Cos'è Sarclisa?
Confezioni
Sarclisa 100 mg/5 ml concentrato per soluzione per infusione uso endovenoso 1 flaconcino
Sarclisa 500 mg/25 ml concentrato per soluzione per infusione uso endovenoso 1 flaconcino
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Sarclisa? A cosa serve?
SARCLISA è indicato, in associazione a pomalidomide e desametasone, per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo (MM) recidivato e refrattario che hanno ricevuto almeno due terapie precedenti, tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma (PI), e con progressione della malattia durante l'ultima terapia.
Posologia
Come usare Sarclisa: Posologia
SARCLISA deve essere somministrato da personale sanitario in un contesto in cui sono disponibili servizi di rianimazione.
Premedicazione
Prima dell'infusione di SARCLISA, deve essere somministrata la seguente premedicazione per ridurre il rischio e la severità delle reazioni correlate all'infusione:
- desametasone 40 mg per via orale o endovenosa (o 20 mg per via orale o endovenosa per pazienti di età ≥75 anni);
- paracetamolo da 650 mg a 1000 mg per via orale (o equivalente);
- antagonisti H2 (ranitidina 50 mg per via endovenosa o equivalente [per esempio, cimetidina]) o inibitori della pompa protonica per via orale (per esempio, omeprazolo, esomeprazolo),
- difenidramina da 25 mg a 50 mg per via endovenosa o orale (o equivalente [per esempio, cetirizina, prometazina, desclorfeniramina]). La via endovenosa è preferibile almeno per le prime 4 infusioni.
La dose raccomandata di desametasone (per via orale o endovenosa) sopra indicata corrisponde alla dose totale da somministrarsi solo una volta prima dell'infusione, nell'ambito della premedicazione e della terapia di base, prima della somministrazione di Isatuximab e pomalidomide.
I farmaci raccomandati come premedicazione devono essere somministrati 15-60 minuti prima di iniziare l'infusione di SARCLISA. Nei pazienti che non manifestano una reazione correlata all'infusione nel corso delle prime 4 somministrazioni di SARCLISA può essere riconsiderata la necessità di premedicazioni successive.
Gestione della neutropenia
L'uso di fattori di stimolazione delle colonie (per esempio, G-CSF) deve essere preso in considerazione per attenuare il rischio di neutropenia. In caso di neutropenia di grado 4, la somministrazione di SARCLISA deve essere rimandata finché la conta dei neutrofili non migliora fino ad almeno 1,0 x 109/L (vedere paragrafo 4.4).
Posologia
La dose raccomandata di SARCLISA è di 10 mg/kg di peso corporeo somministrati come infusione endovenosa in associazione a pomalidomide e desametasone (regime isatuximab), secondo lo schema descritto nella Tabella 1.
Tabella 1. Schema di somministrazione di SARCLISA in associazione a pomalidomide e desametasone
Cicli
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Schema di somministrazione
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Ciclo 1
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Giorni 1, 8, 15 e 22 (settimanale)
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Ciclo 2 e oltre
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Giorni 1, 15 (ogni 2 settimane)
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Ogni ciclo di trattamento è costituito da un periodo di 28 giorni. Il trattamento viene ripetuto fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile.
Per gli altri medicinali somministrati insieme a SARCLISA, fare riferimento al rispettivo Riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.
Attenersi scrupolosamente allo schema di somministrazione. Se una dose pianificata di SARCLISA viene saltata, somministrare la dose il prima possibile e regolare lo schema di somministrazione di conseguenza, mantenendo l'intervallo di trattamento.
Aggiustamenti della dose
Non è raccomandata alcuna riduzione della dose di SARCLISA.
Devono essere effettuati aggiustamenti della dose se i pazienti manifestano reazioni correlate all'infusione (vedere “Modo di somministrazione“ di seguito).
Per gli altri medicinali somministrati insieme a SARCLISA, fare riferimento al rispettivo Riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.
Popolazioni speciali
Anziani
Sulla base di un'analisi della farmacocinetica di popolazione, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Pazienti con compromissione renale
Sulla base di un'analisi della farmacocinetica di popolazione e della sicurezza clinica, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale da lieve a severa (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con compromissione epatica
Sulla base di un'analisi di farmacocinetica di popolazione, non è raccomandato alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica lieve. I dati sui pazienti con compromissione epatica moderata e severa sono limitati (vedere paragrafo 5.2), ma non esistono evidenze che suggeriscano la necessità di un aggiustamento della dose in questi pazienti.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l'efficacia di SARCLISA nei bambini di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati clinici disponibili.
Modo di somministrazione
SARCLISA è per uso endovenoso. Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Velocità di infusione
Dopo la diluizione, SARCLISA deve essere somministrato per via endovenosa alla velocità di infusione riportata nella Tabella 2 sottostante (vedere paragrafo 5.1). L'aumento incrementale della velocità di infusione deve essere considerato solo in assenza di reazioni correlate all'infusione (vedere paragrafo 4.8).
Tabella 2. Velocità di infusione della somministrazione di SARCLISA
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Volume di diluizione
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Velocità iniziale
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Assenza di reazione correlata all'infusione
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Incremento della velocità
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Velocità massima
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Prima infusione
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250 mL
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25 mL/ora
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Per 60 minuti
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25 mL/ora ogni 30 minuti
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150 mL/ora
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Seconda infusione
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250 mL
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50 mL/ora
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Per 30 minuti
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50 mL/ora per 30 minuti, poi aumentare di 100 mL/ora ogni 30 minuti
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200 mL/ora
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Infusioni successive
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250 mL
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200 mL/ora
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—
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200 mL/ora
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Devono essere effettuati aggiustamenti della somministrazione se i pazienti manifestano reazioni da infusione (vedere paragrafo 4.4)
- Nei pazienti che manifestano reazioni correlate all'infusione di grado 2 (moderate), è necessario prendere in considerazione un'interruzione temporanea dell'infusione ed è possibile somministrare altri prodotti medicinali per la gestione dei sintomi. Dopo il miglioramento a grado ≤1 (lieve), l'infusione di SARCLISA può essere ripresa a metà della velocità di infusione iniziale, sotto stretto monitoraggio e con terapia di supporto, secondo necessità. Se i sintomi non si ripresentano dopo 30 minuti, la velocità di infusione può essere aumentata alla velocità iniziale e poi aumentata in modo incrementale, come indicato nella Tabella 2.
- Se i sintomi non si risolvono rapidamente o non migliorano fino al grado ≤1 dopo l'interruzione dell'infusione di SARCLISA, si ripresentano dopo il miglioramento iniziale con una terapia adeguata o richiedono il ricovero ospedaliero o sono potenzialmente letali (grado ≥3), il trattamento con SARCLISA deve essere interrotto definitivamente e deve essere somministrata una terapia di supporto aggiuntiva, secondo necessità.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Sarclisa
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Sarclisa
Tracciabilità
Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Reazioni correlate all'infusione
Sono state osservate reazioni correlate all'infusione, per lo più lievi o moderate, nel 38,2% dei pazienti trattati con SARCLISA (vedere paragrafo 4.8). Tutte le reazioni correlate all'infusione sono iniziate durante la prima infusione di SARCLISA e si sono risolte lo stesso giorno nel 98% delle infusioni. I sintomi più comuni di una reazione correlate all'infusione includevano dispnea, tosse, brividi e nausea. I segni e sintomi severi più comuni includevano ipertensione e dispnea (vedere paragrafo 4.8).
Per ridurre il rischio e la severità delle reazioni correlate all'infusione, i pazienti devono essere premedicati, prima dell'infusione di SARCLISA, con paracetamolo, antagonisti H2 o inibitori della pompa protonica, difenidramina o equivalente; il desametasone deve essere utilizzato sia come premedicazione sia come trattamento anti-mieloma (vedere paragrafo 4.2). I segni vitali devono essere monitorati frequentemente per tutta la durata dell'infusione di SARCLISA. Quando è necessario, interrompere l'infusione di SARCLISA e istituire la terapia medica e di supporto adeguata (vedere paragrafo 4.2). Se i sintomi non migliorano dopo l'interruzione dell'infusione di SARCLISA o si ripresentano dopo il miglioramento iniziale con una terapia adeguata o richiedono il ricovero ospedaliero o sono potenzialmente letali, interrompere definitivamente il trattamento con SARCLISA e istituire una gestione adeguata.
Neutropenia
Nei pazienti trattati con SARCLISA è stata osservata neutropenia di grado 3-4 sotto forma di alterazioni degli esami di laboratorio (84,9%) e di complicanze neutropeniche (30,3%) (vedere paragrafo 4.8).
È necessario monitorare periodicamente l'emocromo durante il trattamento. I pazienti con neutropenia devono essere monitorati per rilevare eventuali segni di infezione. Non è raccomandata alcuna riduzione della dose di SARCLISA. Per ridurre il rischio di neutropenia si deve considerare di ritardare la dose di SARCLISA e utilizzare fattori di stimolazione delle colonie (per esempio, G-CSF) (vedere paragrafo 4.2).
Infezione
Con SARCLISA si è verificata un'incidenza più alta di infezioni, incluse quelle di grado ≥3, principalmente infezione polmonare, infezioni del tratto respiratorio superiore e bronchiti (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti ai quali viene somministrato SARCLISA devono essere monitorati attentamente per rilevare eventuali segni di infezione, e deve essere istituita una terapia standard appropriata. Nel corso del trattamento è possibile prendere in considerazione una profilassi antibiotica, antimicotica e antivirale.
Seconde malignità primitive
Nello studio ICARIA-MM sono state segnalate seconde malignità primitive (second primary malignancies, SPM) in 6 pazienti (3,9%) trattati con SARCLISA e in 1 paziente (0,7%) trattato con pomalidomide e desametasone. Tali tumori includevano carcinoma cutaneo a cellule squamose in 4 pazienti trattati con SARCLISA e in 1 paziente trattato con pomalidomide e desametasone (vedere paragrafo 4.8). I pazienti hanno proseguito il trattamento dopo la resezione del carcinoma cutaneo a cellule squamose. L'incidenza generale delle SPM in tutti i pazienti esposti a SARCLISA è del 3%. I medici devono valutare attentamente i pazienti prima e durante il trattamento, secondo le linee guida dell'International Myeloma Working Group (IMWG) per verificare l'eventuale sviluppo di seconde malignità primitive ed iniziare il trattamento come indicato.
Interferenza con i test sierologici (test dell'antiglobulina indiretto)
Isatuximab si lega a CD38 sui globuli rossi (GR) e può determinare un falso positivo nel test dell'antiglobulina indiretto (test di Coombs indiretto). Per evitare potenziali problemi legati alla trasfusione eritrocitaria, nei pazienti trattati con SARCLISA la determinazione del gruppo sanguigno e i test di screening devono essere eseguiti prima della prima infusione. Si può prendere in considerazione la fenotipizzazione prima di iniziare il trattamento con SARCLISA, come da pratica locale. Se il trattamento con SARCLISA è già iniziato, è necessario informare la banca del sangue. I pazienti devono essere monitorati per verificare il rischio ipotetico di emolisi. Se è necessaria una trasfusione di emergenza, è possibile somministrare GR AB0/Rh-compatibili non cross-matched secondo la prassi della banca del sangue locale (vedere paragrafo 4.5). Non sono attualmente disponibili informazioni rispetto alla persistenza dell'interferenza con il test di Coombs indiretto dopo l'ultima infusione di SARCLISA. Sulla base dell'emivita di isatuximab si prevede che la positività mediata da isatuximab al test di Coombs indiretto possa persistere per circa 6 mesi dopo l'ultima infusione.
Interferenza con la determinazione della risposta completa
Isatuximab è un anticorpo monoclonale IgG kappa che potrebbe essere rilevato sia dall'analisi elettroforetica delle proteine sieriche (SPE) che dall'immunofissazione (IFE), utilizzate per il monitoraggio clinico della proteina M endogena (vedere paragrafo 4.5). Questa interferenza può influire sull'accuratezza della determinazione della risposta completa in alcuni pazienti con mieloma da proteine IgG kappa. Ventidue pazienti trattati nel braccio isatuximab che soddisfacevano i criteri di risposta parziale molto buona (Very Good Partial Response - VGPR) con positività solo residua all'immunofissazione sono stati testati per l'interferenza. I campioni di siero di questi pazienti sono stati analizzati mediante spettrometria di massa per distinguere il segnale di isatuximab dal segnale della proteina M del mieloma (vedere paragrafo 4.5).
Anziani
I dati sulla popolazione anziana di età ≥85 anni sono limitati (vedere paragrafo 4.2).
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Sarclisa
Isatuximab non ha alcun impatto sulla farmacocinetica di pomalidomide e viceversa.
Interferenza con i test sierologici
Poiché la proteina CD38 è espressa sulla superficie dei globuli rossi, isatuximab, anticorpo anti-CD38, può interferire con i test sierologici della banca del sangue con potenziali reazioni false positive nei test dell'antiglobulina indiretti (test di Coombs indiretti), nei test di rilevamento degli anticorpi (screening), nei pannelli di identificazione anticorpale e nei crossmatch della globulina anti-umana (AHG) nei pazienti trattati con isatuximab (vedere paragrafo 4.4). I metodi per attenuare l'interferenza includono il trattamento dei GR reagenti con ditiotreitolo (DTT) per rompere il legame di isatuximab o altri metodi convalidati localmente. Poiché anche il sistema Kell dei gruppi sanguigni è sensibile al trattamento con DTT, dovranno essere fornite unità Kell-negative dopo aver escluso o identificato alloanticorpi qualora si utilizzino GR trattati con DTT.
Interferenza con i test di elettroforesi delle proteine sieriche e di immunofissazione
Isatuximab può essere rilevato dall'elettroforesi proteica sierica (SPE) e dai saggi di immunofissazione (IFE) utilizzati per il monitoraggio della proteina M e potrebbe interferire con una classificazione accurata della risposta basata sui criteri dell'International Myeloma Working Group (IMWG) (vedere paragrafo 4.4).
Fertilità, gravidanza e allattamento
Donne in età fertile/contraccezione
Le donne in età fertile trattate con Isatuximab devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento e per 5 mesi dopo la cessazione del trattamento.
Gravidanza
Non esistono dati sull'uso di isatuximab in donne in gravidanza. Non sono stati condotti studi sulla tossicità riproduttiva negli animali con isatuximab. È noto che gli anticorpi monoclonali immunoglobulina G1 attraversano la placenta dopo il primo trimestre di gravidanza. L'uso di isatuximab nelle donne in gravidanza non è raccomandato.
Allattamento
Non è noto se isatuximab sia escreto nel latte umano. È noto che le IgG umane sono escrete nel latte materno nei primi giorni dopo la nascita, riducendosi a basse concentrazioni subito dopo; tuttavia, il rischio per il bambino allattato con latte materno non può essere escluso durante questo breve periodo subito dopo la nascita. Per tale specifico periodo deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento con latte materno o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con isatuximab, tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Successivamente, isatuximab può essere impiegato durante l'allattamento, se clinicamente necessario.
Fertilità
Non sono disponibili dati su esseri umani e animali per determinare gli effetti potenziali di isatuximab sulla fertilità in uomini e donne (vedere paragrafo 5.3).
Per gli altri medicinali somministrati insieme a isatuximab, fare riferimento al rispettivo riassunto delle caratteristiche del prodotto aggiornato.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
SARCLISA non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Sarclisa
Riassunto del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse più frequenti (≥20%) sono neutropenia (46,7%), reazioni correlata all'infusione (38,2%), infezione polmonare (30,9%), infezione delle vie respiratorie superiori (28,3%), diarrea (25,7%) e bronchite (23,7%).
Le reazioni avverse gravi più frequenti sono l'infezione polmonare (9,9%) e la neutropenia febbrile (6,6%).
Tabella delle reazioni avverse
Le reazioni avverse sono descritte utilizzando i criteri terminologici comuni di tossicità del National Cancer Institute (NCI), nonché i termini COSTART e MedDRA. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All'interno di ciascun raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente.
Le reazioni avverse sono state selezionate in base a un'incidenza ≥ 5% (tutti i gradi) o ≥ 2% (gradi ≥3) nel gruppo dei pazienti trattati con il regime di Isatuximab e in base a un tasso di incidenza uguale o maggiore del 5% nel gruppo isatuximab rispetto al gruppo di confronto (pomalidomide e desametasone a basso dosaggio). I termini fibrillazione atriale e carcinoma cutaneo a cellule squamose sono stati aggiunti per la loro rilevanza clinica.
Tabella 3a. Reazioni avverse segnalate in pazienti con mieloma multiplo trattati con isatuximab in associazione a pomalidomide e desametasone a basso dosaggio (studio ICARIA-MM)
Classificazione per sistemi e organi
Termine preferito
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Reazione avversa
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Frequenza
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Incidenza (%)
(N= 152)
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Qualsiasi grado
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Grado ≥3
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Infezioni ed infestazioni
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Infezione polmonare b
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Molto comune
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47 (30,9)
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40 (26,3)
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Infezione delle vie respiratorie superiori*
|
Molto comune
|
43 (28,3)
|
5 (3,3)
|
Bronchite*
|
Molto comune
|
36 (23,7)
|
5 (3,3)
|
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)
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Carcinoma cutaneo a cellule squamose
|
Comune
|
4 (2,6)
|
2 (1,3)
|
Patologie del sistema emolinfopoietico
|
Neutropeniac
|
Molto comune
|
71 (46,7)
|
70 (46,1)
|
Neutropenia febbrile
|
Molto comune
|
18 (11,8)
|
18 (11,8)
|
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
Appetito ridotto*
|
Comune
|
15 (9,9)
|
2 (1,3)
|
Patologie cardiache
|
Fibrillazione atriale
|
Comune
|
7 (4,6)
|
3 (2,0)
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Dispnea*
|
Molto comune
|
23 (15,1)
|
6 (3,9)
|
Patologie gastrointestinali
|
Diarrea*
|
Molto comune
|
39 (25,7)
|
3 (2,0)
|
Nausea*
|
Molto comune
|
23 (15,1)
|
0
|
Vomito*
|
Molto comune
|
18 (11,8)
|
2 (1,3)
|
Esami diagnostici
|
Peso diminuito*
|
Comune
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10 (6,6)
|
0
|
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
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Reazioni correlate all'infusione
|
Molto comune
|
58 (38,2)
|
4 (2,6)
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a Nella Tabella 3 sono riportati solo i TEAE (Treatment Emergent Adverse Event). I valori ematologici di laboratorio sono riportati nella Tabella 4.
b Il termine infezione polmonare è un raggruppamento dei seguenti termini: polmonite atipica, aspergillosi broncopolmonare, polmonite, polmonite da Haemophilus, polmonite influenzale, polmonite pneumococcica, polmonite streptococcica, polmonite virale, polmonite da Candida, polmonite batterica, infezione da Haemophilus, infezione ai polmoni, polmonite micotica e polmonite da Pneumocystis jirovecii.
c I valori ematologici di laboratorio sono stati registrati come TEAE solo se hanno portato all'interruzione del trattamento e/o alla modifica della dose e/o hanno soddisfatto un criterio di gravità e/o sono stati definiti AESI.
*Nessun Grado 4
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Reazioni correlate all'infusione
Nello studio ICARIA-MM, sono state segnalate reazioni correlate all'infusione in 58 pazienti (38,2%) trattati con SARCLISA. Tutti i pazienti che hanno manifestato reazioni correlate all'infusione le hanno manifestate durante la prima infusione di SARCLISA; 3 pazienti (2,0%) hanno avuto reazioni correlate all'infusione anche alla loro seconda infusione e 2 pazienti (1,3%) alla quarta. Sono state segnalate reazioni correlate all'infusione di grado 1 nel 3,9% dei pazienti, di grado 2 nel 31,6%, di grado 3 nell'1,3% e di grado 4 nell'1,3%. Tutte le reazioni correlate all'infusione sono state reversibili e si sono risolte il giorno stesso nel 98% delle infusioni. I segni e i sintomi delle reazioni correlate all'infusione di grado 3 o superiore includevano dispnea, ipertensione e broncospasmo.
L'incidenza delle interruzioni dell'infusione dovute alle reazioni correlate all'infusione è stata del 28,9%. Il tempo mediano all'interruzione dell'infusione è stato di 55 minuti.
Sono state segnalate interruzioni del trattamento dovute a reazione correlate all'infusione nel 2,6% dei pazienti nel gruppo di trattamento con isatuximab.
Infezioni
Nello studio ICARIA-MM, l'incidenza delle infezioni di grado 3 o superiore è stata del 42,8%. L'infezione polmonare è stata l'infezione severa più comunemente segnalata; il grado 3 è stato segnalato nel 21,7% dei pazienti del gruppo di trattamento con isatuximab rispetto al 16,1% del gruppo del trattamento di confronto (pomalidomide e desametasone a basso dosaggio), mentre il grado 4 è stato segnalato nel 3,3% dei pazienti nel gruppo di trattamento con isatuximab rispetto al 2,7% del gruppo del trattamento di confronto. Sono state segnalate interruzioni del trattamento dovute a infezione nel 2,6% dei pazienti nel gruppo di trattamento con isatuximab rispetto al 5,4% del gruppo del trattamento di confronto. Sono state segnalate infezioni fatali nel 3,3% dei pazienti nel gruppo di trattamento con isatuximab e nel 4,0% di quelli nel gruppo del trattamento di confronto.
Valori ematologici di laboratorio
Tabella 4. Anomalie ematologiche di laboratorio in pazienti che assumono isatuximab in associazione a pomalidomide e desametasone a basso dosaggio rispetto a pomalidomide e desametasone a basso dosaggio (ICARIA-MM)
Parametro di laboratorio
|
SARCLISA + pomalidomide + desametasone a basso dosaggio
n (%)
(N=152)
|
Pomalidomide + desametasone a basso dosaggio
n (%)
(N=147)
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Tutti i gradi
|
Grado 3
|
Grado 4
|
Tutti i gradi
|
Grado 3
|
Grado 4
|
Anemia
|
151 (99,3)
|
48 (31,6)
|
0
|
145 (98,6)
|
41 (27,9)
|
0
|
Neutropenia
|
146 (96,1)
|
37 (24,3)
|
92 (60,5)
|
137 (93,2)
|
57 (38,8)
|
46 (31,3)
|
Linfopenia
|
140 (92,1)
|
64 (42,1)
|
19 (12,5)
|
137 (93,2)
|
52 (35,4)
|
12 (8,2)
|
Trombocitopenia
|
127 (83,6)
|
22 (14,5)
|
25 (16,4)
|
118 (80,3)
|
14 (9,5)
|
22 (15,0)
|
Il denominatore utilizzato per il calcolo percentuale è il numero di pazienti con almeno 1 valutazione delle analisi di laboratorio durante il periodo di osservazione considerato.
Immunogenicità
In 6 studi clinici sul mieloma multiplo (MM) con isatuximab in monoterapia e terapie di associazione, compreso ICARIA-MM (N= 564), l'incidenza di ADA emergenti dal trattamento è stata del 2,3%. Non è stato osservato alcun effetto degli ADA sulla farmacocinetica, sulla sicurezza o sull'efficacia di isatuximab.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Sarclisa
Segni e sintomi
Non vi è stata esperienza di sovradosaggio negli studi clinici. Negli studi clinici sono state somministrate dosi di Isatuximab per via endovenosa fino a 20 mg/kg.
Gestione
Non esiste un antidoto specifico noto per il sovradosaggio di SARCLISA. In caso di sovradosaggio, i pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio per rilevare l'insorgenza di segni o sintomi di reazioni avverse e devono essere prese immediatamente tutte le misure adeguate.
Scadenza
Flaconcino non aperto
3 anni
Dopo la diluizione
La stabilità chimica e fisica in uso di SARCLISA soluzione per infusione è stata dimostrata per 48 ore a 2 °C - 8 °C, seguite da 8 ore (incluso il tempo di infusione) a temperatura ambiente. Da un punto di vista microbiologico il prodotto deve essere usato immediatamente. In caso ciò non avvenga, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell'uso sono responsabilità dell'utilizzatore e non devono superare di norma le 24 ore a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e validate.
Per la conservazione nella sacca per infusione non è necessaria alcuna protezione dalla luce.
Conservazione
Conservare in frigorifero (2 °C – 8 °C).
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali