Vagifem

    Ultimo aggiornamento: 22/10/2024

    Cos'è Vagifem?

    Vagifem è un farmaco a base del principio attivo Estradiolo, appartenente alla categoria degli Estrogeni e nello specifico Estrogeni naturali e semisintetici, non associati. E' commercializzato in Italia dall'azienda Novo Nordisk S.p.A..

    Vagifem può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Vagifem 10 mcg 18 compresse vaginali in applicatori

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Novo Nordisk A/S
    Concessionario: Novo Nordisk S.p.A.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: C
    Principio attivo: Estradiolo
    Gruppo terapeutico: Estrogeni
    ATC: G03CA03 - Estradiolo
    Forma farmaceutica: compressa


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    Indicazioni

    Perché si usa Vagifem? A cosa serve?
    Trattamento della vaginite atrofica da carenza estrogenica in donne in postmenopausa (vedere paragrafo 5.1).
    L'esperienza con il trattamento di donne con più di 65 anni di età è limitata.

    Posologia

    Come usare Vagifem: Posologia
    Vagifem è somministrato per via intravaginale come terapia estrogenica locale mediante un apposito applicatore.
    Dose iniziale: una compressa vaginale al giorno per due settimane.
    Dose di mantenimento: una compressa vaginale due volte a settimana.
    Il trattamento può essere iniziato in qualsiasi giorno.
    In caso la paziente dimentichi una dose, è opportuno che la assuma non appena lo ricorda. L'assunzione di una dose doppia deve essere evitata.
    Per l'inizio ed il proseguimento del trattamento dei sintomi postmenopausali, si deve ricorrere alla più bassa dose efficace per la durata più breve possibile (vedere anche paragrafo 4.4).
    Per i medicinali a base di estrogeni per uso vaginale la cui esposizione sistemica rimane nel normale range postmenopausale, come Vagifem, non è consigliabile aggiungere un progestinico (ma vedere paragrafo 4.4 ‘Avvertenze speciali e precauzioni d'impiego', ‘Iperplasia endometriale e carcinomà).
    Vagifem può essere usato nelle donne con o senza utero intatto.
    Le infezioni vaginali devono essere trattate prima dell'inizio della terapia con Vagifem.
    Somministrazione:
    1. Aprire il blister dalla parte del pulsante.
    2. Inserire l'applicatore nella vagina fino ad incontrare resistenza (8-10 cm).
    3. Rilasciare la compressa premendo il pulsante.
    4. Rimuovere l'applicatore e gettarlo via.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Vagifem
    • Carcinoma della mammella in atto, pregresso o sospetto
    • Tumori maligni estrogeno-dipendenti in atto o sospetti (es. carcinoma endometriale)
    • Sanguinamenti genitali non diagnosticati
    • Iperplasia endometriale non trattata
    • Tromboembolismo venoso pregresso o in atto (trombosi venosa profonda, embolia polmonare)
    • Disordini trombofilici noti (es. deficit di proteina C, di proteina S o di antitrombina, vedere paragrafo 4.4)
    • Malattie tromboemboliche arteriose in atto o recenti (esempio angina, infarto miocardico)
    • Disfunzione epatica acuta o storia di patologia del fegato fino al mancato ritorno alla normalità dei test di funzionalità epatica
    • Ipersensibilità nota al principio attivo o ad uno degli eccipienti
    • Porfiria.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Vagifem
    Per il trattamento dei sintomi della postmenopausa, la TOS deve essere iniziata solo per i sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della vita. In tutti i casi, un'attenta analisi dei rischi e dei benefici deve essere eseguita almeno ogni anno e la TOS deve proseguire solo se i benefici superano i rischi.
    Esame clinico/follow-up
    Prima di iniziare o ricominciare una TOS, è opportuno valutare un'anamnesi personale e familiare completa. L'esame fisico (comprendente il controllo della pelvi e del seno) deve essere guidato da tale valutazione anamnestica e dalle controindicazioni ed avvertenze per l'uso del farmaco. Durante il trattamento si raccomanda di effettuare controlli clinici periodici la cui frequenza e natura devono essere adattate a ciascuna donna. Alle pazienti occorre spiegare quali modifiche che riscontrano nel loro seno devono riferire al proprio medico o infermiere (vedere “Carcinoma mammario” sotto). Devono essere eseguite indagini, compresa la mammografia, in linea con la pratica clinica attualmente accettata in base alle necessità cliniche del singolo caso.
    Il profilo farmacocinetico di Vagifem mostra che vi è un assorbimento sistemico dell'Estradiolo molto basso durante il trattamento (vedere paragrafo 5.2), tuttavia, essendo una TOS, deve essere considerato, in particolare per il lungo termine o per l'uso ripetuto di questo prodotto.
    Condizioni che richiedono un particolare controllo
    Nel caso in cui qualsiasi delle seguenti condizioni dovesse presentarsi, essersi manifestata precedentemente, e/o essersi aggravata durante una gravidanza o un trattamento ormonale pregresso, la paziente deve essere controllata attentamente. È da considerare che tali condizioni possono ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento estrogenico, in particolare:
    • Leiomioma (fibroma uterino) o endometriosi
    • Fattori di rischio per malattie tromboemboliche (vedere di seguito)
    • Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, es. 1° grado di eredità per carcinoma mammario
    • Ipertensione
    • Epatopatie (es. adenoma epatico)
    • Diabete mellito con o senza complicanze vascolari
    • Colelitiasi
    • Emicrania o (severa) cefalea
    • Lupus eritematoso sistemico
    • Storia di iperplasia dell'endometrio (vedere di seguito)
    • Epilessia
    • Asma
    • Otosclerosi.
    Il profilo farmacocinetico di Vagifem mostra che vi è un assorbimento sistemico dell'estradiolo molto basso durante il trattamento (vedere paragrafo 5.2). Per questo la recidiva o l'aggravamento delle sopra menzionate condizioni è meno probabile di quanto si osserva con il trattamento estrogenico sistemico.
    Ragioni per una immediata sospensione della terapia
    La terapia deve essere sospesa nel caso venga rilevata una controindicazione e nelle seguenti situazioni:
    • Ittero o deterioramento della funzione epatica
    • Incremento significativo della pressione arteriosa
    • Comparsa di cefalea tipo emicrania
    • Gravidanza
    Iperplasia endometriale e carcinoma
    Le donne con un utero intatto che presentano sanguinamenti anomali di eziologia incerta o le donne con utero intatto precedentemente trattate con estrogeni non bilanciati devono essere controllate attentamente al fine di escludere una possibile iperstimolazione/neoplasia maligna dell'endometrio prima di iniziare il trattamento con Vagifem.
    Nelle donne che hanno l'utero intatto, quando vengono somministrati solo estrogeni sistemici per periodi prolungati, il rischio di iperplasia endometriale e carcinoma è aumentato. Per i medicinali a base di estrogeni per uso vaginale la cui esposizione sistemica rimane nel normale range postmenopausale, come Vagifem, non è consigliabile aggiungere un progestinico.
    Durante il trattamento con Vagifem, in alcune pazienti può avvenire un modesto assorbimento sistemico, in particolare durante le prime due settimane di somministrazione quotidiana. Comunque, la concentrazione plasmatica media di E2 (Cave (0-24)) in tutti i giorni considerati è rimasta all'interno del normale intervallo postmenopausale (vedere paragrafo 5.2) in tutti i soggetti.
    La sicurezza endometriale è incerta per somministrazioni a lungo termine (più di un anno) o per l'uso ripetuto di estrogeno somministrato localmente. Pertanto, se ripetuto, il trattamento deve essere riesaminato almeno una volta all'anno, con particolare attenzione a eventuali sintomi di iperplasia endometriale o carcinoma.
    In linea generale, la terapia sistemica estrogenica sostitutiva non dovrebbe essere prescritta per periodi superiori ad un anno senza effettuare un'altra valutazione clinica comprendente l'esame ginecologico.
    Se dovessero comparire in qualsiasi momento della terapia sanguinamenti e spotting, deve esserne accertata la causa, eventualmente anche con la biopsia dell'endometrio, per escludere neoplasie maligne dell'endometrio. Occorre raccomandare alla donna di contattare il medico in caso di sanguinamento o spotting durante il trattamento con Vagifem.
    Una stimolazione sistemica estrogenica non bilanciata può portare alla trasformazione premaligna o maligna di foci residui di endometriosi. Pertanto si consiglia cautela nell'uso del prodotto in donne sottoposte ad isterectomia per endometriosi, specialmente in caso di endometriosi residua.
    I seguenti rischi sono stati associati alla TOS sistemica e si verificano in misura minore ai medicinali contenenti estrogeni per uso vaginale, la cui l'esposizione sistemica estrogenica rimane nel normale range postmenopausale. Tuttavia, devono essere presi in considerazione in caso di un uso a lungo termine e ripetuto del medicinale.
    Carcinoma mammario
    L'evidenza epidemiologica derivante da un'ampia metanalisi suggerisce che non vi è alcun aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne senza un'anamnesi del suddetto cancro che assumono estrogeni a basse dosi per via vaginale. Non è noto se gli estrogeni per via vaginale a basse dosi stimolino una recidiva del cancro della mammella
    Carcinoma ovarico
    Il carcinoma ovarico è molto più raro del carcinoma mammario.
    L'evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un leggero aumento del rischio nelle donne che assumono una terapia ormonale sostitutiva sistemica a base di soli estrogeni, tale rischio è maggiore entro 5 anni di utilizzo della terapia e si riduce col tempo dopo l'interruzione di essa.
    Tromboembolie venose
    La TOS sistemica si associa ad un rischio da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolie venose (TEV), come la trombosi venosa profonda o l'embolia polmonare. Il verificarsi di tali episodi è più probabile nel primo anno di TOS che negli anni successivi (vedere paragrafo 4.8).
    Pazienti con stati trombofilici noti hanno un aumentato rischio di TEV e l'uso di TOS potrebbe aumentare questo rischio. La TOS è pertanto controindicata in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).
    I fattori di rischio per la TEV generalmente riconosciuti comprendono l'uso sistemico di estrogeni, l'età avanzata, la chirurgia maggiore, una prolungata immobilizzazione, l'obesità (BMI >30 kg/m2), la gravidanza/il periodo postparto, il lupus eritematoso sistemico (LES) e il cancro. Non c'è consenso unanime sul possibile ruolo favorente delle varici sugli episodi di TEV.
    Come in tutti i pazienti nel periodo post-operatorio, è necessario considerare misure di profilassi per prevenire TEV successive all'intervento. Se una prolungata immobilizzazione deve seguire l'intervento, si raccomanda di interrompere il trattamento della TOS da 4 a 6 settimane prima. Il trattamento non deve essere ripreso se la donna è ancora immobilizzata.
    In donne che non hanno una storia personale di TEV ma che hanno un parente di primo grado con una storia di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo attenta valutazione riguardo alle sue limitazioni (solo una parte di difetti trombofilici sono identificati dallo screening).
    Se viene identificato un difetto trombofilico che ha come conseguenza trombosi nei membri della famiglia oppure se il difetto è ‘importante' (es. carenza di antitrombina, di proteina S o proteina C o combinazione di carenze), la TOS è controindicata.
    Le donne già in trattamento cronico con anticoagulanti necessitano di un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio della TOS.
    Se la TEV si manifesta dopo aver iniziato la terapia, è bene sospendere subito il trattamento. Alle donne, qualora si presentino sintomi riferibili a possibili episodi tromboembolici (ad esempio tensione dolorosa alle gambe, dolore toracico improvviso, dispnea), deve essere raccomandato di contattare immediatamente il proprio medico.
    Coronaropatia (CAD)
    I dati randomizzati controllati non hanno evidenziato un aumentato rischio di CAD in donne isterectomizzate in trattamento sistemico con solo estrogeni.
    Ictus ischemico
    La terapia sistemica a base di soli estrogeni è associata ad un rischio di ictus ischemico aumentato fino a 1,5 volte. Il rischio relativo non cambia con l'età o con il tempo dalla menopausa. Tuttavia, poiché il rischio di ictus al baseline dipende molto dall'età, il rischio complessivo di ictus in donne che utilizzano la TOS aumenta con l'età (vedere paragrafo 4.8).
    Altre condizioni
    Gli estrogeni sistemici possono causare ritenzione idrica, e quindi è opportuno monitorare attentamente le donne affette da cardiopatie o nefropatie.
    Le donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere seguite attentamente durante la terapia sostitutiva con estrogeni o ormoni, in quanto rari casi di forti aumenti di trigliceridi nel plasma con conseguente pancreatite sono stati riportati con la terapia estrogenica in questa condizione.
    Gli estrogeni esogeni possono indurre o esacerbare i sintomi dell'angioedema ereditario e acquisito.
    Gli estrogeni aumentano la globulina legante della tiroide (TBG) portando ad un aumento della circolazione totale dell'ormone tiroideo (misurata come iodio legato alle proteine (PBI), dei livelli di T4 (metodo su colonna o dosaggio radioimmunologico) o livelli di T3 (dosaggio radioimmunologico). La captazione di T3 è diminuita, riflettendo la TBG. Le concentrazioni di T4 e T3 liberi rimangono inalterate. Altre proteine leganti possono essere elevate nel siero, come la globulina legante i corticosteroidi (CBG), la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) portando a un aumento rispettivamente dei corticosteroidi e steroidi sessuali circolanti. Le concentrazioni degli ormoni biologicamente attivi o liberi sono immutate. Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate (substrato angiotensinogeno/renina, alfa-1-antitripsina, ceruloplasmina).
    L'assorbimento sistemico minimo di estradiolo con somministrazione vaginale a livello locale (vedere paragrafo 5.2 “Proprietà farmacocinetiche”) può provocare effetti meno pronunciati sulle proteine leganti del plasma rispetto agli ormoni sistemici.
    La TOS non migliora la funzione cognitiva. Dallo studio WHI c'è una qualche evidenza di un aumentato rischio di probabile demenza in donne che iniziano la terapia combinata continua o la TOS con solo estrogeni dopo i 65 anni.
    L'applicatore intravaginale potrebbe causare traumi locali minori, specialmente in donne con grave atrofia vaginale.
    Vi sono limitate evidenze sui rischi associati alla TOS nel trattamento della menopausa precoce. Tuttavia, il rapporto beneficio/rischio è più favorevole nelle donne più giovani rispetto a quelle più anziane a causa del basso livello di rischio assoluto presente nelle donne più giovani.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Vagifem
    A causa della somministrazione vaginale e dell'assorbimento sistemico minimo, è improbabile che si verifichino interazioni farmacologiche clinicamente rilevanti con Vagifem. Tuttavia, devono essere considerate le interazioni con altri trattamenti vaginali applicati localmente.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Vagifem" insieme ad altri farmaci come “Nevirapina Mylan”, “Nevirapina Teva Italia”, “Viramune”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Vagifem non è indicato durante la gravidanza. Se una gravidanza inizia durante il trattamento con Vagifem, il trattamento deve essere sospeso immediatamente. I risultati della maggior parte degli studi epidemiologici su esposizioni fetali involontarie agli estrogeni indicano che non sussistono effetti teratogeni o fetotossici.
    Allattamento
    Vagifem non è indicato durante l'allattamento.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Nessun effetto conosciuto.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Vagifem
    Eventi avversi da studi clinici:
    Più di 673 pazienti sono state trattate con Vagifem 10 microgrammi in studi clinici, comprese oltre 497 pazienti trattate per 52 settimane.
    Gli eventi avversi correlati all'uso di estrogeno, come il dolore al seno, l'edema periferico e i sanguinamenti postmenopausali, sono stati riportati con Vagifem 10 microgrammi con frequenze molto basse, simili al placebo; tuttavia, se si verificano, si presentano prevalentemente solo all'inizio del trattamento. Gli eventi avversi osservati in pazienti trattate con Vagifem 10 microgrammi con una frequenza maggiore rispetto al placebo e possibilmente correlate al trattamento, sono riportati di seguito.
    Classe organico-sistemica
    Comune
    ≥1/100 e <1/10
    Non comune
    ≥1/1.000 e <1/100
    Raro
    ≥1/10.000 e <1/1.000
    Infezioni e infestazioni
     
    Vulvovaginiti micotiche
     
    Alterazioni del sistema nervoso
    Cefalea
     
     
    Alterazioni dell'apparato gastrointestinale
    Dolore addominale
    Nausea
     
     
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Emorragia vaginale, sanguinamenti o disturbi vaginali
     
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
     
    Rash
     
    Esami diagnostici
     
    Incremento ponderale
     
    Alterazioni del sistema vascolare
     
    Vampate
    Ipertensione
     
    Esperienza post-marketing:
    In aggiunta alle reazioni avverse sopra menzionate, quelle presentate di seguito sono state riportate spontaneamente in pazienti trattate con Vagifem 10 microgrammi e sono considerate possibilmente correlate al trattamento. La frequenza delle reazioni avverse di seguito menzionate non può essere interpretata perché queste reazioni sono state segnalate spontaneamente da una popolazione di dimensioni incerte.
    • Tumori benigni e maligni (cisti e polipi compresi): carcinoma mammario, carcinoma endometriale
    • Disturbi del sistema immunitario: reazioni di ipersensibilità generalizzata (es. reazione/shock anafilattico)
    • Disturbi del metabolismo e della nutrizione: ritenzione idrica
    • Disturbi psichiatrici: insonnia
    • Patologie del sistema nervoso: emicrania aggravata
    • Patologie vascolari: trombosi venosa profonda
    • Patologie gastrointestinali: diarrea
    • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: prurito, rash, orticaria
    • Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: iperplasia endometriale, dolore vulvovaginale1, prurito genitale.
    • Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: reazioni nel sito di applicazione2, inefficacia del farmaco, lesioni associate al dispositivo3.
    1 Include sensazione di bruciore vulvovaginale
    2 Reazioni allergiche locali, inclusi eritema vulvovaginale, eritema genitale, rush vulvovaginale, rush genitale
    3 Trauma locale minore causato dall'applicatore intravaginale
    Altre reazioni avverse sono state riportate in associazione con il trattamento sistemico con estrogeni/progestinici. Poiché le stime sul rischio sono state tratte dall'esposizione sistemica, non è noto come questi si possano applicare ai trattamenti locali:
    • Malattie della colecisti
    • Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: cloasma, eritema multiforme, eritema nodoso, porpora vascolare
    • Probabile demenza oltre i 65 anni (vedere paragrafo 4.4)
    Effetti di classe associati alla TOS sistemica
    I seguenti rischi sono stati associati alla TOS sistemica e si verificano in misura minore ai medicinali a base di estrogeni per uso vaginale, la cui esposizione sistemica rimane nel normale range postmenopausale.
    Carcinoma ovarico
    L'uso di una TOS sistemica è stato associato ad un leggero aumento del rischio di una diagnosi di cancro dell'ovaio (vedere paragrafo 4.4).
    Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro dell'ovaio nelle donne in trattamento con una TOS sistemica rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56). Per le donne di età compresa tra 50 e 54 anni che seguono una TOS da 5 anni, si registra circa 1 caso aggiuntivo su 2.000 donne trattate. Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una TOS, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell'ovaio nell'arco di 5 anni.
    Rischio di tromboembolie venose
    La TOS sistemica è associata ad un aumentato rischio relativo da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolie venose (TEV), come trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Il verificarsi di un tale evento è più probabile nel primo anno di utilizzo della TOS (vedere paragrafo 4.4). Sono presentati sotto i risultati dello studio WHI.
    Studi WHI – Rischio addizionale di TEV dopo più di 5 anni di utilizzo
    Intervallo di età (anni)
    Incidenza per 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di oltre 5 anni
    Risk ratio e 95% CI #
    Casi addizionali per 1.000 utilizzatrici di TOS
    Solo estrogeno orale*
    50-59
    7
    1,2 (0,6 – 2,4)
    1 (-3 – 10)
    * Studio in donne senza utero
    Rischio di ictus ischemico
    L'uso di TOS sistemica è associato ad un aumento fino a 1,5 volte del rischio relativo di ictus ischemico. Il rischio di ictus emorragico non è aumentato durante l'uso di TOS.
    Il rischio relativo non è dipendente dall'età e dalla durata del trattamento, ma come rischio di base è strettamente dipendente dall'età, il rischio totale di ictus nelle donne che usano TOS aumenterà con l'età, vedere paragrafo 4.4.
    Studi WHI combinati– Rischio addizionale di ictus ischemico* dopo più di 5 anni di utilizzo
    Intervallo di età (anni)
    Incidenza per 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di oltre 5 anni
    Risk ratio e 95% CI #
    Casi addizionali per 1.000 utilizzatrici di TOS
    50-59
    8
    1,3 (1,1 – 1,6)
    3 (1 – 5)
    * Non è stata fatta nessuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Vagifem
    Vagifem è concepito per un utilizzo locale intravaginale e la dose di Estradiolo è molto bassa. Il sovradosaggio è quindi improbabile, ma se si verifica il trattamento deve essere sintomatico.

    Scadenza

    3 anni.

    Conservazione

    Non conservare in frigorifero.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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