Trodelvy 200 mg polvere per concentrato per soluzione per infusione endovenosa 1 flaconcino in vetro
Trodelvy deve essere prescritto e somministrato ai pazienti solo da medici esperti nell'uso di terapie antitumorali, e somministrato in un contesto in cui siano disponibili strutture complete per la rianimazione.
Posologia
La dose raccomandata di Sacituzumab Govitecan è 10 mg/kg di peso corporeo somministrati mediante infusione endovenosa una volta alla settimana al giorno 1 e al giorno 8 di cicli di trattamento di 21 giorni. Il trattamento deve essere continuato fino a progressione della malattia o a tossicità inaccettabile.
Trattamento preventivo
Prima di ciascuna dose di sacituzumab govitecan, si raccomanda un trattamento per prevenire le reazioni correlate all'infusione e per prevenire la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia (chemotherapy-induced nausea and vomiting, CINV) (vedere paragrafo 4.4).
Modifiche della dose per reazioni correlate all'infusione
La velocità di infusione di sacituzumab govitecan deve essere rallentata oppure l'infusione deve essere interrotta se il paziente sviluppa una reazione correlata all'infusione. La terapia con sacituzumab govitecan deve essere interrotta definitivamente se si verificano reazioni correlate all'infusione che mettono in pericolo la vita (vedere paragrafo 4.4).
Modifiche della dose per reazioni avverse
La Tabella 1 indica le modifiche della dose per gestire le reazioni avverse a sacituzumab govitecan. La dose di sacituzumab govitecan non deve essere aumentata di nuovo dopo che è stata ridotta a causa di reazioni avverse.
Tabella 1: Modifiche della dose raccomandate per reazioni avverse
Reazione avversa
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Occorrenza dell'evento
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Modifica della dose
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Neutropenia severa
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Neutropenia di grado 4 per ≥ 7 giorni o meno se indicato clinicamente,
OPPURE
Neutropenia febbrile di grado 3-4,
OPPURE
Al momento del trattamento programmato, neutropenia di grado 3-4 che ritarda la somministrazione di 2 o 3 settimane per ritornare a un grado ≤ 1
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Prima
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Somministrare fattore stimolante le colonie di granulociti (granulocyte-colony stimulating factor GCSF) non appena indicato clinicamente
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Seconda
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Ridurre la dose del 25%; somministrare GCSF non appena indicato clinicamente
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Terza
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Ridurre la dose del 50%; somministrare GCSF non appena indicato clinicamente
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Quarta
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Interrompere il trattamento; somministrare GCSF non appena indicato clinicamente
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Al momento del trattamento programmato, neutropenia di grado 3-4 che ritarda la somministrazione di oltre 3 settimane per ritornare a un grado ≤ 1
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Prima
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Interrompere il trattamento; somministrare GCSF non appena indicato clinicamente
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Tossicità non neutropenica severa
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Tossicità non ematologica di grado 4 di qualsiasi durata,
OPPURE
Nausea, vomito o diarrea di grado 3-4 dovuti al trattamento non controllabili con agenti antiemetici e antidiarroici,
OPPURE
Altra tossicità non ematologica di grado 3-4 che persiste > 48 ore nonostante il trattamento medico ottimale,
OPPURE
Al momento del trattamento programmato, tossicità ematologica non neutropenica o non ematologica di grado 3-4 che ritarda la somministrazione di 2 o 3 settimane per ritornare a un grado ≤ 1
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Prima
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Ridurre la dose del 25%
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Seconda
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Ridurre la dose del 50%
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Terza
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Interrompere il trattamento
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In caso di tossicità ematologica non neutropenica o non ematologica di grado 3-4, nausea di grado 3 o vomito di grado 3-4 che non ritornano a un grado ≤ 1 entro 3 settimane
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Prima
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Interrompere il trattamento
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Popolazioni speciali
Anziani
Nessun aggiustamento della dose è richiesto in pazienti ≥ 65 anni di età. I dati sull'uso di sacituzumab govitecan in pazienti di età ≥ 75 anni sono limitati.
Compromissione epatica
Nessun aggiustamento della dose iniziale è richiesto quando si somministra sacituzumab govitecan a pazienti con compromissione epatica lieve (bilirubina ≤ 1,5 il limite superiore della norma [ULN] e aspartato aminotransferasi [AST]/alanina aminotransferasi [ALT] < 3 ULN).
La sicurezza di sacituzumab govitecan in pazienti con compromissione epatica moderata o severa non è stata stabilita. Sacituzumab govitecan non è stato studiato nei pazienti che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche: bilirubina sierica > 1,5 ULN, AST o ALT > 3 ULN senza metastasi al fegato o AST o ALT > 5 ULN con metastasi al fegato. L'uso di sacituzumab govitecan deve essere evitato in questi pazienti.
Compromissione renale
Nessun aggiustamento della dose iniziale è richiesto quando si somministra sacituzumab govitecan a pazienti con compromissione renale lieve o moderata.
Sacituzumab govitecan non è stato studiato in pazienti con compromissione renale severa o malattia renale allo stadio terminale (clearance della creatinina [CrCl] < 15 mL/min).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l'efficacia di sacituzumab govitecan nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 0 e 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione
Sacituzumab govitecan è solo per uso endovenoso. Deve essere ricostituito e diluito da operatori sanitari esperti nella manipolazione di terapie antitumorali. Deve essere somministrato mediante infusione endovenosa, non mediante infusione endovenosa rapida o bolo.
Prima infusione: l'infusione deve essere somministrata in un arco di tempo di 3 ore.
Infusioni successive: se le infusioni precedenti sono state tollerate, l'infusione deve essere somministrata in un arco di tempo di 1-2 ore.
Durante ciascuna infusione e per almeno 30 minuti dopo ogni infusione, i pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per individuare eventuali segni o sintomi di reazioni correlate all'infusione (vedere paragrafo 4.4).
Per le istruzioni sulla ricostituzione e sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Tracciabilità
Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Neutropenia
Sacituzumab Govitecan può causare neutropenia severa o che mette in pericolo la vita (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici con sacituzumab govitecan sono state osservate infezioni fatali in presenza di neutropenia. Sacituzumab govitecan non deve essere somministrato se la conta assoluta dei neutrofili è al di sotto di 1.500/mm3 il giorno 1 di qualsiasi ciclo o se la conta dei neutrofili è al di sotto di 1.000/mm3 il giorno 8 di qualsiasi ciclo. Pertanto, si raccomanda di monitorare la conta ematica dei pazienti durante il trattamento come indicato clinicamente. Sacituzumab govitecan non deve essere somministrato in caso di febbre neutropenica. In caso di neutropenia severa possono rendersi necessari il trattamento con un fattore stimolante le colonie di granulociti e modifiche della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).
Diarrea
Sacituzumab govitecan può causare diarrea severa (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, sono stati osservati disidratazione e danno renale acuto conseguenti alla diarrea. Sacituzumab govitecan non deve essere somministrato in caso di diarrea di grado 3-4 al momento del trattamento programmato e il trattamento deve essere proseguito solo quando la situazione si è risolta a un grado ≤ 1 (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Al momento dell'insorgenza della diarrea, e se non viene identificata alcuna causa di infezione, deve essere iniziato il trattamento con loperamide. Inoltre, è possibile impiegare misure di supporto aggiuntive (ad esempio reintegrazione di liquidi e degli elettroliti), come indicato clinicamente.
I pazienti che mostrano una risposta colinergica eccessiva al trattamento con sacituzumab govitecan (ad esempio, crampi addominali, diarrea, salivazione, ecc.) possono ricevere il trattamento appropriato (ad esempio, atropina) per i trattamenti successivi con sacituzumab govitecan.
Ipersensibilità
Sacituzumab govitecan può causare ipersensibilità severa e che mette in pericolo la vita (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici sono state osservate reazioni anafilattiche a sacituzumab govitecan e l'uso di sacituzumab govitecan è controindicato in pazienti con ipersensibilità nota a sacituzumab govitecan (vedere paragrafo 4.3).
Si raccomanda di trattare i pazienti che ricevono sacituzumab govitecan con antipiretici, antagonisti dei recettori H1 e H2 o corticosteroidi (ad esempio, 50 mg di idrocortisone o equivalente, per via orale o endovenosa) prima dell'infusione. Durante ogni infusione di sacituzumab govitecan e per almeno 30 minuti dopo il termine di ogni infusione, i pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per individuare eventuali reazioni correlate all'infusione. La velocità di infusione di sacituzumab govitecan deve essere rallentata oppure l'infusione deve essere interrotta se il paziente sviluppa una reazione correlata all'infusione. La terapia con sacituzumab govitecan deve essere interrotta definitivamente se si verificano reazioni correlate all'infusione che mettono in pericolo la vita (vedere paragrafo 4.2).
Nausea e vomito
Sacituzumab govitecan è emetogeno (vedere paragrafo 4.8). Si raccomanda un trattamento antiemetico preventivo con due o tre medicinali (ad esempio, desametasone con un antagonista del recettore della 5-idrossitriptamina 3 [5-HT3] o un antagonista del recettore 1 della neurochinina [NK-1] e altri medicinali, secondo indicazioni) per prevenire la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia (CINV).
Sacituzumab govitecan non deve essere somministrato in caso di nausea di grado 3 o vomito di grado 3-4 al momento della somministrazione del trattamento programmato e il trattamento deve essere proseguito solo insieme ad altre misure di supporto quando la situazione si è risolta a un grado ≤ 1 (vedere paragrafo 4.2). Possono essere impiegati in aggiunta anche farmaci antiemetici e misure di supporto, in modo clinicamente appropriato. A tutti i pazienti devono essere forniti medicinali da assumere a casa e istruzioni chiare per la prevenzione e il trattamento di nausea e vomito.
Uso in pazienti con ridotta attività della UGT1A1
L'SN-38 (la piccola molecola componente di sacituzumab govitecan) è metabolizzato dalla uridina difosfato glucuronosil transferasi (UGT1A1). Le varianti genetiche del gene UGT1A1 come l'allele UGT1A1*28 riducono l'attività dell'enzima UGT1A1. Gli individui che sono omozigoti per l'allele UGT1A1*28 sono a rischio maggiore di neutropenia, neutropenia febbrile e anemia nonché di altre reazioni avverse dopo l'inizio del trattamento con sacituzumab govitecan (vedere paragrafo 4.8). Circa il 20% della popolazione nera, il 10% della popolazione bianca e il 2% della popolazione dell'Asia Orientale è omozigote per l'allele UGT1A1*28. In alcune popolazioni possono essere presenti alleli con funzionalità ridotta diversi da UGT1A1*28. I pazienti con nota attività ridotta di UGT1A1 devono essere attentamente monitorati per individuare eventuali reazioni avverse. Se non nota, non è necessario eseguire il test dello stato dell'UGT1A1 poiché la gestione delle reazioni avverse, incluse le modifiche della dose raccomandate, è la stessa per tutti i pazienti.
Tossicità embrio-fetale
In base al suo meccanismo d'azione, sacituzumab govitecan può causare teratogenicità e/o mortalità embrio-fetale se somministrato alle donne in gravidanza. Sacituzumab govitecan contiene un componente genotossico, l'SN-38, e colpisce rapidamente le cellule in fase di divisione. Le donne in gravidanza e le donne in età fertile devono essere informate del potenziale rischio per il feto. Lo stato di gravidanza delle donne in età fertile deve essere accertato prima dell'inizio della terapia con sacituzumab govitecan (vedere paragrafo 4.6).
Sodio
Questo medicinale sarà ulteriormente preparato per la somministrazione con una soluzione contenente sodio (vedere paragrafo 6.6). Questo deve essere tenuto in considerazione in rapporto all'assunzione totale giornaliera di sodio da qualsiasi fonte da parte del paziente.
Riassunto del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse più comuni nei pazienti trattati con Sacituzumab Govitecan sono state: neutropenia (67,6%), nausea (62,6%), diarrea (62,5%), stanchezza (61,5%), alopecia (45,6%), anemia (40,7%), stipsi (36,2%), vomito (33,6%), appetito ridotto (25,7%), dispnea (22,1%) e dolore addominale (20,2%).
Le reazioni avverse di grado 3 o superiore più comuni sono state neutropenia (50,7%), leucopenia (10,5%), diarrea (10,3%), anemia (9,3%), stanchezza (6,8%), neutropenia febbrile (6,1%), ipofosfatemia (4,2%), dispnea (3,1%), linfopenia (2,9%), dolore addominale (2,8%), nausea (2,8%), vomito (2,5%), ipokaliemia (2,5%), polmonite (2,3%) e aspartato aminotransferasi aumentata (2,2%).
Le reazioni avverse gravi più frequentemente riportate nei pazienti trattati con sacituzumab govitecan sono state neutropenia febbrile (4,8%), diarrea (3,9%), neutropenia (2,6%) e polmonite (2%).
Tabella delle reazioni avverse
Le frequenze delle reazioni avverse si basano sui dati aggregati di tre studi clinici su 688 pazienti trattati con sacituzumab govitecan 10 mg/kg di peso corporeo per il trattamento di cancro della mammella triplo negativo e HR+/HER2– metastatico. L'esposizione mediana a sacituzumab govitecan è stata di 4,63 mesi.
Le frequenze delle reazioni avverse si basano sulle frequenze degli eventi avversi per tutte le cause, in cui una percentuale degli eventi per una reazione avversa può avere altre cause diverse da sacituzumab govitecan, come la malattia, altri medicinali o cause non correlate. La severità delle reazioni avverse al farmaco è stata valutata secondo i criteri comuni di terminologia per gli eventi avversi (Common Terminology Criteria for Adverse Events, CTCAE): grado 1 = lieve, grado 2 = moderata, grado 3 = severa, grado 4 = rischiosa per la vita e grado 5 = morte.
Le reazioni avverse sono elencate in base alla classificazione per sistemi e organi e in base alla frequenza. Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1 000, < 1/100), raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ogni categoria di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di severità decrescente.
Tabella 2: Elenco delle reazioni avverse
Classificazione per organi e sistemi(SOC)
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Frequenza
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Reazioni avverse
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Infezioni ed infestazioni
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Molto comune
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Infezione delle vie urinarie
Infezione delle vie respiratorie superiori
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Comune
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Sepsi
Polmonite
Influenza
Bronchite
Nasofaringite
Sinusite
Herpes orale
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Patologie del sistema emolinfopoietico
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Molto comune
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Neutropenia1
Anemia2
Leucopenia3
Linfopenia4
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Comune
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Neutropenia febbrile
Trombocitopenia5
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Disturbi del sistema immunitario
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Molto comune
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Ipersensibilità6
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Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
|
Molto comune
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Appetito ridotto
Ipokaliemia
Ipomagnesiemia
|
Comune
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Disidratazione
Iperglicemia
Ipofosfatemia
Ipocalcemia
Iponatriemia
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Disturbi psichiatrici
|
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Molto comune
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Insonnia
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Comune
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Ansia
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Patologie del sistema nervoso
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Molto comune
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Cefalea
Capogiro
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Comune
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Disgeusia
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Patologie vascolari
|
|
Comune
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Ipotensione
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Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
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Molto comune
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Dispnea7
Tosse
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Comune
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Epistassi
Tosse produttiva
Rinorrea
Congestione nasale
Sindrome delle vie aeree superiori con tosse
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Patologie gastrointestinali
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Molto comune
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Diarrea
Vomito
Nausea
Stipsi
Dolore addominale
|
Comune
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Colite neutropenica8
Colite
Stomatite
Dolore addominale superiore
Dispepsia
Malattia da reflusso gastroesofageo
Distensione dell'addome
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Non comune
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Enterite
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Molto comune
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Alopecia
Eruzione cutanea
Prurito
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Comune
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Eruzione maculo-papulosa
Iperpigmentazione cutanea
Dermatite acneiforme
Cute secca
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Molto comune
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Dolore dorsale
Artralgia
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Comune
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Dolore toracico muscolo-scheletrico
Spasmi muscolari
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Patologie renali e urinarie
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Comune
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Ematuria
Proteinuria
Disuria
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Molto comune
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Stanchezza9
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Comune
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Dolore
Brividi
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Esami diagnostici
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Comune
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Peso diminuito
Fosfatasi alcalina ematica aumentata
Tempo di tromboplastina parziale attivata prolungato
Latticodeidrogenasi ematica aumentata
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Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
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Non comune
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Reazione correlata a infusione
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1. Include i seguenti termini preferiti: neutropenia, conta dei neutrofili diminuita.
2. Include i seguenti termini preferiti: anemia, emoglobina diminuita, conta eritrocitaria diminuita.
3. Include i seguenti termini preferiti: leucopenia, conta dei leucociti diminuita.
4. Include i seguenti termini preferiti: linfopenia, conta linfocitaria diminuita.
5. Include i seguenti termini preferiti: trombocitopenia, conta delle piastrine diminuita.
6. Eventi di ipersensibilità segnalati fino alla fine del giorno successivo alla somministrazione del trattamento. Sono inclusi gli eventi codificati secondo i seguenti termini preferiti: dispnea, ipotensione, rossore, eritema, fastidio al torace, rinite allergica, respiro sibilante, edema, orticaria, reazione anafilattica, ulcerazione della bocca, esfoliazione cutanea, lingua tumefatta, tensione della gola.
7. Include i seguenti termini preferiti: dispnea, dispnea da sforzo.
8. Include il termine preferito colite neutropenica ed eventi riportati come tiflite.
9. Include i seguenti termini preferiti: stanchezza, astenia.
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Neutropenia
Il tempo mediano all'insorgenza della neutropenia (inclusa neutropenia febbrile) dopo l'inizio del primo ciclo di trattamento è stato 16 giorni. La durata mediana della neutropenia è stata 8 giorni.
La neutropenia si è verificata nel 67,6% (465/688) dei pazienti trattati con sacituzumab govitecan, inclusa neutropenia di grado 3-4 nel 50,7% dei pazienti. La neutropenia è stata la causa di riduzione della dose nel 12,4%dei pazienti. La colite neutropenica è stata osservata nell'1% (7/688) dei pazienti.
La neutropenia febbrile si è verificata nel 6,1% (42/688) dei pazienti trattati con sacituzumab govitecan. La neutropenia febbrile è stata la causa di riduzione della dose nel 2,9% dei pazienti.
Uso in pazienti con ridotta attività della UGT1A1
L'incidenza della neutropenia di grado 3-4 è stata del 60,6% (43/71) nei pazienti omozigoti per l'allele UGT1A1*28, del 52,9% (144/272) nei pazienti eterozigoti per l'allele UGT1A1*28 e del 49,1% (140/285) nei pazienti omozigoti per l'allele wild-type. L'incidenza della neutropenia febbrile di grado 3-4 è stata del 14,1% (10/71) nei pazienti omozigoti per l'allele UGT1A1*28, del 5,9% (16/272) nei pazienti eterozigoti per l'allele UGT1A1*28 e del 4,6% (13/285) nei pazienti omozigoti per l'allele wild-type. L'incidenza dell'anemia di grado 3-4 è stata del 15,5% (11/71) nei pazienti omozigoti per l'allele UGT1A1*28, del 7,4% (20/272) nei pazienti eterozigoti per l'allele UGT1A1*28 e dell'8,1% (23/285) nei pazienti omozigoti per l'allele wild-type.
Nei pazienti omozigoti per l'allele UGT1A1*28 e nei pazienti eterozigoti per l'allele UGT1A1*28 è stata osservata un'insorgenza mediana di neutropenia e di anemia più precoce che nei pazienti omozigoti per l'allele wild-type.
Diarrea
Il tempo mediano all'insorgenza della diarrea dopo l'inizio del primo ciclo di trattamento è stato 13 giorni. La durata mediana della diarrea è stata 8 giorni.
La diarrea si è verificata nel 62,5% (430/688) dei pazienti trattati con sacituzumab govitecan. Eventi di grado 3 si sono verificati nel 10,3% (71/688) dei pazienti. Tre pazienti su 688 (< 1%) hanno interrotto il trattamento a causa della diarrea.
Ipersensibilità
Reazioni da ipersensibilità segnalate fino alla fine del giorno successivo alla somministrazione si sono verificate nel 33,0% (227/688) dei pazienti trattati con sacituzumab govitecan. Ipersensibilità di grado 3 e maggiore si è verificata nell'1,7% (12/688) dei pazienti trattati con sacituzumab govitecan. L'incidenza delle reazioni da ipersensibilità che hanno comportato l'interruzione definitiva della terapia con sacituzumab govitecan è stata dello 0,1% (1/688).
Immunogenicità
Negli studi clinici in pazienti trattati con sacituzumab govitecan, 9 (1,1%) pazienti su 785 hanno sviluppato anticorpi contro sacituzumab govitecan; 6 di questi pazienti (lo 0,8% di tutti i pazienti trattati con sacituzumab govitecan) hanno presentato anticorpi neutralizzanti contro sacituzumab govitecan.
Popolazioni speciali
Non vi è stata alcuna differenza nel tasso di interruzioni dovute agli eventi avversi tra i pazienti di età pari o superiore a 65 anni e i pazienti più giovani con mTNBC. È stato osservato un tasso di interruzioni dovute alle reazioni avverse più elevato nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni (14%) rispetto ai pazienti più giovani (3%) con cancro della mammella HR+/HER2– metastatico. Il tasso di incidenza degli eventi avversi gravi è stato più elevato nei pazienti di età pari o superiore a 75 anni (67%) rispetto ai pazienti di età pari o superiore a 65 anni (43%) e ai pazienti di età inferiore a 65 anni (24%) con cancro della mammella HR+/HER2– metastatico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione:
Agenzia Italiana del Farmaco
Sito web: