La venlafaxina è un inibitore selettivo del reuptake di serotonina e noradrenalina. L'azione inibitoria viene esercitata attraverso l'inibizione dell'attività dei trasportatori deputati alla ricaptazione dei neurotrasmettitori di cui sopra (rispettivamente, SerT e NET). Dal punto di vista chimico è una dibenzotiazepina. La venlafaxina è disponibile in formulazioni farmaceutiche adatte alla somministrazione per via orale, quali compresse, compresse a rilascio prolungato, capsule, capsule rigide a rilascio controllato e soluzione orale.
La venlafaxina può essere prescritto con ricetta RR.
La somministrazione della venlafaxina è indicata: Nel trattamento degli episodi di depressione maggiore; Nella prevenzione delle ricorrenze degli episodi di depressione maggiore; Nel trattamento di disturbi d'ansia, quali: Disturbo d'ansia generalizzato; Disturbo d'ansia sociale; Disturbi da panico (attacchi di panico), con o senza agorafobia.
Le compresse e le capsule devono essere deglutite intere con l'aiuto di un sorso d'acqua, mentre la soluzione orale deve essere preventivamente diluita in acqua. L'assunzione del farmaco deve avvenire ogni giorno alla stessa ora, preferibilmente al mattino o la sera.
La venlafaxina deve essere assunta a stomaco pieno. Inoltre, si ricorda che durante la terapia con questo principio attivo il consumo di alcol deve essere evitato.
La posologia di venlafaxina da somministrare a ciascun paziente deve essere stabilita dal medico su base strettamente individuale. Ad ogni modo, la dose iniziale abitualmente impiegata è di 37,5-75 mg di principio attivo al giorno. Dopodiché, il medico procederà ad aumentare gradualmente la quantità di farmaco da somministrare fino al raggiungimento del dosaggio ottimale che consente il controllo della sintomatologia di cui soffre il paziente.
Solitamente, il dosaggio massimo raggiungibile per il trattamento dei disturbi depressivi è di 375 mg di venlafaxina al giorno; mentre per il trattamento dei disturbi d'ansia, la dose giornaliera massima è di 225 mg..
L'utilizzo del Venlafaxina è controindicato nei seguenti casi:
A causa delle pericolose e talvolta fatali interazioni farmacologiche che possono instaurarsi, la venlafaxina non dovrebbe essere assunta in associazione a farmaci in grado di aumentare la trasmissione serotoninergica, quali: Farmaci inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO); Inibitori selettivi del reuptake di serotonina (SSRI); Triptani, farmaci usati per il trattamento dell'emicrania; Antidepressivi triciclici (TCA); Antipsicotici; Tramadolo e altri analgesici oppioidi; Medicinali a base di triptofano; Medicinali a base di destrometorfano; Medicinali a base di metadone; Prodotti a base di blu di metilene ; Preparati a base di Erba di San Giovanni (o Iperico), una pianta dalle proprietà antidepressive.
Inoltre, prima di assumere la venlafaxina è necessario informare il medico se si stanno assumendo farmaci in grado di alterare il ritmo cardiaco, quali sono gli antiaritmici, alcuni tipi di antistaminici, alcuni tipi di antibiotici (come macrolidi e chinoloni) e alcuni tipi di antipsicotici. Infine, ricordiamo che anche l'assunzione di antifungini azolici, di antivirali e di metoprololo può interferire con l'attività della venlafaxina. Qualora si stiano assumendo uno o più dei sopra citati farmaci, è necessario informarne il medico prima di iniziare il trattamento con venlafaxina. Ad ogni modo, il medico deve essere informato anche qualora si stiano assumendo - o siano stati recentemente assunti - farmaci o sostanze di qualsiasi altro tipo, inclusi i medicinali senz'obbligo di prescrizione (SOP), i farmaci da banco (OTC), i prodotti erboristici e fitoterapici e i prodotti omeopatici.
Patologie del sistema emolinfopoietico |
trombocitopenia, disturbi ematologici (compresa agranulocitosi, anemia aplastica, neutropenia, pancitopenia) |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammaria |
Disturbi mestruali associati a un aumento del sanguinamento o ad un’irregolare sanguinamento (es. menorragia, metrorragia), disturbi dell’ eiaculazione, disfunzione erettile |
Disturbi del sistema immunitario |
Reazione anafilattica |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Diminuzione dell’appetito, iponatremia |
Patologie dell’occhio |
Visione offuscata, disturbi dell'accomodazione e midriasi. In rari casi, il principio attivo potrebbe anche favorire la comparsa di glaucoma ad angolo chiuso. |
Disturbi dell’udito e del labirinto |
Tinnito, vertigine |
Disturbi muscolari |
Rabdomiolosi |
Patologie cardiovascolari |
Palpitazioni, tachicardia, vasodilatazione, ipotensione e ipotensione ortostatica |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Astenia Spossatezza, accessi febbrili con brividi |
Patologie del sistema nervoso |
Mal di testa, capogiri, sonnolenza, tremori, ipertonia, parestesia, mioclono, irrequietezza psicomotoria, disturbi dell'equilibrio, disgeusia, sincope, convulsioni. |
Patologie psichiatriche |
Confusione, depersonalizzazione, nervosismo, insonnia, riduzione della libido e anorgasmia, allucinazioni e derealizzazione, mania. In alcuni casi, inoltre, potrebbero manifestarsi anche ideazioni sucide e aggressività. |
Disturbi del sistema endocrino |
Sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH) |
Patologie gastrointestinali |
Secchezza delle fauci (questo effetto collaterale aumenta il rischio d'insorgenza di carie dentarie, per tale ragione, si raccomanda il mantenimento di un'accurata igiene orale), nausea e/o vomito, diarrea o stipsi, emorragie gastrointestinali. |
Patologie renali e urinarie |
Disuria ed incontinenza o ritenzione urinaria |
Patologie epatobiliari |
Epatiti, Risultati anomali nei test di funzionalità epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Angioedema, eruzioni cutanee e può favorire l'insorgenza della sindrome di Stevens-Johnson (una variante più grave dell'eritema polimorfo). |
L'uso della venlafaxina durante la gravidanza aumenta il rischio d'insorgenza d'ipertensione polmonare persistente nel neonato, grave condizione che si manifesta nelle 24 ore dopo la nascita del bambino. Pertanto, prima di assumere medicinali contenenti venlafaxina, è necessario informare il medico del proprio stato di gravidanza. Questa figura sanitaria stabilirà - dopo un'attenta valutazione del rapporto fra i possibili rischi per il feto/neonato e i benefici attesi per la madre - se la venlafaxina può essere o meno assunta dalla gestante. Per quel che riguarda le madri che allattano, la venlafaxina viene escreta nel latte materno. Pertanto, prima di assumere questo principio attivo è necessario informare il medico se si sta allattando al seno. Anche in questo caso, sarà quest'ultimo a decidere se la madre può continuare ad allattare al seno, oppure se deve sospendere l'allattamento per assumere la venlafaxina.