Cos'č Rivastigmina Sandoz?
Rivastigmina Sandoz č un farmaco a base del principio attivo Rivastigmina Tartrato Acido , appartenente alla categoria degli Antidemenza anticolinesterasici e nello specifico Anticolinesterasici. E' commercializzato in Italia dall'azienda Sandoz S.p.A. .
Rivastigmina Sandoz puņ essere prescritto con RicettaRRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti .
Rivastigmina Sandoz puņ essere prescritto con Ricetta
Confezioni
Rivastigmina Sandoz 1,5 mg 56 capsule rigide
Informazioni commerciali sulla prescrizione
Titolare: Sandoz S.p.A.
Ricetta:RRL - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti
Classe:A
Principio attivo:Rivastigmina Tartrato Acido
Gruppo terapeutico:Antidemenza anticolinesterasici
ATC:N06DA03 - Rivastigmina
Forma farmaceutica: capsula
Ricetta:
Classe:
Principio attivo:
Gruppo terapeutico:
ATC:
Forma farmaceutica: capsula
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Indicazioni
Perché si usa Rivastigmina Sandoz? A cosa serve?
Trattamento sintomatico della demenza di tipo Alzheimer da lieve a moderatamente grave.
Trattamento sintomatico della demenza da lieve a moderatamente grave in pazienti con malattia di Parkinson idiopatica.
Posologia
Come usare Rivastigmina Sandoz: Posologia
Il trattamento deve essere iniziato e controllato da un medico esperto nella diagnosi e terapia della demenza di Alzheimer o della demenza associata alla malattia di Parkinson. La diagnosi deve essere effettuata in accordo con le attuali linee guida. La terapia con rivastigmina deve essere iniziata solo se è disponibile un “caregiver“ (colui che assiste abitualmente il paziente) che controlli regolarmente l'assunzione del medicinale da parte del paziente.
La rivastigmina va somministrata due volte al giorno, a colazione e a cena. Le capsule vanno deglutite intere.
Dose iniziale
1,5 mg due volte al giorno.
Titolazione del dosaggio
La dose iniziale è di 1,5 mg due volte al giorno. Se questa dose risulta ben tollerata per almeno due settimane di trattamento, potrà essere aumentata a 3 mg due volte al giorno. Successivi aumenti a 4,5 e poi a 6 mg due volte al giorno dovranno sempre basarsi sulla buona tollerabilità, per almeno due settimane, della dose in corso di somministrazione.
Se durante il trattamento compaiono reazioni avverse (es. nausea, vomito, dolore addominale, perdita dell'appetito), perdita di peso o peggioramento dei sintomi extrapiramidali (es. tremore) nei pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson, queste potrebbero rispondere alla sospensione di una o più dosi del medicinale. In caso di persistenza delle reazioni avverse la dose giornaliera deve essere temporaneamente ridotta alla dose precedente ben tollerata, oppure può essere interrotto il trattamento.
Dose di mantenimento
La dose efficace è da 3a 6 mg due volte al giorno; per raggiungere il massimo beneficio terapeutico i pazienti devono essere mantenuti al più alto dosaggio ben tollerato. La dose massima raccomandata è di 6 mg due volte al giorno.
Il trattamento di mantenimento può essere continuato fino a quando sia riscontrabile un beneficio terapeutico. Pertanto il beneficio clinico della rivastigmina deve essere rivalutato regolarmente, in particolare per i pazienti trattati con dosi inferiori a 3 mg due volte al giorno. Se dopo 3 mesi di terapia con la dose di mantenimento il peggioramento dei sintomi della demenza non viene influenzato positivamente, il trattamento deve essere interrotto. Anche nel caso in cui non sia più riscontrabile un effetto terapeutico, si deve prendere in considerazione l'interruzione del trattamento.
La risposta individuale alla rivastigmina non è prevedibile. Comunque un maggiore effetto terapeutico è stato riscontrato nei pazienti con demenza di grado moderato con malattia di Parkinson. Alla stessa maniera un più ampio effetto è stato osservato nei pazienti con malattia di Parkinson con allucinazioni visive (vedere paragrafo 5.1).
Non è stato studiato l'effetto terapeutico in studi clinici controllati verso placebo della durata di oltre 6 mesi.
Reintroduzione della terapia
Se si interrompe il trattamento per parecchi giorni, si deve riprendere la terapia partendo da 1,5 mg due volte al giorno. La titolazione del dosaggio deve poi essere eseguita come descritto sopra.
Insufficienza renale e epatica
Non sono necessari aggiustamenti della dose per i pazienti con insufficienza renale o epatica da lieve a moderata. Tuttavia, a causa dell'aumentata esposizione al medicinale in questi pazienti la posologia deve essere accuratamente titolata a seconda della tollerabilità individuale poichè i pazienti con insufficienza renale o epatica clinicamente significativa possono riscontrare reazioni più avverse (vedere i paragrafi 4.4 e 5.2). I pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica non sono stati studiati (vedere paragrafo 4.4).
Uso nei bambini
L'uso di rivastigmina non è raccomandato nei bambini.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Rivastigmina Sandoz
L'assunzione di questo medicinale è controindicata nei pazienti con ipersensibilità al principio attivo, ad altri derivati del carbammato o ad uno qualsiasi degli eccipienti utilizzati nella formulazione.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Rivastigmina Sandoz
L'incidenza e la gravità delle reazioni avverse generalmente aumenta con le dosi più alte. Se si interrompe il trattamento per parecchi giorni, si deve riprendere la terapia partendo da 1,5 mg due volte al giorno per ridurre il rischio di reazioni avverse (es. vomito).
Titolazione del dosaggio: subito dopo l'aumento della dose sono state osservate reazioni avverse (es. ipertensione e allucinazioni in pazienti con demenza di Alzheimer e peggioramento dei sintomi extrapiramidali, in particolare tremore, in pazienti con demenza associata a malattia di Parkinson). Queste possono essere sensibili ad una riduzione della dose. In altri casi, la somministrazione di rivastigmina è stata interrotta (vedere paragrafo 4.8).
Disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea sono dose-dipendenti esi possono verificare in modo particolare all'inizio del trattamento e/o in occasione di incrementi posologici (vedere paragrafo 4.8). Queste reazioni avverse si verificano più frequentemente nelle donne. I pazienti che mostrano segni o sintomi di disidratazione in seguito a vomito o diarrea prolungati possono essere trattati con liquidi intravenosi e riducendo la dose oppure interrompendo il trattamento, se riconosciuti e trattati tempestivamente. La disidratazione può essere associata ad eventi seri.
I pazienti con malattia di Alzheimer tendono a perdere peso. L'uso degli inibitori delle colinesterasi, rivastigmina compresa, è stato associato a perdita di peso in questi pazienti. Durante la terapia il peso corporeo dei pazienti deve essere controllato.
Qualora si verificassero, in associazione al trattamento con rivastigmina, episodi di vomito di grado severo, si deve procedere con opportuni aggiustamenti della dose come raccomandato al paragrafo 4.2. Alcuni episodi di vomito di grado severo sono stati accompagnati da rottura esofagea (vedere paragrafo 4.8). Tali episodi si sono verificati in particolare dopo incrementi del dosaggio di rivastigmina o dopo la somministrazione di alte dosi.
Si deve prestare attenzione alla somministrazione di rivastigmina in pazienti con sindrome del nodo del seno o disturbi della conduzione (blocco seno-atriale, blocco atrio-ventricolare) (vedere paragrafo 4.8).
La rivastigmina può provocare un aumento delle secrezioni acide gastriche. È consigliabile particolare prudenza nel trattamento di pazienti con ulcera gastrica o duodenale in fase attiva o in pazienti predisposti.
Gli inibitori delle colinesterasi devono essere prescritti con cautela a pazienti con anamnesi positiva di asma o broncopneumopatia ostruttiva.
I colinomimetici possono causare o aggravare ostruzioni urinarie e crisi convulsive. Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti predisposti a questo tipo di disturbi.
L'impiego di rivastigmina in pazienti con grave demenza di Alzheimer o demenza associata alla malattia di Parkinson, in altri tipi di demenza o in altri tipi di disturbi della memoria (es. declino cognitivo correlato all'età) non è stato oggetto di studio e pertanto si sconsiglia l'uso in queste popolazioni di pazienti.
Come altri colinomimetici, la rivastigmina può aggravare o indurre sintomi extrapiramidali. Un peggioramento (comprendente bradicinesia, discinesia, andatura anormale) ed un'aumentata incidenza o gravità del tremore sono stati osservati in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson (vedere paragrafo 4.8). Tali eventi possono, in alcuni casi, portare alla sospensione di rivastigmina (es. interruzione causata dal tremore nell'1,7% dei pazienti con rivastigmina contro lo 0% con placebo). Si raccomanda il monitoraggio clinico per queste reazioni avverse.
Popolazioni particolari:
I pazienti con insufficienza renale o epatica clinicamente significativa possono riscontrare reazioni più avverse (vedere i paragrafi 4.2 e 5.2 I pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica non sono stati studiati. La rivastigmina può comunque essere utilizzato in questi pazienti ed è necessario un attento monitoraggio.
I pazienti con peso corporeo inferiore a 50 kg possono manifestare più reazioni avverse e possono essere più facilmente costretti ad interrompere il trattamento a causa di reazioni avverse.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Rivastigmina Sandoz
Essendo un inibitore della colinesterasi, la rivastigmina può aumentare gli effetti dei miorilassanti di tipo succinilcolinico durante l'anestesia. Si raccomanda cautela nella scelta degli anestetici. Se necessario, si possono prendere in considerazione aggiustamenti della dose o la sospensione temporanea del trattamento.
Per i suoi effetti farmacodinamici, la rivastigmina non va somministrata in associazione con altre sostanze colinomimetiche; essa può interferire con l'attività di medicinali anticolinergici.
In studi su volontari sani nessuna interazione farmacocinetica è stata osservata fra rivastigmina e digossina, warfarin, diazepam o fluoxetina. L'aumento del tempo di protrombina indotto da warfarin non è modificato dalla somministrazione di rivastigmina. Con la somministrazione concomitante di digossina e rivastigmina non sono stati osservati effetti indesiderati sulla conduzione cardiaca.
Considerando il suo metabolismo, appaiono improbabili interazioni farmacometaboliche con altri medicinali, sebbene la rivastigmina possa inibire il metabolismo di altre sostanze mediato dalle butirrilcolinesterasi.
Fertilitą, gravidanza e allattamento
Per rivastigmina non sono disponibili dati clinici relativi a gravidanze esposte. Non sono stati osservati effetti sulla fertilità o sullo sviluppo embriofetale in ratti e conigli, ad eccezione delle dosi alle quali si è manifestata tossicità nella madre. In studi peri/postnatali nel ratto, è stato osservato un aumento del tempo di gestazione. Rivastigmina non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Negli animali, la rivastigmina viene escreta nel latte. Non è noto se la rivastigmina sia escreta nel latte umano e quindi le donne trattate con rivastigmina non devono allattare.
Effetti sulla capacitą di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
La malattia di Alzheimer può causare una graduale perdita della capacità di guidare o compromettere l'abilità di usare macchinari. Inoltre la rivastigmina può indurre vertigini e sonnolenza, soprattutto all'inizio del trattamento o in concomitanza con l'aumento della dose. Di conseguenza, rivastigmina ha una lieve o moderata influenza sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Quindi la capacità dei pazienti con demenza trattati con rivastigmina di continuare a guidare o utilizzare macchine complesse deve essere abitualmente valutata dal medico curante.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Rivastigmina Sandoz
Le reazioni avverse segnalate più frequentemente sono di natura gastrointestinale e comprendono nausea (38%) e vomito (23%), soprattutto durante la fase di titolazione. Negli studi clinici le donne sono risultate più sensibili degli uomini alle reazioni gastrointestinali e alla perdita di peso.
Le seguenti reazioni avverse, elencate in Tabella 1, si riferiscono a pazienti con demenza di Alzheimer trattati con rivastigmina.
Le reazioni avverse in Tabella 1 sono elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e per classe di frequenza. Le classi di frequenza sono definite utilizzando i seguenti parametri convenzionali: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 e <1/10), non comune (≥1/1.000 e <1/100), raro (≥1/10.000 e <1/1.000), molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 1
Infezioni ed infestazioni
Molto raro
|
Infezioni urinarie
|
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune
Non nota
|
Anoressia
Disidratazione
|
Disturbi psichiatrici
Comune
Comune
Comune
Non comune
Non comune
Molto raro
Non nota
|
Agitazione
Confusione
Ansia
Insonnia
Depressione
Allucinazioni
Aggressività, irrequietezza
|
Patologie del sistema nervoso
Molto comune
Comune
Comune
Comune
Non comune
Raro
Molto raro
|
Capogiri
Cefalea
Sonnolenza
Tremori
Sincope
Crisi convulsive
Sintomi extrapiramidali (incluso un peggioramento della malattia di Parkinson.
|
Patologie cardiache
Raro
Molto raro
Non nota
|
Angina pectoris
Aritmia cardiaca (es. bradicardia, blocco atrio-ventricolare, fibrillazione atriale e tachicardia)
Sindrome del nodo del seno
|
Patologie vascolari
Molto raro
|
Ipertensione
|
Patologie gastrointestinali
Molto comune
Molto comune
Molto comune
Comune
Raro
Molto raro
Molto raro
Non nota
|
Nausea
Vomito
Diarrea
Dolore addominale e dispepsia
Ulcera gastrica e duodenale
Emorragia gastrointestinale
Pancreatite
Alcuni episodi di vomito di grado severo sono stati accompagnati da rottura esofagea (vedere paragrafo 4.4)
|
Patologie epatobiliari
Non comune
Non nota
|
Alterazione dei test di funzionalità epatica
Epatite
|
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune
Raro
Non noto
|
Iperidrosi
Rash cutaneo
Prurito
|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune
Comune
Non comune
|
Fatica ed astenia
Malessere
Cadute
|
Esami diagnostici
Comune
|
Perdita di peso
|
Le seguenti reazioni avverse sono state osservate con rivastigmina cerotti transdermici: delirio, piressia (comune).
La Tabella 2 mostra le reazioni avverse segnalate in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson e trattati con rivastigmina.
Tabella 2
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune
Comune
|
Anoressia
Disidratazione
|
Disturbi psichiatrici
Comune
Comune
Comune
Non nota
|
Insonnia
Ansia
Irrequietezza
Aggressività
|
Patologie del sistema nervoso
Molto comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Comune
Non comune
|
Tremori
Capogiri
Sonnolenza
Cefalea
Peggioramento della malattia di Parkinson
Bradicinesia
Discinesia
Distonia
|
Patologie cardiache
Comune
Non comune
Non comune
Non nota
|
Bradicardia
Fibrillazione atriale
Blocco atrioventricolare
Sindrome del nodo del seno
|
Patologie gastrointestinali
Molto comune
Molto comune
Comune
Comune
Comune
|
Nausea
Vomito
Diarrea
Dolore addominale e dispepsia
Ipersecrezione salivare
|
Patologie epato-biliari
Non nota
|
Epatite
|
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune
|
Iperidrosi
|
Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comune
|
Rigidità muscolare
|
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune
Comune
|
Fatica ed astenia
Andatura anomala
|
Nella Tabella 3 sono elencati il numero e la percentuale dei pazienti che hanno partecipato ad uno specifico studio clinico della durata di 24 settimane, condotto in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson e trattati con rivastigmina, su cui si sono verificati eventi avversi predefiniti che potrebbero rispecchiare un peggioramento dei sintomi parkinsoniani.
Tabella 3
Eventi avversi predefiniti che potrebbero rispecchiare un peggioramento dei sintomi parkinsoniani in pazienti con demenza associata alla malattia di Parkinson
|
Rivastigmina
N (%)
|
Placebo
N (%)
|
Totale pazienti studiati
|
362 (100)
|
179 (100)
|
Totale pazienti con eventi avversi predefiniti
|
99 (27,3)
|
28 (15,6)
|
Tremore
|
37 (10,2)
|
7 (3,9)
|
Cadute
|
21 (5,8)
|
11 (6,1)
|
Malattia di Parkinson (peggioramento)
|
12 (3,3)
|
2 (1,1)
|
Ipersecrezione salivare
|
5 (1,4)
|
0
|
Discinesia
|
5 (1,4)
|
1 (0,6)
|
Parkinsonismo
|
8 (2,2)
|
1 (0,6)
|
Ipocinesia
|
1 (0,3)
|
0
|
Disturbi del movimento
|
1 (0,3)
|
0
|
Bradicinesia
|
9 (2,5)
|
3 (1,7)
|
Distonia
|
3 (0,8)
|
1 (0,6)
|
Andatura anormale
|
5 (1,4)
|
0
|
Rigidità muscolare
|
1 (0,3)
|
0
|
Disturbi dell'equilibrio
|
3 (0,8)
|
2 (1,1)
|
Rigidità muscolo-scheletrica
|
3 (0,8)
|
0
|
Irrigidimento
|
1 (0,3)
|
0
|
Disfunzioni motorie
|
1 (0,3)
|
0
|
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Rivastigmina Sandoz
Sintomi
La maggior parte degli episodi di sovradosaggio accidentale sono stati asintomatici e quasi tutti i pazienti interessati hanno proseguito il trattamento con rivastigmina. Nei casi di sovradosaggio sintomatico si sono osservati: nausea, vomito, diarrea, ipertensione o allucinazioni. A causa del noto effetto vagotonico degli inibitori delle colinesterasi sul battito cardiaco, si possono verificare episodi di bradicardia e/o sincope. Si è verificato un caso di ingestione di 46 mg; dopo un trattamento conservativo il paziente si è completamente ripreso in 24 ore.
Trattamento
Poiché la rivastigmina ha una emivita plasmatica di circa 1 ora e la durata dell'inibizione dell'acetilcolinesterasi è di circa 9 ore, in caso di sovradosaggio asintomatico si raccomanda di non somministrare altre dosi di rivastigmina nelle successive 24 ore. Nei casi di sovradosaggio accompagnati da nausea e vomito gravi, si deve prendere in considerazione l'uso di antiemetici. In caso di comparsa di altra sintomatologia, si dovrà predisporre un opportuno trattamento sintomatico.
Nei casi di grave sovradosaggio si può utilizzare atropina. Si raccomanda una dose iniziale di 0,03 mg/kg per via intravenosa di solfato di atropina, con successivi adeguamenti posologici conformemente alla risposta clinica. È sconsigliato l'uso di scopolamina come antidoto.
Scadenza
5 anni
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Elenco degli eccipienti
Gelatina
Magnesio stearato
Ipromellosa
Cellulosa microcristallina
Silice colloidale anidra
Ossido di ferro giallo (E172)
Ossido di ferro rosso (E172)
Titanio diossido (E171)
Farmaci Equivalenti
I farmaci equivalenti di Rivastigmina Sandoz a base di Rivastigmina Tartrato Acido sono: Exelon - Capsula, Nimvastid - Capsula, Rivastigmina Aurobindo