Tenkasi 400 mg polvere per concentr. per soluz. per infusione uso ev 3 flaconcini 400 mg
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Perché si usa Tenkasi? A cosa serve?
Tenkasi è indicato per il trattamento delle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI) negli adulti e nei pazienti pediatrici di età pari o superiore a 3 mesi (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 5.1).
Devono essere considerate le linee guida ufficiali sull'uso appropriato degli agenti antibatterici.
Come usare Tenkasi: Posologia
Posologia
Adulti
1 200 mg somministrati come singola dose mediante infusione endovenosa della durata di 3 ore.
Pazienti pediatrici di età compresa tra 3 mesi e < 18 anni
15 mg/kg somministrati in dose singola mediante infusione endovenosa nell'arco di 3 ore (massimo 1 200 mg).
Fare riferimento alla Tabella 1 per esempi pertinenti e al paragrafo 6.6 per ulteriori dettagli.
Tabella 1: Dose di Oritavancina 15 mg/kg di peso corporeo: infusione di 3 ore (concentrazione di 1,2 mg/mL)
Peso del paziente (kg)
|
Dose di oritavancina calcolata (mg)
|
Volume totale di infusione
(mL)
|
Volume di oritavancina ricostituita (mL)
|
Volume di D5W da aggiungere alla sacca per infusione endovenosa (IV-Bag) (mL)
|
5
|
75
|
62,5
|
7.5
|
55
|
10
|
150
|
125
|
15
|
110
|
15
|
225
|
187,5
|
22,5
|
165
|
20
|
300
|
250
|
30
|
220
|
25
|
375
|
312,5
|
37,5
|
275
|
30
|
450
|
375
|
45
|
330
|
35
|
525
|
437,5
|
52,5
|
385
|
40
|
600
|
500
|
60
|
440
|
Popolazioni speciali
Anziani (≥ 65 anni)
Non sono richieste titolazioni del dosaggio per i pazienti ≥ 65 anni di età (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale
Non sono richieste le titolazioni del dosaggio nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata. Dati molto limitati solo disponibili in pazienti con compromissione renale severa. La compromissione renale non ha avuto effetti clinicamente rilevanti sull'esposizione di oritavancina (vedere paragrafo 5.2), tuttavia si deve usare cautela quando si prescrive oritavancina a pazienti con compromissione renale severa. L'oritavancina non viene rimossa dal sangue mediante le procedure di emodialisi.
Compromissione epatica
Non sono richieste le titolazioni del dosaggio per i pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (Child-Pugh Classe B) (vedere paragrafo 5.2). Non è stata valutata la farmacocinetica dell'oritavancina nei pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh Classe C), tuttavia, basandosi sui parametri farmacocinetici, non è atteso alcun impatto sull'esposizione ad oritavancina nei casi di compromissione epatica severa. Pertanto non è necessario alcun aggiustamento della dose, anche se deve essere prestata attenzione quando oritavancina viene prescritta in pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh Classe C).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l'efficacia dell'oritavancina nei pazienti pediatrici di età < 3 mesi non sono state ancora stabilite.
Modo di somministrazione
Uso endovenoso.
Esistono due medicinali a base di oritavancina (Tenkasi 400 mg e Tenkasi 1 200 mg) che:
- Sono forniti in diversi dosaggi di oritavancina.
- Hanno una durata di infusione raccomandata diversa.
- Hanno istruzioni di preparazione diverse, incluse differenze nella ricostituzione, diluizione e diluenti compatibili.
Seguire attentamente la posologia raccomandata (vedere paragrafo 4.2) e le istruzioni sulla ricostituzione e diluizione di Tenkasi 400 mg prima della somministrazione (vedere paragrafo 6.6).
Ciascuno dei tre flaconcini da 400 mg deve essere prima ricostituito con 40 mL di acqua sterile per preparazioni iniettabili (WFI). Le soluzioni ricostituite devono essere prelevate e aggiunte a una sacca endovenosa da 1 000 mL di glucosio al 5% (D5W) per un'infusione endovenosa della durata di 3 ore (vedere paragrafo 6.6).
Per la diluizione deve essere utilizzato solo D5W. La soluzione di cloruro di sodio non deve essere utilizzata per la diluizione (vedere paragrafo 6.2)
Fare riferimento a Tenkasi 1 200 mg per informazioni rilevanti sull'altro medicinale a base di oritavancina.
Quando non dev'essere usato Tenkasi
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
L'uso endovenoso di eparina sodica non frazionata è controindicato per 120 ore (5 giorni) dopo la somministrazione di Oritavancina poiché i risultati del test del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) possono rimanere falsamente elevati fino a 120 ore dopo la somministrazione di oritavancina (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Tenkasi
Reazioni di ipersensibilità
Gravi reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico, sono state segnalate con l'uso di Oritavancina. Se si verifica una reazione di ipersensibilità acuta durante l'infusione di oritavancina, la somministrazione di oritavancina deve essere immediatamente interrotta e deve essere istituita l'appropriata terapia di supporto.
Non sono disponibili dati sulla cross-reattività fra oritavancina e altri glicopeptidi, compresa la vancomicina. Prima di usare l'oritavancina è importante chiedere con attenzione informazioni sulle reazioni precedenti di ipersensibilità ai glicopeptidi (ad es. vancomicina, telavancina). A causa della possibilità di ipersensibilità crociata, è necessario effettuare un attento monitoraggio dei pazienti con anamnesi di ipersensibilità ai glicopeptidi durante e dopo l'infusione.
Reazioni correlate all'infusione
Per minimizzare il rischio di reazioni correlate all'infusione l'oritavancina viene somministrata mediante infusione endovenosa della durata di 3 ore. Le infusioni endovenose di oritavancina possono provocare reazioni come vampate nella parte superiore del corpo, orticaria, prurito e/o eruzione cutanea. Sono state osservate con l'uso di oritavancina reazioni associate all'infusione caratterizzate da dolore toracico, fastidio al torace, brividi, tremore, dolore dorsale, dolore al collo, dispnea, ipossia, dolore addominale e febbre, anche dopo la somministrazione di più di una dose di oritavancina mg durante un singolo ciclo di terapia.
Se si verificano queste reazioni, l'interruzione o il rallentamento dell'infusione potrebbe indurre la scomparsa dei suddetti sintomi (vedere paragrafo 4.8).
Necessità di agenti antibatterici aggiuntivi
L'oritavancina è attiva soltanto contro i batteri Gram-positivi (vedere paragrafo 5.1). Nelle infezioni miste dove si sospetta la presenza di batteri Gram-negativi e/o di certi tipi di batteri anaerobici, l'oritavancina deve essere co-somministrata con l'agente o gli agenti antibatterici appropriati.
Uso concomitante di warfarin
L'oritavancina ha dimostrato di prolungare artificialmente il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a un massimo di 12 ore, il che rende il monitoraggio dell'effetto anticoagulante di warfarin non affidabile fino a 12 ore dopo una dose di oritavancina.
Interferenza con le prove di coagulazione
L'oritavancina ha dimostrato di interferire con i risultati di determinati test di coagulazione di laboratorio (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). Le concentrazioni ematiche di oritavancina in pazienti trattati con una dose singola hanno dimostrato di prolungare artificialmente:
- il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT) fino a 120 ore,
- il tempo di protrombina (PT) e il rapporto internazionale normalizzato (INR) fino a 12 ore,
- il tempo di coagulazione attivato (ACT) fino a 24 ore,
- il tempo di coagulazione con silice (SCT) fino a 18 ore, e
- il test con il veleno di vipera di Russell diluito (DRVVT) fino a 72 ore.
Questi effetti derivano dal fatto che l'oritavancina si lega a e previene l'azione dei reagenti fosfolipidici che attivano la coagulazione nei test della coagulazione comunemente utilizzati in laboratorio. Per i pazienti che necessitano di monitoraggio dell'aPTT entro 120 ore dalla somministrazione dell'oritavancina, può essere preso in considerazione un test di coagulazione non dipendente dai fosfolipidi come un test cromogenico basato sul Fattore Xa o un anticoagulante alternativo che non richiede il monitoraggio dell'aPTT.
Il test cromogenico anti-fattore Xa, il test del tempo di trombina (TT) e i test diagnostici per la trombocitopenia da eparina (HIT) non subiscono l'effetto di oritavancina. In vitro, l'oritavancina alla dose di 46,6 μg/mL non ha avuto effetti sul test di resistenza della proteina C attivata (APCR), indicando una bassa probabilità di interferenza dell'oritavancina con questo test. Tuttavia, essendo l'APCR un test basato su fosfolipidi, non è possibile escludere la possibilità che concentrazioni più alte di oritavancina che potrebbero verificarsi durante l'uso clinico possano interferire con questo test.
In studi non clinici e clinici, non sono stati osservati effetti dell'oritavancina sul sistema di coagulazione in vivo.
Diarrea associata al Clostridioides difficile
La colite associata agli antibatterici e la colite pseudomembranosa sono state segnalate per l'oritavancina, e possono essere di gravità da lieve a diarrea con pericolo di vita. È pertanto importante considerare questa diagnosi nei pazienti che presentano diarrea in seguito alla somministrazione di oritavancina (vedere paragrafo 4.8). In questa circostanza deve essere considerato l'uso di misure di supporto con la somministrazione di un trattamento specifico per il Clostridioides difficile.
Superinfezione
L'uso di medicinali antibatterici può aumentare il rischio di crescita eccessiva di micro-organismi non sensibili. In caso di superinfezione devono essere adottate le misure appropriate.
Osteomielite
Negli studi clinici di Fase 3 sulle infezioni batteriche acute della pelle e della struttura cutanea (ABSSSI), nel braccio trattato con oritavancina è stato segnalato un numero maggiore di casi di osteomielite rispetto al braccio trattato con vancomicina (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per i segni e i sintomi dell'osteomielite dopo la somministrazione di oritavancina. In caso di sospetto o di diagnosi di osteomielite, deve essere istituita la terapia antibatterica alternativa appropriata.
Ascesso
Negli studi clinici di Fase 3, nel braccio trattato con oritavancina è stata segnalata la presenza di un numero leggermente superiore di casi di ascessi di recente insorgenza rispetto al braccio trattato con vancomicina (4,6% rispetto a 3,4%, rispettivamente) (vedere paragrafo 4.8). Nel caso di presenza di ascessi di recente insorgenza, devono essere adottate le misure appropriate.
Limitazioni dei dati clinici
Nei due studi clinici maggiori nelle ABSSSI i tipi di infezioni trattate erano limitati esclusivamente a cellulite, ascessi e infezioni di ferite. Non sono stati studiati altri tipi di infezioni. Esiste un'esperienza limitata negli studi clinici nei pazienti con batteriemia, malattia vascolare periferica o neutropenia, nei pazienti immunocompromessi, nei pazienti di età superiore ai 65 anni, in pazienti con compromissione renale severa e nelle infezioni causate da Streptococcus pyogenes.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Tenkasi
Sostanze metabolizzate dal citocromo P450
Uno studio clinico di screening di interazione farmacologica è stato condotto su volontari sani (n = 16) per valutare la somministrazione concomitante di una singola dose di 1 200 mg di oritavancina con substrati sonda (probe substrate) per diversi enzimi del CYP450. L'oritavancina è risultata un debole inibitore aspecifico (CYP2C9 e CYP2C19) o un debole induttore (CYP3A4 e CYP2D6) di diverse isoforme CYP.
È necessario esercitare cautela quando si somministra l'oritavancina contemporaneamente a medicinali con una finestra terapeutica stretta che vengono metabolizzati principalmente da uno degli enzimi del CYP450 affetti (ad es., warfarin), perché la somministrazione concomitante può accrescere (ad es., per i substrati CYP2C9) o ridurre (ad es., per i substrati CYP2D6) le concentrazioni del medicinale con una finestra terapeutica ristretta. I pazienti devono essere strettamente monitorizzati per segni di tossicità o mancata efficacia se hanno ricevuto l'oritavancina durante il trattamento con un composto potenzialmente interessato (ad es. i pazienti devono essere monitorizzati per sanguinamento se assumono oritavancina e warfarin contemporaneamente) (vedere paragrafo 4.4). In 36 soggetti sani è stato condotto uno studio per valutare gli effetti dell'interazione farmacologica di una singola dose da 1 200 mg di oritavancina sulla farmacocinetica dell'S-warfarin dopo una singola dose. La farmacocinetica dell'S-warfarin è stata valutata dopo una singola dose da 25 mg di warfarin da solo, o somministrato allo stesso tempo o 24 o 72 ore dopo una singola dose da 1 200 mg di oritavancina. I risultati non hanno dimostrato alcun effetto dell'oritavancina su AUC e Cmax dell'S-warfarin.
Interazioni farmaco-test di laboratorio (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
L'oritavancina si lega a e previene l'azione dei reagenti fosfolipidici che attivano la coagulazione nei test di coagulazione di laboratorio comunemente utilizzati. Le concentrazioni ematiche di oritavancina a seguito di dosi da 1 200 mg possono produrre valori falsamente elevati per determinati test di laboratorio (vedere Tabella 2).
Tabella 2: Test di coagulazione soggetti all'effetto dell'oritavancina
Test
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Durata dell'interferenza
|
Tempo di protrombina (PT)
|
Fino a 12 ore
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Rapporto internazionale normalizzato (INR)
|
Fino a 12 ore
|
Tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT)
|
Fino a 120 ore
|
Tempo di coagulazione attivato (ACT)
|
Fino a 24 ore
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Tempo di coagulazione con silice (SCT)
|
Fino a 18 ore
|
Tempo del veleno di vipera di Russell diluito (DRVVT)
|
Fino a 72 ore
|
Fertilitą, gravidanza e allattamento
Gravidanza
I dati relativi all'uso di Oritavancina in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato (meno di 300 esiti di gravidanza). Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, è preferibile evitare l'uso di Tenkasi durante la gravidanza, a meno che la condizione clinica della donna non richieda il trattamento con oritavancina.
Allattamento
I dati farmacodinamici/ tossicologici disponibili negli animali hanno dimostrato l'escrezione di oritavancina nel latte (per dettagli vedere paragrafo 5.3). Non è noto se l'oritavancina/i metaboliti siano escreti nel latte materno. Non è possibile escludere un rischio per i neonati/ infanti.
È necessario decidere se interrompere l'allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con Tenkasi, tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento materno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Gli studi sugli animali non hanno rivelato alcuna evidenza di compromissione della fertilità a causa dell'oritavancina alle concentrazioni più alte somministrate; non sono disponibili tuttavia i dati sugli effetti dell'oritavancina sulla fertilità umana.
Effetti sulla capacitą di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Tenkasi altera lievemente la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Possono insorgere capogiri che possono avere un effetto sulla guida e sull'uso di macchinari (vedere paragrafo 4.8).
Quali sono gli effetti collaterali di Tenkasi
Riepilogo del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse segnalate più comunemente (≥ 5%) sono risultate essere: nausea, reazioni di ipersensibilità, reazioni nella sede dell'infusione e cefalea. La reazione avversa grave segnalata più comunemente è stata la cellulite (1,1%). I motivi più comuni segnalati per l'interruzione sono risultati essere la cellulite (0,4%) e l'osteomielite (0,3%). Il tasso di segnalazione delle reazioni avverse è risultato più alto nei pazienti di sesso femminile che in quelli di sesso maschile.
Elenco tabulato delle reazioni avverse
Le reazioni avverse all'Oritavancina segnalate dagli studi clinici combinati di Fase 3 sulle ABSSSI con una singola dose di oritavancina sono elencate secondo la Classificazione per sistemi e organi nella seguente tabella.
Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 , < 1/10); non comune (≥ 1/1 000, < 1/100); raro (≥ 1/10 000 , < 1/1 000); molto raro (< 1/10 000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All'interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 3: Frequenza delle reazioni avverse secondo la Classificazione per sistemi e organi
Classificazione per sistemi e organi
|
Frequenza
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Reazioni avverse
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Infezioni ed infestazioni
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|
Comune
|
Cellulite, ascesso (agli arti e sottocutaneo)
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|
Non comune
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Osteomielite
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Patologie del sistema emolinfopoietico
|
|
Comune
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Anemia
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|
Non comune
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Eosinofilia, trombocitopenia
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Disturbi del sistema immunitario
|
|
Non comune
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Ipersensibilità (vedere paragrafi 4.3 e 4.4), reazione anafilattica
|
|
Non nota
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Shock anafilattico
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Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
|
Non comune
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Ipoglicemia, iperuricemia
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Patologie del sistema nervoso
|
|
Comune
|
Cefalea capogiri
|
|
Raro
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Tremore*
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Patologie cardiache
|
|
Comune
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Tachicardia
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Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
|
Non comune
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Broncospasmo, respiro sibilante, dispnea*
|
|
Raro
|
Ipossia*
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Patologie gastrointestinali
|
|
Comune
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Nausea, vomito, diarrea, stipsi
|
|
Non comune
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Dolore addominale*
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Patologie epatobiliari
|
|
Comune
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Prova di funzionalità epatica anormale (alanina aminotransferasi aumentata, aspartato aminotransferasi aumentata)
|
|
Non comune
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Bilirubina ematica aumentata
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
|
Comune
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Orticaria, eruzione cutanea, prurito
|
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Non comune
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Vasculite leucocitoclastica, angioedema, eritema multiforme, rossore
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Comune
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Mialgia
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Non comune
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Tenosinovite
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Raro
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Dolore dorsale*, dolore al collo*
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Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Comune
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Reazioni in sede di infusione**
|
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Non comune
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Dolore toracico*, piressia*
|
|
Raro
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Fastidio al torace*, brividi*
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* Queste reazioni possono essere correlate all'infusione (vedere paragrafo 4.4)
** Le reazioni in sede di infusione includono: flebite in sede di infusione, eritema in sede di infusione, stravaso, indurimento, prurito, eruzione cutanea, edema periferico.
Popolazione pediatrica
La valutazione della sicurezza nei pazienti pediatrici si basa sui dati di uno studio in cui 38 pazienti di età compresa tra 3 mesi e 18 anni con infezione batterica Gram-positiva sospetta o confermata hanno ricevuto Tenkasi. Complessivamente, il profilo di sicurezza in questi 38 pazienti era simile a quello osservato nella popolazione adulta. Le seguenti reazioni avverse non riportate nella Tabella 3 per i pazienti adulti sono state osservate in non più di 1 paziente pediatrico: irritabilità, intervallo QT dell'elettrocardiogramma prolungato (transitorio, asintomatico e non associato ad altre anomalie dell'ECG), colite da Clostridioides difficile (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Tenkasi
Nel programma clinico nei 3 017 soggetti trattati con Oritavancina non è stata osservata alcuna incidenza di sovradosaggio accidentale di oritavancina.
L'oritavancina non viene rimossa dal sangue mediante procedure di emodialisi. Nell'eventualità di sovradosaggio devono essere adottate le misure di supporto.
4 anni
Dopo la ricostituzione
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita immediatamente nella sacca per infusione endovenosa di glucosio 50 mg/mL (al 5%).
Dopo la diluizione
La soluzione diluita deve essere utilizzata immediatamente.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non usato immediatamente, i tempi di conservazione e le condizioni prima dell'uso sono sotto la responsabilità dell'utilizzatore e normalmente non devono eccedere le 12 ore a 25°C e le 24 ore a 2°C –8°C dopo la diluizione in una sacca per infusione endovenosa di glucosio al 5%.
Non conservare a temperatura superiore a 25°C.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
Mannitolo
Acido fosforico (per l'aggiustamento del pH)