- antistaminico (desclorfeniramina 5 mg o difenidramina 25 mg o equivalente),
- corticosteroide (desametasone 8 mg o equivalente) e
- H2 antagonista (ranitidina o equivalente) (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda una profilassi con antiemetici che possono essere somministrati per via orale o endovenosa secondo necessità.
Nel corso dell'intero trattamento è necessario garantire al paziente un'idratazione adeguata allo scopo di prevenire complicazioni come l'insufficienza renale.
Posologia
La dose raccomandata di Cabazitaxel Teva Italia è di 25 mg/m2 somministrata in forma di infusione endovenosa di 1 ora ogni 3 settimane in combinazione con prednisone o prednisolone 10 mg per via orale con somministrazione quotidiana durante il trattamento.
Aggiustamenti della dose
La dose deve essere modificata se i pazienti manifestano le seguenti reazioni avverse (i gradi si riferiscono ai Common Terminology Criteria for Adverse Events [CTCAE 4.0]):
Tabella 1 – Modifiche raccomandate in caso di reazione avversa in pazienti trattati con cabazitaxel
Reazioni avverse
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Modifica della dose
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Neutropenia prolungata di grado ≥ 3 (più di 1 settimana) nonostante adeguata terapia compreso G-CSF
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Rimandare il trattamento finché la conta dei neutrofili è > 1.500 cellule/mm3, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m2 a 20 mg/m2.
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Neutropenia febbrile o infezione neutropenica
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Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, e finché la conta di neutrofili è > 1.500 cellule/mm3, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m2 a 20 mg/m2.
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Diarrea di grado ≥ 3 o diarrea persistente nonostante terapia adeguata, compresa reidratazione e reintegrazione elettrolitica
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Rimandare il trattamento fino a miglioramento o risoluzione, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m2 a 20 mg/m2.
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Neuropatia periferica di grado > 2
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Rimandare il trattamento fino al miglioramento, poi ridurre la dose di cabazitaxel da 25 mg/m2 a 20 mg/m2.
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Nel caso in cui i pazienti continuino a manifestare una di queste reazioni anche alla dose di 20 mg/m2, possono essere considerate una ulteriore riduzione di dose a 15 mg/m2 oppure l'interruzione di Cabazitaxel Teva Italia. I dati in pazienti trattati a dose inferiore a 20 mg/m2 sono limitati.
Popolazioni speciali
Pazienti con compromissione epatica
Cabazitaxel è ampiamente metabolizzato dal fegato. Ai pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra > 1 e ≤ 1,5 x limite superiore di normalità (upper limit of normal, ULN) o aspartato aminotransferasi (AST) > 1,5 x ULN), deve essere ridotta la dose di cabazitaxel a 20 mg/m2. La somministrazione di cabazitaxel a pazienti con compromissione epatica lieve deve essere intrapresa con cautela e deve essere effettuato un attento monitoraggio della sicurezza.
In pazienti con compromissione epatica moderata (bilirubina totale compresa tra > 1,5 e ≤ 3,0 x ULN), la massima dose tollerata (maximum tolerated dose, MTD) era di 15 mg/m2. Se è previsto il trattamento in pazienti con compromissione epatica moderata, la dose di cabazitaxel non deve superare i 15 mg/m2. Tuttavia, sono disponibili dati di efficacia limitati con questa dose.
Cabazitaxel non deve essere somministrato a pazienti con compromissione epatica grave (bilirubina totale > 3 x ULN) (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Pazienti con compromissione renale
Cabazitaxel è escreto solo in minima misura dal rene. Non è necessario alcun aggiustamento della dose in pazienti con compromissione renale, che non necessitano di emodialisi. I pazienti che presentano una malattia renale terminale (clearance della creatinina [CLCR]: < 15 ml/min/1,73 m2) per la loro condizione e la quantità limitata di dati disponibili devono essere trattati con cautela e monitorati con attenzione durante il trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Anziani
Non si raccomanda un aggiustamento della dose specifico per l'uso di cabazitaxel in pazienti anziani (vedere anche paragrafi 4.4, 4.8 e 5.2).
Uso concomitante di medicinali
L'uso concomitante di medicinali che sono forti induttori o forti inibitori del CYP3A deve essere evitato. Tuttavia, se i pazienti necessitano della co-somministrazione di un forte inibitore del CYP3A, deve essere considerata una riduzione del 25% della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Popolazione pediatrica
Non vi è un uso specifico di Cabazitaxel Teva Italia nella popolazione pediatrica.
La sicurezza e l'efficacia di cabazitaxel nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite (vedere paragrafo 5.1).
Modo di somministrazione
Cabazitaxel Teva Italia è destinato all'uso endovenoso.
Per istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Non devono essere usati contenitori per infusione in PVC e set per infusione in poliuretano.
Cabazitaxel Teva Italia non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Cabazitaxel Teva Italia
- Ipersensibilità a Cabazitaxel, ad altri taxani o al polisorbato 80 o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
- Conta dei neutrofili inferiore a 1.500/mm3.
- Compromissione epatica grave (bilirubina totale >3 x ULN).
- Vaccinazione concomitante con vaccino contro la febbre gialla (vedere paragrafo 4.5).
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Cabazitaxel Teva Italia
Reazioni di ipersensibilità
Prima di iniziare l'infusione di Cabazitaxel (vedere paragrafo 4.2) tutti i pazienti devono essere premedicati.
I pazienti devono essere attentamente osservati per reazioni di ipersensibilità, specialmente durante la prima e la seconda infusione. Le reazioni di ipersensibilità possono manifestarsi entro pochi minuti dall'inizio dell'infusione di cabazitaxel, di conseguenza devono essere disponibili strutture ed apparecchiature per il trattamento dell'ipotensione e del broncospasmo. Possono verificarsi reazioni gravi comprendenti eruzione cutanea/eritema generalizzato, ipotensione e broncospasmo. Reazioni di ipersensibilità gravi richiedono l'immediata interruzione di cabazitaxel ed una terapia appropriata. I pazienti con una reazione di ipersensibilità devono interrompere il trattamento con Cabazitaxel Teva Italia (vedere paragrafo 4.3).
Mielosoppressione
Si può verificare mielosoppressione, manifestata come neutropenia, anemia, trombocitopenia o pancitopenia (vedere “Rischio di neutropenia” e “Anemia” al paragrafo 4.4 sotto riportato).
Rischio di neutropenia
I pazienti trattati con cabazitaxel possono essere sottoposti a profilassi con G-CSF, come previsto dalle linee guida della American Society of Clinical Oncology (ASCO) e/o dalle attuali linee guida istituzionali, per ridurre il rischio di neutropenia o gestirne le complicazioni (neutropenia febbrile, neutropenia prolungata o infezione neutropenica). Si deve prendere in considerazione una profilassi primaria con G-CSF in pazienti con caratteristiche cliniche ad alto rischio (età > 65 anni, basso performance status, episodi pregressi di neutropenia febbrile, estese aree sottoposte a precedente terapia radiante, condizioni nutrizionali precarie o altre comorbilità gravi) che li predispongano a maggiori complicazioni da neutropenia prolungata. È stato dimostrato che l'uso di G-CSF limita l'incidenza e la gravità della neutropenia.
La neutropenia è la reazione avversa più comune di cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8). È essenziale un monitoraggio dell'esame emocromocitometrico completo su base settimanale durante il 1° ciclo e prima di ogni ciclo di trattamento successivo per poter aggiustare la dose, se necessario.
La dose deve essere ridotta in caso di neutropenia febbrile o di neutropenia prolungata nonostante un trattamento adeguato (vedere paragrafo 4.2).
I pazienti potranno essere ritrattati solo quando i neutrofili avranno raggiunto un livello ≥ 1.500/mm3 (vedere paragrafo 4.3).
Patologie gastrointestinali
Sintomi come dolore addominale e dolorabilità addominale, febbre, stipsi persistente, diarrea con o senza neutropenia, potrebbero essere manifestazioni precoci di tossicità gastrointestinale grave e devono essere valutati e trattati immediatamente. Potrebbe essere necessario rimandare o terminare il trattamento con cabazitaxel.
Rischio di nausea, vomito, diarrea e disidratazione
I pazienti che sono colpiti da diarrea durante la somministrazione di cabazitaxel possono essere trattati con i farmaci antidiarroici comunemente usati. Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti. La comparsa della diarrea è più frequente in pazienti sottoposti a precedente irradiazione addomino-pelvica. La disidratazione è più frequente in pazienti di 65 anni e oltre. Devono essere adottate misure adeguate per reidratare i pazienti e per monitorare e correggere i livelli di elettroliti nel siero, in particolare del potassio. Per diarrea di grado ≥ 3 può essere necessario rimandare il trattamento o ridurre la dose (vedere paragrafo 4.2). Se i pazienti manifestano nausea o vomito, può essere somministrato un trattamento con antiemetici di uso comune.
Rischio di serie reazioni gastrointestinali
Nei pazienti trattati con cabazitaxel sono stati riportati casi di emorragia e perforazione gastrointestinale, occlusione intestinale, colite, incluso esito fatale (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti che presentano un rischio maggiore di sviluppare complicanze gastrointestinali: pazienti neutropenici, pazienti anziani, trattamento concomitante con i FANS, terapia antiaggregante piastrinica o anticoagulanti, e pazienti con una storia pregressa di radioterapia pelvica o malattie gastrointestinali, quali ulcere e sanguinamento gastrointestinale.
Neuropatia periferica
Sono stati osservati casi di neuropatia periferica, neuropatia sensoriale periferica (ad es. parestesie, disestesie) e neuropatia motoria periferica nei pazienti che ricevono cabazitaxel. I pazienti in terapia con cabazitaxel devono essere avvisati di informare il medico prima di continuare il trattamento nel caso in cui si verifichino sintomi di neuropatia quali dolore, bruciore, formicolio, intorpidimento o debolezza. Prima di ciascun trattamento, il medico deve valutare la presenza o il peggioramento della neuropatia. La terapia deve essere rimandata fino al miglioramento dei sintomi. In caso di neuropatia periferica persistente di grado > 2, la dose di cabazitaxel deve essere ridotta da 25 mg/m2 a 20 mg/m2 (vedere paragrafo 4.2).
Anemia
È stata riportata anemia in pazienti trattati con cabazitaxel (vedere paragrafo 4.8). Emoglobina ed ematocrito devono essere controllati prima del trattamento con cabazitaxel e se i pazienti mostrano segni o sintomi di anemia o di emorragia. Si raccomanda cautela nei pazienti con emoglobina < 10 g/dl e si devono adottare misure appropriate come clinicamente indicato.
Rischio di insufficienza renale
Sono stati riportati disturbi renali associati a sepsi, grave disidratazione dovuta a diarrea, vomito e uropatia ostruttiva. È stata osservata insufficienza renale con alcuni casi ad esito letale. È necessario adottare misure adeguate per identificare la causa e, se necessario, sottoporre i pazienti ad un trattamento intensivo.
Durante tutto il trattamento con cabazitaxel deve essere garantita un'idratazione adeguata. Il paziente deve essere informato della necessità di riferire immediatamente qualsiasi cambiamento significativo del proprio volume quotidiano di urina. La creatinina sierica deve essere misurata al basale, ad ogni conta ematica e ogni qualvolta il paziente riferisca un cambiamento nell'escrezione urinaria. Il trattamento con cabazitaxel deve essere interrotto in caso di qualsiasi riduzione della funzionalità renale sino all'insufficienza renale di grado ≥ 3 CTCAE 4.0.
Patologie respiratorie
Sono state riportate polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali e possono essere associate ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
In caso di insorgenza di nuovi sintomi polmonari, o di un loro peggioramento, i pazienti devono essere attentamente monitorati, tempestivamente esaminati ed adeguatamente trattati. È raccomandata l'interruzione della terapia con cabazitaxel fino a quando non sarà disponibile una diagnosi. L'utilizzo precoce di misure terapeutiche di supporto può aiutare a migliorare la condizione. Il beneficio di una ripresa del trattamento con cabazitaxel deve essere attentamente valutato.
Rischio di aritmie cardiache
Sono state riportate aritmie cardiache, più comunemente tachicardia e fibrillazione atriale (vedere paragrafo 4.8).
Anziani
Alcune reazioni avverse, tra cui neutropenia e neutropenia febbrile (vedere paragrafo 4.8), possono manifestarsi con maggiore probabilità negli anziani (≥ 65 anni di età).
Pazienti con compromissione epatica
Il trattamento con Cabazitaxel Teva Italia è controindicato in pazienti con compromissione epatica grave (bilirubina totale > 3 x ULN) (vedere paragrafo 4.3 e 5.2).
La dose deve essere ridotta in pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina totale compresa tra > 1 e ≤ 1,5 x ULN o AST > 1,5 x ULN) (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Interazioni
La co-somministrazione con forti inibitori del CYP3A deve essere evitata in quanto questi possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5). Se la co-somministrazione di un forte inibitore del CYP3A non può essere evitata, devono essere presi in considerazione uno stretto monitoraggio della tossicità ed una riduzione della dose di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
La co-somministrazione con forti induttori del CYP3A deve essere evitata in quanto questi possono diminuire le concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Eccipienti
Etanolo
Cabazitaxel Teva Italia contiene 182 mg di etanolo per ml di concentrato per soluzione per infusione.
Questo medicinale contiene 1092 mg di alcol (etanolo) in ogni flaconcino da 6 ml di concentrato per soluzione per infusione, equivalenti a 23 vol%. La quantità in 6 ml di questo medicinale è equivalente a 27,6 ml di birra o 11,04 ml di vino.
Una dose di 25 mg/m2, ovvero 45 mg (4,5 ml) di questo medicinale, somministrata a un adulto di 70 kg determinerebbe un'esposizione a 11,7 mg/kg di etanolo che potrebbe provocare un aumento della concentrazione di alcol nel sangue (blood alcohol concentration, BAC) di circa 1,95 mg/100 ml.
Misura contraccettiva
Gli uomini devono usare misure contraccettive durante il trattamento e per 4 mesi dopo l'interruzione del trattamento con cabazitaxel (vedere paragrafo 4.6).
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Cabazitaxel Teva Italia
Studi in vitro hanno dimostrato che il cabazitaxel è metabolizzato principalmente dal CYP3A (dall'80% al 90%) (vedere paragrafo 5.2).
Inibitori del CYP3A
Ripetute somministrazioni di ketoconazolo (400 mg una volta al giorno), un forte inibitore del CYP3A, hanno determinato una diminuzione della clearance di cabazitaxel del 20% corrispondente ad un aumento del 25% dell'AUC. Quindi la somministrazione concomitante di inibitori potenti del CYP3A (ad es. ketoconazolo, itraconazolo, claritromicina, indinavir, nefazodone, nelfinavir, ritonavir, saquinavir, telitromicina, voriconazolo) deve essere evitata poiché può causare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
La somministrazione concomitante di aprepitant, un inibitore moderato del CYP3A, non ha avuto effetto sulla clearance di cabazitaxel.
Induttori del CYP3A
Ripetute somministrazioni di rifampicina (600 mg una volta al giorno), un forte induttore del CYP3A, hanno determinato un aumento della clearance di cabazitaxel del 21% corrispondente a una diminuzione dell'AUC del 17%. Quindi, la somministrazione concomitante di potenti induttori del CYP3A (ad es. fenitoina, carbamazepina, rifampicina, rifabutina, rifapentina, fenobarbitale) deve essere evitata poiché può causare una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di cabazitaxel (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). Inoltre i pazienti devono evitare l'assunzione di iperico (Erba di San Giovanni).
OATP1B1
In vitro, cabazitaxel ha inoltre dimostrato di inibire le proteine di trasporto dei polipeptidi di trasporto degli anioni organici OATP1B1. Il rischio di interazione con i substrati OATP1B1 (per esempio statine, valsartan, repaglinide) è possibile in modo particolare durante il periodo di infusione (1 ora) e fino a 20 minuti dopo la fine dell'infusione. Si raccomanda un intervallo di 12 ore prima dell'infusione e di almeno 3 ore dopo la fine dell'infusione prima di somministrare i substrati OATP1B1.
Vaccinazioni
La somministrazione di vaccini vivi o attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici può causare infezioni gravi o letali. La vaccinazione con vaccino vivo attenuato in pazienti sottoposti a trattamento con cabazitaxel deve essere evitata. Si possono somministrare vaccini uccisi o inattivati; tuttavia la risposta a tali vaccini può essere ridotta.
Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionalePrima di prendere
"Cabazitaxel Teva Italia" insieme ad altri farmaci come
“Nervaxon”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia
di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...
Fertilità, gravidanza e allattamento
Misura contraccettiva
A causa del rischio genotossico di Cabazitaxel (vedere paragrafo 5.3), gli uomini devono usare un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per 4 mesi dopo l'interruzione del trattamento con cabazitaxel.
Gravidanza
Non vi sono dati sull'uso di cabazitaxel in gravidanza. Studi condotti su animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva a dosi maternotossiche (vedere paragrafo 5.3) e che cabazitaxel attraversa la barriera placentare (vedere paragrafo 5.3). Come per altri farmaci citotossici, cabazitaxel può causare danno fetale nelle donne in gravidanza.
Cabazitaxel non è indicato per l'uso nelle donne.
Allattamento
Dati farmacocinetici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di cabazitaxel e dei suoi metaboliti nel latte (vedere paragrafo 5.3).
Fertilità
Studi condotti su animali hanno dimostrato che cabazitaxel influenza il sistema riproduttivo di ratti e cani di sesso maschile senza alcun effetto funzionale sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). Tuttavia, data l'attività farmacologica dei taxani, il loro potenziale genotossico con un meccanismo aneugenico e l'effetto di svariati composti di questa classe sulla fertilità negli studi su animali, non si possono escludere effetti sulla fertilità nell'uomo.
Agli uomini trattati con cabazitaxel si raccomanda di richiedere una consulenza sulla conservazione dello sperma prima del trattamento.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Cabazitaxel altera moderatamente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari, in quanto può causare stanchezza e capogiri. I pazienti devono essere avvertiti di non guidare veicoli e di non usare macchinari se manifestano queste reazioni avverse durante il trattamento.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Cabazitaxel Teva Italia
Sintesi del profilo di sicurezza
La sicurezza di Cabazitaxel in combinazione con prednisone o prednisolone è stata valutata in 3 studi randomizzati, in aperto, controllati (TROPIC, PROSELICA e CARD), per un totale di 1092 pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, trattati con 25 mg/m2 di cabazitaxel una volta ogni 3 settimane. I pazienti hanno ricevuto una mediana di 6-7 cicli di cabazitaxel.
Le incidenze dall'analisi aggregata di questi 3 studi sono presentate di seguito e nell'elenco tabulato.
Le reazioni avverse di tutti i gradi più comuni sono state anemia (99,0%), leucopenia (93,0%), neutropenia (87,9%), trombocitopenia (41,1%), diarrea (42,1%), stanchezza (25,0%) e astenia (15,4%). Le reazioni avverse di grado ≥ 3 più comuni che si sono verificate in almeno il 5% dei pazienti sono state neutropenia (73,1%), leucopenia (59,5%), anemia (12,0%), neutropenia febbrile (8,0%) e diarrea (4,7%).
L'interruzione del trattamento per reazioni avverse si è verificata con frequenze simili nei 3 studi (18,3% in TROPIC, 19,5% in PROSELICA e 19,8% in CARD) nei pazienti trattati con cabazitaxel. Le reazioni avverse più comuni (> 1,0%) che hanno determinato la sospensione del trattamento con cabazitaxel sono state ematuria, stanchezza e neutropenia.
Tabella delle reazioni avverse
Le reazioni avverse sono elencate nella tabella 2 secondo la classificazione per sistemi ed organi MedDRA e per categorie di frequenza. All'interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità. L'intensità delle reazioni avverse è classificata secondo la scala CTCAE 4.0 (grado ≥3 = G ≥ 3). Le frequenze si basano su tutti i gradi e sono definite come: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 2 – Reazioni avverse e anomalie ematologiche osservate con cabazitaxel in combinazione con prednisone o prednisolone nell'analisi aggregata (n=1092)
Classificazione per sistemi e organi
|
Reazione avversa
|
Tutti i gradi
n (%)
|
Grado ≥ 3 n (%)
|
Molto comune
|
Comune
|
Non comune
|
Infezioni e infestazioni
|
Infezione/sepsi neutropenica*
|
|
48 (4,4)
|
|
42 (3,8)
|
Shock settico
|
|
|
10 (0,9)
|
10 (0,9)
|
Sepsi
|
|
13 (1,2)
|
|
13 (1,2)
|
Cellulite
|
|
|
8 (0,7)
|
3 (0,3)
|
Infezione delle vie urinarie
|
|
103 (9,4)
|
|
19 (1,7)
|
Influenza
|
|
22 (2,0)
|
|
0
|
Cistite
|
|
22 (2,0)
|
|
2 (0,2)
|
Infezione delle vie respiratorie superiori
|
|
23 (2,1)
|
|
0
|
Herpes zoster
|
|
14 (1,3)
|
|
0
|
Candidiasi
|
|
11 (1,0)
|
|
1 (<0,1)
|
Patologie del sistema emolinfopoietico
|
Neutropeniaa*
|
950 (87,9)
|
|
|
790 (73,1)
|
Anemiaa
|
1073 (99,0)
|
|
|
130 (12,0)
|
Leucopeniaa
|
1008 (93,0)
|
|
|
645 (59,5)
|
Trombocitopeniaa
|
478 (44,1)
|
|
|
44 (4,1)
|
Neutropenia febbrile
|
|
87 (8,0)
|
|
87 (8,0)
|
Disturbi del sistema immunitario
|
Ipersensibilità
|
|
|
7 (0,6)
|
0
|
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
Appetito diminuito
|
192 (17,6)
|
|
|
11 (1,0)
|
Disidratazione
|
|
27 (2,5)
|
|
11 (1,0)
|
Iperglicemia
|
|
11 (1,0)
|
|
7 (0,6)
|
Ipokaliemia
|
|
|
8 (0,7)
|
2 (0,2)
|
Disturbi psichiatrici
|
Insonnia
|
|
45 (4,1)
|
|
0
|
Ansia
|
|
13 (1,2)
|
|
0
|
Stato confusionale
|
|
12 (1,1)
|
|
2 (0,2)
|
Patologie del sistema nervoso
|
Disgeusia
|
|
64 (5,9)
|
|
0
|
Disturbo del gusto
|
|
56 (5,1)
|
|
0
|
Neuropatia periferica
|
|
40 (3,7)
|
|
2 (0,2)
|
Neuropatia sensoriale periferica
|
|
89 (8,2)
|
|
6 (0,5)
|
Polineuropatia
|
|
|
9 (0,8)
|
2 (0,2)
|
Parestesia
|
|
46 (4,2)
|
|
0
|
Ipoestesia
|
|
18 (1,6)
|
|
1 (<0,1)
|
Capogiro
|
|
63 (5,8)
|
|
0
|
Cefalea
|
|
56 (5,1)
|
|
1 (<0,1)
|
Letargia
|
|
15 (1,4)
|
|
1 (<0,1)
|
Sciatica
|
|
|
9 (0,8)
|
1 (<0,1)
|
Patologie dell'occhio
|
Congiuntivite
|
|
11 (1,0)
|
|
0
|
Lacrimazione aumentata
|
|
22 (2,0)
|
|
0
|
Patologie dell'orecchio e del labirinto
|
Tinnito
|
|
|
7 (0,6)
|
0
|
Vertigine
|
|
15 (1,4)
|
|
1 (<0,1)
|
Patologie cardiache*
|
Fibrillazione atriale
|
|
14 (1,3)
|
|
5 (0,5)
|
Tachicardia
|
|
11 (1,0)
|
|
1 (<0,1)
|
Patologie vascolari
|
Ipotensione
|
|
38 (3,5)
|
|
5 (0,5)
|
Trombosi venosa profonda
|
|
12 (1,1)
|
|
9 (0,8)
|
Ipertensione
|
|
29 (2,7)
|
|
12 (1,1)
|
Ipotensione ortostatica
|
|
|
6 (0,5)
|
1 (<0,1)
|
Vampata di calore
|
|
23 (2,1)
|
|
1 (<0,1)
|
Rossore
|
|
|
9 (0,8)
|
0
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Dispnea
|
|
97 (8,9)
|
|
9 (0,8)
|
Tosse
|
|
79 (7,2)
|
|
0
|
Dolore orofaringeo
|
|
26 (2,4)
|
|
1 (<0,1)
|
Polmonite
|
|
26 (2,4)
|
|
16 (1,5)
|
Embolia polmonare
|
|
30 (2,7)
|
|
23 (2,1)
|
Patologie gastrointestinali
|
Diarrea
|
460 (42,1)
|
|
|
51 (4,7)
|
Nausea
|
347 (31,8)
|
|
|
14 (1,3)
|
Vomito
|
207 (19,0)
|
|
|
14 (1,3)
|
Stipsi
|
202 (18,5)
|
|
|
8 (0,7)
|
Dolore addominale
|
|
105 (9,6)
|
|
15 (1,4)
|
Dispepsia
|
|
53 (4,9)
|
|
0
|
Dolore addominale superiore
|
|
46 (4,2)
|
|
1 (<0,1)
|
Emorroidi
|
|
22 (2,0)
|
|
0
|
Malattia da reflusso gastroesofageo
|
|
26 (2,4)
|
|
1 (<0,1)
|
Emorragia rettale
|
|
14 (1,3)
|
|
4 (0,4)
|
Bocca secca
|
|
19 (1,7)
|
|
2 (0,2)
|
Distensione addominale
|
|
14 (1,3)
|
|
1 (<0,1)
|
Stomatite
|
|
46 (4,2)
|
|
2 (0,2)
|
Ileo*
|
|
|
7 (0,6)
|
5 (0,5)
|
Gastrite
|
|
|
10 (0,9)
0
|
0
|
Colite*
|
|
|
10 (0,9)
|
5 (0,5)
|
Perforazione
gastrointestinale
|
|
|
3 (0,3)
|
1 (<0,1)
|
Emorragia gastrointestinale
|
|
|
2 (0,2)
|
1 (<0,1)
|
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
Alopecia
|
|
80 (7,3)
|
|
0
|
Pelle secca
|
|
23 (2,1)
|
|
0
|
Eritema
|
|
|
8 (0,7)
|
0
|
Patologia delle unghie
|
|
18 (1,6)
|
|
0
|
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
|
Dolore dorsale
|
166 (15,2)
|
|
|
24 (2,2)
|
Artralgia
|
|
88 (8,1)
|
|
9 (0,8)
|
Dolore a un arto
|
|
76 (7,0)
|
|
9 (0,8)
|
Spasmi muscolari
|
|
51 (4,7)
|
|
0
|
Mialgia
|
|
40 (3,7)
|
|
2 (0,2)
|
Dolore toracico
muscoloscheletrico
|
|
34 (3,1)
|
|
3 (0,3)
|
Debolezza muscolare
|
|
31 (2,8)
|
|
1 (0,2)
|
Dolore al fianco
|
|
17 (1,6)
|
|
5 (0,5)
|
Patologie renali e urinarie
|
Insufficienza renale acuta
|
|
21 (1,9)
|
|
14 (1,3)
|
Insufficienza renale
|
|
|
8 (0,7)
|
6 (0,5)
|
Disuria
|
|
52 (4,8)
|
|
0
|
Colica renale
|
|
14 (1,3)
|
|
2 (0,2)
|
Ematuria
|
205 (18,8)
|
|
|
33 (3,0)
|
Pollachiuria
|
|
26 (2,4)
|
|
2 (0,2)
|
Idronefrosi
|
|
25 (2,3)
|
|
13 (1,2)
|
Ritenzione urinaria
|
|
36 (3,3)
|
|
4 (0,4)
|
Incontinenza urinaria
|
|
22 (2,0)
|
|
0
|
Ostruzione ureterica
|
|
|
8 (0,7)
|
6 (0,5)
|
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
|
Dolore pelvico
|
|
20 (1,8)
|
|
5 (0,5)
|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
|
Stanchezza
|
333 (30,5)
|
|
|
42 (3,8)
|
Astenia
|
227 (20,8)
|
|
|
32 (2,9)
|
Piressia
|
|
90 (8,2)
|
|
5 (0,5)
|
Edema periferico
|
|
96 (8,8)
|
|
2 (0,2)
|
Infiammazione della mucosa
|
|
23 (2,1)
|
|
1 (<0,1)
|
Dolore
|
|
36 (3,3)
|
|
7 (0,6)
|
Dolore toracico
|
|
11 (1,0)
|
|
2 (0,2)
|
Edema
|
|
|
8 (0,7)
|
1 (<0,1)
|
Brividi
|
|
12 (1,1)
|
|
0
|
Malessere
|
|
21 (1,9)
|
|
0
|
Esami diagnostici
|
Peso diminuito
|
|
81 (7,4)
|
|
0
|
Aspartato aminotransferasi aumentata
|
|
13 (1,2)
|
|
1 (<0,1)
|
Transaminasi aumentate
|
|
|
7 (0,6)
|
1 (<0,1)
|
a sulla base dei valori di laboratorio
* vedere paragrafo dettagliato che segue
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Neutropenia ed eventi clinici associati
L'uso di G-CSF ha dimostrato di limitare l'incidenza e la gravità della neutropenia (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
L'incidenza della neutropenia di grado ≥ 3 basata sui dati di laboratorio variava a seconda dell'uso del G-CSF dal 44,7% al 76,7%, con l'incidenza più bassa riportata quando veniva usata la profilassi con G-CSF. Allo stesso modo, l'incidenza della neutropenia febbrile di grado ≥ 3 variava dal 3,2% all'8,6%.
Le complicazioni neutropeniche (tra cui neutropenia febbrile, infezione/sepsi neutropenica e colite neutropenica) che in alcuni casi hanno avuto esito fatale, sono state riportate nel 4,0% dei pazienti quando è stata utilizzata la profilassi primaria con G-CSF, e in caso contrario nel 12,8% dei pazienti.
Disturbi cardiaci e aritmie
Nell'analisi combinata, gli eventi cardiaci sono stati riportati nel 5,5% dei pazienti, di cui l'1,1% presentava aritmie cardiache di grado ≥ 3. L'incidenza di tachicardia con cabazitaxel è stata dell'1,0%, di cui meno dello 0,1% di grado ≥ 3. L'incidenza della fibrillazione atriale è stata dell'1,3%. Eventi di insufficienza cardiaca sono stati riportati per 2 pazienti (0,2%), uno dei quali ha avuto esito fatale. La fibrillazione ventricolare fatale è stata riportata in 1 paziente (0,3%) e l'arresto cardiaco in 3 pazienti (0,5%). Nessuno è stato considerato correlato dallo sperimentatore.
Ematuria
Nell'analisi aggregata, la frequenza di ematuria di tutti i gradi è stata del 18,8% a 25 mg/m2 (vedere paragrafo 5.1). In circa metà dei casi sono state identificate cause confondenti quali progressione della malattia, uso di strumentazione, infezione o terapia con anticoagulanti/FANS/acido acetilsalicilico.
Altre anomalie di laboratorio
Nell'analisi aggregata le incidenze di anemia di grado ≥ 3, aumento di AST, ALT e della bilirubina sulla base delle anomalie di laboratorio sono state rispettivamente pari a 12,0%, 1,3%, 1,0% e 0,5%.
Patologie gastrointestinali
Sono state osservate coliti (comprese enterocoliti ed enterocoliti neutropeniche) e gastriti. Inoltre sono stati riportati casi di emorragia, perforazione gastrointestinale e ileo (occlusione intestinale) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie respiratorie
Sono stati riportati casi, talvolta fatali, di polmonite interstiziale/polmonite e patologie polmonari interstiziali con frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) (vedere paragrafo 4.4).
Patologie renali e urinarie
È stata osservata cistite dovuta al fenomeno di recall da radiazioni, inclusa cistite emorragica, con frequenza non comune.
Popolazione pediatrica
Vedere paragrafo 4.2
Altre popolazioni speciali
Popolazione anziana
Dei 1092 pazienti trattati con cabazitaxel 25 mg/m2 negli studi sul carcinoma della prostata, 755 pazienti avevano 65 anni o più, di cui 238 pazienti di età superiore a 75 anni. Le seguenti reazioni avverse non ematologiche sono state segnalate con frequenza ≥ 5% più elevata nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni rispetto ai pazienti più giovani: stanchezza (33,5% contro 23,7%), astenia (23,7% contro 14,2%), stipsi (20,4% contro 14,2%) e dispnea (10,3% contro 5,6%), rispettivamente. Anche neutropenia (90,9% contro 81,2%) e trombocitopenia (48,8% contro 36,1%) sono state osservate con frequenza maggiore del 5% nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni rispetto ai pazienti più giovani. Neutropenia di grado ≥ 3 e neutropenia febbrile hanno registrato i tassi di differenza più elevati tra i due gruppi di età (rispettivamente il 14% e il 4% più elevati nei pazienti di età ≥ 65 anni rispetto ai pazienti di età < 65 anni) (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all'indirizzo
www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Cabazitaxel Teva Italia
Non sono noti antidoti al Cabazitaxel. Si prevede che le complicazioni da sovradosaggio consistano in un'esacerbazione delle reazioni avverse quali mielosoppressione e disturbi gastrointestinali.
In caso di sovradosaggio, il paziente deve essere tenuto in un'unità specializzata e strettamente monitorato. In caso di sovradosaggio, si deve intervenire appena possibile somministrando ai pazienti un trattamento a base di G-CSF. Si devono adottare anche opportune misure sintomatiche.
Scadenza
Flaconcini non aperti
36 mesi
Dopo la prima apertura
Il concentrato per soluzione per infusione deve essere usato immediatamente. Se non è utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione in uso sono responsabilità dell'utilizzatore.
Dopo diluizione nella sacca/flacone di infusione
La stabilità chimica e fisica in uso della soluzione per infusione è stata dimostrata per 48 ore a 25°C (compreso il tempo di infusione di 1 ora) e per 72 ore a 2-8°C (compreso il tempo di infusione di 1 ora).
Da un punto di vista microbiologico, la soluzione per infusione deve essere usata immediatamente. Se il prodotto non viene usato immediatamente, tempi e condizioni di conservazione prima dell'impiego sono responsabilità dell'utilizzatore; normalmente non dovrebbero essere superiori alle 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e convalidate.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura e diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
Farmaci Equivalenti
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali