Elfabrio

    Ultimo aggiornamento: 14/11/2024

    Cos'è Elfabrio?

    Elfabrio è un farmaco a base del principio attivo Pegunigalsidasi Alfa, appartenente alla categoria degli Enzimi e nello specifico Enzimi. E' commercializzato in Italia dall'azienda Chiesi Italia S.p.A..

    Elfabrio può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Elfabrio 2 mg/ml concentrato per soluzione per infusione, uso endovenoso 1 flaconcino da 10 ml

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Chiesi Farmaceutici S.p.A
    Concessionario: Chiesi Italia S.p.A.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: H
    Principio attivo: Pegunigalsidasi Alfa
    Gruppo terapeutico: Enzimi
    ATC: A16AB20 - Pegunigalsidase alfa
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


    Se sei un professionista, potrai trovare le schede tecniche complete e molto altro nell'area riservata di Codifa.it

    Indicazioni

    Perché si usa Elfabrio? A cosa serve?
    Elfabrio è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine in pazienti adulti con diagnosi confermata di malattia di Fabry (deficit di alfa-galattosidasi).

    Posologia

    Come usare Elfabrio: Posologia
    Il trattamento con Elfabrio deve essere gestito da un medico esperto nel trattamento di pazienti affetti da malattia di Fabry.
    Misure di supporto medico appropriate devono essere prontamente disponibili quando Elfabrio è somministrato a pazienti che non sono mai stati trattati prima o che hanno manifestato reazioni severe di ipersensibilità a Elfabrio in passato.
    Il pretrattamento con antistaminici e/o corticosteroidi può essere consigliabile per pazienti che hanno manifestato in precedenza reazioni di ipersensibilità al trattamento con Elfabrio o con altre terapie enzimatiche sostitutive (enzyme replacement therapies, ERT) (vedere paragrafo 4.4).
    Posologia
    La dose raccomandata di Pegunigalsidasi Alfa è di 1 mg/kg di peso corporeo, somministrata una volta ogni due settimane.
    Per le istruzioni sulla ricostituzione, vedere paragrafo 6.6.
    Pazienti precedentemente trattati con agalsidasi alfa o beta
    Per i primi 3 mesi (6 infusioni) di trattamento con Elfabrio, il regime di pretrattamento deve essere preservato e deve essere interrotto gradualmente in base alla giusta tollerabilità dei pazienti.
    Popolazioni speciali
    Compromissione renale o epatica
    Non è necessario alcun adeguamento della dose in pazienti con compromissione renale o epatica.
    Anziani (età ≥ 65 anni)
    La sicurezza e l'efficacia di Elfabrio in pazienti di età maggiore di 65 anni non sono state valutate e per questi pazienti non possono essere raccomandati regimi posologici alternativi. I pazienti anziani possono essere trattati con la stessa dose degli altri pazienti adulti, vedere paragrafo 5.1.
    Popolazione pediatrica
    La sicurezza e l'efficacia di Elfabrio nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 0 e 17 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili.
    Modo di somministrazione
    Solo per infusione endovenosa.
    Elfabrio non deve essere infuso nella stessa linea endovenosa con altri medicinali.
    Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
    Dopo la preparazione, la diluizione deve essere somministrata mediante infusione endovenosa e filtrata attraverso un filtro in linea da 0,2 μm a basso legame proteico.
    Il paziente deve essere monitorato per la comparsa di reazioni correlate a infusione (infusion-related reactions, IRR) per due ore dopo l'infusione; vedere paragrafo 4.4.
    Per ulteriori informazioni sulla manipolazione di Elfabrio prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
    Somministrazione a domicilio
    L'infusione di Elfabrio a domicilio può essere presa in considerazione se il paziente tollera bene le infusioni e non ha precedenti di IRR moderate o severe da alcuni mesi.
    La decisione di passare all'infusione a domicilio deve essere adottata previa valutazione e raccomandazione del medico curante. Il paziente deve essere stabile dal punto di vista medico. Devono essere confermate e a disposizione dell'operatore sanitario incaricato dell'infusione domiciliare attrezzature, risorse e procedure, inclusa la formazione, per l'infusione domiciliare.
    L'operatore sanitario deve essere disponibile durante tutta l'infusione domiciliare e per un determinato periodo dopo di essa.
    Il medico curante e/o l'infermiere devono fornire al paziente e/o al caregiver una formazione appropriata prima dell'inizio dell'infusione a domicilio. La dose e la velocità di infusione usate in ambiente domiciliare devono restare uguali a quelle usate in ambiente ospedaliero; possono essere modificate solo sotto la supervisione del medico curante.
    Velocità e durata dell'infusione
    Tabella 1: Dose e durata dell'infusione raccomandate per la somministrazione endovenosa di Elfabrio
    Infusione iniziale di 1 mg/kg di peso corporeo ogni 2 settimane
    Peso corporeo (kg)
    Volume totale (mL)
    Durata dell'infusione
    Velocità di infusione*
    fino a 70
    150 mL
    non meno di 3 ore
    0,83 mL/min (50 mL/h)
    70-100
    250 mL
    non meno di 3 ore
    1,39 mL/min (83,33 mL/h)
    > 100
    500 mL
    non meno di 3 ore
    2,78 mL/min (166,67 mL/h)
    Infusione di mantenimento
    La durata finale dell'infusione può essere ottenuta in base alla tollerabilità del paziente. L'aumento della velocità di infusione deve essere ottenuto gradualmente a partire dalla velocità della prima infusione.
    1 mg/kg di peso corporeo ogni 2 settimane
    Peso corporeo (kg)
    Volume totale (mL)
    Durata dell'infusione
    Velocità di infusione*
    fino a 70
    150 mL
    non meno di 1,5 ore
    1,68 mL/min (100 mL/h)
    70-100
    250 mL
    non meno di 1,5 ore
    2,78 mL/min (166,67 mL/h)
    > 100
    500 mL
    non meno di 1,5 ore
    5,56 mL/min (333,33 mL/h)
    * la velocità di infusione può essere modificata in caso di reazione all'infusione (vedere paragrafo 4.4)
    Se i pazienti manifestano reazioni correlate a infusione, incluse reazioni di ipersensibilità o reazioni anafilattiche, durante l'infusione, questa deve essere interrotta immediatamente e deve essere avviato un trattamento medico appropriato (vedere paragrafo 4.4).
    I pazienti che manifestano reazioni avverse durante l'infusione domiciliare devono interrompere immediatamente l'infusione e rivolgersi a un operatore sanitario. Le infusioni successive potrebbero dover essere effettuate in un contesto ospedaliero.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Elfabrio
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Elfabrio
    Tracciabilità
    Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
    Reazioni correlate a infusione
    Sono state segnalate reazioni correlate a infusione (IRR), definite come qualsiasi evento avverso correlato comparso dopo l'inizio dell'infusione e fino a 2 ore dopo la fine dell'infusione (vedere paragrafo 4.8). I sintomi di IRR osservati più comunemente sono stati ipersensibilità, prurito, nausea, capogiro, brividi e dolore muscolare.
    La gestione delle IRR deve basarsi sulla severità della reazione e includere il rallentamento della velocità di infusione e il trattamento con medicinali come antistaminici, antipiretici e/o corticosteroidi, per le reazioni da lievi a moderate. Il pretrattamento con antistaminici e/o corticosteroidi può prevenire reazioni successive nei casi in cui sia stato necessario un trattamento sintomatico, anche se si sono verificate IRR in alcuni pazienti che avevano ricevuto il pretrattamento (vedere paragrafo 4.2).
    Ipersensibilità
    Reazioni di ipersensibilità sono state segnalate in pazienti durante gli studi clinici (vedere paragrafo 4.8). Come con qualsiasi medicinale proteico endovenoso, possono manifestarsi reazioni di ipersensibilità di tipo allergico che possono includere angioedema localizzato (inclusa tumefazione del viso, della bocca e della gola), broncospasmo, ipotensione, orticaria generalizzata, disfagia, eruzione cutanea, dispnea, rossore, fastidio al torace, prurito e congestione nasale. Se si verificano reazioni allergiche o di tipo anafilattico severe, è raccomandata l'interruzione immediata di Elfabrio e devono essere seguiti gli standard medici in vigore per il trattamento medico di emergenza.
    Nei pazienti che hanno manifestato reazioni di ipersensibilità severe durante l'infusione di Elfabrio, si deve prestare cautela in caso di re-challenge e deve essere prontamente disponibile assistenza medica appropriata. Inoltre, per i pazienti che hanno manifestato reazioni di ipersensibilità severe con l'infusione di ERT, incluso Elfabrio, deve essere prontamente disponibile un supporto medico appropriato.
    Immunogenicità
    Negli studi clinici è stato osservato lo sviluppo di anticorpi anti-farmaco (anti-drug antibodies, ADA) indotti dal trattamento (vedere paragrafo 4.8).
    La presenza di ADA anti-Elfabrio può essere associata a un maggior rischio di reazioni correlate a infusione ed è più probabile che si verifichino IRR severe in pazienti ADA-positivi. I pazienti che sviluppano reazioni immunitarie o all'infusione in seguito al trattamento con Elfabrio devono essere sottoposti a monitoraggio.
    Inoltre, devono essere monitorati i pazienti ADA-positivi ad altre terapie enzimatiche sostitutive, quelli che hanno manifestato reazioni di ipersensibilità a Elfabrio e quelli che passano a Elfabrio.
    Glomerulonefrite membranoproliferativa
    Durante il trattamento con ERT possono verificarsi depositi di immunocomplessi, come manifestazione di una risposta immunologica al medicinale. Un singolo caso di glomerulonefrite membranoproliferativa è stato segnalato durante lo sviluppo clinico di Elfabrio, dovuto a immunodepositi nei reni (vedere paragrafo 4.8). Questo evento ha portato a un declino temporaneo della funzione renale, che è migliorata con l'interruzione del medicinale.
    Eccipienti con effetti noti
    Questo medicinale contiene 46 mg di sodio per flaconcino da 10 mL equivalente al 2% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.
    Questo medicinale contiene 11,5 mg di sodio per flaconcino da 2,5 mL equivalente all'1% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Elfabrio
    Non sono stati effettuati studi d'interazione e di metabolismo in vitro. In base al suo metabolismo, è improbabile che pegunigalsidasi alfa sia coinvolta in interazioni farmacologiche mediate dal citocromo P450.
    Elfabrio è una proteina e si prevede che sia metabolicamente degradata attraverso l'idrolisi dei peptidi.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    I dati relativi all'uso di Pegunigalsidasi Alfa in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, è preferibile evitare l'uso di Elfabrio durante la gravidanza se non chiaramente necessario.
    Allattamento
    Non è noto se pegunigalsidasi alfa/metaboliti siano escreti nel latte materno. Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di Elfabrio nel latte (per dettagli vedere paragrafo 5.3). Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l'allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con Elfabrio tenendo in considerazione il beneficio dell'allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
    Fertilità
    Non sono disponibili studi di valutazione dell'effetto potenziale di pegunigalsidasi alfa sulla fertilità nell'uomo.
    Gli studi sugli animali non mostrano evidenze di compromissione della fertilità (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Dopo la somministrazione di Elfabrio, in alcuni pazienti sono stati osservati capogiro o vertigine. Tali pazienti devono astenersi dal guidare veicoli o dall'usare macchinari finché i sintomi non si sono risolti.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Elfabrio
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Le reazioni avverse più comuni sono state reazioni correlate a infusione nel 6,3% dei pazienti, seguite da ipersensibilità e astenia riportate ciascuna dal 5,6% dei pazienti.
    Negli studi clinici, 5 pazienti (3,5%) hanno manifestato una reazione grave che è stata considerata correlata a Elfabrio. Quattro di queste reazioni sono state di ipersensibilità confermata mediata da IgE (broncospasmo, ipersensibilità), si sono verificate dopo la prima infusione di Elfabrio e si sono risolte entro il giorno successivo alla loro comparsa.
    Tabella delle reazioni avverse
    I dati riportati di seguito riflettono i dati ottenuti da 141 pazienti con malattia di Fabry che hanno ricevuto Elfabrio in 8 studi clinici, seguendo la posologia di 1 mg/kg ogni due settimane o 2 mg/kg ogni quattro settimane per un minimo di 1 infusione e fino a 6 anni.
    Le reazioni avverse sono elencate nella Tabella 2. Le informazioni sono presentate in base alla classificazione per sistemi e organi. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1 000, < 1/100); raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000); molto raro (< 1/10 000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Tabella 2: Reazioni avverse segnalate durante il trattamento con Elfabrio
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza
    Comune
    Non comune
    Disturbi del sistema immunitario
    ipersensibilità*
    ipersensibilità di tipo I*
     
    Disturbi psichiatrici
    agitazione*
    insonnia
    Patologie del sistema nervoso
    parestesia*
    capogiro*
    cefalea*
    sindrome delle gambe senza riposo
    neuropatia periferica
    nevralgia
    sensazione di bruciore
    tremore*
    Patologie dell'orecchio e del labirinto
    vertigine
     
    Patologie vascolari
     
    rossore
    ipotensione*
    ipertensione*
    linfedema
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
     
    broncospasmo*
    dispnea*
    irritazione della gola*
    congestione nasale*
    starnuto*
    Patologie gastrointestinali
    nausea*
    dolore addominale*
    diarrea
    vomito*
    malattia da reflusso gastroesofageo
    gastrite
    dispepsia
    flatulenza
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    eruzione cutanea*
    eritema*
    prurito*
    ipoidrosi
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    artralgia
    dolore muscoloscheletrico*
     
    Patologie renali e urinarie
     
    glomerulonefrite membranoproliferativa
    malattia renale cronica
    proteinuria
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
     
    dolore del capezzolo
    Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
    astenia*
    brividi*
    dolore toracico*
    dolore*
    stravaso in sede di infusione
    edema
    malattia simil-influenzale
    dolore in sede di infusione
    Esami diagnostici
     
    temperatura corporea aumentata*
    enzimi epatici aumentati
    rapporto proteine/creatinina nelle urine aumentato
    globuli bianchi nelle urine
    acido urico ematico aumentato
    peso aumentato
    Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura
    reazione correlata a infusione*
     
    Patologie cardiache
    extrasistoli sopraventricolari
    bradicardia*
    ipertrofia del ventricolo sinistro
    I seguenti termini preferiti sono stati raggruppati nella Tabella 2:
    · ipersensibilità include: ipersensibilità a farmaci
    · agitazione include: nervosismo
    · dolore addominale include: fastidio addominale
    · eruzione cutanea include: eruzione cutanea maculo-papulare ed eruzione cutanea pruriginosa
    · rigidità muscoloscheletrica registrata come dolore muscoloscheletrico include: mialgia
    · astenia include: malessere e stanchezza
    · dolore toracico include: fastidio al torace e dolore toracico non cardiaco
    · dolore include: dolore alle estremità
    · edema periferico registrato come edema
    * Termini preferiti considerati come IRR come descritto nella sezione seguente.
    Descrizione di reazioni avverse selezionate
    Reazioni correlate a infusione (reazioni avverse entro 2 ore dall'infusione)
    IRR sono state segnalate in un totale di 32 pazienti (22%): 26 pazienti (23%) trattati con 1 mg/kg ogni due settimane e 6 pazienti (20%) trattati con 2 mg/kg ogni quattro settimane. I sintomi segnalati più frequentemente associati a IRR per il dosaggio di 1 mg/kg sono stati ipersensibilità, brividi, capogiro, eruzione cutanea e prurito. Per la dose di 2 mg/kg il sintomo segnalato più frequentemente è stato il dolore. Le IRR sono state per lo più di intensità lieve o moderata e si sono risolte con un trattamento continuo; tuttavia, 5 pazienti (tutti maschi, dose 1 mg/kg), hanno manifestato 5 IRR severe. Queste 5 IRR erano anche gravi. Quattro di questi eventi erano reazioni di ipersensibilità di tipo I confermate e 3 hanno portato all'interruzione dello studio. Un altro paziente è stato successivamente ritirato dallo studio dopo la comparsa di un'altra IRR moderata. Tutti e 5 i pazienti si sono però ristabiliti entro il giorno successivo alla comparsa con il trattamento appropriato. Le IRR si sono verificate principalmente entro il primo anno di trattamento con Elfabrio, mentre nessuna IRR grave è stata osservata durante e dopo il secondo anno.
    Immunogenicità
    Negli studi clinici, 17 pazienti su 111 (16%) trattati con Elfabrio 1 mg/kg ogni due settimane e 0 pazienti su 30 trattati con Elfabrio 2 mg/kg ogni quattro settimane hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco (ADA) indotti dal trattamento.
    Glomerulonefrite membranoproliferativa
    Durante lo sviluppo clinico di Elfabrio, un paziente su 136 ha riportato un evento severo di glomerulonefrite membranoproliferativa dopo aver ricevuto il trattamento per più di 2 anni. Il paziente era ADA-positivo all'inizio delle infusioni. L'evento ha portato a una riduzione transitoria dell'eGFR e a un aumento del livello di proteinuria, senza segni o sintomi aggiuntivi. Una biopsia ha rivelato la natura mediata da immunocomplessi di questo evento. Dopo l'interruzione del trattamento, i valori di eGFR si sono stabilizzati e la glomerulonefrite è stata segnalata come in risoluzione.
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Elfabrio
    Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio di Elfabrio durante gli studi clinici. La dose massima di Elfabrio studiata è stata di 2 mg/kg di peso corporeo ogni due settimane e non sono stati identificati segni e sintomi specifici con dosi superiori. Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono state reazione correlate a infusione e dolore alle estremità. Nel caso in cui si sospetti un sovradosaggio, deve essere richiesta assistenza medica di emergenza.

    Scadenza

    4 anni.
    Soluzione per infusione diluita
    La stabilità chimica e fisica durante l'uso è stata dimostrata per 72 ore sia a 2 °C - 8 °C sia a temperatura inferiore a 25 °C.
    Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non viene usato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione prima dell'uso sono sotto la responsabilità dell'utilizzatore e non dovrebbero generalmente essere superiori a 24 ore in frigorifero (2 °C - 8 °C) o 8 ore se conservato a temperatura inferiore a 25 °C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in condizioni asettiche controllate e convalidate.

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
    Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione vedere paragrafo 6.3.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


       © 2022 EDRA S.p.A. - P.iva 08056040960
      DPO - dpo@lswr.it