La sicurezza di canagliflozin è stata valutata in 22.645 pazienti con diabete di tipo 2, che comprendevano 13.278 pazienti trattati con canagliflozin e 9.367 pazienti trattati con il farmaco di confronto nel corso di 15 studi clinici controllati, in doppio cieco di fase 3 e di fase 4. Un totale di 10.134 pazienti è stato trattato in due studi focalizzati sugli eventi cardiovascolari per un periodo medio di esposizione di 149 settimane (223 settimane nello studio CANVAS e 94 settimane nello studio CANVAS-R) e un totale di 8.114 pazienti è stato trattato in 12 studi clinici controllati, in doppio cieco di fase 3 e di fase 4, per un periodo medio di esposizione di 49 settimane. In uno studio focalizzato sugli esiti renali, un totale di 4.397 pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica ha avuto un periodo medio di esposizione di 115 settimane.
La valutazione primaria di sicurezza e tollerabilità è stata condotta in un'analisi aggregata (n = 2.313) di quattro studi clinici della durata di 26 settimane controllati con placebo (in monoterapia e in terapia aggiuntiva con metformina, metformina e una sulfonilurea, metformina e pioglitazone). Le reazioni avverse riportate più comunemente durante il trattamento erano ipoglicemia quando associato ad insulina o una sulfonilurea, candidosi vulvovaginale, infezione del tratto urinario e poliuria o pollachiuria (cioè minzione frequente). In questi studi le reazioni avverse che hanno portato all'interruzione del trattamento in ≥ 0,5% di tutti i pazienti trattati con canagliflozin sono state la candidosi vulvovaginale (0,7% delle pazienti di sesso femminile) e la balanite o la balanopostite (0,5% dei pazienti di sesso maschile). Analisi della sicurezza aggiuntive (comprendenti i dati a lungo termine), ottenute dai dati dell'intero programma di studi su canagliflozin (studi controllati con placebo e con farmaco attivo), sono state condotte per valutare le reazioni avverse riportate al fine di identificare le reazioni avverse (Tabella 2) (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
L'elenco delle reazioni avverse nella Tabella 2 si basa sull'analisi degli studi controllati con placebo e con farmaco attivo descritti sopra. Nella tabella sono anche riportate le reazioni avverse provenienti dall'esperienza post-marketing. Le reazioni avverse elencate sotto sono classificate secondo la frequenza e la classificazione per organi e sistemi. Le categorie di frequenza sono definite secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) o molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tra i soggetti nel Programma CANVAS che hanno subito un'amputazione, le dita del piede e il metatarso sono risultati i siti più frequenti (71%) in entrambi i gruppi di trattamento (Tabella 3). Amputazioni multiple (alcune delle quali hanno interessato entrambi gli arti inferiori) sono state osservate di rado e in proporzioni simili, in entrambi i gruppi di trattamento.
Infezioni a carico degli arti inferiori, ulcere del piede diabetico, arteriopatia periferica e gangrena sono stati gli eventi medici più comuni associati alla necessità di amputazione in entrambi i gruppi di trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Reazioni avverse correlate alla deplezione di volume
Nell'analisi aggregata dei quattro studi clinici controllati con placebo della durata di 26 settimane, l'incidenza di tutte le reazioni avverse correlate alla deplezione di volume (ad es. capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione, disidratazione e sincope) era dell'1,2% per canagliflozin 100 mg, 1,3% per canagliflozin 300 mg e 1,1% per placebo. L'incidenza con canagliflozin nei due studi clinici con controllo attivo è stata simile a quella nel gruppo di confronto.
In uno degli studi cardiovascolari specifici, a lungo termine (CANVAS), in cui i pazienti erano generalmente più anziani e con una maggior frequenza di complicanze correlate al diabete, i tassi di incidenza delle reazioni avverse correlate alla deplezione di volume erano con canagliflozin 100 mg 2,3, con canagliflozin 300 mg 2,9 e con placebo 1,9 eventi per 100 pazienti/anno.
Per valutare i fattori di rischio di queste reazioni avverse è stata condotta un'analisi aggregata più ampia (N = 12.441) dei pazienti di 13 studi clinici controllati di fase 3 e di fase 4, che includevano entrambi i dosaggi di canagliflozin. In questa analisi aggregata, i pazienti che assumevano diuretici dell'ansa, i pazienti con eGFR al basale da 30 mL/min/1,73 m2 a < 60 mL/min/1,73 m2,e i pazienti di età ≥ 75 anni hanno avuto generalmente una maggiore incidenza di queste reazioni avverse. Per i pazienti che assumevano diuretici dell'ansa i tassi di incidenza erano con canagliflozin 100 mg 5,0 e con canagliflozin 300 mg 5,7 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, rispetto a 4,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo. Per i pazienti con eGFR al basale da 30 mL/min/1,73 m2 a < 60 mL/min/1,73 m2, i tassi di incidenza erano con canagliflozin 100 mg 5,2 e con canagliflozin 300 mg 5,4 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, in confronto a 3,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo. Nei pazienti di età ≥ 75 anni, i tassi di incidenza erano con canagliflozin 100 mg 5,3 e con canagliflozin 300 mg 6,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, in confronto a 2,4 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione nel gruppo di controllo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, il tasso di incidenza di eventi associati a deplezione di volume era 2,84 e 2,35 eventi per 100 pazienti/anno per canagliflozin 100 mg e placebo, rispettivamente. Il tasso di incidenza aumentava con la riduzione dell'eGFR. In soggetti con eGFR da 30 a < 45 mL/min/1,73 m2, il tasso di incidenza della deplezione di volume era più alto nel gruppo canagliflozin (4,91 eventi per 100 pazienti/anno) rispetto al gruppo placebo (2,60 eventi per 100 pazienti/anno); tuttavia, nei sottogruppi con eGFR da ≥ 45 a < 60 ed eGFR da 60 a < 90 mL/min/1,73 m2, il tasso di incidenza inter-gruppo era simile.
Nello studio dedicato agli esiti cardiovascolari e nell'analisi aggregata più ampia, così come nello studio dedicato agli esiti renali a lungo termine, le interruzioni del trattamento dovute a reazioni avverse correlate alla deplezione di volume e le reazioni avverse gravi correlate alla deplezione di volume, non erano aumentate con canagliflozin.
Ipoglicemia in terapia aggiuntiva con insulina o secretagoghi dell'insulina
La frequenza dell'ipoglicemia è stata bassa (circa 4%) in tutti i gruppi di trattamento, incluso il placebo, con canagliflozin in monoterapia o in aggiunta a metformina. Quando canagliflozin era associato alla terapia insulinica, l'ipoglicemia è stata osservata nel 49,3%, 48,2% e 36,8% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo; una ipoglicemia grave si è verificata nell'1,8%, 2,7% e 2,5% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo. Quando canagliflozin era associato ad una sulfonilurea, l'ipoglicemia è stata osservata nel 4,1%, 12,5% e 5,8% dei pazienti trattati, rispettivamente, con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo (vedere paragrafi 4.2 e 4.5).
Infezioni micotiche genitali
Candidiasi vulvovaginale (termine che comprende vulvovaginite e infezione micotica vulvovaginale) è stata riportata nel 10,4% e 11,4% delle pazienti trattate con canagliflozin 100 mg e canagliflozin 300 mg, rispettivamente, in confronto al 3,2% delle pazienti trattate con placebo. La maggior parte dei casi riportati di candidosi vulvovaginale sono comparsi durante i primi quattro mesi di trattamento con canagliflozin. Il 2,3% delle pazienti di sesso femminile che assumevano canagliflozin ha presentato più di una infezione. Complessivamente lo 0,7% di tutte le pazienti ha interrotto la somministrazione di canagliflozin a causa di candidosi vulvovaginale (vedere paragrafo 4.4). Nel Programma CANVAS, la durata mediana dell'infezione è stata più lunga nel gruppo canagliflozin rispetto al gruppo placebo.
Balanite o balanopostite da candida si sono manifestate nei pazienti di sesso maschile con percentuali pari a 2,98 e 0,79 eventi per 100 pazienti/anno trattati con canagliflozin e placebo, rispettivamente. Il 2,4% dei pazienti di sesso maschile trattati con canagliflozin ha presentato più di una infezione. La percentuale dei pazienti di sesso maschile che hanno interrotto canagliflozin a causa di balanite o balanopostite da candida, è stata pari a 0,37 eventi per 100 pazienti/anno. La fimosi è stata segnalata con tassi pari a 0,39 e 0,07 eventi per 100 pazienti/anno con canagliflozin e placebo, rispettivamente. La circoncisione è stata praticata con tassi pari a 0,31 e 0,09 eventi per 100 pazienti/ anno con canagliflozin e placebo, rispettivamente (vedere paragrafo 4.4).
Infezioni delle vie urinarie
Negli studi clinici sono state riportate più frequentemente infezioni delle vie urinarie con canagliflozin 100 mg e 300 mg (5,9% versus 4,3%, rispettivamente), rispetto al 4,0% con placebo. La maggior parte delle infezioni era di grado da lieve a moderato, senza un aumento di reazioni avverse gravi. In questi studi, i soggetti hanno risposto ai trattamenti standard, proseguendo il trattamento con canagliflozin.
Tuttavia, in pazienti trattati con canagliflozin sono stati segnalati casi post-marketing di infezioni complicate delle vie urinarie, incluse pielonefrite e urosepsi, che spesso hanno determinato l'interruzione del trattamento.
Frattura ossea
In uno studio cardiovascolare (CANVAS) condotto su 4.327 soggetti trattati con malattia cardiovascolare accertata o con almeno due fattori di rischio per malattia cardiovascolare, i tassi di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono stati 1,6, 1,8 e 1,1 per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo, rispettivamente, con uno squilibrio iniziale delle fratture occorse entro le prime 26 settimane di terapia.
In altri due studi a lungo termine e negli studi condotti nella popolazione diabetica generale, non sono state osservate differenze nel rischio di fratture con canagliflozin rispetto ai controlli. In un secondo studio cardiovascolare (CANVAS-R) su 5.807 soggetti trattati con malattia cardiovascolare accertata o con almeno 2 fattori di rischio per malattia cardiovascolare, i tassi di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono stati 1,1 e 1,3 eventi per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin e placebo, rispettivamente.
In uno studio sugli esiti renali a lungo termine su 4.397 soggetti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica trattati, le percentuali di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono state 1,2 eventi per 100 pazienti/anno di follow-up sia per canagliflozin 100 mg che per il placebo. In altri studi sul diabete di tipo 2 condotti con canagliflozin, che hanno arruolato 7.729 pazienti appartenenti alla popolazione diabetica generale e hanno valutato le fratture ossee, i tassi di incidenza di tutte le fratture ossee valutate sono stati 1,2 e 1,1 per 100 pazienti/anno di follow-up per canagliflozin e farmaco di controllo, rispettivamente. Dopo 104 settimane di trattamento, canagliflozin non ha influenzato negativamente la densità minerale ossea.
Popolazioni speciali
Pazienti anziani
In una analisi aggregata di 13 studi clinici controllati con placebo e con farmaco attivo, il profilo di sicurezza di canagliflozin nei pazienti anziani era generalmente sovrapponibile a quello dei pazienti più giovani. I pazienti di età ≥ 75 anni hanno avuto un'incidenza più elevata di reazioni avverse correlate alla deplezione di volume (come capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione) con tassi di incidenza di 5,3, 6,1 e 2,4 eventi per 100 pazieni/anno di esposizione per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e nel gruppo di controllo, rispettivamente. Diminuzioni di eGFR (-3,4 e -4,7 mL/min/1,73 m2) sono state riportate con canagliflozin 100 mg e 300 mg, rispettivamente, in confronto al gruppo di controllo (-4,2 mL/min/1,73 m2). L'eGFR media al basale era 62,5, 64,7 e 63,5 mL/min/1,73 m2 rispettivamente per canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e il gruppo di controllo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Compromissione renale in pazienti con diabete mellito di tipo 2 non sufficientemente controllato
I pazienti con un eGFR basale < 60 mL/min/1,73 m2 hanno avuto maggiore incidenza di reazioni avverse associate alla deplezione di volume (ad es. capogiri posturali, ipotensione ortostatica, ipotensione) con percentuali di incidenza di 5,3, 5,1 e 3,1 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione rispettivamente con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
I tassi di incidenza complessiva dell'aumento dei livelli sierici di potassio è stata maggiore nei pazienti con insufficienza renale moderata, con tassi di incidenza di 4,9, 6,1 e 5,4 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo, rispettivamente. In generale, gli innalzamenti sono stati transitori e non hanno richiesto trattamento specifico.
Nei pazienti con insufficienza renale moderata, gli incrementi di creatinina sierica di 9,2 µmol/l e di BUN di circa 1,0 mmol/l sono stati osservati con entrambe le dosi di canagliflozin.
I tassi di incidenza per riduzioni maggiori di eGFR (> 30%) in qualunque momento durante il trattamento erano 7,3, 8,1 e 6,5 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, rispettivamente con canagliflozin 100 mg, canagliflozin 300 mg e placebo. All'ultimo valore post-basale, le percentuali di incidenza di tali riduzioni per i pazienti trattati con canagliflozin 100 mg e per quelli trattati con canagliflozin 300 mg sono state pari a 3,3 e 2,7 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione, rispettivamente e pari a 3,7 eventi per 100 pazienti/anno di esposizione per coloro che ricevevano placebo (vedere paragrafo 4.4).
I pazienti trattati con canagliflozin indipendentemente dall'eGFR al basale hanno presentato una iniziale riduzione dell'eGFR medio. Successivamente, l'eGFR si è stabilizzato o è gradualmente aumentato durante la prosecuzione del trattamento. L'eGFR medio è tornato al livello basale dopo l'interruzione del trattamento, suggerendo che le variazioni emodinamiche potrebbero rivestire un ruolo importante in tali variazioni della funzionalità renale.
Compromissione renale in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e nefropatia diabetica
In uno studio sugli esiti renali a lungo termine in pazienti con diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica, l'incidenza di eventi renali è stata frequente in entrambi i gruppi, ma meno frequente nel gruppo canagliflozin (5,71 eventi per 100 pazienti/anno) rispetto al gruppo placebo (7,91 eventi per 100 pazienti/anno). Inoltre, gli eventi renali seri e gravi erano inferiori nel gruppo canagliflozin rispetto al placebo. Le percentuali di incidenza di eventi renali erano inferiori con canagliflozin rispetto al placebo nei tre gruppi di eGFR; la percentuale di incidenza più alta di eventi renali è stata osservata nel gruppo di eGFR da 30 a <45 mL/min/1,73 m2 (9,47 versus 12,80 eventi per 100 pazienti/anno per canagliflozin rispetto al placebo, rispettivamente).
Nello studio sugli esiti renali a lungo termine, non sono state osservate differenze nei livelli sierici di potassio, aumenti di eventi avversi di iperkaliemia e aumenti assoluti (> 6,5 mEq/L) o relativi (> limite superiore della norma e aumento > 15% dal basale) nei livelli sierici di potassio con canagliflozin 100 mg rispetto al placebo.
In generale, non sono stati osservati squilibri tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda livelli di fosfato anomali, complessivamente o in ciascuna delle categorie dell'eGFR (da 45 a < 60 o da 30 a < 45 mL/min/1,73 m2 [CrCl da 45 a < 60 o da 30 a < 45 mL/min]).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all'indirizzo
https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.