Cos'è Levobupivacaina Molteni - Soluzione (uso Interno)?
Confezioni
Levobupivacaina Molteni 0,625 mg/ml soluzione per infusione 12 sacche in PP da 200 ml
Levobupivacaina Molteni 0,625 mg/ml soluzione per infusione 24 sacche in PP da 100 ml
Levobupivacaina Molteni 1,25 mg/ml soluzione per infusione 12 sacche in PP da 200 ml
Levobupivacaina Molteni 1,25 mg/ml soluzione per infusione 24 sacche in PP da 100 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Levobupivacaina Molteni? A cosa serve?
Adulti
Trattamento del dolore
Infusione epidurale continua, per il trattamento del dolore post operatorio e per l'analgesia durante il travaglio del parto.
Posologia
Come usare Levobupivacaina Molteni: Posologia
La Levobupivacaina deve essere somministrata esclusivamente da un medico o sotto la supervisione di un medico dotato di esperienza e competenze adeguate.
Posologia
Tipo di blocco
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Concentrazione
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Velocità di infusione per ora
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mg/ml |
ml |
mg |
Infusione Continua: trattamento del dolore post operatorio
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0,625
1,25
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20-30
10-15
|
12,5-18,75
|
Lombare epidurale (analgesia durante il travaglio di parto)
|
0,625
1,25
|
8-20
4-10
|
5-12,5 |
C'è una limitata esperienza di sicurezza con la terapia a base di Levobupivacaina per periodi superiori a 24 ore. Per minimizzare il rischio di gravi complicazioni neurologiche, il paziente e la durata di somministrazione di levobupivacaina devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafo 4.4)
Dose massima
Il dosaggio massimo deve essere stabilito valutando il peso corporeo e le condizioni fisiche del paziente.
La dose massima raccomandata nell'arco delle 24 ore è di 400 mg.
In caso di trattamento del dolore post operatorio, la dose non deve superare i 18,75 mg/ora, comunque la dose cumulativa nell'arco delle 24 ore non deve superare i 400 mg. In caso di analgesia durante il travaglio del parto, effettuata con infusione epidurale, la dose non deve superare i 12,5 mg/ora.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l'efficacia della levobupivacaina per il trattamento del dolore nei bambini non è stata stabilita.
Popolazioni speciali
Nei pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute devono essere somministrate dosi ridotte di levobupivacaina, in rapporto alla loro condizione fisica.
Nel trattamento del dolore post-operatorio, si deve prendere in considerazione la dose somministrata durante l'intervento chirurgico.
Non ci sono dati rilevanti in pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Modo di somministrazione
Levobupivacaina Molteni soluzione per infusione è solo per uso epidurale. Non deve essere usata per iniezione intravascolare.
Si raccomanda di effettuare delle aspirazioni prima dell'infusione per prevenire eventuali iniezioni intravascolari. Se si manifestano reazioni tossiche l'iniezione deve essere bloccata immediatamente.
Per informazioni sulle diluizioni del prodotto medicinale prima della somministrazione vedere paragrafo 6.6.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Levobupivacaina Molteni
Si devono tenere in considerazione le controindicazioni generali correlate all'anestesia regionale, indipendentemente dall'anestetico locale utilizzato.
Le soluzioni a base di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti che presentano un'accertata ipersensibilità alla levobupivacaina, agli anestetici locali di tipo amidico o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 4.8).
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nell'anestesia endovenosa regionale (blocco di Bier).
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate nei pazienti affetti da grave ipotensione come lo shock cardiogeno o lo shock ipovolemico.
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia (vedere paragrafo 4.6).
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Levobupivacaina Molteni
Tutte le tipologie di anestesia locale e regionale effettuate con la levobupivacaina devono essere eseguite in strutture ben attrezzate e la somministrazione deve essere eseguita da uno staff formato e con esperienza riguardo le tecniche anestesiologiche richieste e in grado di diagnosticare e trattare ogni eventuale effetto avverso.
La levobupivacaina può causare reazioni allergiche acute, effetti cardiovascolari e danni neurologici (vedere paragrafo 4.8).
Ci sono state segnalazioni post-marketing di condrolisi nei pazienti trattati in postoperatorio con una infusione intra-articolare continua di anestetico locale.
La maggior parte dei casi segnalati di condrolisi ha coinvolto l'articolazione della spalla.
A causa di molteplici fattori coinvolti e all'inconsistenza nella letteratura scientifica riguardante il meccanismo di azione, non è stato stabilito un rapporto di casualità.
L'infusione intra-articolare continua non è un'indicazione approvata per la levobupivacaina.
L'introduzione di anestetici locali, attraverso la somministrazione epidurale, nel sistema nervoso centrale di pazienti con preesistenti patologie del SNC può potenzialmente esacerbare alcuni di questi stati patologici. Di conseguenza è richiesta un'attenta valutazione clinica quando è prevista un'anestesia epidurale in tali pazienti.
Anestesia epidurale
Durante la somministrazione epidurale di levobupivacaina, le soluzioni concentrate (0,5-0,75%) devono essere somministrate a dosaggi crescenti di 3-5 ml e con un intervallo di tempo tra le dosi sufficiente a rilevare manifestazioni tossiche dovute ad un'accidentale iniezione intravascolare o intratecale. Casi di grave bradicardia, ipotensione e compromissione respiratoria con arresto cardiaco (alcuni dei quali mortali), sono stati segnalati in associazione con anestetici locali, inclusa la levobupivacaina. Quando deve essere iniettata un'alta dose, come ad esempio nel blocco epidurale, si raccomanda di somministrare una dose di prova di 3-5 ml di lidocaina con l'aggiunta di adrenalina.
Un'accidentale iniezione intravascolare può quindi essere riconosciuta da un aumento temporaneo della frequenza cardiaca mentre un‘accidentale iniezione intratecale si riconosce da segni di blocco spinale. Devono essere inoltre eseguite con la siringa delle aspirazioni prima e durante ogni iniezione
supplementare nelle tecniche con catetere in infusione continua (intermittente). Un'iniezione intravascolare è possibile anche se le aspirazioni del sangue sono negative. Durante la somministrazione dell'anestesia epidurale si raccomanda di somministrare inizialmente una dose di prova e monitorarne gli effetti prima di somministrare l'intera dose.
L'anestesia epidurale con qualsiasi anestetico locale può dare luogo ad ipotensione e bradicardia. Per tutti i pazienti deve essere previsto un accesso venoso. Deve essere assicurata la disponibilità di fluidi appropriati, vasopressori, anestetici con proprietà anticonvulsivanti, miorilassanti, atropina, attrezzatura e personale esperto per la rianimazione (vedere paragrafo 4.9).
Analgesia epidurale
Ci sono state segnalazioni postmarketing di sindrome della cauda equina ed eventi indicativi di neurotossicità (vedere sezione 4.8) temporaneamente associati con l'uso di levobupivacaina per l'analgesia epidurale per un periodo di tempo maggiore o uguale a 24 ore. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi hanno portato a postumi permanenti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore. Pertanto l'infusione di levobupivacaina per un periodo superiore a 24 ore deve essere valutata attentamente e deve essere utilizzata solo quando il beneficio per il paziente supera il rischio.
È essenziale che l'aspirazione di sangue o liquido cerebrospinale (quando applicabile) vada eseguita prima dell'iniezione di un qualsiasi anestetico locale, sia prima della dose iniziale sia per tutte le dosi successive al fine di evitare l'iniezione intravascolare o intratecale. Tuttavia, una aspirazione negativa non protegge dal rischio di una iniezione intravascolare o intratecale. La levobupivacaina deve essere usata con cautela in pazienti che ricevono altri anestetici locali o agenti strutturalmente correlati ad anestetici locali di tipo ammidico, poiché gli effetti tossici di questi farmaci sono additivi.
Popolazioni speciali
Pazienti debilitati, anziani o affetti da patologie acute: la levobupivacaina deve essere usata con cautela nei pazienti debilitati, anziani o affetti da malattie acute (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione epatica: dal momento che la levobupivacaina è metabolizzata a livello epatico, deve essere usata con cautela nei pazienti epatopatici o con una circolazione sanguigna epatica ridotta, per esempio alcolisti o pazienti cirrotici (vedere paragrafo 5.2).
Questo medicinale contiene circa 3,5 mg/ml di sodio. Da tenere in considerazione in quei pazienti che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Levobupivacaina Molteni
Studi in vitro indicano che l'isoforma CYP3A4 e l'isoforma CYP1A2 mediano il metabolismo della levobupivacaina. Sebbene non siano stati condotti studi clinici specifici, il metabolismo della Levobupivacaina può essere influenzato dagli inibitori del CYP3A4, come, ad esempio, il ketoconazolo, e dagli inibitori del CYP1A2 come le metilxantine.
La levobupivacaina deve essere usata con molta cautela nei pazienti che vengono trattati con medicinali antiaritmici dotati di attività anestetica locale, come, ad esempio, la mexilitina, o con antiaritmici di classe III in quanto i loro effetti tossici possono sommarsi.
Non è stato completato alcuno studio clinico per valutare la levobupivacaina in associazione con l'adrenalina.
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Le soluzioni di levobupivacaina sono controindicate per il blocco paracervicale in ostetricia. Basandosi sull'esperienza con la bupivacaina può insorgere bradicardia fetale in seguito a blocco paracervicale (vedere paragrafo 4.3).
Per la levobupivacaina, non ci sono dati clinici relativi all'esposizione al medicinale durante il primo trimestre di gravidanza. Studi condotti sugli animali non indicano effetti teratogeni, ma hanno evidenziato tossicità embrio-fetale a livelli di esposizione sistemica nello stesso intervallo dei livelli di esposizione ottenuti nell'uso clinico (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per l'uomo non è noto. La levobupivacaina non deve quindi essere somministrata durante le prime fasi della gravidanza a meno che non sia strettamente necessario.
Tuttavia, ad oggi, l'esperienza clinica con bupivacaina nella chirurgia ostetrica (al termine della gravidanza o per il parto) è ampia e non ha evidenziato effetti fetotossici.
Allattamento
L'escrezione di levobupivacaina nel latte materno non è nota. Tuttavia è probabile che siano escrete nel latte materno scarse quantità così come si verifica per la bupivacaina. Di conseguenza l'allattamento è possibile dopo anestesia locale.
Fertilità
Non ci sono dati disponibili.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
La levobupivacaina compromette la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
I pazienti devono essere avvertiti di non guidare o usare macchinari finché non scompaiono tutti gli effetti dell'anestesia e quelli immediati dell'intervento chirurgico.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Levobupivacaina Molteni
Le reazioni avverse relative alla levobupivacaina sono simili a quelle note per la stessa classe di medicinali. Le reazioni avverse al medicinale più comunemente riportate sono ipotensione, nausea, anemia, vomito, capogiri, cefalea, febbre, dolore procedurale, dolore alla schiena e sindrome da sofferenza fetale relativi all'uso del medicinale in ostetricia (vedere la tabella sotto riportata).
Sia le reazioni avverse riportate nella segnalazione spontanea sia quelle osservate negli studi clinici sono elencate nella seguente tabella. All'interno di ogni classificazione per sistemi e organi le reazioni avverse sono classificate per tipologia di frequenza usando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, < 1/100), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base di dati disponibili).
CLASSIFICAZIONE PER SISTEMI E ORGANI
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FREQUENZA
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REAZIONI AVVERSE
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Patologie del sistema emolinfopoietico
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Molto comune
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Anemia
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Disturbi del sistema immunitario
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Non nota
Non nota
|
Reazioni allergiche (in casi gravi shock anafilattico)
Ipersensibilità
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Patologie del sistema nervoso
|
Comune
Comune
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
|
Capogiri
Mal di testa
Convulsioni
Perdita della coscienza
Sonnolenza
Sincope
Parestesia
Paraplegia
Paralisi1
|
Patologie dell'occhio
|
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
|
Visione offuscata
Ptosi2
Miosi2
Enoftalmo2
|
Patologie cardiache
|
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
|
Blocco atrioventricolare
Arresto cardiaco
Tachiaritmia ventricolare
Tachicardia
Bradicardia
|
Patologie vascolari
|
Molto comune
Non nota
|
Ipotensione
Vampate2
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
|
Arresto respiratorio
Edema laringeo
Apnea
Starnuti
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Patologie gastrointestinali
|
Molto comune
Comune
Non nota
Non nota
|
Nausea
Vomito
Ipoestesia orale
Perdita di controllo dello sfintere1
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
Non nota
|
Angioedema
Orticaria
Prurito
Iperidrosi
Anidrosi2
Eritema
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Patologie del Sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Comune
Non nota
Non nota
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Mal di schiena
Spasmi muscolari
Debolezza muscolare
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Patologie renali e urinarie
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Non nota
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Disfunzione della vescica1
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Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
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Comune
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Sindrome da sofferenza fetale
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Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
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Non nota
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Priapismo1
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Comune
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Febbre
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Esami diagnostici
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Non nota
Non nota
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Diminuzione della gittata cardiaca
Variazioni dell'elettrocardiogramma
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Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
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Comune
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Dolore da procedura
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1 Questo può essere un segno o sintomo della sindrome della cauda equina (vedere paragrafo 4.8)
2 Questo può essere un segno o un sintomo di sindrome di Horner transitoria (vedere paragrafo 4.8)
Le reazioni avverse con gli anestetici locali di tipo ammidico sono rare, ma possono verificarsi in seguito a sovradosaggio o iniezione intravascolare accidentale e possono essere gravi.
È stata riportata sensibilità crociata fra i medicinali appartenenti al gruppo degli anestetici locali di tipo ammidico (vedere paragrafo 4.3).
Un'iniezione intratecale accidentale di anestetici locali può portare ad una anestesia spinale molto alta. Gli effetti cardiovascolari sono legati ad una depressione del sistema di conduzione cardiaco e ad una diminuzione della eccitabilità e della contrattilità miocardica. Di norma, questi effetti sono preceduti da una forte tossicità a carico del sistema nervoso centrale, per esempio convulsioni; ma in rari casi, l'arresto cardiaco può insorgere senza effetti prodromici sul sistema nervoso centrale.
Il danno neurologico è una conseguenza rara ma ben nota dell'anestesia regionale e, in particolare, dell'anestesia epidurale e spinale. Può essere dovuto ad una lesione diretta del midollo o dei nervi spinali, alla sindrome dell'arteria spinale anteriore, all'iniezione di una sostanza irritante o di una soluzione non sterile. Raramente tali danni risultano permanenti.
Sono stati segnalati casi di prolungata debolezza o disturbi sensoriali, alcuni dei quali possono essere stati permanenti, in associazione alla terapia con levobupivacaina. È difficile determinare se gli effetti a lungo termine sono stati il risultato di tossicità ai medicinali o traumi non riconosciuti durante l'intervento chirurgico o di altri fattori meccanici, come l'inserimento del catetere e la manipolazione.
Sono stati segnalati casi di sindrome della cauda equina o segni e sintomi di potenziali lesioni alla base del midollo spinale o delle radici del nervo spinale (compresa parestesia degli arti inferiori, debolezza o paralisi, perdita del controllo intestinale e/o del controllo della vescica e priapismo) associati alla somministrazione con levobupivacaina. Questi eventi sono stati più gravi ed in alcuni casi non sono stati risolti quando la levobupivacaina è stata somministrata per più di 24 ore (vedere sezione 4.4). Tuttavia, non è possibile determinare se questi eventi siano dovuti ad un effetto della levobupivacaina, a traumi meccanici del midollo spinale o delle radici del nervo spinale, o al prelievo del sangue alla base della spina dorsale.
Sono stati segnalati anche casi di sindrome di Horner transitoria (ptosi, miosi, enoftalmo, sudorazione unilaterale e/o vampate) in associazione all'uso di anestetici regionali, tra cui la levobupivacaina. Questo evento si risolve con l'interruzione della terapia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Levobupivacaina Molteni
L'iniezione intravascolare accidentale di anestetici locali può causare reazioni tossiche immediate. In caso di sovradosaggio, le concentrazioni di picco plasmatiche possono non essere raggiunte fino a 2 ore dopo la somministrazione a seconda del sito di iniezione e, di conseguenza, i segni di tossicità possono manifestarsi in ritardo. Gli effetti del medicinale possono risultare prolungati.
Le reazioni avverse sistemiche, in seguito a sovradosaggio o ad iniezione intravasale accidentale, osservate con agenti anestetici locali a lunga durata d'azione, comportano sia effetti sul sistema nervoso centrale sia effetti cardiovascolari.
Effetti a carico del sistema nervoso centrale
Le convulsioni devono essere subito trattate con tiopentale o diazepam per via endovenosa in dosi adeguate a seconda della necessità. Tiopentale e diazepam deprimono anche il sistema nervoso centrale, le funzioni cardiaca e respiratoria. Il loro uso può quindi indurre apnea. È possibile usare bloccanti neuromuscolari solo nel caso in cui il medico sia in grado di garantire la pervietà delle vie aeree e di trattare un paziente completamente paralizzato.
Se non sono trattate immediatamente, le convulsioni, con conseguente ipossia e ipercapnia, unite alla depressione miocardica, dovuta agli effetti dell'anestetico locale a carico del cuore, possono determinare aritmia cardiaca, fibrillazione ventricolare o arresto cardiaco.
Effetti Cardiovascolari
L'ipotensione può essere prevenuta o attenuata da un pretrattamento con l'espansione volemica e/o con l'impiego di vasopressori. Nel caso in cui si verificasse ipotensione, essa deve essere trattata con la somministrazione per via endovenosa di cristalloidi o colloidi e/o con dosi crescenti di un vasopressore quale efedrina 5-10 mg. Ogni altra causa coesistente di ipotensione deve essere rapidamente trattata.
Nel caso in cui si verificasse una bradicardia grave, un trattamento con atropina 0,3-1,0 mg, normalmente ripristina la frequenza cardiaca a livelli accettabili.
L'aritmia cardiaca deve essere trattata come raccomandato e la fibrillazione ventricolare deve essere trattata con la cardioversione.
Scadenza
Periodo di validità: 3 anni
È stata dimostrata la stabilità chimico-fisica, in condizioni d'uso, sia per la levobupivacaina 0,625 mg/ml sia per la 1,25 mg/ml con aggiunta rispettivamente di 8,3-8,4 µg/ml di clonidina, 50 µg/ml di morfina e 2 µg/ml di fentanil, conservati per 30 giorni sia a 2-8°C sia a 20-22°C.
La stabilità chimico-fisica, in condizioni d'uso, è stata dimostrata sia per la levobupivacaina 0,625 mg/ml sia per la levobupivacaina 1,25 mg/ml con aggiunta di sufentanil alla concentrazione di 0,4 µg/ml e conservati per 30 giorni a 2-8°C o per 7 giorni a 20-22°C.
Dal punto di vista microbiologico il medicinale deve essere utilizzato immediatamente.
Qualora il medicinale non dovesse essere utilizzato immediatamente, i tempi di conservazione in condizioni d'uso e le condizioni prima del suo uso rientrano nelle responsabilità dell'utilizzatore e non devono di norma superare le 24 ore a 2-8°C.
Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione
Per le condizioni di conservazione del medicinale vedere paragrafo 6.3.
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali