Cos'è Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia?
Confezioni
Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia 40 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino in vetro da 25 ml
Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia 40 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino in vetro da 5 ml
Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia 40 mg/ml concentrato per soluzione per infusione 1 flaconcino in vetro da 50 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia? A cosa serve?
Gemcitabina in associazione con cisplatino è indicata per il trattamento del carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico.
Gemcitabina è indicata per il trattamento dell'adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico.
Gemcitabina in associazione con cisplatino è indicata per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico (NSCLC). La monoterapia con gemcitabina può essere presa in considerazione per pazienti anziani o per quelli con performance status 2.
Gemcitabina in associazione con il carboplatino è indicata per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovaio localmente avanzato o metastatico, di pazienti con recidiva della malattia dopo un intervallo libero da recidiva di 6 mesi dopo terapia di prima linea a base di platino.
Gemcitabina in associazione con paclitaxel è indicata per il trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non operabile, localmente avanzato o metastatico che presentano una recidiva a seguito di chemioterapia adiuvante/neoadiuvante. Il precedente trattamento chemioterapico deve aver compreso un'antraciclina, se non clinicamente controindicata.
Posologia
Come usare Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia: Posologia
Gemcitabina deve essere prescritta unicamente da un medico specializzato nella pratica della chemioterapia antitumorale.
Posologia
Carcinoma della vescica
Terapia d'associazione
La dose di gemcitabina raccomandata è 1000 mg/m2, somministrata tramite infusione della durata di 30 minuti. La dose deve essere somministrata il 1°, l'8° e il 15° giorno di ciascun ciclo di 28 giorni, in associazione con cisplatino. Il cisplatino è somministrato alla dose raccomandata di 70 mg/m2 il 1° giorno dopo la gemcitabina o il 2° giorno di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo della durata di quattro settimane viene poi ripetuto. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente.
Carcinoma del pancreas
La dose di gemcitabina raccomandata è 1000 mg/m2, somministrata tramite infusione della durata di 30 minuti che deve essere ripetuta una volta alla settimana per un massimo di 7 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. I cicli successivi sono costituiti da un'iniezione una volta a settimana per 3 settimane consecutive su 4. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente.
Carcinoma polmonare non a piccole cellule
Monoterapia
La dose di gemcitabina raccomandata è 1000 mg/m2, somministrata tramite infusione della durata di 30 minuti, che deve essere ripetuta una volta alla settimana per 3 settimane, facendo seguire una pausa di una settimana. Questo ciclo della durata di 4 settimane viene poi ripetuto. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente.
Terapia d'associazione
La dose raccomandata per il trattamento con gemcitabina è 1250 mg/m2 della superficie corporea somministrata per infusione endovenosa in 30 minuti i giorni 1 e 8 del ciclo di terapia (21 giorni). Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente. Il cisplatino è stato impiegato a dosi comprese tra 75-100 mg/m2 una volta ogni 3 settimane.
Carcinoma della mammella
Terapia d'associazione
Nella terapia d'associazione di gemcitabina e paclitaxel, la somministrazione deve avvenire tramite l'infusione endovenosa, di circa 3 ore, di paclitaxel (175 mg/m2) il 1° giorno, seguita dall'infusione endovenosa, di 30 minuti, di gemcitabina (1250 mg/m2) il 1° e 8° giorno di ciascun ciclo di 21 giorni. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dalla paziente. Prima dell'inizio della terapia combinata con gemcitabina e paclitaxel, la conta assoluta dei granulociti deve essere pari ad almeno 1500 (x 106/l).
Carcinoma dell'ovaio
Terapia d'associazione
Nella terapia d'associazione di gemcitabina e carboplatino si raccomanda la somministrazione di 1000 mg/m2 di gemcitabina il 1° e l'8° giorno di ciascun ciclo di 21 giorni tramite un'infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Dopo la gemcitabina, il carboplatino viene somministrato il 1° giorno compatibilmente con un valore target dell'area sotto la curva (AUC) di 4,0 mg/ml min. Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente.
Monitoraggio della tossicità e correzione della dose dovuta alla tossicità
Correzione della dose dovuta a tossicità non ematologica
Per individuare un'eventuale tossicità non ematologica sono raccomandate visite periodiche e controlli della funzionalità epatica e renale.
Il dosaggio del farmaco può essere ridotto all'inizio o durante ciascun ciclo sulla base del grado della tossicità accusata dal paziente. In generale, in caso di tossicità non ematologica grave (grado 3 o 4), con eccezione della nausea/vomito, è necessario sospendere la terapia o diminuire la dose di gemcitabina secondo il giudizio del medico curante. Il trattamento deve quindi essere sospeso fino al momento in cui il medico non ritenga che la tossicità sia venuta meno.
Per quanto riguarda la correzione delle dosi di cisplatino, carboplatino e paclitaxel nella terapia d'associazione, fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di ciascun farmaco.
Correzione della dose a causa di tossicità ematologica
Inizio di un ciclo
Per tutte le indicazioni, il paziente deve essere sottoposto al controllo della conta delle piastrine e dei granulociti prima della somministrazione di ciascuna dose. Prima dell'inizio di ciascun ciclo, il paziente deve avere una conta assoluta dei granulociti pari ad almeno 1500 (x 106/l) e una conta delle piastrine pari a 100.000 (x 106/l)
Durante un ciclo
Le correzioni della dose di gemcitabina durante un ciclo devono essere effettuate secondo i dati forniti nelle tabelle riportate di seguito:
Correzione della dose di gemcitabina durante un ciclo per il carcinoma della vescica, NSCLC e il carcinoma del pancreas, somministrata in monoterapia o in associazione con cisplatino
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Conta assoluta dei granulociti
(x 106/l)
|
Conta delle piastrine
(x 106/l)
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Percentuale del dosaggio standard di gemcitabina (%)
|
> 1,000 e
|
> 100,000
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100
|
500-1,000 o
|
50,000-100,000
|
75
|
<500 o
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< 50,000
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dose omessa*
|
* Nell'ambito di un ciclo l'omissione del trattamento non sarà riconsiderata prima che il valore della conta assoluta dei granulociti raggiunga almeno 500 (x106/l) e la conta delle piastrine raggiunga i 50,000 (x106/l)
Correzione della dose di gemcitabina durante un ciclo per il carcinoma della mammella, somministrata in associazione con paclitaxel
|
Conta assoluta dei granulociti
(x 106/l)
|
Conta delle piastrine
(x 106/l)
|
Percentuale del dosaggio standard di gemcitabina (%)
|
≥ 1,200 e
|
>75,000
|
100
|
1,000- <1,200 o
|
50,000-75,000
|
75
|
700- <1,000 e
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≥ 50,000
|
50
|
<700 o
|
<50,000
|
Dose omessa*
|
* Nell'ambito di un ciclo l'omissione del trattamento non sarà riconsiderata. Il trattamento inizierà il giorno 1 del ciclo successivo una volta che il valore assoluto della conta dei granulociti raggiunga almeno 1.500 (x106/l) e la conta delle piastrine raggiunga 100.000 (x106/l).
Correzione della dose di gemcitabina durante un ciclo per il carcinoma all'ovaio, somministrata in associazione con carboplatino
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Conta assoluta dei granulociti
(x 106/l)
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Conta delle piastrine
(x 106/l)
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Percentuale del dosaggio standard di gemcitabina (%)
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> 1.500 e
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≥ 100,000
|
100
|
1000-1,500 o
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75,000-100,000
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50
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<1000 o
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< 75,000
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Dose omessa*
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* Nell'ambito di un ciclo l'omissione del trattamento non sarà riconsiderata. Il trattamento inizierà il giorno 1 del ciclo successivo una volta che il valore della conta assoluta dei granulociti raggiunga almeno 1,500 (x106/l) e la conta delle piastrine raggiunga 100.000 (x106/l).
Correzioni della dose dovuta a tossicità ematologica nei cicli successivi, in tutte le indicazioni
Il dosaggio della gemcitabina deve essere ridotto al 75% della dose originaria somministrata all'inizio del ciclo nel caso di comparsa delle seguenti tossicità ematologiche:
- Conta assoluta dei granulociti< 500 x 106/l per più di 5 giorni
- Conta assoluta dei granulociti < 100 x 106/l per più di 3 giorni
- Neutropenia febbrile
- Piastrine < 25,000 x 106/l
- Ritardo dell'avvio del ciclo di oltre una settimana a causa della tossicità
Modo di somministrazione
Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia è ben tollerato durante l'infusione e può essere somministrato al paziente in ambito ambulatoriale. In caso di stravaso, in genere l'infusione deve essere immediatamente interrotta e ripresa in un'altra vena. Dopo la somministrazione il paziente deve essere monitorato con attenzione.
Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Popolazioni speciali
Pazienti con compromissione epatica o danno renale
La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione epatica o danno renale, in quanto non sono disponibili dati sufficienti dagli studi clinici che consentano di formulare chiare raccomandazioni posologiche per queste popolazioni di pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Pazienti anziani (> 65 anni)
La gemcitabina si è dimostrata ben tollerata nei pazienti oltre i 65 anni. Non vi sono evidenze che in questi soggetti sia necessario operare delle correzioni della dose, oltre a quelle raccomandate per tutti i pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica (< 18 anni)
L'uso di gemcitabina nei bambini di età inferiore ai 18 anni non è raccomandato a causa della insufficienza dei dati sulla sicurezza ed efficacia.
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
Allattamento (vedere paragrafo 4.6).
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia
Il prolungamento del tempo di infusione e l'aumento della frequenza di somministrazione hanno dimostrato di indurre un aumento della tossicità.
Tossicità ematologica
La gemcitabina può indurre una riduzione della funzionalità midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia.
Prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti nei pazienti che assumono gemcitabina. In caso di riduzione della funzionalità midollare indotta dalla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilità di interrompere o modificare la terapia (vedere paragrafo 4.2). La mielosoppressione è tuttavia di breve durata e generalmente non richiede riduzioni di dosaggio e solo raramente comporta l'interruzione del trattamento.
Il numero di cellule del sangue periferico può continuare ad abbassarsi dopo l'interruzione della terapia con gemcitabina. Nei pazienti con compromissione della funzionalità midollare, il trattamento deve essere avviato con cautela. Come per altre terapie citotossiche, nell'associazione della gemcitabina con altra chemioterapia, è necessario considerare il rischio di soppressione midollare cumulativa.
Compromissione epatica e danno renale
La somministrazione di gemcitabina nei pazienti con presenza di metastasi epatiche o con una preesistente anamnesi di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica può portare ad una esacerbazione dell'insufficienza epatica preesistente.
Controlli della funzionalità epatica e renale (inclusi test virologici) devono essere effettuati periodicamente.
Gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione epatica o danno renale, in quanto non vi sono informazioni sufficienti provenienti da studi clinici che consentano di raccomandare una dose precisa per questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.2).
Radioterapia concomitante
Radioterapia concomitante (somministrata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo ≤ 7 giorni): è stata riportata tossicità (vedere paragrafo 4.5 per dettagli e raccomandazioni per l'uso).
Vaccini vivi
Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono raccomandati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati (vedere paragrafo 4.5).
Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile
Sono state riportate relazioni di sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) con conseguenze potenzialmente gravi in pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici. Ipertensione acuta e convulsioni sono state riportate in maggior parte dei pazienti che hanno manifestato PRES con gemcitabina, ma possono anche essere presenti altri sintomi come mal di testa, letargia, confusione e cecità. La conferma ottimale della diagnosi può essere ottenuta dalla risonanza magnetica per immagini. La PRES è reversibile con appropriate misure di supporto. Se la PRES si sviluppa durante la terapia, gemcitabina deve essere interrotta in modo permanente e devono essere attuate misure di sostegno, incluso il controllo della pressione arteriosa e terapia anti-convulsivante.
Cardiovascolare
A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano anamnesi di eventi cardiovascolari.
Sindrome da aumentata permeabilità capillare
In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata riportata la sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.8). Questa condizione è abitualmente curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina un'iperpermeabilità capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione renale acuta ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da aumentata permeabilità capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devono essere attuate misure di sostegno. La sindrome da aumentata permeabilità capillare può verificarsi in cicli successivi ed in letteratura è stata associata con la sindrome da distress respiratorio dell'adulto.
Polmonare
Manifestazioni polmonari, talvolta gravi (come l'edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS)), sono state riscontrate durante la terapia con gemcitabina. Se si verificano tali manifestazioni, deve essere tenuta in considerazione la possibilità di interrompere il trattamento con gemcitabina. L'impiego tempestivo di misure di supporto adeguate può contribuire a migliorare il quadro clinico.
Renale
Sindrome emolitico uremica
Sono state raramente segnalate (dati post-marketing) evidenze cliniche compatibili con la sindrome uremica emolitica (HUS) nei pazienti trattati con gemcitabina (vedere paragrafo 4.8). La HUS è un disturbo potenzialmente letale. Il trattamento con la gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come anche a una rapida diminuzione dell'emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell'azoto ureico nel sangue, o di LDH. L'insufficienza renale può non essere reversibile anche dopo l'interruzione del trattamento e può essere necessario fare ricorso alla dialisi.
Fertilità
Negli studi sulla fertilità la gemcitabina ha causato una ipospermatogenesi nel topo maschio (vedere paragrafo 5.3). Per questo, gli uomini trattati con la gemcitabina devono essere avvisati di non procreare durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la terapia e deve essere loro consigliato di chiedere ulteriori informazioni sulla crioconservazione dello sperma prima del trattamento a causa della possibilità di infertilità dovuta al trattamento con gemcitabina (vedere paragrafo 4.6).
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia
Non sono stati condotti specifici studi di interazione (vedere paragrafo 5.2).
Radioterapia
Terapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo ≤ 7 giorni) - La tossicità associata a questa terapia multimodale dipende da diversi fattori, come il dosaggio e la frequenza di somministrazione della gemcitabina, la dose della radiazione, il piano di trattamento radioterapeutico e la tecnica applicata, tipo e volume di tessuto irradiato. Studi preclinici e clinici hanno mostrato un'attività radiosensibilizzante della gemcitabina. In un singolo studio clinico in cui la gemcitabina è stata somministrata con un dosaggio di 1.000 mg/m2 fino a 6 settimane consecutive in concomitanza con una radioterapia toracica in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, è stata osservata una tossicità significativa manifestatasi sotto forma di mucositi gravi e potenzialmente letali, in particolar modo esofagiti e polmoniti, specialmente nei pazienti trattati con radioterapia su campi estesi [volumi medi di trattamento 4.795 cm3]. Degli studi effettuati successivamente hanno suggerito che è possibile somministrare la gemcitabina a dosi inferiori in concomitanza con radioterapia con tossicità prevedibile, come è risultato da uno studio di fase II su pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, dove la radioterapia al torace a dosi di 66 Gy è stata somministrata in concomitanza con gemcitabina (600 mg/m2, quattro volte) e cisplatino (80 mg/m2, due volte) nel corso di 6 settimane. Il regime ottimale per la somministrazione sicura della gemcitabina in concomitanza con dosi terapeutiche di radiazioni, non è stato ancora determinato in tutti i tipi di tumore.
Radioterapia non-concomitante (effettuata separatamente in un periodo di tempo superiore ai 7 giorni) - L'analisi dei dati non suggerisce alcun aggravamento della tossicità nel caso in cui la gemcitabina sia somministrata più di 7 giorni prima o dopo l'effettuazione della radioterapia, diversamente dal fenomeno di “recall“ da radiazione. I dati suggeriscono che la terapia con gemcitabina può essere iniziata dopo che gli effetti acuti della radioterapia si sono risolti o almeno dopo una settimana dalla sua effettuazione.
Sono state osservate lesioni da radiazione su tessuti bersaglio (es. esofagiti, coliti e polmoniti) in associazione con l'uso, sia concomitante che non, della gemcitabina.
Altri
I vaccini per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati non sono consigliati a causa del rischio di malattia sistemica, potenzialmente fatale, in modo particolare nei pazienti immunodepressi.
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
Non sono disponibili dati adeguati sull'uso della gemcitabina nelle donne in stato di gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Sulla base dei risultati degli studi sugli animali e del meccanismo di azione della gemcitabina, quest'ultima non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità. Le donne devono essere avvisate di non iniziare una gravidanza durante la terapia con la gemcitabina e di avvertire immediatamente il medico curante, nel caso in cui ciò avvenga comunque.
Allattamento
Non è noto se la gemcitabina sia escreta nel latte materno e non possono essere escluse reazioni avverse nei lattanti. L'allattamento deve essere interrotto durante la terapia con la gemcitabina.
Fertilità
Negli studi sulla fertilità la gemcitabina ha causato ipospermatogenesi nel topo maschio (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, gli uomini trattati con la gemcitabina devono essere avvisati di non procreare durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la terapia e deve essere loro consigliato di chiedere ulteriori informazioni sulla crioconservazione dello sperma prima del trattamento a causa della possibilità di infertilità, anche irreversibile, dovuta al trattamento con la gemcitabina.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari. Tuttavia, è stato segnalato che la gemcitabina può causare sonnolenza da lieve a moderata, in modo particolare in associazione all'assunzione di alcool. I pazienti devono essere messi in guardia sulla guida di veicoli e l'uso di macchinari finché non è sicuro che la loro lucidità non sia alterata.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia
Gli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati più comunemente comprendono: nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria ed ematuria osservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l'incidenza più alta è stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti ed erano associate a prurito nel 10% dei pazienti.
La frequenza e la gravità delle reazioni avverse sono influenzate da dose, velocità di infusione e intervalli tra le dosi (vedere paragrafo 4.4). Gli effetti indesiderati dose-limitanti, sono costituiti dalla riduzione del numero di piastrine, leucociti e granulociti (vedere paragrafo 4.2).
Dati da studi clinici
Le frequenze sono definite come: Molto comune (≥1/10), Comune (da ≥1/100 a <1/10), Non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), Raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000), Molto raro (<1/10,000) e Non nota (non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili).
La tabella sottostante che elenca gli effetti indesiderati e la loro frequenza è basata sui dati che sono emersi dagli studi clinici. All'interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi
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Classe di frequenza
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Infezioni ed infestazioni
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Comune
- Infezioni
Non nota
- Sepsi |
Patologie del sistema emolinfopoietico:
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Molto comune
- Leucopenia (Neutropenia di Grado 3 = 19,3%; Grado 4= 6%)
La depressione del midollo spinale è solitamente da lieve a moderata e colpisce principalmente la conta dei granulociti (vedere paragrafo 4.2 e 4.4).
- Trombocitopenia
- Anemia
Comune
- Neutropenia febbrile
Molto raro
- Trombocitosi
- Microangiopatia trombotica |
Disturbi del sistema immunitario
|
Molto raro
- Reazione anafilattoide |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
|
Comune
- Anoressia |
Patologie del sistema nervoso
|
Comune
- Cefalea
- Insonnia
- Sonnolenza
Non comune
- Accidente cerebrovascolare
Molto raro
- Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie cardiache
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Non comune
- Aritmie, prevalentemente di natura sopraventricolare
- Insufficienza cardiaca
Raro
- Infarto del miocardio |
Patologie vascolari
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Raro
- Segni clinici di vasculite periferica e gangrena
- Ipotensione
Molto raro
- Sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
|
Molto comune
- Dispnea - di solito lieve e passa rapidamente senza trattamento
Comune
- Tosse
- Rinite
Non comune
- Polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.4)
- Broncospasmo - di solito lieve e transitorio ma può richiedere trattamento parenterale
Raro
- Edema polmonare
- Sindrome da distress respiratorio dell'adulto (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie gastrointestinali
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Molto comune
- Vomito
- Nausea
Comune
- Diarrea
- Stomatite e ulcerazioni della bocca
- Stipsi
Molto raro
- Colite ischemica |
Patologie epatobiliari
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Molto Comune
- Transaminasi epatiche (AST e ALT) e fosfatasi alcalina aumentate
Comune
- Bilirubina aumentata
Non comune
- Grave tossicità epatica, comprendente insufficienza epatica e morte
Raro
- Gamma-glutamil transferasi (GGT) aumentata |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
|
Molto comune
- Eruzione cutanea allergica spesso associata a prurito
- Alopecia
Comune
- Prurito
- Sudorazione
Raro
- Reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose
- Ulcerazioni
- Formazione di vesciche e di piaghe
- Croste
Molto raro
- Necrolisi tossica epidermica
- Sindrome di Stevens-Johnson
Non nota
- Pseudocellulite |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Comune
- Dolore alla schiena
- Mialgia |
Patologie renali ed urinarie
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Molto comune
- Ematuria
- Proteinuria moderata
Non comune
- Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4)
- Sindrome uremica emolitica (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Molto comune
- Sintomi di tipo influenzale - i sintomi più comuni sono: febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati segnalati anche: tosse, rinite, malessere, sudorazione e difficoltà nel sonno.
- Edema/edema periferico, incluso edema facciale. L'edema è di solito reversibile dopo la sospensione del trattamento.
Comune
- Febbre
- Astenia
- Brividi
Raro
- Reazioni nel punto di iniezione di solito moderate |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
|
Raro
- Tossicità da radiazioni (vedere paragrafo 4.5)
- Recall da radiazioni |
Uso in associazione nel carcinoma mammario
La frequenza di tossicità ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, aumenta quando la gemcitabina è usata in associazione con paclitaxel. Tuttavia l'aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell'incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L'affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L'affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia.
Eventi avversi di grado 3 e 4
Paclitaxel versus gemcitabina in associazione a paclitaxel
|
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Numero (%) di pazienti
|
Braccio di trattamento con paclitaxel
(N=259)
|
Braccio di trattamento con gemcitabina in associazione a paclitaxel
(N=262)
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Grado 3
|
Grado 4
|
Grado 3
|
Grado 4
|
Relativi ad analisi di laboratorio
|
Anemia
|
5 (1,9)
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1 (0,4)
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15 (5,7)
|
3 (1,1)
|
Trombocitopenia
|
0
|
0
|
14 (5,3)
|
1 (0,4)
|
Neutropenia
|
11 (4,2)
|
17 (6,6)*
|
82 (31,3)
|
45 (17,2)*
|
Non relativi ad analisi di laboratorio
|
Neutropenia febbrile
|
3 (1,2)
|
0
|
12 (4,6)
|
1 (0,4)
|
Affaticamento
|
3 (1,2)
|
1 (0,4)
|
15 (5,7)
|
2 (0,8)
|
Diarrea
|
5 (1,9)
|
0
|
8 (3,1)
|
0
|
Neuropatia motoria
|
2 (0,8)
|
0
|
6 (2,3)
|
1 (0,4)
|
Neuropatia sensoriale
|
9 (3,5)
|
0
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14 (5,3)
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1 (0,4)
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* La neutropenia di grado 4 che persiste per più di 7 giorni si verificava nel 12,6% dei pazienti nel braccio di trattamento di associazione e nel 5,0% dei pazienti nel braccio di trattamento con paclitaxel.
Uso in associazione nel carcinoma vescicale
Eventi avversi di grado 3 e 4
MVAC versus gemcitabina in associazione a cisplatino
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Numero (%) di pazienti
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Braccio di trattamento con MVAC (metotrexato, vinblastina, dossorubicina e cisplatino)
(N=196)
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Braccio di trattamento con gemcitabina in associazione a cisplatino
(N=200)
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Grado 3
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Grado 4
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Grado 3
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Grado 4
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Relativi ad analisi di laboratorio
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Anemia
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30 (16)
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4 (2)
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47 (24)
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7 (4)
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Trombocitopenia
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15 (8)
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25 (13)
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57 (29)
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57 (29)
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Non relativi ad analisi di laboratorio
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Nausea e vomito
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37 (19)
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3 (2)
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44 (22)
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0 (0)
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Diarrea
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15 (8)
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1 (1)
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6 (3)
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0 (0)
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Infezione
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19 (10)
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10 (5)
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4 (2)
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1 (1)
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Stomatite
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34 (18)
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8 (4)
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2 (1)
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0 (0)
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Uso in associazione nel carcinoma ovarico
Eventi avversi di grado 3 e 4
Carboplatino versus gemcitabina in associazione a carboplatino
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Numero (%) di pazienti
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Braccio in trattamento con carboplatino (N=174)
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Braccio in trattamento con gemcitabina in associazione a carboplatino
(N=175)
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Grado 3
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Grado 4
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Grado 3
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Grado 4
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Relativi ad analisi di laboratorio
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Anemia
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10 (5,7)
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4 (2,3)
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39 (22,3)
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9 (5,1)
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Neutropenia
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19 (10,9)
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2 (1,1)
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73 (41,7)
|
50 (28,6)
|
Trombocitopenia
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18 (10,3)
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2 (1,1)
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53 (30,3)
|
8 (4,6)
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Leucopenia
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11 (6,3)
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1 (0,6)
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84 (48,0)
|
9 (5,1)
|
Non relativi ad analisi di laboratorio
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Emorragia
|
0 (0,0)
|
0 (0,0)
|
3 (1,8)
|
(0,0)
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Neutropenia febbrile
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0 (0,0)
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0 (0,0)
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2 (1,1)
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(0,0)
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Infezioni senza neutropenia
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0 (0)
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0 (0,0)
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(0,0)
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1 (0,6)
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La neuropatia sensoriale è stata anche più frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo
http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Gemcitabina Aurobindo Pharma Italia
Non esiste alcun antidoto noto per il sovradosaggio da gemcitabina. Dosi fino a 5700 mg/m2 sono state somministrate per infusione endovenosa in 30 minuti ogni 2 settimane con una tossicità clinicamente accettabile. In caso di sospetto sovradosaggio, il paziente deve essere sottoposto ad appropriati esami ematologici e ricevere una terapia di supporto, se necessario.
Scadenza
Concentrato nel flaconcino ancora sigillato:
2 anni.
Dopo la prima apertura
È stata dimostrata la stabilità chimica e fisica durante l'uso per 28 giorni a 25°C.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente a meno che il modo di apertura non precluda il rischio di contaminazione microbica. In caso contrario, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell'uso sono di responsabilità dell'utilizzatore.
Soluzione per infusione
La stabilità chimica e fisica durante l'uso dopo diluizione in una soluzione di 0,9 % sodio cloruro alla concentrazione finale nell'intervallo 2-2,5 mg/ml (2,0 mg/ml, 12 mg/ml e 25 mg/ml) è stata dimostrata per 28 giorni fra 2°C e 8°C e a circa 25°C. Il pH della soluzione diluita è nell'intervallo 2-3 e l'osmolarità è di circa 285 mOsm/kg. Le soluzioni diluite sono stabili quando vengono confezionate in sacche di infusione in PVC o PE.
Dal punto di vista microbiologico, la soluzione per infusione deve essere utilizzata immediatamente. In caso contrario, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell'uso sono di responsabilità dell'utilizzatore e non devono superare le 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione non sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e validate.
Conservazione
Conservare in frigorifero (2°C – 8°C).
Per le condizioni di conservazione dopo la prima apertura del flaconcino e del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.
Farmaci Equivalenti
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali