Cos'è Flebogamma?
Confezioni
Flebogamma 100 mg/ml soluzione per infusione 100 ml
Flebogamma 100 mg/ml soluzione per infusione 200 ml
Flebogamma 100 mg/ml soluzione per infusione 50 ml
Informazioni commerciali sulla prescrizione
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Indicazioni
Perché si usa Flebogamma? A cosa serve?
Terapia sostitutiva in adulti, bambini e adolescenti (2-18 anni) per:
- Sindromi da immunodeficienza primaria (PID) con alterata produzione di anticorpi
- Immunodeficienze secondarie (SID) in pazienti con infezioni gravi o ricorrenti, trattamento antimicrobico inefficace e che presentano dimostrata incapacità di produrre anticorpi specifici (PSAF)* o livelli sierici di IgG < 4 g/l
*PSAF = incapacità di produrre un aumento di almeno 2 volte del titolo di anticorpi IgG ai vaccini pneumococcico polisaccaridico e contenenti l'antigene polipeptidico
Immunomodulazione in adulti, bambini e adolescenti (2-18 anni) per:
- Trombocitopenia Immune Primaria (ITP), in pazienti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici per il ripristino della conta piastrinica
- Sindrome di Guillain Barré
- Malattia di Kawasaki (in concomitanza con acido acetilsalicilico; vedere 4.2)
- Poliradiculoneuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)
- Neuropatia motoria multifocale (MMN)
Posologia
Come usare Flebogamma: Posologia
La terapia sostitutiva deve essere iniziata e monitorata sotto la supervisione di uno specialista nel trattamento dell'immunodeficienza.
Posologia
La dose e il regime posologico dipendono dall'indicazione.
Può rendersi necessario personalizzare la dose per ciascun paziente in base alla risposta clinica. La dose basata sul peso corporeo può richiedere un aggiustamento nei pazienti sottopeso o sovrappeso. I regimi posologici di seguito riportati sono indicativi.
Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria
Il regime posologico deve indurre il raggiungimento di una concentrazione minima di IgG (misurata prima della successiva infusione) di almeno 6 g/l o all'interno dell'intervallo di riferimento normale per l'età della popolazione. Sono necessari da tre a sei mesi dall'inizio della terapia per raggiungere l'equilibrio (livelli di IgG allo stato stazionario). La dose iniziale raccomandata è compresa tra 0,4 e 0,8 g/kg da somministrare una volta, seguita da almeno 0,2 g/kg da somministrare ogni 3-4 settimane.
La dose necessaria per ottenere una concentrazione minima di IgG di 6 g/l è compresa tra 0,2 e 0,8 g/kg/mese. L'intervallo tra le dosi dopo il raggiungimento dello stato stazionario è compreso tra 3 e 4 settimane.
È necessario misurare ed accertare le concentrazioni minime congiuntamente all'incidenza dell'infezione. Per ridurre il tasso di infezioni batteriche, potrebbe essere necessario l'aumento della dose e puntare a concentrazioni minime più alte.
Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)
La dose raccomandata è compresa tra 0,2 e 0,4 g/kg ogni 3-4 settimane.
Le concentrazioni minime di IgG devono essere misurate e valutate congiuntamente all'incidenza di infezione. La dose deve essere aggiustata nella misura necessaria a ottenere una protezione ottimale dalle infezioni; un aumento della dose può essere richiesto nei pazienti con infezione persistente, mentre una riduzione può essere considerata quando il paziente rimane libero da infezioni.
Trombocitopenia Immune Primaria
Esistono due schemi di trattamento alternativi:
- 0,8 - 1 g/kg il primo giorno, somministrazione che può essere ripetuta una volta entro 3 giorni.
- 0,4 g/kg ogni giorno per 2-5 giorni.
Il trattamento può essere ripetuto in caso di recidiva.
Sindrome di Guillain Barré
0,4 g/kg/giorno per 5 giorni (possibile ripetizione della somministrazione in caso di recidiva).
Malattia di Kawasaki
Somministrare 2,0 g/kg in dose singola. I pazienti devono essere trattati contemporaneamente con acido acetilsalicilico.
Polineuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)
Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell'arco di 2-5 giorni consecutivi.
Dosi di mantenimento: 1 g/kg nell'arco di 1-2 giorni consecutivi ogni 3 settimane.
L'effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo 6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.
In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.
Neuropatia motoria multifocale (MMN)
Dose iniziale: 2 g/kg frazionata nell'arco di 2-5 giorni consecutivi.
Dose di mantenimento: 1 g/kg ogni 2-4 settimane, oppure 2 g/kg ogni 4-8 settimane.
L'effetto del trattamento deve essere valutato dopo ogni ciclo; se non si osserva alcun effetto dopo 6 mesi, il trattamento deve essere interrotto.
In caso di efficacia, il trattamento a lungo termine deve essere soggetto alla discrezione del medico, in base alla risposta del paziente e al mantenimento della risposta. È possibile che la posologia e gli intervalli debbano essere adattati secondo il decorso individuale della malattia.
I dosaggi raccomandati sono riassunti nella seguente tabella:
Indicazione
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Dose
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Frequenza delle iniezioni
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Terapia sostitutiva:
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Sindromi da immunodeficienza primaria
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Dose iniziale:
0,4 - 0,8 g/kg
Dose di mantenimento:
0,2 - 0,8 g/kg
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ogni 3 - 4 settimane
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Immunodeficienze secondarie (come definite al paragrafo 4.1)
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0,2 - 0,4 g/kg
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ogni 3 - 4 settimane
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Immunomodulazione:
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Trombocitopenia Immune Primaria
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0,8 - 1 g/kg
o
0,4 g/kg/die
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il giorno 1, con possibilità di ripetizione una volta entro 3 giorni
per 2 - 5 giorni
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Sindrome di Guillain Barré
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0,4 g/kg/die
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per 5 giorni
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Malattia di Kawasaki
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2 g/kg
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in una sola dose in associazione con acido acetilsalicilico
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Poliradiculoneuropatia demielinizzante infiammatoria cronica (CIDP)
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Dose iniziale:
2 g/kg
Dose di mantenimento:
1 g/kg
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in dosi frazionate nell'arco di 2 - 5 giorni
ogni 3 settimane nell'arco di 1-2 giorni
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Neuropatia motoria multifocale (MMN)
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Dose iniziale:
2 g/kg
Dose di mantenimento:
1 g/kg
oppure
2 g/kg
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in dosi frazionate nell'arco di 2 - 5 giorni consecutivi
ogni 2 - 4 settimane
ogni 4 -8 settimane in dosi frazionate nell'arco di 2 - 5 giorni
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Popolazione pediatrica
Flebogamma DIF 100 mg/ml è controindicato nei bambini da 0 a 2 anni (vedere paragrafo 4.3).
Dal momento che la posologia per ogni indicazione viene data in base al peso corporeo ed aggiustata in base al risultato clinico delle sopramenzionate condizioni, la posologia nei bambini e negli adolescenti (2-18 anni) non è considerata diversa da quella degli adulti.
Compromissione epatica
Non sono disponibili evidenze per richiedere un aggiustamento della dose.
Compromissione renale
Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato (vedere paragrafo 4.4).
Anziani
Nessun aggiustamento della dose, se non clinicamente giustificato (vedere paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione
Per uso endovenoso.
Flebogamma DIF 100 mg/ml deve essere somministrato per via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,01 ml/kg/min per i primi trenta minuti. Vedere paragrafo 4.4. In caso di reazione avversa, ridurre la velocità di somministrazione o interrompere l'infusione. Se ben tollerata, aumentare la velocità di somministrazione a 0,02 ml/kg/min per i secondi trenta minuti. Di nuovo, se tollerata, aumentare la velocità di somministrazione a 0,04 ml/kg/min per i terzi trenta minuti. Se la somministrazione è ben tollerata, possono essere effettuati incrementi addizionali di 0,02 ml/kg/min ad intervalli di 30 minuti, fino ad un massimo di 0,08 ml/kg/min.
È stato segnalato che la frequenza delle reazioni avverse alle IVIg aumenta con la velocità di somministrazione. La velocità di somministrazione durante le prime somministrazioni deve essere lenta. Se non compaiono reazioni avverse, la velocità di somministrazione per somministrazioni sequenziali può essere lentamente aumentata fino alla velocità massima. Per pazienti in cui sono comparse reazioni avverse, è consigliabile ridurre la velocità di somministrazione per somministrazioni sequenziali e limitare la velocità massima a 0,04 ml/kg/min oppure somministrare IVIg al 5% (vedere paragrafo 4.4).
Controindicazioni
Quando non dev'essere usato Flebogamma
Ipersensibilità al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 6.1).
Intolleranza al fruttosio (vedere il paragrafo 4.4).
Nei neonati e nei bambini piccoli (0-2 anni) l'intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) potrebbe non essere stata ancora diagnosticata e in tali soggetti l'assunzione di questo medicinale potrebbe essere fatale. Perciò neonati e bambini piccoli non devono ricevere questo medicinale.
Pazienti con deficit selettivo di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti-IgA, poiché la somministrazione di un prodotto contenente IgA può provocare anafilassi.
Avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Cosa serve sapere prima di prendere Flebogamma
Sorbitolo
Ogni ml di questo prodotto medicinale contiene 50 mg di sorbitolo. I pazienti con rari problemi ereditari d'intolleranza al fruttosio non devono prendere questo medicinale.
In persone di età superiore a 2 anni con IEF, si sviluppa una spontanea avversione ad alimenti contenenti fruttosio e può essere collegata con il manifestarsi dei sintomi (vomito, disordini gastro-intestinali, apatia, ritardo nel peso e nell'altezza). Pertanto, ciascun paziente dev'essere sottoposto a una dettagliata anamnesi sui sintomi dell'IEF, prima di ricevere Flebogamma DIF.
In caso di somministrazione accidentale e sospetta intolleranza al fruttosio, la somministrazione deve essere immediatamente sospesa, la normale glicemia deve essere ristabilita e la funzione degli organi deve essere stabilizzata tramite terapia intensiva.
Non si prevedono interferenze con la determinazione della glicemia.
Tracciabilità
Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, la denominazione e il numero del lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Precauzioni per l'uso
Spesso è possibile evitare potenziali complicazioni verificando che i pazienti:
- non siano sensibili all'immunoglobulina umana normale somministrando dapprima il prodotto lentamente (ad una velocità iniziale di 0,01 ml/kg/min)
- siano attentamente monitorati per vedere eventuali sintomi durante il periodo d'infusione. In particolare, i pazienti mai trattati con immunoglobulina umana normale, i pazienti provenienti da un altro prodotto IVIg o per i quali sia trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione, devono essere monitorati in ospedale durante la prima infusione e nella prima ora successiva, per rilevare potenziali reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede:
- adeguata idratazione prima dell'inizio dell'infusione di IVIg
- monitoraggio della diuresi
- monitoraggio dei livelli sierici di creatinina
- evitare l'utilizzo concomitante di diuretici dell'ansa (vedere 4.5).
In caso di reazione avversa, si deve ridurre la velocità d'infusione o interrompere l'infusione.
Il trattamento richiesto dipende dalla natura e gravità della reazione avversa.
Reazione all'infusione
Alcune reazioni avverse (ad esempio cefalea, rossore, brividi, mialgia, sibilo, tachicardia, dolore dorso-lombare, nausea e ipotensione) possono essere correlate alla velocità d'infusione. La velocità d'infusione raccomandata nel paragrafo 4.2 va seguita scrupolosamente. I pazienti devono essere strettamente monitorati e attentamente osservati per rilevare qualsiasi sintomo durante il tempo dell'infusione.
Le reazioni avverse possono verificarsi più frequentemente
- in pazienti che ricevono immunoglobulina umana normale per la prima volta oppure, in rari casi, quando il prodotto a base di immunoglobulina umana normale viene cambiato o quando è trascorso un lungo periodo dalla precedente infusione
- nei pazienti con infezione non trattata o infiammazione cronica sottostante
Ipersensibilità
Le reazioni d'ipersensibilità sono rare.
Anafilassi può svilupparsi in pazienti
- con IgA irrilevabili che hanno anticorpi anti-IgA
- che hanno tollerato precedenti trattamenti con immunoglobulina umana normale
In caso di shock, è necessario adottare il trattamento medico standard per lo shock.
Tromboembolismo
Esistono evidenze cliniche di un'associazione tra somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, problemi cerebro-vascolari (tra cui l'ictus), embolia polmonare e trombosi venose profonde, che si presume siano correlati ad un relativo aumento della viscosità ematica per l'elevato afflusso di immunoglobulina in pazienti a rischio. Bisogna prestare particolare attenzione nel prescrivere ed infondere IVIg in pazienti obesi e in pazienti con fattori di rischio preesistenti di eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattia vascolare o episodi trombotici, pazienti con trombofilia acquisita o congenita, pazienti con prolungati periodi d'immobilità, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con disturbi che provocano un aumento della viscosità ematica).
In pazienti a rischio tromboembolico, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d'infusione e alla dose minima praticabile.
Insufficienza renale acuta
Sono stati riportati casi d'insufficienza renale acuta in pazienti che seguono una terapia con IVIg. Nella maggior parte dei casi, sono stati identificati dei fattori di rischio, quali insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, farmaci nefrotossici concomitanti o età superiore a 65 anni.
I parametri renali devono essere valutati prima dell'infusione di IVIg, in particolare nei pazienti ritenuti potenzialmente a maggior rischio di sviluppare insufficienza renale acuta, e nuovamente a opportuni intervalli. In pazienti a rischio d'insufficienza renale acuta, i prodotti IVIg devono essere somministrati alla velocità d'infusione e alla dose minima praticabile. In caso d'insufficienza renale, va presa in considerazione l'interruzione della terapia con IVIg.
Sebbene gli episodi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta siano stati associati all'uso di molti prodotti IVIg autorizzati, contenenti vari eccipienti quali saccarosio, glucosio e maltosio, quelli che contengono saccarosio come stabilizzante rappresentano un'altissima percentuale del numero complessivo. Nei pazienti a rischio, va considerata l'opportunità di utilizzare prodotti IVIg che non contengano questi eccipienti. Flebogamma DIF non contiene saccarosio, maltosio o glucosio.
Sindrome di Meningite Asettica (AMS)
La meningite asettica si è manifestata in associazione con trattamento di IVIg. La sindrome di solito inizia entro poche ore fino ai 2 giorni dopo il trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebro-spinale sono spesso positivi con pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitaria e livelli elevati di proteine, fino a diverse centinaia di mg/dl. La meningite asettica può verificarsi più frequentemente in associazione con alte dosi (2 g/kg) di IVIg.
I pazienti che manifestano tali segni e sintomi devono essere sottoposti a un esame neurologico approfondito, comprendente studi dell'LCS, per escludere altre cause di meningite.
L'interruzione del trattamento con IVIg ha portato a remissione di AMS entro pochi giorni senza postumi.
Anemia emolitica
I prodotti IVIg possono contenere gruppi di anticorpi del sangue che possono agire da emolitici ed indurre in vivo il rivestimento dei globuli rossi con immunoglobuline, causando una reazione antiglobulinica diretta positiva (test di Coombs) e, raramente, emolisi. L'anemia emolitica si può sviluppare in seguito a terapia di IVIg dovuta all'aumentato sequestro di globuli rossi. I soggetti che ricevono delle IVIg devono essere monitorati per segni clinici e sintomi di emolisi (vedere paragrafo 4.8).
Neutropenia/leucopenia
Un aumento transitorio della conta dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, talvolta gravi, sono stati segnalati dopo il trattamento con IVIg. Ciò si verifica in genere entro alcune ore o giorni dopo la somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7-14 giorni.
Danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)
Nei pazienti trattati con IVIg, vi sono state alcune segnalazioni di edema polmonare acuto non cardiogeno [danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)]. TRALI è caratterizzato da ipossia severa, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre e ipotensione. I sintomi di TRALI si sviluppano in genere durante la trasfusione o entro le 6 ore successive, spesso entro 1-2 ore. Pertanto, i pazienti trattati con IVIg devono essere monitorati e l'infusione di IVIg deve essere interrotta immediatamente in caso di reazioni avverse polmonari. TRALI è una condizione clinica potenzialmente letale, che richiede una gestione immediata in unità di terapia intensiva.
Interferenza con test sierologici
Dopo la somministrazione di immunoglobulina, il transitorio incremento dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue di un paziente può condurre a risultati falsi positivi nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi ad antigeni eritrocitari, ad esempio A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per anticorpi eritrocitari ad esempio il test diretto dell'antiglobulina (DAT, test diretto di Coombs).
Agenti trasmissibili
Misure standard per prevenire le infezioni derivanti dall'uso di medicinali preparati da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, lo screening delle singole donazioni e dei lotti di plasma per individuare l'eventuale presenza di marker d'infezione e l'inclusione di passaggi produttivi efficaci per l'inattivazione/rimozione di virus. Nonostante ciò, quando sono somministrati medicinali preparati da sangue o plasma umano, la possibilità di trasmettere un agente infettivo non può essere completamente esclusa. Ciò riguarda anche virus sconosciuti o emergenti ed altri agenti patogeni.
Le misure che sono state prese sono considerate efficaci per virus capsulati come virus dell'immunodeficienza umana (HIV), virus dell'epatite B (HBV) e virus dell'epatite C (HCV), e per virus non capsulati, come virus dell'epatite A (HAV) e parvovirus B19.
Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla mancata trasmissione di epatite A o parvovirus B19 con immunoglobuline e si ritiene che il contenuto anticorpale dia un importante contributo alla sicurezza virale.
È fortemente raccomandato che, ogni qualvolta sia somministrato Flebogamma DIF ad un paziente, il nome ed il numero di lotto del prodotto siano registrati per mantenere un legame tra il paziente ed il lotto del prodotto.
Contenuto di sodio
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per flaconcino, cioè essenzialmente ‘senza sodio'. Tuttavia, a seconda della dose richiesta, il paziente può ricevere più di 1 flaconcino.
Studio sulla sicurezza successivo all'autorizzazione
Uno studio sulla sicurezza successivo all'autorizzazione ha suggerito un tasso più elevato di infusioni associate a eventi avversi potenzialmente correlati per Flebogamma DIF 100 mg/ml, rispetto a Flebogamma DIF 50 mg/ml (vedere paragrafo 5.1).
Popolazione pediatrica
Quando si somministra Flebogamma DIF a pazienti pediatrici, si raccomanda di eseguire il monitoraggio dei parametri vitali del paziente.
Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione
Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Flebogamma
Vaccini con virus vivi attenuati
La somministrazione di immunoglobulina può compromettere per un periodo minimo di 6 settimane e un periodo massimo di 3 mesi l'efficacia di vaccini con virus vivi attenuati, quali morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione del prodotto, deve trascorrere un periodo di 3 mesi prima di sottoporsi a vaccinazione con virus vivi attenuati. In caso di morbillo, tale compromissione può persistere fino ad 1 anno. Pertanto è necessario controllare lo stato degli anticorpi nei pazienti che ricevono il vaccino contro il morbillo.
Diuretici dell'ansa
Evitare l'uso concomitante di diuretici dell'ansa.
Popolazione pediatrica
Si prevede che le stesse interazioni elencate per gli adulti possano presentarsi anche nei bambini.
Fertilità, gravidanza e allattamento
Gravidanza
La sicurezza di questo medicinale non è stata stabilita per l'uso in gravidanza in studi clinici controllati e pertanto deve essere somministrato con cautela alle donne in gravidanza e alle madri che allattano al seno. È stato dimostrato che le IVIg attraversano la placenta, in misura maggiore durante il terzo trimestre. L'esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non sono prevedibili effetti nocivi sul decorso della gravidanza o sul feto e il neonato.
Allattamento
Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno umano. Non si ritiene che possano causare effetti negativi su neonati/lattanti.
Fertilità
L'esperienza clinica con immunoglobuline suggerisce che non ci sono effetti dannosi sulla fertilità.
Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari
La capacità di guidare e usare macchinari può essere compromessa da alcune reazioni avverse associate all'uso di Flebogamma DIF, quali capogiro. I pazienti che hanno reazioni avverse durante il trattamento dovranno attendere che tali reazioni terminino, prima di guidare o usare macchine.
Effetti indesiderati
Quali sono gli effetti collaterali di Flebogamma
Riassunto del profilo di sicurezza
Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali (in ordine di frequenza decrescente) comprendono (vedere anche paragrafo 4.4):
- brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione e moderata lombalgia
- reazioni emolitiche reversibili, specialmente nei pazienti che possiedono gruppi sanguigni A, B, e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede una trasfusione
- (raramente) un brusco abbassamento della pressione arteriosa e, in casi isolati, shock anafilattico, anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilità ad una precedente somministrazione
- (raramente) reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo - frequenza non nota)
- (molto raramente) reazioni tromboemboliche quali infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venose profonde
- casi di meningite asettica reversibile
- casi di aumento del livello sierico di creatinina e/o comparsa di insufficienza renale acuta
- casi di danno polmonare acuto associato alla trasfusione (TRALI)
Per informazioni sulla sicurezza riguardo gli agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.
Tabella degli eventi avversi
È stato osservato che l'aumento della frequenza degli eventi avversi negli studi clinici è correlata all'aumento della velocità di infusione (vedere il paragrafo 4.2).
La tabella presentata di seguito in accordo alla Classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e Preferred Term Level).
Le frequenze sono state determinate secondo la seguente convenzione:
- molto comune (>1/10)
- comune (>1/100, <1/10)
- non comune (>1/1.000, <1/100)
- raro (>1/10.000, <1/1.000)
- molto raro (<1/10.000)
- non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
All'interno di ciascuna categoria di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità decrescente.
Fonte del database della sicurezza derivante da studi clinici e da studi sulla sicurezza successivi all'autorizzazione in un totale di 160 pazienti esposti a Flebogamma DIF 100 mg/mL (per un totale di 915 infusioni)
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA
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Reazione avversa
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Frequenza
per
paziente
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Frequenza
per
infusione
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Infezioni ed infestazioni
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Influenza, meningite asettica, infezione delle vie urinarie
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Non comune
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Non comune
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Patologie del sistema emolinfopoietico
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Bicitopenia, riduzione dei globuli bianchi
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Non comune
|
Non comune
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Disturbi del sistema immunitario
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Ipersensibilità
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Comune
|
Non comune
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Disturbi del metabolismo e della nutrizione
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Appetito ridotto
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Non comune
|
Non comune
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Disturbi psichiatrici
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Insonnia, irrequietezza
|
Non comune
|
Non comune
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Patologie del sistema nervoso
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Cefalea
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Molto comune
|
Molto comune
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Capogiro, tremito
|
Comune
|
Non comune
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Radicolopatia, sincope
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Non comune
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Patologie dell'occhio
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Fotofobia
|
Comune
|
Non comune
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Congiuntivite, maculopatia, visione offuscata
|
Non comune
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Patologie dell'orecchio e del labirinto
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Vertigini
|
Comune
|
Non comune
|
Dolore all'orecchio
|
Non comune
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Patologie cardiache
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Tachicardia
|
Comune
|
Comune
|
Cianosi
|
Non comune
|
Non comune
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Patologie vascolari
|
Ipotensione
|
Comune
|
Comune
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Ipertensione diastolica, ipertensione
|
Non comune
|
Rossore, ematoma, linfedema, ipertensione sistolica, trombosi
|
Non comune
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Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
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Sibilo
|
Comune
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Non comune
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Epistassi, congestione nasale, sindrome delle vie respiratorie superiori con tosse, dolore sinusale, dispnea
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Non comune
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Patologie gastrointestinali
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Nausea
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Molto comune
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Comune
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Vomito
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Comune
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Dolori addominali, dolore alla parte superiore dell'addome, diarrea, flatulenza
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Non comune
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Fastidio addominale, distensione addominale, secchezza della bocca, ematemesi
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Non comune
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Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
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Prurito, eruzione cutanea
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Comune
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Non comune
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Acne, alopecia, ecchimosi, eritema, iperidrosi, eritema palmare, porpora
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Non comune
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Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
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Dolore dorsale, mialgia
|
Comune
|
Comune
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Fastidio agli arti, spasmi muscolari, rigidità muscolare, dolore al collo, dolore alle estremità
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Non comune
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Artralgia, fastidio muscoloscheletrico
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Non comune
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Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
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Piressia, brividi febbrili
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Molto comune
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Comune
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Brividi
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Comune
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Disagio toracico, dolore toracico, fatica, sensazione di freddo, reazione nel sito d'infusione, malessere, edema periferico, dolore
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Non comune
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Irritabilità, sindrome parainfluenzale, eritema nel sito d'infusione, dolore nel sito d'infusione, deterioramento dello stato di salute fisica generale
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Non comune
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Esami diagnostici
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Aumento della temperatura corporea
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Comune
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Comune
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Diminuzione della pressione diastolica, aumento della pressione sanguigna, aumento della pressione sistolica, aumento del battito cardiaco
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Non comune
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Diminuzione della pressione diastolica, diminuzione dell'emoglobina, diminuzione del battito cardiaco, conta reticolocitaria aumentata
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Non comune
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Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura
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Contusione
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Comune
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Non comune
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Reazione correlata a infusione
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Non comune
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Descrizione di reazioni avverse selezionate
Le reazioni avverse post-marketing segnalate con maggiore frequenza da quando il medicinale è stato autorizzato per entrambe le concentrazioni sono state: dolore toracico, vampate, aumento e diminuzione della pressione arteriosa, malessere, dispnea, nausea, vomito, piressia, dolore dorsale, cefalea e brividi.
Popolazione pediatrica
Sono stati valutati i risultati di sicurezza per i 4 pazienti pediatrici (quelli < 17 anni) inclusi nello studio nella Sindrome da Immunodeficienza Primaria (PID) ed i risultati per i 13 bambini (tra i 3 ed i 16 anni) inclusi nello studio ITP. È stato osservato che la percentuale di cefalea, brividi, piressia, nausea, vomito, ipotensione, aumento della frequenza cardiaca e dolore dorsale nei bambini è più elevata rispetto a quella rilevata negli adulti. Cianosi è stata segnalata in un bambino, ma non negli adulti. La valutazione dei parametri vitali negli studi clinici condotti nella popolazione pediatrica non ha indicato alcun pattern di alterazioni clinicamente rilevanti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco, Sito web:
http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
Sovradosaggio
Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Flebogamma
Il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all'iperviscosità, particolarmente nei pazienti a rischio, inclusi i pazienti anziani o pazienti con compromissione cardiaca o renale (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica
Informazioni sul sovradosaggio nei bambini non sono state stabilite con Flebogamma DIF. Tuttavia, come nella popolazione adulta, il sovradosaggio può portare al sovraccarico idrico e all'iperviscosità come con qualsiasi altra immunoglobulina endovenosa.
Scadenza
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore a 30ºC.
Non congelare.
Farmaci Equivalenti
Foglietto Illustrativo
Fonti Ufficiali