Eucron
Ultimo aggiornamento: 16/03/2022
A cosa serve
Eucron è un integratore appartenente alla categoria degli integratori di vitamine e minerali.
E' commercializzato in Italia dall'aziendaGerline S.r.l. .
E' commercializzato in Italia dall'azienda
Informazioni commerciali
Titolare: Gerline S.r.l.
Concessionario:Gerline S.r.l.
Categoria di appartenenza: integratori di vitamine e minerali
Forma farmaceutica: capsula
Concessionario:
Categoria di appartenenza: integratori di vitamine e minerali
Forma farmaceutica: capsula
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Confezioni
Eucron 30 capsule
Descrizione e caratteristiche
Integratore di acidi grassi poliinsaturi EPA, DHA con Acetil
L-Carnitina, Acido alfa lipoico, Coenzima Q10, Astaxantina
e Polygonum Cuspidatum al 98% in Resveratrolo.
Apporto nutrienti
Carnitina
La carnitina fu scoperta nel muscolo bovino nel 1905 e la sua struttura venne stabilita definitivamente nel 1927.
Il fabbisogno di carnitina nell'accrescimento delle larve del coleottero Tenebrio molitor, documentato dal Dr.
Gottfried Fraenkel nel 1947, permise di sperimentare per la prima volta questo composto e di accennare alla sua
importanza biologica. Fu solo nel 1958, tuttavia, che venne scoperto il ruolo della carnitina nella fisiologia dei
mammiferi, quando il Dr. Irving Fritz dimostrò che tale sostanza provocava una accentuata stimolazione
dell'ossidazione nei mitocondri degli acidi grassi a catena lunga.
Fin da questi primi studi, è stato chiaramente dimostrato che la L-carnitina partecipa attivamente al trasporto dei
residui acilici a catena lunga attraverso la membrana mitocondriale interna.
L'interesse verso la carnitina, la sua biosintesi, il metabolismo e le funzioni, è andato crescendo vieppiù negli ultimi
anni, ed ulteriori progressi sono stati fatti dopo il 1964, anno in cui fu tenuto il primo Simposio su questo
argomento presso il Massachussets Institute of Technology.
Questo interesse è sottolineato dalla notevole fioritura di pubblicazioni biochimiche sul ruolo della carnitina nella
regolazione delle funzioni biologiche più svariate, come il metabolismo dei corpi chetonici, la contrattilità
miocardica, lo sviluppo spermatico e, ultimamente, il metabolismo degli aminoacidi a catena ramificata. Inoltre, le
sindromi da deficit di carnitina, di recente scoperta, hanno ottenuto un crescente riconoscimento nella medicina
clinica.
Possibili cause ed effetti della carenza di carnitina nell'uomo
E' ancora prematura una classificazione definitiva delle sindromi da carenza di carnitina nell'uomo, ma si può
tentare di classificare le sindromi come primarie e secondarie, e come prevalentemente miopatiche o sistemiche.
Le sindromi secondarie sono associate ad altri difetti metabolici determinati geneticamente (la cui precisa natura
può tuttavia non essere identificata) o a disturbi acquisiti (come la cardiomiopatia difterica, la grave carenza
nutritiva di proteine, la cirrosi cachettica e l'uremia cronica trattata con l'emodialisi).
Le possibili cause della carenza umana di carnitina includono:
(a) una diminuita biosintesi
(b) un anormale trasporto attivo nelle cellule
(c) l'eccessivo rilascio delle cellule
(d) la perdita eccessiva con i liquidi biologici.
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Tra i sintomi da deficit di carnitina è da ricordare quella che si riscontra nella cirrosi oltre alle alterazioni nel
metabolismo legato alla carnitina durante l'ischemia, la lesione termica e lo shock.
Acidi Grassi O3 - O6
Per ridurre il colesterolo totale e LDL, l'assunzione giornaliera di acidi grassi deve essere inferiore al 30% delle
calorie assunte. Viene raccomandata la seguente distribuzione: monoinsaturi 12-14%, poliinsaturi 10% con un
rapporto n-6/n-3 compreso tra 4 e 10, saturi e il resto, cioè meno del 10%, limitando in particolare l'acido miristico
e laurico (acidi che innalzano il livello del colesterolo).
L'assunzione degli acidi poliinsaturi (acido a-linolenico, precursore degli acidi n-3 e cis-linoleico, precursore della
serie n-6) nella misura di circa 4g/giorno per un periodo di 4 mesi determina marcati cambiamenti nella
composizione acidica dei fosfolipidi delle membrane eritrocitarie, con conseguente aumento della deformabilità degli
eritrocidi. Questo comporta una diminuzone della viscosità del sangue ed una riduzione delle resistenze periferiche,
che sono causa dei disturbi vascolari periferici (anche associati al diabete). In particolare, l'integrazione dietetica
con olio di pesce, ricco di acidi poliinsaturi della serie n-3, determina un accumulo di due particolari acidi, l'EPA e il
DHA nei fosfolipidi piastrinici, il che si riflette in una minore tendenza all'aggregazione delle piastrine. Purtroppo, la
supplementazione con olio di pesce fa sì diminuire il livello dei trigliceridi, ma fa crescere il livello del colesterolo-
LDL (colesterolo cattivo). Al contrario, un recente studio eseguito in 50 soggetti moderatamente
ipercolesterpolemici ha evidenziato che l'assunzione giornaliera di 12g di olio di pesce (pari a circa 3,6 g di acidi
della serie n-3), unitamente a 900 mg di estratto d'aglio invecchiato, abbassa sia i trigliceridi che il colesterolo.
Infine l'insieme degli effetti determinanti degli acidi grassi poliinsaturi (cioè, modifica della composizione dei lipidi
plasmatici e di membrana, aumento della fluidità del sangue, diminuzione dell'aggregazione piastrinica) determina
effetti positivi anche sulla pressione del sangue.
Fonti importanti di acidi grassi poliinsaturi sono il pesce azzurro e gli oli vegetali (soia, mais, arachide, ...). Alre
fonti più specifiche sono oli di semi di rosa mosqueta, borragine, ribes nero, ...
Per questi ultimi le quantità giornaliere raccomandate sono nell'ordine di 3-5 g, da dividersi ai due pasti principali.
Astaxantina
L'Astaxantina è un pigmento naturale rosso appartenente al gruppo dei carotenoidi, in particolare alla classe delle
xantoffile. Condivide con gli altri carotenoidi analogie strutturali, ma la presenza di alcuni gruppi funzionali terminali
le consentono una maggiore attività e una grande diversità nelle proprietà chimiche e biologiche. I carotenoidi
vengono incorporati negli animali esclusivamente attraverso la dieta: essi si trovano principalmente nelle piante,
nelle alghe e nei batteri fotosintetici dove hanno un ruolo cruciale nel processo della fotosintesi, ma sono anche
presenti in alcuni batteri non fotosintetici (lieviti e muffe), nei quali hanno una funzione protettiva contro il danno
da luce e ossigeno. Strutturalmente possiedono uno scheletro di quaranta carboni che può terminare con gruppi
funzionali contenenti ossigeno, i derivati ossigenati detti Xantofille. Tutti i carotenoidi con proprietà antiossidanti
hanno nel loro scheletro carbonioso un alternarsi di singoli e doppi legami che permette loro di assorbire l'eccesso
di energia contenuto in alcune molecole. Questi pigmenti proteggono le cellule e i tessuti dai danni indotti dai
radicali liberi, in particolare dafl'ossigeno singoletto. L'Astaxantina, per le caratteristiche uniche della propria
struttura ha una capacità antiossidante 2 volte superiore al beta-carotene e da 100 a 500 volte superiore alla Vit.
E, nel prevenire la perossidazione degli acidi grassi. L'Astaxantina, peso molecolare inferiore a 600 Dalton, è
costituita da una lunga catena idrocarburica insatura, con 13 doppi legami e anelli terminali che presentano due
gruppi: uno ossidrilico e uno chetonico. La sua simmetria e la presenza di gruppi polari le conferisce allo stesso
tempo idrosolubilità e liposolubilità. Per questa duplice natura e per Ie ridotte dimensioni, la molecola permea
facilmente le membrane cellulari: una volta penetrata all'interno del doppio strato lipidico, essa tende a posizionarsi
trasversalmente, con effetto stabilizzante e protettivo eccezionalmente potente.
Dopo assunzione orale la molecola viene rapidamente assorbita a livello della mucosa duodenale, con immediata
disponibilità per il circolo ematico (con picco massimo dopo 6 ore) e linfatico. Attraverso quest'ultimo viene
trasportata al fegato, e, legata alle lipoproteine, viene distribuita ai vari distretti organici. L'Astaxantina attraversa
la barriera ematoencefatica, esercitando i suoi effetti a livello di sistemi difficilmente raggiungibili. Le proprietà
principali della molecola sono di antagonizzare e inattivare i radicali liberi, per il suo elevato potere antiossidante.
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La fonte di radicali liberi può essere:
Esogena: inquinamento, il fumo, l'esposizione ad agenti chimici, le radiazioni UV e altre radiazioni ionizzanti.
Endogena: dal nostro metabolismo aerobio che produce come sottoprodotti molecole instabili ed ossidanti.
Alcune di queste molecole, come superossido, perossido d'idrogeno, ossido nitrico, sono fisiologicamente utlli e
necessarie per la vita, ma possono essere nocive se presenti in eccesso o in condizioni inappropriate. Gli ossidanti
possono reagire con varie componenti cellulari, come proteine, DNA e lipidi, alterandone la struttura chimica e
determinando danni notevoli. Il nostro organismo possiede meccanismi di difesa e di controllo contro le specie
reattive dell'ossigeno e i radicali liberi, ad es. gli enzimi antiossidanti come superossido-dismutasi, catalasi,
perossidasi, e molecole ad attività antiossidante come glutatione, melatonina ed acido urico. Esso non è comunque
in grado di contrastare totalmente il danno ossidativo che nel tempo contribuisce all'invecchiamento e
all'insorgenza di varie malattie.
I carotenoidi in generale inattivano l'ossigeno singoletto trasferendone l'eccesso di energia nella loro struttura a
doppi legami alternati, che raggiunge uno stato intermedio eccitato e poi torna allo stato basale dissipando il
surplus di energia sotto forma di calore. L'Astaxantina possiede più di un meccanismo antiossidante, ed è in grado
di inattivare sia i radicali liberi, sia di neutralizzare l'ossigeno singoletto e tripletto ed inibire tutti i ROM. La
capacità defl'Astaxantina di neutralizzare i radicali liberi risiede nell'intrappolamento di questi a livello della propria
catena lipofila ed iI conseguente trasferimento dell'elettrone spaiato alla porzione polare che trasforma l
'Astaxantina in una forma reattiva intermedia, in grado di interagire con altre molecole antiossidanti idrosolubili.
Ulteriori attività della molecola di Astaxantina sono un potente effetto antinfiammatorio e l'inibizione della
lipoperossidazione al fine di proteggere le membrane mitocondriali e il DNA dal danno fotoindotto. Una delle
maggiori applicazioni in campo medico della astaxantina riguarda la sua somministrazione per contrastare la
comparsa dei tipici segni di senescenza cutanei, dovuta all'azione dannosa dei radicali liberi. Confermato il grande
potere antiossidante della astaxantina si sono indagate e ampiamente dimostrate le sue qualità benefiche che
contribuiscono al mantenimento dello stato di salute. Molti studi preclinici hanno valutato la tollerabilità e il profilo
tossicologico della astaxantina sottoponendola a test mutageni e teratogeni. I risultati hanno evidenziato alcuno
effetto tossico, genotossico o coflaterale, definendola una molecola di grande sicurezza. Sono state successivamente
condotte sperimentazioni per chiarire il ruolo della astaxantina nelle neoplasie e i dati in modelli animali
mostrano esiti convincenti e stabffiscono che l'astaxantina non solo è in grado di modulare la progressione della
malattia ma ne è essa stessa un fattore preventivo e di protezione contro l'insorgenza.
Infine sembra probabile un'influenza dell'astaxantina anche sul sistema immunitario, in quanto si suppone in grado
di stimolare i linfociti T e di ripristinare risposte umorali in soggetti immunocompromessi.
Conclusioni: Fra tutti i carotenoidi, la crescente diffusione dell'astaxantina, viene spiegata attraverso
considerazioni di farmacocinetica e sicurezza. Si differenzia infatti per le sue esclusive caratteristiche chimiche e
fisiche che la rendono più efficace di sostanze come il beta carotene e la Vitamina E universalmente ritenute
molecole antiossidanti. L'astaxantina rappresenta la nuova frontiera dell'attività terapeutica anti radicali liberi,
sperimentalmente riconosciuta.
Per questo detta sostanza si pone, nel panorama mondiale della lotta all'invecchiamento, come molecola del
benessere dall'indubbio futuro farmacologico.
Resveratrolo
Tra i composti naturali coinvolti nel metabolismo dei lipidi ed importanti dal punto di vista farmacologico, ci sono i
composti fenolici, particolare stilbeni idrossilati, quali il resveratrolo (3,4,5 tri-idrossistilbene) e un suo glucoside, il
piceide. I polifenoli sono sostanze in grado di contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi, responsabili
dell'invecchiamento cellulare. Vi è crescente evidenza che i radicali liberi sono coinvolti nei processi che portano allo
sviluppo di arteriosclerosi, artriti, cataratte, retinopatia, accelerazione del processo di invecchiamento e quindi
rughe, macchie della pelle, rilassamento muscolare, capelli bianchi, diminuita capacità sessuale. L'effetto benefico
dei composti fenolici è legato alla loro attività antiossidante: è stato dimostrato che gli stessi composti, a basse
concentrazioni (1 Mn), possiedono elevate proprietà antiossidanti nei confronti della frazione lipidica poliinsatura
delle proteine a bassa densità (LDL). L'ossidazione di queste ultime rappresenta una tappa cruciale nella patogenesi
dell'arteriosclerosi: pertanto, una dieta ricca di antiossidanti può ritardare tale patologia.
Il Resveratrolo, oltre ad agire come antiossidante, è importante quale potente inibitore dell'aggregazione
piastrinica, della secrezione della serotonina, per le sue proprietà di chemio-prevenzione cancerogena ed infine per
il suo ruolo nel metabolismo dei lipidi. L'azione del Resveratrolo è di catturare il rame. Questo elemento è un
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preossidante: porta cioè alla formazione di radicali liberi agendo su alcuni tipi di grassi presenti nell'organismo. Il
Resveratrolo cattura il rame a livello del coleterolo LDL, (il cosiddetto colesterolo cattivo), impedendone
l'ossidazione e quindi i dannosi effetti da esso prodotti sulle arterie. Agisce anche come antiaggregante piastrinico e
antinfiammatorio sulla parete dei vasi, contrastando tutti i principali processi che portano al danno vascolare, con la
formazione di placche ateromasiche e quindi alle patologie cardiovascolari. Uno studio pubblicato sul numero di
luglio 2000 della rivista scientifica "Cancer Research" ha rivelato il motivo per cui il Resveratrolo è efficace nella
lotta contro alcuni tumori.
A quanto hanno appurato i ricercatori della facoltà di medicina della University of North Carolina, il Resveratrolo
disattiva la proteina NF-Kappa-B, che protegge le cellule cancerose dalla chemioterapia e dalla distruzione.
Inoltre, sono state scoperte caratteristiche chimico-fisiche e proprietà biologiche del Resveratrolo, interessanti per il
settore della dermocosmesi e cioè:
l'attività antiossidante e radical scavenger della molecola
il suo effetto antinfiammatorio e vaso rilassante
la capacità di stimolare la proliferazione cellulare e la sintesi dei collagene
l'azione inibente sulla proteasi e la capacità di bloccare selettivamente e efficacemente le radiazioni UV-B
Coenzima Q10
II coenzima Q10 (comprende due metaboliti: ubichinolo e ubichinone) ha una struttura chimica molto vicina a
quella dei tocoferoli, ma non può essere considerato una vitamina perché l'organismo può sintetizzarlo a partire
dalla tirosina con l'intervento di numerosi enzimi e coenzimi, tra cui le Vit. C e PP. È particolarmente presente nella
carne, fegato, rene, olio di soia ed arachidi. È un coenzima essenziale nella catena respiratoria mitocondriale. La
capacità del CoQlO di oscillare tra la forma ridotta (ubichinolo) e quella ossidata (ubichinone) lo rende capace di
antagonizzare il danno da radicali liberi e al contempo di partecipare alle reazioni che generano energia.
Il coenzima Q10 protegge i lipidi dalle ossidazioni, mantiene la stabilità delle membrane cellulari interagendo con
esse ed essendo protetto dall'ossidazione dalla Vit. E, è un coadiuvante nella terapia dell'ipertensione, stimola il
sistema immunitario, preverrebbe le malattie degenerative del cervello.
Dosaggio giornaliero: non è stato accertato. Il dosaggio consigliato in letteratura è di 30-40 mg/die nella
maggioranza dei casi, per i problemi cardiaci 50-150 mg/die.
Acido Alfa-lipoico
L'acido alfa-lipoico è un antiossidante essenziale per l'attività delle vitamine C ed E.
Può essere sintetizzato dall'organismo (soprattutto dal fegato, dai reni e dalla milza): non è quindi una vitamina in
senso stretto, ma l'apporto con gli alimenti (animali e vegetali) è comunque indispensabile per coprire il fabbisogno
giornaliero. L'acido alfa-lipoico è un coenzima necessario al corretto funzionamento delle deidrogenasi
(indispensabili ad es. per la sintesi ed il catabolismo della glicina e delle prostaglandine) e per l'ingresso dei glucidi
nel ciclo di Krebs. Accanto ad una funzione essenziale di tipo metabolico nella cascata delle reazioni della glicolisi,
l'acido alfa-lipoico esplica un'importante azione antiossidante a diversi livelli: funge da agente di trasferimento di
elettroni, partecipa alla riattivazione di Vit. C ed E, agisce da scavenger (spazzino) nei confronti di molti radicali
liberi e grazie alla sua particolare conformazione ed alle sue dimensioni molecolari (è più grande della Vit. C ma più
piccolo della Vit. E) è solubile nella fase acquosa e in quella lipidica, potendo così raggiungere i più disparati settori
corporei, compresi quelli encefalici. Dosaggio giornaliero: come antiossidante sono sufficienti 50-100 mg/die, nel
diabete 200/600 mg/die, nell'anziano 600 mg/die migliorano le prestazioni psicofisiche.