Duavive

    Ultimo aggiornamento: 01/11/2024

    Cos'è Duavive?

    Duavive è un farmaco a base del principio attivo Estrogeni Coniugati + Bazedoxifene Acetato, appartenente alla categoria degli Estrogeni e nello specifico Estrogeni, associazioni con altri farmaci. E' commercializzato in Italia dall'azienda Organon Italia S.r.l..

    Duavive può essere prescritto con Ricetta RR - medicinali soggetti a prescrizione medica.


    Confezioni

    Duavive 0,45 mg + 20 mg 28 compresse a rilascio modificato

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Pfizer Europe MA EEIG
    Concessionario: Organon Italia S.r.l.
    Ricetta: RR - medicinali soggetti a prescrizione medica
    Classe: C
    Principio attivo: Estrogeni Coniugati + Bazedoxifene Acetato
    Gruppo terapeutico: Estrogeni
    ATC: G03CC07 - Estrogeni coniugati e bazedoxifene
    Forma farmaceutica: compressa a rilascio modificato


    Se sei un professionista, potrai trovare le schede tecniche complete e molto altro nell'area riservata di Codifa.it

    Indicazioni

    Perché si usa Duavive? A cosa serve?
    DUAVIVE è indicato per il trattamento dei sintomi da deficit di estrogeni nelle donne postmenopausali, non isterectomizzate (dopo almeno 12 mesi dall'ultimo ciclo mestruale) per le quali la terapia contenente progestinici non sia appropriata.
    L'esperienza nel trattamento di donne di età superiore ai 65 anni è limitata.

    Posologia

    Come usare Duavive: Posologia
    Posologia
    Per l'inizio e il proseguimento del trattamento dei sintomi postmenopausali deve essere impiegata la dose minima efficace per la più breve durata possibile (vedere paragrafo 4.4).
    La dose raccomandata è di 0,45 mg di estrogeni coniugati (EC) e 20 mg di bazedoxifene (BZA) da assumere sotto forma di una singola compressa orale, una volta al giorno.
    Se una compressa viene dimenticata, dovrà essere assunta appena la paziente se ne ricorda. La terapia dovrà quindi essere continuata come prima. Se si è dimenticata più di una compressa, si dovrà assumere solo la più recente; la paziente non dovrà assumere il doppio della dose normale per compensare le compresse dimenticate.
    Popolazioni speciali
    Anziani
    EC/BZA non è stato studiato in donne di età superiore ai 75 anni. In base ai dati disponibili non è necessario nessun adattamento del dosaggio in funzione dell'età (vedere paragrafo 5.2). L'esperienza nel trattamento di donne di età superiore ai 65 anni è limitata.
    Danno renale
    La farmacocinetica di EC/BZA non è stata valutata in pazienti che presentano danno renale. L'impiego in questa popolazione non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
    Compromissione epatica
    La sicurezza e l'efficacia di EC/BZA non sono state valutate in pazienti che presentano compromissione epatica. L'impiego in questa popolazione è controindicato (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
    Popolazione pediatrica
    L'impiego di EC/BZA nella popolazione pediatrica non è rilevante.
    Modo di somministrazione
    Uso orale.
    EC/BZA può essere assunto a qualsiasi ora del giorno, a prescindere dai pasti (vedere paragrafo 5.2). Le compresse devono essere ingerite intere.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Duavive
    • Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    • Cancro della mammella accertato, sospetto o pregresso.
    • Tumori maligni estrogeno-dipendenti accertati, pregressi o sospetti (ad es. cancro dell'endometrio).
    • Sanguinamento genitale non diagnosticato.
    • Iperplasia dell'endometrio non trattata.
    • Tromboembolia venosa in atto o pregressa (ad es. trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi della vena retinica).
    • Disturbi trombofilici accertati (ad es. deficit di proteina C, di proteina S o di antitrombina, vedere paragrafo 4.4).
    • Malattia tromboembolica arteriosa in atto o pregressa (ad es. infarto miocardico, ictus).
    • Epatopatia acuta o anamnesi di epatopatia nel caso in cui le prove di funzionalità epatica non siano tornate alla normalità.
    • EC/BZA non deve essere assunto da donne in età fertile o in allattamento (vedere paragrafi 4.6 e 5.3).
    • Porfiria.

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Duavive
    Nel trattamento dei sintomi postmenopausali, la terapia con EC/BZA deve essere iniziata esclusivamente per sintomi che influenzano negativamente la qualità della vita. In tutti i casi, dovrà essere effettuata un'attenta valutazione dei rischi e dei benefici almeno una volta all'anno e il trattamento dovrà essere proseguito solo nel caso in cui i benefici superino i rischi.
    Le donne che assumono EC/BZA non devono assumere progestinici, altri estrogeni o modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni (SERM, selective oestrogen receptor modulator).
    DUAVIVE (EC/BZA) non è stato studiato nel trattamento della menopausa precoce.
    Esame medico/follow up
    Prima di iniziare o riprendere il trattamento con EC/BZA, si deve raccogliere un'anamnesi personale e familiare completa. L'esame obiettivo (comprendente pelvi e mammelle) deve essere guidato dall'anamnesi e dalle controindicazioni e precauzioni per l'impiego. Durante il trattamento, si raccomanda di effettuare controlli periodici di natura e frequenza modulate sulle necessità della singola paziente. Le donne devono essere informate circa le modificazioni delle mammelle da segnalare al medico o all'infermiere (vedere di seguito ‘Cancro della mammellà). Dovranno essere effettuati esami diagnostici, compresi opportuni esami di imaging quali la mammografia, in conformità alle procedure di screening attualmente accettate, modificate in funzione delle necessità cliniche della singola paziente.
    Condizioni che necessitano di monitoraggio
    Se è presente una qualsiasi delle seguenti condizioni, se si è verificata in precedenza e/o si è aggravata durante la gravidanza o trattamenti ormonali precedenti, la paziente dovrà essere monitorata attentamente. Si deve tenere presente che queste condizioni potrebbero ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento con EC/BZA, in particolare:
    • Leiomioma (fibromi dell'utero) o endometriosi
    • Fattori di rischio per disturbi tromboembolici (vedere di seguito)
    • Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, ad esempio ereditarietà di 1° grado per il cancro della mammella
    • Ipertensione
    • Patologie epatiche (ad esempio adenoma del fegato)
    • Diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare
    • Colelitiasi
    • Emicrania o (grave) cefalea
    • Lupus eritematoso sistemico
    • Anamnesi di iperplasia dell'endometrio (vedere di seguito)
    • Epilessia
    • Asma
    • Otosclerosi
    Motivi per un'immediata sospensione della terapia
    La terapia deve essere interrotta nel caso in cui venga scoperta una controindicazione (ad esempio tromboembolia venosa, ictus e gravidanza) e nelle seguenti situazioni:
    • Ittero o deterioramento della funzionalità epatica
    • Aumento significativo della pressione arteriosa
    • Nuova insorgenza di cefalea tipo emicrania
    Iperplasia e carcinoma dell'endometrio
    Nelle donne con utero intatto, il rischio di iperplasia e di carcinoma dell'endometrio aumenta in seguito alla somministrazione di soli estrogeni per periodi prolungati. L'aumento del rischio di cancro dell'endometrio segnalato tra le utilizzatrici di soli estrogeni è da 2 a 12 volte superiore rispetto alle non utilizzatrici, a seconda della durata del trattamento e della dose degli estrogeni. Dopo l'interruzione del trattamento il rischio può restare elevato per almeno 10 anni. Le donne che assumono EC/BZA non devono assumere altri estrogeni perché questo potrebbe aumentare il rischio di iperplasia dell'endometrio e di carcinoma dell'endometrio.
    L'aggiunta di bazedoxifene in EC/BZA riduce il rischio di iperplasia dell'endometrio, che può essere un precursore del carcinoma dell'endometrio.
    Durante il trattamento si potrebbero verificare metrorragie da interruzione o perdite. Se le metrorragie da interruzione o le perdite si presentano dopo qualche tempo dall'inizio della terapia o continuano dopo che la terapia è stata interrotta, se ne dovrà accertare la causa, con esami che potrebbero comprendere una biopsia dell'endometrio per escludere la presenza di tumore maligno endometriale.
    Cancro della mammella
    L'evidenza generale dimostra un aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne che assumono una TOS a base di soli estrogeni; l'aumento del rischio dipende dalla durata di assunzione della TOS.
    Lo studio Women's Health Initiative (WHI) non ha riscontrato nessun aumento del rischio di cancro della mammella in donne isterectomizzate che assumono una terapia a base di soli estrogeni.
    Gli studi osservazionali hanno segnalato principalmente un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro della mammella nelle donne che utilizzano solo estrogeni, che è inferiore rispetto a quello riscontrato nelle donne che assumono associazioni di estrogeno-progestinico (vedere paragrafo 4.8).
    I risultati derivanti da un'ampia metanalisi hanno dimostrato che, dall'interruzione del trattamento, il rischio aggiuntivo diminuirà con il tempo, e il tempo necessario per tornare al basale dipende dalla durata del precedente utilizzo della TOS. Qualora la TOS fosse stata assunta per un periodo superiore a 5 anni, il rischio può persistere per 10 anni o più a lungo.
    Uno studio osservazionale con un follow-up medio di 22 mesi ha mostrato che il rischio di insorgenza di cancro della mammella in coloro che utilizzano EC/BZA potrebbe rientrare nello stesso intervallo riscontrato nelle donne che assumono una terapia ormonale combinata a base di estrogeni e progestinici. L'effetto a lungo termine di EC/BZA sul rischio di insorgenza di cancro della mammella non è noto (vedere paragrafo 5.1).
    Cancro dell'ovaio
    Il cancro dell'ovaio è molto più raro del cancro della mammella.
    L'evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un leggero aumento del rischio nelle donne che assumono una terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni, che si manifesta entro 5 anni di utilizzo e si riduce con il tempo dopo l'interruzione.
    Alcuni altri studi, incluso lo studio WHI, suggeriscono che l'uso di una terapia ormonale sostitutiva combinata può essere associato a un rischio simile o leggermente inferiore (vedere paragrafo 4.8).
    L'effetto di EC/BZA sul rischio di cancro dell'ovaio non è noto.
    Tromboembolia venosa (TEV)
    Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, condotti in donne postmenopausali con EC/BZA, sono stati segnalati casi di TEV (vedere paragrafo 4.8). Se si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente.
    I SERM (compreso il bazedoxifene) e gli estrogeni determinano individualmente un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.8).
    La terapia ormonale è associata a un aumento di 1,3-3 volte del rischio di sviluppo di TEV. La comparsa di un tale evento è più probabile nel primo anno di terapia ormonale sostitutiva che successivamente (vedere paragrafo 4.8).
    Le pazienti affette da condizioni trombofiliche sono soggette a un rischio maggiore di TEV e la terapia ormonale può aumentare tale rischio. L'impiego di EC/BZA è controindicato in queste pazienti (vedere paragrafo 4.3).
    I fattori di rischio generalmente riconosciuti per la TEV comprendono impiego di estrogeni, età avanzata, intervento chirurgico maggiore, immobilizzazione prolungata, obesità (IMC > 30 kg/m2), periodo della gravidanza/postparto, lupus eritematoso sistemico (LES) e cancro. Non esiste unanimità relativamente al possibile ruolo delle vene varicose nella TEV. Come per tutti i pazienti postoperatori, devono essere prese in considerazione misure profilattiche per prevenire l'insorgenza di TEV in seguito a un intervento chirurgico. Se si prevede un'immobilizzazione prolungata a seguito di chirurgia elettiva, si raccomanda di sospendere temporaneamente l'impiego di EC/BZA da 4 a 6 settimane prima. Il trattamento non dovrà ricominciare fino a quando la paziente non avrà riacquistato una completa mobilità. Inoltre, alle donne che assumono EC/BZA deve essere consigliato di fare periodicamente del movimento durante i viaggi che comportino un'immobilizzazione prolungata.
    Alle donne che non presentano anamnesi personale di TEV, ma che hanno un parente di primo grado con anamnesi di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo un attento counselling sulle limitazioni dello stesso (solo una parte dei difetti trombofilici viene identificata dallo screening). Se si identifica un difetto trombofilico correlato alla trombosi in membri della famiglia o se il difetto è “grave” (ad esempio deficit di antitrombina, di proteina S, di proteina C o una combinazione di difetti) la terapia ormonale è controindicata.
    Per le donne che seguono già una terapia anticoagulante cronica è necessaria un'attenta valutazione dei rischi e dei benefici della terapia ormonale.
    Se dopo l'inizio della terapia si dovesse verificare o sospettare un evento di TEV, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente. Le donne devono essere avvisate di contattare immediatamente il medico se avvertono un potenziale sintomo tromboembolico (ad es. tumefazione dolorosa di una gamba, improvviso dolore al torace, dispnea).
    Malattia coronarica
    Studi controllati randomizzati non hanno mostrato evidenza di protezione dall'infarto miocardico nelle donne affette o meno da malattia coronarica, trattate con terapia a base di soli estrogeni. Dati randomizzati controllati non hanno indicato un aumento del rischio di malattia coronarica nelle donne isterectomizzate che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni.
    Ictus ischemico
    La terapia a base di soli estrogeni è associata a un aumento fino a 1,5 volte del rischio di ictus ischemico. Il rischio relativo non cambia con l'età o il tempo trascorso dalla menopausa. Tuttavia, poiché il rischio di ictus al basale è fortemente dipendente dall'età, il rischio complessivo per le donne che assumono una terapia ormonale aumenterà con l'età (vedere paragrafo 4.8).
    Uno studio osservazionale con un follow-up medio di 10-11 mesi ha mostrato che il rischio di ictus in coloro che utilizzano EC/BZA potrebbe rientrare nello stesso intervallo riscontrato nelle donne che assumono una terapia ormonale combinata a base di estrogeni e progestinici.
    L'effetto a lungo termine di EC/BZA sul rischio di ictus non è noto (vedere paragrafo 5.1).
    Se si dovesse verificare o sospettare un ictus, EC/BZA dovrà essere interrotto immediatamente (vedere paragrafo 4.3).
    Altre condizioni
    • Gli estrogeni possono causare ritenzione di liquidi e quindi le pazienti affette da disfunzione cardiaca o renale devono essere monitorate attentamente durante il trattamento con EC/BZA.
    • Le pazienti affette da insufficienza renale terminale devono essere strettamente controllate perché ci si aspetta che il livello dei componenti estrogenici circolanti di EC/BZA sarà maggiore. L'impiego in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
    • Le donne con ipertrigliceridemia pre-esistente dovranno essere seguite attentamente durante il trattamento con estrogeni perché sono stati segnalati rari casi di forti aumenti dei trigliceridi plasmatici, che hanno portato a sviluppo di pancreatite con la terapia estrogenica in presenza di questa condizione. L'associazione EC/BZA non è stata studiata in donne con livelli basali di trigliceridi >300 mg/dl (>3,4 mmol/l). Nel corso di studi clinici durati fino a 2 anni, l'uso di EC/BZA è stato associato a un aumento della concentrazione di trigliceridi sierici di circa il 16% al mese 12 e del 20% al mese 24 rispetto al basale. Di conseguenza, occorre prendere in considerazione l'effettuazione del monitoraggio annuale dei livelli di trigliceridi sierici.
    • L'uso di EC/BZA non è stato studiato in pazienti con funzionalità epatica ridotta (vedere paragrafi 4.2 e 5.2) o anamnesi di ittero colestatico. Gli estrogeni potrebbero essere scarsamente metabolizzati nelle donne con funzionalità epatica ridotta. Nelle donne con anamnesi di ittero colestatico associato a uso pregresso di estrogeni o a gravidanza si dovrà prestare cautela e, in caso di recidiva, EC/BZA dovrà essere interrotto.
    • È stato segnalato un aumento da 2 a 4 volte del rischio di colecistopatia con necessità di intervento chirurgico in donne postmenopausali che assumevano estrogeni (vedere paragrafo 4.8). Monitorare attentamente le pazienti trattate con EC/BZA per identificare i segni di sviluppo di malattia della colecisti.
    • Gli estrogeni determinano un aumento della globulina di legame tiroidea (TBG, thyroid binding globulin), che causa un incremento dell'ormone tiroideo totale circolante, misurato in termini di iodio legato alle proteine (PBI, protein-bound iodine), livelli di T4 (mediante colonna o dosaggio radioimmunologico) o livelli di T3 (mediante dosaggio radioimmunologico). La captazione di T3 su resina è ridotta e riflette l'elevata globulina di legame tiroidea. Le concentrazioni di T4 e di T3 liberi sono inalterate. Possono risultare elevati i livelli sierici di altre proteine di legame, quali la globulina legante i corticosteroidi (CBG, corticoid binding globulin) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG, sex-hormone-binding globulin), che determinano un aumento rispettivamente dei corticosteroidi e degli ormoni sessuali circolanti. Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente attivi sono invariate. Altre proteine plasmatiche possono risultare aumentate (angiotensinogeno/substrato della renina, alfa-1 antitripsina, ceruloplasmina).
    L'impiego di una terapia a base di estrogeni non migliora le funzioni cognitive. Esistono alcune evidenze di un aumento del rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano l'impiego di una terapia continuata a base di soli estrogeni a un'età superiore ai 65 anni.
    L'effetto di EC/BZA sul rischio di demenza non è noto.
    Contenuto di eccipienti
    Questo medicinale contiene lattosio, saccarosio, glucosio (in polidestrosio e maltitolo liquido) e sorbitolo (in polidestrosio).
    Lattosio, saccarosio e glucosio
    Le pazienti che soffrono di rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficit totale di lattasi, di intolleranza al fruttosio, di malassorbimento di glucosio-galattosio o di deficit della sucrasi-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
    Sorbitolo
    Questo medicinale contiene sorbitolo, che può influire sulla biodisponibilità di altri medicinali somministrati in concomitanza. Si deve tenere in considerazione l'effetto additivo di tutte le fonti di sorbitolo da altri medicinali somministrati in contemporanea e dall'alimentazione.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Duavive
    I risultati di uno studio clinico d'interazione tra farmaci condotto con EC/BZA e degli studi d'interazione con EC o bazedoxifene in monoterapia sono riassunti di seguito.
    Estrogeni coniugati
    Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che gli estrogeni vengono parzialmente metabolizzati dagli enzimi del citocromo P450, incluso il CYP3A4. Tuttavia, in uno studio clinico d'interazione tra farmaci, la somministrazione ripetuta di 200 mg di itraconazolo, un forte inibitore del CYP3A4, ha avuto effetti minimi sulla farmacocinetica degli EC (in base ai livelli di estrone ed equilina) e del bazedoxifene se somministrato con un'unica dose di EC 0,45 mg/BZA 20 mg.
    Il metabolismo degli estrogeni può essere incrementato dall'uso di sostanze che inducono notoriamente l'azione degli enzimi farmaco-metabolizzanti quali gli anticonvulsivanti (ad esempio fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e gli antinfettivi (ad esempio rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz). Ritonavir e nelfinavir, sebbene noti come forti inibitori, mostrano al contrario proprietà di induzione se impiegati in concomitanza con ormoni steroidei. Le preparazioni erboristiche contenenti iperico (Hypericum perforatum) possono indurre il metabolismo degli estrogeni. Clinicamente, un aumento del metabolismo degli estrogeni può portare a una riduzione del loro effetto e a cambiamenti del profilo del sanguinamento dell'utero.
    Effetto della TOS con estrogeni su altri medicinali
    È stato dimostrato che i contraccettivi ormonali contenenti estrogeni riducono significativamente le concentrazioni plasmatiche di lamotrigina quando co-somministrati, a causa dell'induzione della glucuronidazione della lamotrigina. Ciò può ridurre il controllo delle crisi convulsive. Sebbene la potenziale interazione tra la terapia ormonale sostitutiva e la lamotrigina non sia stata studiata, si prevede che esista un'interazione simile che potrebbe portare a una riduzione del controllo delle crisi convulsive, nelle donne che assumono entrambi i medicinali insieme.
    Bazedoxifene
    Il metabolismo del bazedoxifene può essere incrementato dall'uso concomitante di sostanze note per indurre l'uridina-difosfato glucuronosiltransferasi (UGT), quali rifampicina, fenobarbital, carbamazepina e fenitoina, e questo può portare a una minore concentrazione sistemica del bazedoxifene. Una riduzione dell'esposizione al bazedoxifene può essere associata a un aumento del rischio di iperplasia dell'endometrio (vedere paragrafo 4.4).
    Il bazedoxifene non è soggetto o è soggetto solo minimamente al metabolismo mediato dal citocromo P450 (CYP). Il bazedoxifene non induce né inibisce l'attività dei principali isoenzimi del CYP ed è improbabile che interagisca con medicinali somministrati in concomitanza per effetto del metabolismo mediato dal CYP.
    Non sono state rilevate interazioni farmacocinetiche significative tra il bazedoxifene e i seguenti medicinali: ibuprofene, atorvastatina e azitromicina o un antiacido contenente idrossidi di alluminio e magnesio.


    Interazioni riportate su letteratura scientifica internazionale
    Prima di prendere "Duavive" insieme ad altri farmaci come “Nervaxon”, etc.., chiedi al tuo al tuo medico o farmacista di fiducia di verificare che sia sicuro e non dannoso per la tua salute ...

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    EC/BZA è indicato esclusivamente per l'uso in donne postmenopausali ed è controindicato nelle donne in età fertile (vedere paragrafo 4.3). Non esistono dati relativi all'uso di EC/BZA in donne in gravidanza. Se ha inizio una gravidanza durante il trattamento con EC/BZA, questo deve essere immediatamente interrotto.
    I risultati della maggior parte degli studi epidemiologici effettuati fino a oggi sull'esposizione accidentale del feto agli estrogeni non indicano alcun effetto teratogeno o fetotossico.
    Studi condotti nei conigli hanno mostrato una tossicità riproduttiva per il bazedoxifene in monoterapia (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l'uomo non è noto.
    Allattamento
    EC/BZA è controindicato durante l'allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3). Non è noto se il bazedoxifene sia escreto nel latte umano. Nel latte di madri che assumevano EC sono state rilevate quantità misurabili di estrogeni. La somministrazione di estrogeni a madri che allattano al seno ha mostrato di ridurre la quantità e la qualità del latte.
    Fertilità
    Non è stato effettuato nessuno studio sugli animali per valutare gli effetti sulla riproduzione dell'associazione EC/BZA.
    Studi condotti con il bazedoxifene nei ratti hanno mostrato effetti avversi sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l'uomo non è noto.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    EC/BZA altera lievemente la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
    Nel corso di studi clinici con bazedoxifene in monoterapia, è stata segnalata sonnolenza come reazione avversa; le pazienti devono essere avvertite di questo effetto potenziale sulla guida di veicoli e sull'uso di macchinari.
    In pazienti trattate con bazedoxifene in monoterapia vi sono state segnalazioni post-marketing di sintomi visivi quali disturbo dell'acuità visiva o visione offuscata. Se si presentano tali sintomi, le pazienti devono evitare di guidare veicoli o di utilizzare macchinari che richiedano un'accurata percezione visiva fino a quando i sintomi non si saranno risolti o fino a quando si saranno consultate con un medico sulla sicurezza di tali attività.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Duavive
    Riepilogo del profilo di sicurezza
    La reazione avversa segnalata più comunemente è stato il dolore addominale, che si è presentato in oltre il 10% delle pazienti degli studi clinici.
    Raramente (meno di 1 caso ogni 1.000 pazienti) possono verificarsi eventi tromboembolici venosi seri.
    Elenco in formato tabulare delle reazioni avverse
    La tabella che segue riporta le reazioni avverse osservate con EC/BZA (n = 3.168) durante studi clinici controllati con placebo. Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (≥ 1/10); comuni (≥ 1/100, < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100) o rare (≥ 1/10.000, <1/1.000).
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Rara
    Infezioni ed infestazioni
     
    Candidiasi vulvovaginale
     
     
    Patologie vascolari
     
     
     
    Eventi tromboembolici venosi (comprese embolia polmonare, trombosi della vena retinica, trombosi venosa profonda e tromboflebite).
    Patologie gastrointestinali
    Dolore addominale
    Costipazione; diarrea; nausea
     
     
    Patologie epatobiliari
     
     
    Colecistite
     
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
     
    Spasmi muscolari
     
     
    Esami diagnostici
     
    Trigliceridi ematici aumentati
     
     
    Descrizione di determinate reazioni avverse
    Rischio di cancro della mammella
    Il rischio di cancro della mammella associato all'impiego di soli estrogeni è segnalato in diversi studi. L'aumento del rischio per coloro che utilizzano una terapia a base di soli estrogeni è inferiore rispetto a quello che si osserva in coloro che impiegano associazioni di estrogeno-progestinico. Il livello del rischio dipende dalla durata di utilizzo (vedere paragrafo 4.4). Sono presentate le stime del rischio assoluto sulla base dei risultati del maggiore studio randomizzato controllato con placebo (studio WHI) e della maggiore metanalisi di studi epidemiologici prospettici.
    Braccio con trattamento con soli estrogeni (ET) dello studio WHI negli Stati Uniti - rischio aggiuntivo di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo
    Intervallo di età (anni)
    Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni
    Rapporto di rischio e IC al 95%
    Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET in un periodo di 5 anni (IC al 95%)
    Solo estrogeni coniugati equini
    50-79
    21
    0,8 (0,7-1,0)
    -4 (-6-0)*
    * Studio WHI in donne isterectomizzate, che non hanno mostrato un aumento del rischio di cancro della mammella
    La più ampia metanalisi di studi epidemiologici prospettici
    Rischio aggiuntivo stimato di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo nelle donne con indice di massa corporea 27 (kg/m2)
    Età all'inizio della TOS (anni)
    Incidenza su 1.000 donne mai trattate con terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni (50-54 anni di età)*
    Rapporto di rischio 
    Casi aggiuntivi su 1.000 donne trattate con TOS dopo 5 anni
    Solo estrogeni
    50
    13,3
    1,2
    2,7
    * Dato tratto dai tassi basali di incidenza in Inghilterra nel 2015 tra le donne con indice di massa corporea 27
    Nota: poiché l'incidenza attesa del cancro della mammella è diversa nei vari paesi dell'UE, anche il numero di casi supplementari di tale tipo di cancro varierà proporzionalmente.
    Rischio aggiuntivo stimato di cancro della mammella dopo 10 anni di utilizzo nelle donne con indice di massa corporea 27 (kg/m2)
    Età all'inizio della TOS (anni)
    Incidenza su 1.000 donne mai trattate con TOS in un periodo di 10 anni (50-59 anni di età)*
    Rapporto di rischio
    Casi aggiuntivi su 1.000 donne trattate con TOS dopo 10 anni
    Solo estrogeni
    50
    26,6
    1,3
    7,1
    * Dato tratto dai tassi basali di incidenza in Inghilterra nel 2015 tra le donne con indice di massa corporea 27
    Nota: poiché l'incidenza attesa del cancro della mammella è diversa nei vari paesi dell'UE, anche il numero di casi supplementari di tale tipo di cancro varierà proporzionalmente.
    Rischio di cancro dell'endometrio
    Donne postmenopausali non isterectomizzate
    Il rischio di cancro dell'endometrio è di circa 5 casi su 1.000 donne non isterectomizzate che non utilizzano una terapia ormonale sostitutiva.
    Nelle donne non isterectomizzate, l'impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni non è raccomandata perché determina un aumento del rischio di cancro dell'endometrio (vedere paragrafo 4.4). A seconda della durata della terapia con solo estrogeno e della dose impiegata, l'aumento del rischio di cancro dell'endometrio negli studi epidemiologici variava tra i 5 e i 55 casi supplementari diagnosticati ogni 1.000 donne di età compresa tra 50 e 65 anni.
    EC/BZA contiene bazedoxifene, che riduce il rischio di iperplasia dell'endometrio, che si può presentare con l'impiego di soli estrogeni (vedere paragrafo 4.4). L'iperplasia dell'endometrio potrebbe essere un precursore del cancro dell'endometrio.
    Cancro dell'ovaio
    L'impiego di terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni è stato associato a un leggero aumento del rischio di diagnosi di cancro dell'ovaio (vedere paragrafo 4.4).
    Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro dell'ovaio nelle donne in trattamento con una terapia ormonale sostitutiva rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56). Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni, l'assunzione di un trattamento ormonale sostitutivo di 5 anni determina circa 1 diagnosi aggiuntiva su 2.000 donne trattate. Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una terapia ormonale sostitutiva, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell'ovaio nell'arco di 5 anni.
    Rischio di tromboembolia venosa
    Nello studio sul trattamento dell'osteoporosi con bazedoxifene (età media = 66,5 anni), il tasso di TEV su 1.000 anni-donna durante il periodo dello studio della durata di 3 anni è stato di 2,86 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,76 nel gruppo del placebo; durante il periodo dello studio della durata di 5 anni è stato di 2,34 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e 1,56 nel gruppo del placebo. Dopo7 anni il tasso di TEV su 1.000 anni-donna è stato di 2,06 nel gruppo del bazedoxifene (20 mg) e di 1,36 nel gruppo del placebo.
    È noto che gli estrogeni determinano un aumento del rischio di TEV (vedere paragrafo 4.4). La comparsa di tale reazione è più probabile nel primo anno di trattamento. Di seguito sono riassunti i dati provenienti dai maggiori studi randomizzati:
    Studi WHI, braccio di trattamento con soli estrogeni - rischio aggiuntivo di TEV su 5 anni di utilizzo
    Intervallo di età (anni)
    Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni
    Rapporto di rischio e IC al 95%
    Casi aggiuntivi su 1.000 donne nel braccio ET
    Solo estrogeni orali*
    50-59
    7
    1,2 (0,6-2,4)
    1 (-3-10)
    * studio su donne isterectomizzate
    Rischio di ictus ischemico
    La terapia a base di soli estrogeni è associata a un rischio relativo di ictus ischemico fino a 1,5 volte superiore. Tale rischio relativo non è dipendente dall'età o dalla durata di utilizzo, ma poiché il rischio al basale dipende fortemente dall'età, il rischio globale di ictus nelle donne che assumono una terapia a base di estrogeni aumenterà con l'età (vedere paragrafo 4.4). Il rischio aggiuntivo di ictus ischemico su un periodo di cinque anni di utilizzo è stato valutato nel corso del più grande studio randomizzato su donne isterectomizzate (WHI) di età compresa tra 50 e 59 anni.
    Studi WHI combinati - rischio aggiuntivo di ictus ischemico* in 5 anni di utilizzo
    Intervallo di età (anni)
    Incidenza su 1.000 donne nel braccio del placebo in un periodo di 5 anni
    Rapporto di rischio e IC al 95%
    Casi aggiuntivi su 1.000 utilizzatrici di terapia ormonale sostitutiva in un periodo di 5 anni
    50-59
    8
    1,3 (1,1-1,6)
    3 (1-5)
    * non è stata effettuata alcuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico.
    Reazioni avverse segnalate durante il trattamento con EC e/o bazedoxifene in monoterapia
    Le reazioni avverse sono state classificate come molto comuni (≥ 1/10), comuni (≥ 1/100, < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100), rare (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto rare (< 1/10.000), non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Reazioni avverse osservate durante il trattamento con EC in monoterapia 
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
    Comune
    Non comune
    Rara
    Molto rara
    Infezioni ed infestazioni
     
    Vaginite
     
     
    Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)
     
     
    Potenziamento della crescita di meningioma benigno; mastopatia fibrocistica
    Ingrandimento di emangioma epatico
    Disturbi del sistema immunitario
     
    Ipersensibilità
    Angioedema; reazioni anafilattiche/anafilattoidi; orticaria
     
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
     
     
    Intolleranza al glucosio
    Esacerbazione della porfiria; ipocalcemia (in pazienti con malattia che può predisporre a grave ipocalcemia)
    Disturbi psichiatrici
     
    Demenza; depressione; umore alterato; variazioni della libido
    Irritabilità
     
    Patologie del sistema nervoso
     
    Emicrania; cefalea; capogiro; nervosismo
    Esacerbazione dell'epilessia
    Esacerbazione della corea
    Patologie dell'occhio.
     
     
    Intolleranza a lenti a contatto
     
     
    Patologie cardiache
     
     
    Infarto miocardico
     
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
     
     
    Esacerbazione dell'asma
     
    Patologie gastrointestinali
     
    Nausea
    Pancreatite; colite ischemica; vomito
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Alopecia
    Irsutismo; eruzione cutanea; prurito; cloasma
     
    Eritema multiforme; eritema nodoso
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Artralgia; crampi alla gamba
     
     
     
     
    Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
    Dolore, dolorabilità, ingrandimento e secrezioni mammarie; leucorrea
    Variazioni dell'ectropion e delle secrezioni della cervice
    Dolore pelvico
     
    Esami diagnostici
    Variazioni ponderali (aumento o diminuzione)
     
     
    Aumenti della pressione arteriosa
    Reazioni avverse osservate durante il trattamento con bazedoxifene in monoterapia
    Classificazione per sistemi e organi
    Frequenza della comparsa delle reazioni avverse
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Non nota
    Disturbi del sistema immunitario
     
    Ipersensibilità
     
     
    Patologie del sistema nervoso
     
    Sonnolenza
     
     
    Patologie dell'occhio.
     
     
     
    Trombosi della vena retinica
    Acuità visiva ridotta, visione offuscata, fotopsia, riduzione del campo visivo, alterazione della vista, secchezza oculare, edema delle palpebre, blefarospasmo, dolore oculare e tumefazione oculare
    Patologie cardiache
     
     
     
    Palpitazioni
    Patologie vascolari
    Vampata di calore
     
    Trombosi venosa profonda, tromboflebite superficiale
     
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
     
     
    Embolia polmonare
     
    Patologie gastrointestinali
     
    Bocca secca
     
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
     
    Orticaria, eruzione cutanea, prurito
     
     
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Spasmi muscolari (compresi crampi alla gamba)
     
     
     
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Edema periferico
     
     
     
    Esami diagnostici
     
    Trigliceridi ematici aumentati, alanina amminotransferasi aumentata, aspartato amminotransferasi aumentata
     
     
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l'Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.


    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Duavive
    Non esiste un antidoto specifico. In caso di sovradosaggio, si raccomanda di monitorare il paziente per escludere eventuali segni o sintomi di reazioni avverse e di istituire immediatamente un appropriato trattamento sintomatico.
    I sintomi di sovradosaggio di medicinali contenenti estrogeni in adulti e bambini possono comprendere nausea, vomito, dolorabilità della mammella, capogiro, dolore addominale, sonnolenza/affaticamento; nelle donne si può presentare emorragia da interruzione (di contraccettivo).

    Scadenza

    3 anni
    Dopo l'apertura del blister, utilizzare entro 60 giorni.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25 ºC.
    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall'umidità.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


       © 2022 EDRA S.p.A. - P.iva 08056040960
      DPO - dpo@lswr.it