KETOPROFENE SALE DI LISINA appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati antinfiammatori non steroidei (“FANS”)
KETOPROFENE SALE DI LISINA è indicato:
- negli adulti, per il trattamento sintomatico del dolore in presenza di:
- infiammazioni che colpiscono le articolazioni (ad esempio artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrosi dolorosa, reumatismo extra-articolare);
- infiammazioni dovute a traumi e infiammazioni dolorose che interessano la bocca, i denti, le orecchie, la laringe, le vie urinarie e le vie respiratorie;
- nei bambini, per il trattamento sintomatico di breve durata del dolore, anche in presenza di febbre, causato
da:
- infiammazioni che colpiscono le articolazioni e le ossa;
- infiammazioni delle orecchie (otiti);
operazioni chirurgiche.
La dose massima giornaliera è 200 mg di ketoprofene, corrispondente a 320 mg di ketoprofene sale di lisina. Il rapporto rischio/beneficio deve essere attentamente considerato prima di iniziare il trattamento con la dose giornaliera di 200 mg di ketoprofene, e dosi più alte non sono raccomandate.
Bambini di età non inferiore ai 6 anni
peso corporeo inferiore ai 30 Kg: 1 supposta ketoprofene sale di lisina 30 mg 2-3 volte al giorno
peso corporeo superiore ai 30 Kg: 1 supposta ketoprofene sale di lisina 60 mg 2-3 volte al giorno.
Si consiglia di non utilizzare la terapia iniettiva oltre i tre giorni, passati i quali è opportuno passare alla terapia orale o rettale.
Medicinali che contengono il Principio Attivo KETOPROFENE SALE DI LISINA
KETOPROFENE sale di lisina non deve essere somministrato nei seguenti casi:
- ipersensibilità al principio attivo, ad altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
- pazienti con storia di reazioni di ipersensibilità, come broncospasmo, attacchi d’asma, rinite acuta, orticaria, polipi nasali, edema angioneurotico o altre reazioni di tipo allergico a ketoprofene o a sostanze con analogo meccanismo d’azione (per esempio acido acetilsalicilico o altri FANS). Reazioni anafilattiche gravi, raramente fatali, sono state osservate in questi pazienti.
- ulcera peptica/emorragia attiva o storia di ulcera peptica/emorragia ricorrente (due o più episodi distinti, comprovati di ulcerazione o sanguinamento);
- Precedenti anamnestici di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione o dispepsia cronica;
- storia di sanguinamento gastrointestinale o perforazione conseguente a pregressa terapia con FANS;
- leucopenia o piastrinopenia;
- soggetti con disordini emostatici;
- morbo di Crohn o colite ulcerosa;
- gastrite;
- pazienti con asma bronchiale pregressa;
- grave insufficienza cardiaca;
- grave insufficienza epatica (cirrosi epatica, epatiti gravi);
- grave insufficienza renale;
- diatesi emorragica ed altri disturbi della coagulazione;
- in corso di terapia diuretica intensiva;
- terzo trimestre di gravidanza;
- bambini e adolescenti di età inferiore a 14 anni.
Somministrare con cautela nei pazienti con manifestazioni allergiche o allergia pregressa. Il trattamento con ketoprofene sale di lisina deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilita'. Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della piu' bassa dose efficace per la piu' breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi. L'uso concomitante con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi della cicloossigenasi-2, deve essere evitato. I pazienti anziani hanno una frequenza aumentata di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali. In presenza di un'infezione, bisogna tenere in considerazione che le proprieta' antinfiammatorie, analgesiche ed antipiretiche del ketoprofene possono mascherare i sintomi comuni della progressione dell'infezione come per esempio la febbre.
Bisogna evitare di assumere KETOPROFENE sale di lisina contemporaneamente a:
- altri farmaci antinfiammatori non steroidi o FANS o a farmaci contenenti acetil salicilico come l’Aspirina ad alte dosi. In questi casi ci potrebbe essere un aumento del rischio di ulcere gastrointestinali o sanguinamenti.
- Anticoagulanti, come il warfarin, perché aumenta i loro effetti. Ticlopidina e clopidogrel. Si tratta di inibitori dell’aggregazione piastrinica. Anche in questo caso aumenta il rischio di sanguinamento.
- Litio, perché aumenta il rischio di tossicità, con conseguenze sui reni.
- Metotrexato, che è un farmaco antitumorali. Anche in questo caso aumenta il rischio di tossicità, specie se assunto
Fra i possibili effetti collaterali del ketoprofene sono inclusi:
- ulcere ed emorragie gastriche
- costipazione
- diarrea
- piaghe in bocca
- capogiri
- nervosismo
- sonnolenza
- insonnia
- acufeni
È importante rivolgersi subito a un medico nel caso in cui l'assunzione del farmaco fosse associata a:
- difficoltà a respirare o difficoltà a deglutire
- difficoltà o dolore nella minzione
- dolore nella parte alta destra dell'addome
- febbre
- gonfiore di occhi, volto, labbra, lingua, gola, braccia, mani, piedi, caviglie o polpacci
- ittero
- lividi o emorragie ingiustificati
- mal di schiena
- mancanza di energie
- nausea
- orticaria
- pallore
- perdita di appetito
- perdita di peso ingiustificata
- problemi alla vista
- prurito
- rash
- raucedine
- sintomi simil-influenzali
- stanchezza eccessiva
- urine opache, incolori o contenenti sangue
- vesciche
Sono stati riportati casi di sovradosaggio con dosi fino a 2,5 g di ketoprofene. Nella maggior parte dei casi, sono stati osservati sintomi benigni e limitati a letargia, sonnolenza, nausea, vomito, dolore epigastrico e dolore addominale, cefalea, capogiri e diarrea.
In caso di grave sovradosaggio sono stati osservati ipotensione, depressione respiratoria e sanguinamento gastrointestinale.
Il paziente deve essere immediatamente trasferito a un centro specialistico per iniziare il trattamento sintomatico. Non esistono antidoti specifici in caso di sovradosaggio di ketoprofene. In caso di sospetto sovradosaggio massivo si raccomanda una lavanda gastrica e di istituire un trattamento sintomatico e di supporto per compensare la disidratazione, monitorare l’escrezione urinaria e, se del caso, correggere l’acidosi.
In casi di insufficienza renale, l’emodialisi può essere utile per rimuovere il farmaco dall’organismo.
Gravidanza e Allattamento
Si sconsiglia l'utilizzo del ketoprofene durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, tuttavia, se il medico lo ritiene assolutamente necessario, può comunque decidere di prescriverlo.
L'utilizzo del farmaco nel terzo trimestre di gravidanza, invece, è controindicato a causa dei danni che lo stesso ketoprofene può causare al feto (tossicità cardiopolmonare, disfunzioni renali e prolungamento del tempo di sanguinamento dopo la nascita) e alla madre (prolungamento del tempo di sanguinamento e inibizione delle contrazioni uterine, con conseguente ritardo o prolungamento del travaglio).
L'uso del ketoprofene è controindicato anche nelle madri che stanno allattando al seno.
Il farmaco influenza negativamente la fertilità femminile, pertanto, non dovrebbe essere assunto dalle donne che intendono iniziare una gravidanza.