Busulfan Fresenius Kabi

    Ultimo aggiornamento: 21/11/2024

    Cos'è Busulfan Fresenius Kabi?

    Busulfan Fresenius Kabi è un farmaco a base del principio attivo Busulfano, appartenente alla categoria degli Antineoplastici alchilanti e nello specifico Alchilsulfonati. E' commercializzato in Italia dall'azienda Fresenius Kabi Italia S.r.l..

    Busulfan Fresenius Kabi può essere prescritto con Ricetta OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile.


    Confezioni

    Busulfan Fresenius Kabi 6 mg/ml concentrato per soluz. per infusione 8 flaconcini 10 ml

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Fresenius Kabi Oncology Plc
    Concessionario: Fresenius Kabi Italia S.r.l.
    Ricetta: OSP - medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa, utilizzabili esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile
    Classe: C
    Principio attivo: Busulfano
    Gruppo terapeutico: Antineoplastici alchilanti
    ATC: L01AB01 - Busulfano
    Forma farmaceutica: soluzione (uso interno)


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    Indicazioni

    Perché si usa Busulfan Fresenius Kabi? A cosa serve?
    Busulfan, seguito da ciclofosfamide (BuCy2) è indicato nel trattamento convenzionale di condizionamento precedente al trapianto di cellule emopoietiche progenitrici (HPCT) in pazienti adulti quando l'associazione è considerata la migliore scelta disponibile.
    Busulfan dopo fludarabina (FB) è indicato nel trattamento di condizionamento precedente al trapianto di cellule emopoietiche progenitrici (HPCT) in pazienti adulti che sono candidati a un regime di condizionamento ad intensità ridotta (RIC).
    Busulfan, seguito da ciclofosfamide (BuCy4) o da melfalan (BuMel), è indicato come trattamento convenzionale di condizionamento precedente al trapianto di cellule emopoietiche progenitrici (HPCT) in pazienti in età pediatrica.

    Posologia

    Come usare Busulfan Fresenius Kabi: Posologia
    La somministrazione di Busulfan deve avvenire sotto il controllo di un medico qualificato, esperto nel trattamento di condizionamento precedente al HPCT.
    Busulfan viene somministrato prima del HPCT.
    Posologia
    Busulfan in associazione con ciclofosfamide o melfalan
    Negli adulti
    La dose e lo schema posologico raccomandati sono i seguenti:
    • 0,8 mg/kg di peso corporeo di busulfan in infusione della durata di 2 ore, ogni 6 ore, per 4 giorni consecutivi, per un totale di 16 dosi
    • seguito da ciclofosfamide a 60 mg/kg/die per 2 giorni da iniziare almeno 24 ore dopo la 16a dose di Busulfan (vedere paragrafo 4.5).
    Popolazione pediatrica (da 0 a 17 anni)
    La dose raccomandata per Busulfan è la seguente:
    Peso corporeo attuale (kg)
    Busulfan dose (mg/kg)
    < 9
    1,0
    Da 9 to a 16
    1,2
    Da 16 a 23
    1,1
    Da > 23 a 34
    0,95
    > 34
    0.8
    seguito da:
    •  4 cicli di ciclofosfamide (BuCy4) a 50 mg/Kg di peso corporeo (BW) oppure
    • da una somministrazione di 140 mg/m2 di melfalan (BuMel). da iniziare almeno 24 ore dopo la 16a dose di Busulfan (vedere paragrafo 4.5).
    Busulfan va somministrato in infusione della durata di 2 ore ogni 6 ore, per 4 giorni consecutivi, per un totale di 16 dosi, prima di ciclofosfamide o melfalan e del HPCT.
    Pazienti anziani:
    I pazienti di età superiore ai 50 anni (n=23) hanno risposto positivamente al trattamento con busulfan senza alcuna modifica posologica. Comunque, per un uso sicuro in pazienti di età superiore ai 60 anni, sono disponibili solo informazioni limitate. Per gli anziani si deve usare la stessa dose (vedere paragrafo 5.2) utilizzata per gli adulti (di età inferiore a 50 anni).
    Busulfan in associazione con fludarabina (FB)
    Negli adulti
    La dose e lo schema posologico raccomandati sono i seguenti:
    • fludarabina somministrata come singola infusione giornaliera di un'ora a 30 mg/m2 per 5 giorni consecutivi o 40 mg/m2 per 4 giorni consecutivi.
    • Busulfan verrà somministrato a 3,2 mg/kg come singola infusione giornaliera di tre ore immediatamente dopo FB per 2 o 3 giorni consecutivi.
    Popolazione pediatrica (da 0 a 17 anni)
    La sicurezza e l'efficacia di FB nella popolazione pediatrica non sono state stabilite.
    Pazienti anziani
    La somministrazione del regime FB non è stata studiata in maniera specifica nei pazienti anziani. Tuttavia, in pubblicazioni con regimi di condizionamento FB sono stati segnalati più di 500 pazienti di età ≥ 55 anni che hanno mostrato risultati di efficacia simili a quelli dei pazienti più giovani. Nessun aggiustamento della dose è stato ritenuto necessario.
    Pazienti obesi
    Negli adulti
    Per i pazienti obesi, si deve considerare un dosaggio basato sul peso corporeo ideale adattato.
    Il peso corporeo ideale deve essere calcolato come segue:
    peso corporeo ideale uomini (kg)=50+0,91x (altezza in cm -152);
    peso corporeo ideale donne (kg)=45+0,91x (altezza in cm -152).
    Il peso corporeo ideale adattato è calcolato come segue:
    peso corporeo ideale +0,25x (peso corporeo reale – peso corporeo ideale).
    Nella popolazione pediatrica
    Questo medicinale non è raccomandato in bambini obesi e in adolescenti con indice di massa corporeo (kg)/ altezza (m2) > 30 kg/m2 finché non saranno disponibili ulteriori dati.
    Pazienti con insufficienza renale:
    Non sono stati condotti studi su pazienti con insufficienza renale, tuttavia, poichè busulfan viene moderatamente escreto nelle urine, in questi pazienti non si raccomanda una modifica delle dosi. Comunque si raccomanda particolare attenzione (vedere paragrafi 4.8 e 5.2).
    Pazienti con insufficienza epatica:
    Busulfan, non è stato studiato in pazienti con insufficienza epatica.
    Si raccomanda particolare attenzione, in particolare nei pazienti con grave insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
    Modo di somministrazione
    Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale
    Questo medicinale deve essere diluito prima della somministrazione. Deve essere ottenuta una concentrazione finale di circa 0,5 mg/ml di busulfan. Busulfan deve essere somministrato per infusione endovenosa tramite catetere venoso centrale.
    Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
    Busulfan non deve essere somministrato in iniezione endovenosa rapida o in bolo o come iniezione per via periferica. Tutti i pazienti devono essere pretrattati con medicinali anticonvulsivanti per prevenire crisi epilettiche riportate con l'uso di alte dosi di busulfan.
    Si raccomanda di somministrare medicinali anticonvulsivanti 12 ore prima di busulfan fino a 24 ore dopo l'ultima dose di busulfan.
    Negli studi su pazienti adulti e pediatrici, i pazienti hanno ricevuto fenitoina o benzodiazepine come trattamento profilattico anticonvulsivante (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
    Prima della prima dose di busulfan si devono somministrare antiemetici e continuare a posologia fissa, secondo il protocollo terapeutico locale, per tutta la durata della somministrazione.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Busulfan Fresenius Kabi
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Busulfan Fresenius Kabi
    L'effetto del trattamento con busulfan alla dose e secondo la posologia consigliate è una profonda mielosoppressione, osservabile in tutti i pazienti. Potrebbero quindi svilupparsi grave granulocitopenia, trombocitopenia, anemia o una associazione delle stesse. Durante il trattamento e fino al recupero, deve essere monitorata frequentemente la conta completa delle cellule ematiche, incluso la conta leucocitaria differenziale e i conteggi piastrinici.
    Deve essere considerato l'impiego profilattico o empirico di anti-infettivi (batterici, micotici, virali) per la prevenzione e il trattamento delle infezioni durante il periodo neutropenico.
    Deve essere adottata una terapia di supporto per le piastrine e gli eritrociti, nonché l'uso di fattori di crescita quali il fattore stimolante le colonie di granulociti (G-CSF), secondo indicazione medica.
    Negli adulti, in media 4 giorni dopo il trapianto, nel 100% dei pazienti è riscontrabile una conta assoluta dei neutrofili < 0,5x109/l, con un ritorno a valori normali mediamente in 10a e 13a giornata post-trapianto autologo e allogenico rispettivamente (periodo neutropenico medio rispettivamente di 6 e 9 giorni). Trombocitopenia (< 25 x 109/l o richiedente una trasfusione di piastrine) si è verificata in media in 5a - 6a giornata nel 98% dei pazienti. Anemia (emoglobina < 8,0 g/dl) è stata segnalata nel 69% dei pazienti.
    Nella popolazione pediatrica, una conta assoluta dei neutrofili < 0,5x109/l in media 3 giorni dopo il trapianto, è riscontrabile nel 100% dei pazienti con una durata di 5 e 18,5 giorni rispettivamente dopo trapianto autologo e allogenico. Nei bambini, nel 100% dei pazienti si riscontra una trombocitopenia (< 25 x 109 /l o che richiede una trasfusione piastrinica). Nel 100% dei pazienti si manifesta anemia (emoglobina < 8,0 g/dl).
    Nei bambini con peso < 9 kg un monitoraggio terapeutico del farmaco può essere giustificato caso per caso, in particolare nei bambini molto giovani e nei neonati (vedere paragrafo 5.2).
    Le cellule dell'anemia di Fanconi presentano ipersensibilità crociata con altri agenti. C'è una limitata esperienza clinica sull'utilizzo di busulfan come componente di un regime di condizionamento precedente al trapianto HPTC nei bambini con anemia di Fanconi. Pertanto busulfan deve essere utilizzato con cautela in questo tipo di pazienti.
    Insufficienza epatica
    Busulfan, non è stato studiato in pazienti con insufficienza epatica. Poiché busulfan è metabolizzato soprattutto attraverso il fegato, si raccomanda particolare attenzione nel trattamento con busulfan in pazienti con pregressa alterazione della funzionalità epatica, soprattutto in quelli con insufficienza grave. Nel trattamento di questi pazienti si raccomanda di monitorare regolarmente i livelli sierici delle transaminasi, della fosfatasi alcalina e della bilirubina nei 28 giorni successivi al trapianto, per rilevare precocemente una epatotossicità.
    Sindromi veno-occlusive epatiche rappresentano una complicazione maggiore che può verificarsi durante il trattamento con busulfan. I pazienti sottoposti precedentemente a radioterapia, chemioterapia superiore o pari a tre cicli, o a un precedente trapianto di cellule progenitrici, potrebbero presentare un fattore di rischio maggiore (vedere paragrafo 4.8).
    Si deve porre attenzione nel caso in cui si assuma paracetamolo prima (meno di 72 ore) o contemporaneamente a busulfan, a causa di una possibile riduzione del metabolismo di busulfan (vedere paragrafo 4.5).
    Come documentato negli studi clinici, nessun paziente trattato ha manifestato tamponamento cardiaco o altre tossicità cardiache correlate a busulfan. Comunque la funzionalità cardiaca deve essere monitorata regolarmente nei pazienti trattati con busulfan (vedere paragrafo 4.8).
    Negli studi con busulfan si è manifestata una sindrome di dispnea acuta con conseguente insufficienza respiratoria associata a fibrosi polmonare interstiziale in un paziente poi deceduto, sebbene non ne sia stata chiarita l'eziologia. Inoltre busulfan potrebbe indurre tossicità polmonare, che può essere additiva agli effetti prodotti da altri agenti citotossici. Pertanto si deve porre attenzione a questo effetto polmonare in pazienti precedentemente sottoposti a radioterapia a livello del mediastino o dei polmoni (vedere paragrafo 4.8).
    Durante la terapia con busulfan si deve prevedere un monitoraggio periodico della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.8).
    Con il trattamento con busulfan ad alto dosaggio sono state riferite crisi epilettiche. Va usata la massima cautela nel somministrare le dosi raccomandate di Busulfan a pazienti con anamnesi di crisi epilettiche. I pazienti devono ricevere una adeguata profilassi anticonvulsivante. Negli studi su pazienti adulti e pediatrici i dati con busulfan sono stati ottenuti utilizzando, come profilassi anticonvulsivante, una somministrazione concomitante o di fenitoina o di benzodiazepine. L'effetto di questi agenti anticonvulsivanti sulla farmacocinetica di busulfan è stato esaminato in uno studio di fase II (vedere paragrafo 4.5).
    Il paziente deve essere informato dell'aumentato rischio di induzione di un secondo tumore maligno.
    Sulla base dei dati sull'uomo, busulfan è stato classificato dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) come carcinogeno per l'uomo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha concluso che c'è una relazione causale fra esposizione a busulfan e tumore. I pazienti leucemici trattati con busulfan hanno sviluppato molti tipi di anomalie citologiche e qualcuno ha sviluppato un carcinoma. Si pensa che busulfan provochi leucemia.
    Fertilità
    Busulfan può compromettere la fertilità. Pertanto uomini trattati con busulfan vanno avvisati di non procreare durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di informarsi sulla possibilità di crioconservare lo sperma prima del trattamento, a causa di una possibile infertilità irreversibile dovuta alla terapia con busulfan. Soppressione ovarica e amenorrea con sintomi da menopausa si manifestano comunemente in pazienti in pre-menopausa.
    Il trattamento con busulfan in una giovane pre-adolescente ha impedito la comparsa della pubertà a causa di una insufficienza ovarica.
    Impotenza, sterilità, azoospermia e atrofia testicolare sono state riportate in pazienti maschi. Anche il solvente dimetilacetamide (DMA) può compromettere la fertilità. Il DMA riduce la fertilità in roditori maschi e femmine (vedere paragrafi 4.6 e 5.3).
    Sono stati riportati casi, anche fatali, di microangiopatia trombotica dopo trapianto di cellule ematopoietiche (HCT), nel corso di regimi di condizionamento ad alte dosi in cui Busulfano veniva somministrato in combinazione con un altro trattamento di condizionamento.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Busulfan Fresenius Kabi
    Nessuno studio clinico specifico è stato condotto per stabilire le eventuali interazioni tra busulfan per via endovenosa e itraconazolo o metronidazolo. Da studi pubblicati negli adulti, la somministrazione di itraconazolo a pazienti in trattamento con alte dosi di busulfan può ridurre la clearance di busulfan.
    Inoltre, sono stati pubblicati casi di aumento dei livelli plasmatici di busulfano dopo somministrazione di metronidazolo. Pazienti trattati con busulfano in combinazione con itraconazolo o metronidazolo devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza per monitorare eventuali segni di tossicità del busulfano. Non è stata osservata nessuna interazione tra busulfano e fluconazolo (un agente antifungino)
    Studi pubblicati negli adulti riportano che il chetobemidone (analgesico) può essere associato con alti livelli plasmatici di busulfan: occorre perciò particolare attenzione quando si associano questi due composti.
    Negli adulti durante la terapia BuCy2 è stato riportato che l'intervallo di tempo fra l'ultima somministrazione orale di busulfan e la prima somministrazione di ciclofosfamide può influenzare lo sviluppo di tossicità. Una ridotta incidenza di sindromi veno-occlusive epatiche (HVOD) e di tossicità correlata ad altri regimi terapeutici è stata osservata nei pazienti quando fra l'ultima dose di busulfan per via orale e la prima dose di ciclofosfamide si aveva un intervallo maggiore di 24 ore.
    Non vi è alcun pathway metabolico comune tra busulfan e fludarabina.
    Negli adulti, per il regime fludarabina, gli studi pubblicati non hanno riportato interazioni reciproche farmaco – farmaco tra busulfan per via endovenosa e fludarabina.
    Nella popolazione pediatrica, per il regime BuMel è stato riportato che la somministrazione di melfalan prima di 24 ore dall'ultima somministrazione orale di busulfan, può influenzare lo sviluppo di tossicità.
    Il paracetamolo riduce i livelli di glutatione nel sangue e nei tessuti e può pertanto ridurre la clearance di busulfan quando viene usato in associazione (vedere paragrafo 4.4).
    Fenitoina o benzodiazepine sono state somministrate per la profilassi anticonvulsivante ai pazienti arruolati negli studi clinici condotti con busulfan per via endovenosa (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
    È stato riportato che la somministrazione sistemica concomitante di fenitoina a pazienti in terapia con alte dosi di busulfan somministrato per via orale aumenta la clearance di busulfan per induzione della glutatione-S-transferasi, mentre non si è osservata alcuna interazione quando si sono utilizzate benzodiazepine quali diazepam, clonazepam o lorazepam per prevenire le convulsioni con alte dosi di busulfan.
    Non si è evidenziato alcun effetto di induzione della fenitoina sui dati di busulfan. É stato effettuato uno studio clinico di fase II allo scopo di valutare l'influenza del trattamento profilattico anticonvulsivante sulla farmacocinetica di busulfan somministrato per via endovenosa. In questo studio 24 pazienti adulti hanno ricevuto clonazepam (0,0250,03 mg/kg/giorno sottoforma di infusioni endovenose continue) come terapia anticonvulsivante e i dati di farmacocinetica di questi pazienti sono stati confrontati con quelli storici raccolti nei pazienti trattati con fenitoina. L'analisi dei dati mediante un metodo di farmacocinetica di popolazione non ha dimostrato alcuna differenza nella clearance del busulfan per via endovenosa fra la terapia a base di fenitoina e quella a base di clonazepam e pertanto sono state ottenute esposizioni plasmatiche al busulfan simili con ambedue i tipi di profilassi anticonvulsivante.
    Nessuna interazione è stata osservata quando busulfan viene associato con antiemetici 5HT3 come ondansetron o granisetron.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    HPCT è controindicato nelle donne in gravidanza; pertanto busulfan è controindicato in gravidanza.
    Studi nell'animale hanno mostrato tossicità riproduttiva (mortalità embriofetale e malformazioni) (vedere paragrafo 5.3).
    Non ci sono o esistono limitati dati relativi all'uso di busulfan o DMA in donne in stato di gravidanza. Con busulfan a basse dosi per via orale è stato riportato qualche caso di anomalie congenite, non necessariamente imputabili alla sostanza attiva e l'esposizione nel terzo trimestre può essere associata con una compromissione della crescita intrauterina.
    Donne potenzialmente fertili
    Le donne potenzialmente fertili devono prendere adeguate precauzioni contraccettive durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento.
    Allattamento
    Non è noto se busulfan e DMA siano escreti nel latte materno. A causa della potenziale carcinogenicità osservata per busulfan negli studi sull'animale e sull'uomo, l'allattamento al seno deve essere sospeso durante il trattamento con busulfan.
    Fertilità
    Busulfan e DMA possono compromettere la fertilità nell'uomo e nella donna. Di conseguenza, si consiglia all'uomo di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di considerare la crioconservazione dello sperma prima del trattamento, data la possibilità di una infertilità irreversibile (vedere paragrafo 4.4).

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Non pertinente.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Busulfan Fresenius Kabi
    Riassunto del profilo di sicurezza
    Busulfan in associazione con ciclofosfamide o melfalan
    Negli adulti
    Le informazioni sugli eventi avversi derivano da due studi clinici (n = 103) di busulfan.
    Gravi segni di tossicità a livello del sistema ematologico, epatico e respiratorio sono considerati come conseguenze attese del regime di condizionamento e del processo di trapianto. Essi includono infezione e malattia del trapianto contro l'ospite (Graft versus host disease, GVHD) che, sebbene non correlate direttamente, rappresentano le principali cause di morbilità e mortalità, specialmente nel trapianto di cellule emopoietiche progenitrici allogeniche.
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Mielosoppressione e immunosoppressione erano gli effetti terapeutici desiderati dal regime di condizionamento. Pertanto tutti i pazienti presentavano una grave citopenia: leucopenia nel 96%, trombocitopenia nel 94% e anemia nell'88%. Il tempo medio di neutropenia è stato di 4 giorni per i pazienti sottoposti a trapianto allogenico e autologo. La durata media della neutropenia è stata rispettivamente di 6 e di 9 giorni per i pazienti sottoposti a trapianto autologo e allogenico.
    Disturbi del sistema immunitario
    I dati sull'incidenza della GVHD acuta sono stati raccolti nello studio OMC-BUS-4 (trapianto allogenico) (n= 61). Un totale di 11 pazienti (18%) ha presentato una GVHD acuta. L'incidenza di GVHD acuta di gravità di grado I - II è stata del 13% (8/61) mentre l'incidenza di grado III-IV è stata del 5% (3/61). La GVHD acuta è stata giudicata grave in 3 pazienti. La GVHD cronica è stata riportata quando era grave o causa di morte ed è stata riferita come causa di decesso in 3 pazienti.
    Infezioni ed infestazioni
    Il 39% dei pazienti (40/103) ha presentato uno o più episodi di infezione, l'83% dei quali (33/40) è stato classificato come lieve o moderato. La polmonite è stata fatale nell'1% (1/103) e potenzialmente letale nel 3% dei pazienti. Altre infezioni sono state ritenute gravi nel 3% dei pazienti. La febbre è stata riscontrata nell'87% dei pazienti: lieve/moderata nell'84% ed elevata nel 3%. Il 47% dei pazienti ha riferito brividi, che sono stati lievi/moderati nel 46% e gravi nell'1%.
    Patologie epato-biliari
    Il 15% degli effetti indesiderati gravi coinvolgono la tossicità epatica. La sindrome veno- occlusiva epatica è una potenziale complicazione riconosciuta della terapia di condizionamento post-trapianto.
    Sei su 103 pazienti (6%) hanno presentato sindrome veno-occlusiva epatica. La sindrome venoocclusiva epatica si è manifestata nell'8,2% (5/61) dei pazienti sottoposti a trapianto allogenico (fatale in 2 casi) e nel 2,5% (1/42) dei pazienti sottoposti a trapianto autologo. Si sono osservati anche valori elevati della bilirubinemia (n=3) e dell'AST (n=1). Due dei quattro casi con livelli sierici di grave epatotossicità erano fra i pazienti con diagnosi di sindrome veno- occlusiva epatica.
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Negli studi con busulfan un paziente ha presentato dispnea acuta con conseguente insufficienza respiratoria associata a fibrosi polmonare interstiziale che è risultata fatale.
    Popolazione pediatrica
    Le informazioni sulle reazioni avverse derivano dallo studio clinico in pediatria (n=55). Le gravi tossicità che hanno coinvolto il sistema epatico e quello respiratorio sono considerate conseguenze attese del regime di condizionamento e del processo di trapianto.
    Disturbi del sistema immunitario:
    I dati sull'incidenza di GVHD acuta sono stati raccolti in pazienti sottoposti a trapianto allogenico (n=28). Un totale di 14 pazienti (50%) ha presentato una GVHD acuta. L'incidenza di GVHD acuta di grado I-II è stata del 46,4% (13/28) mentre l'incidenza di grado III-IV è stata del 3,6% (1/28). La GVHD cronica è stata riportata solo quando era causa di morte: un (1) paziente è morto a 13 mesi dal trapianto.
    Infezioni ed infestazioni:
    Infezioni (neutropenia febbrile documentata e non) sono state riscontrate nell'89% dei pazienti 49/55). Febbre lieve/moderata si è manifestata nel 76% dei pazienti.
    Patologie epato-biliari:
    Aumento delle transaminasi di grado 3 è stato riportato dal 24% dei pazienti.
    Una sindrome veno-occlusiva (VOD) è stata segnalata nel 15% (4/27) e nel 7% (2/28) rispettivamente dei casi di trapianto autologo e allogenico. La VOD osservata non è stata né fatale né grave e si è risolta in tutti i casi.
    Busulfan in associazione con fludarabina (FB)
    Negli adulti
    Il profilo di sicurezza di busulfan in associazione con FB è stato esaminato mediante un'analisi degli eventi avversi riportati in dati pubblicati da studi clinici in regime RIC. In questi studi, un totale di 1.574 pazienti aveva ricevuto FB come regime di RIC prima del trapianto di cellule emopoietiche progenitrici.
    La mielosoppressione e l'immunosoppressione erano gli effetti terapeutici desiderati del regime di condizionamento e di conseguenza non sono stati considerati effetti indesiderati.
    Infezioni e infestazioni
    Il verificarsi di episodi infettivi o della riattivazione di agenti infettivi opportunistici riflette principalmente la condizione immunitaria del paziente che riceve un regime di condizionamento.
    Le reazioni avverse di tipo infettivo più frequenti sono state la riattivazione del Citomegalovirus (CMV) [range: 30,7% - 80,0%], la riattivazione del virus di Epstein-Barr (EBV) [range: 2,3% - 61%], infezioni batteriche [range: 32,0% - 38,9%] e infezioni virali [range: 1,3% - 17,2%]. Patologie gastrointestinali
    La più alta frequenza di nausea e vomito è stata 59,1% e la più alta frequenza di stomatite è stata 11%.
    Patologie renali e urinarie:
    È stato suggerito che regimi di condizionamento contenenti FB fossero associati ad una maggiore incidenza di infezioni opportunistiche dopo il trapianto, a causa dell'effetto immunosoppressivo di FB. Le cistiti emorragiche tardive che si verificano due settimane dopo il trapianto sono probabilmente correlate all'infezione/riattivazione virale. Le cistiti emorragiche, comprese le cistiti emorragiche indotte da infezione virale, sono state riportate con un range tra 16% e 18,1%.
    Patologie epatobiliari
    VOD è stata riportata con un range tra 3,9% e 15,4%.
    La mortalità correlata al trattamento/mortalità senza recidiva (TRM/NRM) riportata fino al giorno +100 post-trapianto è stata esaminata anche attraverso un'analisi dei dati pubblicati da studi clinici. Essa era considerata come casi di morte che potevano essere riconducibili ad effetti indesiderati secondari dopo HPCT e non correlati alla recidiva/progressione delle neoplasie ematologiche sottostanti.
    Le cause più frequenti di TRM/NRM riportate erano infezione/sepsi, GVHD, patologie polmonari e insufficienza d'organo.
    Tabelle riassuntive delle reazioni avverse
    Le frequenze sono definite come: molto comune (≥ 1/10), comune (≥1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) o non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
    Gli effetti indesiderati dal monitoraggio post-marketing sono stati inseriti nelle tabelle con frequenza “non nota“.
    Busulfan in combinazione con ciclofosfamide o melfalan
    Le reazioni avverse riportate in adulti e in pazienti pediatrici in più di un caso isolato sono elencate nella tabella sottostante, secondo la classificazione per sistemi e organi e secondo la frequenza. All'interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine di gravità decrescente.
    Classificazione per sistemi e organi
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Non nota
    Infezioni ed infestazioni
    Rinite
    Faringite
     
     
     
    Patologie del Sistema emolinfopoietico
    Neutropenia
    Trombocitopenia
    Neutropenia febbrile
    Anemia
    Pancitopenia
     
     
     
    Patologie del Sistema immunitario
    Reazione allergica
     
     
     
    Patologie endocrine
     
     
     
    Ipogonadismo **
    Disturbi del metabolismo e della
    nutrizione
    Anoressia
    Iperglicemia
    Ipomagnesiemia
    Ipopotassiemia
    Ipocalcemia
    Ipofosfatemia
    Iponatriemia
     
     
    Disturbi psichiatrici
    Ansia
    Depressione
    Insonnia
    Confusione
    Delirio
    Nervosismo
    Allucinazioni
    Agitazione
     
    Patologie del Sistema nervoso
    Mal di testa
    Vertigini
     
    Crisi epilettiche
    Encefalopatia
    Emorragia cerebrale
     
    Patologie dell'occhio
     
     
     
    Cataratta
    Assottigliamento corneale
    Disturbi del cristallino
    ***
    Patologie cardiache
    Tachicardia
    Aritmie
    Fibrillazione atriale
    Cardiomegalia
    Versamento pericardico
    Extrasistoli ventricolari
    Bradicardia
     
    Patologie vascolari
    Ipertensione
    Ipotensione
    Trombosi
    Vasodilatazione
    Pericardite
     
    Trombosi
    dell'arteria femorale
    Sindrome da fragilità capillare
     
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Dispnea
    Epistassi
    Tosse
    Singhiozzo
    Iperventilazione
    Insufficienza respiratoria
    Emorragia alveolare
    Asma
    Atelettasie
    Effusione pleurica
    Ipossia
    Malattia polmonare
    interstiziale**
    Patologie gastrointestinali
    Stomatite
    Diarrea
    Dolore addominale
    Nausea
    Vomito
    Dispepsia
    Ascite
    Stipsi
    Dolore all'ano
    Ematemesi
    Ileo
    Esofagite
    Emorragia gastrointestinale
    Ipoplasia dentaria**
    Patologie epatobiliari
    Epatomegalia
    Ittero
    Sindromi venoocclusive epatiche*
     
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Rash
    Prurito
    Alopecia
    Desquamazione della pelle
    Eritema
    Alterazioni della pigmentazione
     
     
    Patologie del Sistema muscoloscheletrico e
    del tessuto connettivo
     
    Mialgia
    Lombalgia
    Artralgia
     
     
     
    Patologie renali e urinarie
    Disuria
    Oliguria
    Ematuria
    Insufficienza renale moderata
     
     
    Classificazione per sistemi e organi
    Molto comune
    Comune
    Non comune
    Non nota
    Patologie dell'apparato
    riproduttivo e della mammella
     
     
     
    Menopausa precoce
    Insufficienza ovarica **
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Astenia
    Brividi
    Febbre
    Dolore al petto
    Edema
    Edema
    generalizzato
    Dolore
    Dolore o infiammazione al sito di iniezione
    Mucosite
     
     
     
    Esami diagnostici
    Aumento delle transaminasi
    Aumento della bilirubina
    Aumento della GGT
    Aumento fosfatasi alcalina
    Aumento del peso corporeo
    Rumori respiratori anomali Aumento della creatinina
    Aumento del BUN
    Diminuzione della frazione di eiezione
     
     
     * le sindromi veno-occlusive epatiche sono più frequenti nella popolazione pediatrica.
    ** riportata nell'esperienza post-marketing con busulfan per via endovenosa
    *** riportati nell'esperienza post-marketing con busulfan per via orale
    Busulfan in associazione con fludarabina (FB)
    L'incidenza di ciascuna reazione avversa presentata nella tabella seguente è stata definita in base alla più alta incidenza osservata negli studi clinici pubblicati in regime RIC per i quali era stata chiaramente identificata la popolazione trattata con FB, qualunque fossero lo schema di somministrazione di Busulfano e gli endpoints. Le reazioni avverse riportate in più di un caso isolato sono elencate di seguito, secondo la classificazione per sistemi e organi e secondo la frequenza.
    Classificazione per sistemi e organi
    Molto comune
    Comune
     
    Non nota*
    Infezioni ed infestazioni
     
    Infezione virale
    Riattivazione del CMV
    Riattivazione dell'EBV
    Infezione batterica
    Infezione fungina invasiva
    Infezione polmonare
    Ascesso cerebrale
    Cellulite
    Sepsi
    Patologie del sistema emolinfopoietico
     
     
    Neutropenia febbrile
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Ipoalbuminemia
    Disordine elettrolitico
    Iperglicemia
     
    Anoressia
     
    Disturbi psichiatrici
     
     
    Agitazione
    Stato confusionale
    Allucinazioni
    Patologie del sistema nervoso
     
     
    Cefalea
    Disturbi del sistema nervoso [non classificati altrove]
    Emorragia cerebrale
    Encefalopatia
    Patologie cardiache
     
     
    Fibrillazione atriale
    Patologie vascolari
     
    Ipertensione
     
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
     
    Emorragia polmonare
    Insufficienza respiratoria
    Patologie gastrointestinali
    Nausea
    Vomito
    Diarrea
    Stomatite
     
    Emorragia gastrointestinale
    Ipoplasia dentaria*
     
    Patologie epatobiliari
    Sindrome veno-occlusiva epatica
     
    Ittero
    Disturbi epatici
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
     
    Rash
     
    Patologie renali e urinarie
    Cistite emorragica**
    Disturbi renali
    Oliguria
    Patologie sistemiche e condizioni
    relative alla sede di somministrazione
     
    Mucosite
     
     
    Astenia
    Edema
    Dolore
    Esami diagnostici
    Aumento delle transaminasi
    Aumento della bilirubina
    Aumento delle fosfatasi alcaline
    Aumento della creatinina
    Aumento della lattato deidrogenasi ematica
    Aumento dell'acido urico ematico
    Aumento dell'urea ematica
    Aumento delle GGT Aumento di peso
    *riportati nell'esperienza post-marketing
    ** inclusa cistite emorragica indotta da infezione virale
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Busulfan Fresenius Kabi
    L'effetto tossico principale è una profonda mieloablazione e pancitopenia, ma possono essere colpiti anche il sistema nervoso centrale, il fegato, i polmoni e l'apparato gastrointestinale.
    Non sono noti antidoti a busulfan, se non il trapianto di cellule emopoietiche progenitrici. In mancanza di trapianto di cellule emopoietiche progenitrici, la dose raccomandata di busulfan rappresenterebbe un sovradosaggio di busulfan. Deve essere monitorata attentamente la situazione ematologica e si devono adottare efficaci misure di supporto, come indicato dalle procedure mediche.
    In due casi è stato riportato che busulfan è dializzabile, pertanto la dialisi deve essere presa in considerazione in caso di sovradosaggio. Dato che busulfan viene metabolizzato tramite coniugazione con il glutatione, potrebbe essere presa in considerazione la somministrazione di glutatione.
    Va tenuto in considerazione il fatto che il sovradosaggio di busulfan può anche aumentare l'esposizione a DMA. Nell'uomo gli effetti tossici principali riguardano l'epatotossicità e gli effetti sul sistema nervoso centrale (SNC). Le alterazioni a livello del SNC precedono gli effetti più gravi. Non si conosce nessuno specifico antidoto per il sovradosaggio da DMA. In caso di sovradosaggio le procedure devono includere una generica terapia di supporto.

    Scadenza

    Flaconcini: 2 anni
    Soluzione diluita:
    La stabilità chimica e fisica in uso, dopo la diluizione in soluzione iniettabile di glucosio al 5% o di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%), è stata dimostrata per:
    • 8 ore (incluso il tempo dell'infusione) dopo diluizione, se conservata a 25° C ± 2°C.
    • 12 ore dopo diluizione, se conservata a 2 °C – 8 °C, seguita da 3 ore di conservazione a 25° C ± 2°C.
    (incluso il tempo dell'infusione).
    Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato subito dopo la diluizione.
    Se non viene utilizzato immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell'uso sono di responsabilità dell'utilizzatore e normalmente non sono superiori alle condizioni sopracitate quando la diluizione viene fatta in condizioni controllate e validate di asetticità.

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (2 °C – 8 °C).
    Non congelare la soluzione diluita.
    Per le condizioni di conservazione del medicinale dopo la diluizione vedere paragrafo 6.3.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


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