Neohepatect soluzione per infusione flacone 10 ml/500 U.I.
Neohepatect soluzione per infusione flacone 100 ml/5000 U.I.
Neohepatect soluzione per infusione flacone 2 ml/100 U.I.
Neohepatect soluzione per infusione flacone 40 ml/2000 U.I.
Posologia
Prevenzione della reinfezione da virus dell'epatite B dopo trapianto di fegato per insufficienza epatica causata dall'epatite B:
Negli adulti:
somministrare 10.000 UI il giorno del trapianto, durante l'intervento chirurgico e successivamente da 2.000 a 10.000 UI (da 40 ml a 200 ml) al giorno per sette giorni e quando necessario per mantenere il livello di anticorpi superiore a 100-150 UI/l in pazienti HBV- DNA negativi e superiore a 500 UI/l in pazienti HBV-DNA positivi.
Nei bambini:
La posologia deve essere aggiustata in rapporto all'area della superficie corporea, sulla base di 10.000 UI/1,73 m2.
Immunoprofilassi dell'epatite B:
- Prevenzione dell'epatite B in caso di esposizione accidentale al virus di soggetti non immuni: almeno 500 UI (10 ml), a seconda dell'intensità di esposizione al virus, il più presto possibile dopo l'esposizione e preferibilmente entro 24-72 ore.
- Immunoprofilassi dell'epatite B in pazienti emodializzati:
8-12 UI (0,16-0,24 ml)/kg fino a un massimo di 500 UI (10 ml), ogni due mesi fino alla sieroconversione successiva alla vaccinazione.
- Prevenzione dell'epatite B nel neonato di una madre portatrice del virus dell'epatite B, alla nascita o il più presto possibile dopo la nascita: 30-100 UI (0,6-2 ml)/kg. La somministrazione di immunoglobulina anti epatite B deve essere ripetuta fino alla sieroconversione successiva alla vaccinazione.
In tutte queste situazioni la vaccinazione contro il virus dell'epatite B è fortemente raccomandata. La prima dose di vaccino può essere iniettata nello stesso giorno della somministrazione di immunoglobuline umane anti epatite B, ma in una differente zona.
Nei soggetti che non danno segni di una risposta immunitaria (anticorpi anti epatite B non misurabili) a seguito della vaccinazione e per i quali è necessaria una prevenzione continua, può essere considerata la somministrazione di 500 UI (10 ml) negli adulti e di 8 UI (0,16 ml)/kg nei bambini ogni 2 mesi; il titolo anticorpale minimo per la protezione contro il virus è di 10 mUI/mL.
Insufficienza epatica
Non è disponibile evidenza che richieda un aggiustamento della dose.
Insufficienza renale
Senza aggiustamento della dose, a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
Anziani
Senza aggiustamento della dose, a meno che non sia clinicamente giustificato, vedere paragrafo 4.4.
Modo di somministrazione
Uso endovenoso
neoHepatect deve essere somministrato per infusione endovenosa alla velocità iniziale di 0,1 ml/kg/ora per 10 minuti. Vedere paragrafo 4.4. In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l'infusione. Se ben tollerata, la velocità di somministrazione può essere gradualmente aumentata fino ad un massimo di 1 ml/kg /ora.
Esperienze cliniche in neonati di madri portatrici di virus dell'epatite B hanno dimostrato che la somministrazione endovenosa di neoHepatect alla velocità di infusione di 2 ml in 5-15 minuti è ben tollerata.
Tracciabilità
Per migliorare la tracciabilità dei farmaci biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.
Precauzioni d'uso
Monitoraggio del livello degli anticorpi anti-HBs:
I pazienti devono essere tenuti costantemente sotto controllo per i titoli sierici degli anticorpi anti epatite B. Il dosaggio deve essere aggiustato per mantenere i livelli terapeutici di anticorpi e per prevenire un sottodosaggio (vedere paragrafo 4.2).
Le potenziali complicanze possono essere spesso evitate accertandosi che i pazienti:
- non siano sensibili alle immunoglobuline umane, iniziando lentamente l'iniezione di neoHepatect (0,1 ml/kg/ora).
- vengano attentamente monitorati per riconoscere qualsiasi sintomo durante l'infusione. In particolare, i pazienti mai trattati in precedenza con prodotti contenenti immunoglobuline umane, i pazienti precedentemente trattati con altre immunoglobuline o per i quali c'è stato un lungo intervallo dall'infusione precedente. Questi pazienti devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e per la prima ora successiva alla prima infusione, per poter riconoscere potenziali segni avversi. Tutti gli altri pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
Specialmente se applicata a dosi elevate, la somministrazione di immunoglobuline umane per via endovenosa richiede:
- adeguata idratazione prima dell'inizio dell'infusione di immunoglobuline umane
- monitoraggio della escrezione urinaria
- monitoraggio dei livelli sierici di creatinina
- esclusione dell'uso concomitante di diuretici dell'ansa (vedere paragrafo 4.5)
In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l'infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla severità della reazione avversa.
Reazione all'infusione
Alcune reazioni avverse (es. mal di testa, vampate, brividi, mialgia, respiro sibilante, tachicardia, lombalgia, nausea e ipotensione arteriosa) possono essere dovute alla velocità di infusione. La velocità di infusione raccomandata nel paragrafo 4.2 "Modo di somministrazione" deve essere strettamente rispettata. I pazienti vanno controllati ed osservati attentamente durante tutto il periodo di infusione per evidenziare eventuali sintomi.
Le reazioni avverse possono verificarsi con maggiore frequenza:
- in caso di elevata velocità di infusione
- in pazienti con ipo- o agammaglobulinemia con o senza deficit di IgA.
- nei pazienti che ricevono immunoglobuline umane per la prima volta o, in rari casi, se il prodotto con immunoglobuline umane viene cambiato oppure se c'è stato un lungo intervallo dalla precedente infusione,
- nei pazienti con un'infezione non trattata o un'infiammazione cronica di base.
Ipersensibilità
Le reazioni d'ipersensibilità sono rare.
neoHepatect contiene una piccola quantità di IgA. I soggetti con deficit di IgA possono sviluppare anticorpi anti IgA e possono avere reazioni anafilattiche in seguito alla somministrazione di componenti ematici che contengono IgA. Il medico, perciò, deve valutare il beneficio del trattamento con neoHepatect rispetto al potenziale rischio di reazioni di ipersensibilità al farmaco.
Raramente l'immunoglobulina umana anti epatite B può indurre una caduta della pressione arteriosa, con reazione anafilattica, anche in pazienti che avevano tollerato precedenti trattamenti con immunoglobuline.
Il sospetto di reazioni di tipo allergico o anafilattico richiede l'interruzione immediata della somministrazione. In caso di shock intraprendere il trattamento clinico standard per la terapia dello shock.
Interferenze con test sierologici
Dopo la somministrazione dell'immunoglobulina, l'aumento transitorio dei vari tipi di anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può determinare risultati falsi positivi nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi verso antigeni eritrocitari quali A, B e D può causare interferenze con alcuni test sierologici per gli anticorpi eritrocitari, ad esempio il test dell'antiglobulina diretto (test di Coombs diretto).
Agenti trasmissibili
Le misure standard per prevenire le infezioni causate dall'uso di prodotti medicinali preparati da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei pool plasmatici per individuare la presenza di marcatori specifici di infezione, e l'inclusione di passaggi di produzione efficaci per l'inattivazione/rimozione dei virus. Ciononostante, quando si somministrano prodotti medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmissione di agenti infettivi non può essere esclusa completamente. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti e altri agenti patogeni.
Le misure messe in atto sono considerate efficaci nei confronti dei virus incapsulati come il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il virus dell'epatite B (HBV) e il virus dell'epatite C (HCV). Le misure adottate possono risultare di limitata efficacia per virus non capsulati come il virus dell'epatite A (HAV) e il parvovirus B19.
Vi sono esperienze cliniche rassicuranti relative alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con immunoglobuline e si presume inoltre che il contenuto di anticorpi contribuisca in modo notevole alla sicurezza virale.
Le seguenti reazioni avverse sono state associate all'uso di immunoglobuline umane normali per somministrazione endovenosa (IgEV):
Tromboembolismo
C'è evidenza clinica di un'associazione tra somministrazione di IgEV ed eventi tromboembolici, quali l'infarto miocardico, gli incidenti cerebro-vascolari (compreso l'ictus), l'embolia polmonare e le trombosi venose profonde, che si presume siano correlati a un aumento relativo della viscosità del sangue, determinato dall'elevato afflusso delle immunoglobuline nei pazienti a rischio. La prescrizione e l'infusione di IgEV richiede prudenza nei pazienti obesi e nei pazienti con fattori di rischio preesistenti per eventi trombotici (quali età avanzata, ipertensione, diabete mellito e storia di malattia vascolare o di episodi trombotici, pazienti con disordini trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti con periodi prolungati di immobilizzazione, pazienti con severa ipovolemia, pazienti con malattie che aumentano la viscosità del sangue).
Nei pazienti a rischio di reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti IgEV devono essere somministrati alla velocità di infusione e alla dose minima praticabili.
Insufficienza renale acuta
Nei pazienti che ricevono la terapia con IgEV, sono stati riportati casi di insufficienza renale acuta. Nella maggior parte dei casi, sono stati identificati fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, uso concomitante di prodotti medicinali nefrotossici o età superiore ai 65 anni.
Controllare i parametri renali prima dell'infusione di IgEV, in particolare nei pazienti giudicati a rischio potenzialmente aumentato di sviluppo di insufficienza renale acuta, e di nuovo a intervalli appropriati. Nei pazienti a rischio di insufficienza renale acuta, i prodotti IgEV devono essere somministrati alla velocità di infusione e alla dose minima praticabili. In caso di compromissione renale, deve essere presa in considerazione l'interruzione delle IgEV.
Mentre le segnalazioni di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta sono state associate all'uso di molti dei prodotti IgEV autorizzati contenenti vari eccipienti, quali il saccarosio, il glucosio e il maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante rappresentavano una quota sproporzionata del numero totale.
Nei pazienti a rischio, si può prendere in considerazione l'uso di prodotti contenenti immunoglobuline umane senza questi eccipienti. neoHepatect non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.
Sindrome da meningite asettica (AMS)
La sindrome da meningite asettica è stata segnalata in associazione al trattamento IgEV. La sindrome inizia di solito da qualche ora a 2 giorni dopo il trattamento IgEV. Gli studi sul liquido cerebrospinale sono frequentemente positivi, con pleocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitica, e livelli di proteine elevati fino a diverse centinaia di mg/dl. L'AMS può comparire più frequentemente in associazione al trattamento con dosi elevate (2 g/kg) di IgEV.
I pazienti che presentano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un approfondito esame neurologico, che comprenda degli studi del CSF, per escludere altre cause di meningite.
L'interruzione del trattamento IgEV ha portato alla remissione dell'AMS entro alcuni giorni senza sequele.
Anemia emolitica
I prodotti IgEV possono contenere anticorpi anti-gruppo sanguigno che possono agire come emolisine e indurre in vivo il rivestimento dei globuli rossi da parte delle immunoglobuline, causando una positività della reazione antiglobulinica diretta (test di Coombs) e, raramente, emolisi. L'anemia emolitica può svilupparsi in seguito alla terapia IgEV, a causa di un aumentato sequestro dei globuli rossi (GR). I riceventi di IgEV devono essere monitorati per cogliere i segni clinici e i sintomi di emolisi. (vedere paragrafo 4.8.).
Neutropenia/Leucopenia
Dopo il trattamento con IgEV, è stata riportata una riduzione transitoria del numero dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, a volte severi. Ciò si verifica, di solito, entro ore o giorni dalla somministrazione di IgEV e si risolve spontaneamente entro 7 – 14 giorni.
Lesione polmonare acuta correlata alla trasfusione (TRALI)
Nei pazienti che ricevono IgEV, sono stati descritti casi di edema polmonare acuto non cardiogeno TRALI. La TRALI è caratterizzata da severa ipossia, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione arteriosa. I sintomi di TRALI si sviluppano di solito durante o entro 6 ore dalla trasfusione, spesso entro 1-2 ore. Perciò, i riceventi di IgEV devono essere monitorati e l'infusione di IgEV deve essere immediatamente interrotta in caso di reazioni avverse polmonari. La TRALI è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, che richiede un'immediata gestione in unità di terapia intensiva.
Riepilogo del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine decrescente di frequenza) comprendono (vedere anche il paragrafo 4.4):
- brividi, mal di testa, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, bassa pressione arteriosa e lombalgia moderata
- reazioni emolitiche reversibili; specialmente nei pazienti di gruppo sanguigno A, B e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede la trasfusione
- (raramente) improvvisa caduta della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche se il paziente non ha presentato ipersensibilità alla precedente somministrazione
- (raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota)
- (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto miocardico, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa profonda
- casi di meningite asettica reversibile
- casi di livelli aumentati di creatinina sierica e/o comparsa di insufficienza renale acuta
- casi di lesione polmonare acuta correlata alla trasfusione (TRALI)
Elenco tabellare delle reazioni avverse
La tabella riportata di seguito è conforme alla classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC e livello di termine preferito). Le frequenze sono state valutate usando i seguenti criteri: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a <1/10); non comune (da ≥ 1/1.000 a <1/100); rara (da ≥ 1/10.000 a <1/1.000); molto rara (<1/10.000); non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Reazioni avverse negli studi clinici:
In quattro studi clinici, non sono state identificate reazioni avverse con neoHepatect.
Reazioni avverse dall'esperienza post-commercializzazione e dagli studi non interventistici (frequenza non nota - non può essere definita sulla base dei dati disponibili):
Classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA
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Reazioni avverse
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Disturbi del sistema immunitario
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Shock anafilattico, ipersensibilità
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Patologie del sistema nervoso
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Cefalea, stordimento
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Patologie cardiache
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Tachicardia
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Patologie vascolari
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Ipotensione
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Patologie gastrointestinali
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Nausea
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Reazioni cutanee, eruzione cutanea, prurito
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Piressia, irrequietezza
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Per le informazioni sulla sicurezza riguardanti gli agenti trasmissibili, vedere paragrafo 4.4
Popolazione pediatrica
Si prevede che le reazioni avverse nei bambini siano le stesse osservate negli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse