La seconda edizione della Guida alle Piante Fitoterapiche risponde alle esigenze dei professionisti della salute e si conferma un indispensabile supporto quotidiano nella scelta e nell'utilizzo delle piante medicinali in fitoterapia.
Il volume raccoglie più di 400 piante medicinali utilizzate nella fitoterapia e riporta le principali informazioni su:
· Descrizione della pianta: perenne o stagionale, altezza, descrizione del fusto, fiore e frutto. Parti della pianta che vengono utilizzate per avere benefici fitoterapici.
· Costituenti chimici più importanti, come ad esempio polifenoli, oli essenziali, terpeni, saponine, alcaloidi.
· Indicazioni e modalità d'uso: informazioni della specie vegetale e usi che ne vengono fatti (uso nell'industria cosmetica, parti commestibili, usi scientifici per la creazione di medicinali fitoterapici).
· Avvertenze: possibili controindicazioni da adottare quando si utilizzano parti di pianta in caso di patologie particolari.
· Referenze: bibliografia completa.
La sezione finale è dedicata alle interazioni: è possibile consultare le interazioni tra farmaci, alimenti e sostanze naturali con livello di gravità dell'interazione, raccomandazioni, conseguenze e vie di somministrazione.
La consultazione del volume è inoltre facilitata dalla presenza di un indice alfabetico che consente di ricercare in modo semplice e veloce il prodotto di interesse.
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Nascita della fitoterapia
La fitoterapia, dal greco phytón (pianta) e therapéia (cura) è, in senso generale, quella pratica che prevede l'utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico.
La pratica della fitoterapia è antica quasi quanto l'uomo; è la più antica arte medicinale utilizzata e collaudata in tutto il mondo. Le società preistoriche avevano un forte e costante contatto con la natura, la quale, spesso per caso, aveva ripercussioni che entravano a far parte del patrimonio culturale delle comunità antiche, che facevano bagaglio delle loro infermità e, nel bene e nel male, avevano capito che la natura è fonte di sostanze con proprietà curative.
I primi usi veri e propri, risalgono a 10.000 anni fa in India, mentre i primi documenti sono datati al 3000 a.C. e appartengono ai sumeri ed ai cinesi. Importantissimi sono state anche le testimonianze del mondo egizio che contano più di 700 rimedi basati sull'utilizzo delle piante.
In Mesopotamia si riscontra un interesse pari a quello egizio. Tra le 250 erbe medicinali usate da questo popolo si trovano l'oppio, la canapa indiana, lo zafferano, la mandragola e anche la belladonna, usata esattamente come oggi, con proprietà antispasmodiche e antisecretoria.
Anche in America, molto prima dell'arrivo dei colonizzatori, gli indigeni avevano una profonda conoscenza delle piante, basti pensare al largo uso che fanno ancora oggi della coca; gli Aztechi usavano il cacao, la vaniglia, il pepe e il tabacco e gli Indiani del Nord America avevano l'aloe, la cascara, la bella di notte (Mirabilis jalapa), il salice e la lobelia.
Le piante sono fra le principali fornitrici di sostanze medicamentose. Vanno considerate veri e propri produttori e contenitori dinamici di sostanze chimiche (Firenzuoli, 2009). Nella loro evoluzione esse hanno sviluppato innumerevoli metaboliti secondari che svolgono per la pianta varie funzioni ecologiche (repellenza, difesa dagli erbivori, lotta contro altre specie vegetali per il controllo delle risorse, difesa dai parassiti, attrazione degli impollinatori, ecc.). Questi stessi metaboliti secondari hanno mostrato importanti attività farmacologiche nell'uomo: fenoli semplici, polifenoli, tannini e flavonoidi, glicosidi, terpeni, terpenoidi e saponine, olii essenziali e resine, alcamidi e alcaloidi.
Le moderne preparazioni fitoterapiche sono ottenute a partire dal materiale vegetale, sia fresco che essiccato, tramite estrazioni con solventi e metodiche diverse: se il solvente è l'etanolo in percentuali diverse si parla di estratti idroalcolici, solitamente chiamati tinture; se il solvente è l'acqua si parla di infusi, decotti o macerati a freddo; se il solvente è un olio grasso si parla di oleoliti; l'estrazione con solventi diversi e non alimentari (esano, cloroformio, ecc.), che vengono poi eliminati, permette la preparazione di estratti molli e secchi. Alcune preparazioni sono costituite da estratti di singole piante, altri da combinazione di estratti da diverse piante. In particolare, i medici hanno la possibilità non di preparare ma di prescrivere preparazioni vegetali che poi prepara il farmacista.
Le piante, in base ai dati raccolti dall'Organizzazione Mondiale sulla Salute (OMS), forniscono i principi attivi e i coadiuvanti utilizzati nel 25% dei farmaci esistenti e oltre 7.000 composti medici derivano da piante.
La fitoterapia può trovare un'importante applicazione accostandosi all'uso dei farmaci convenzionali: è buona regola, comunque, attenersi sempre ai consigli del medico, per evitare conseguenze spiacevoli di interferenza. Per fare un esempio, non si dovrebbe mai assumere l'iperico (Hypericum Perforatum) con altre medicine, perché potrebbe modulare l'assorbimento dei farmaci assunti. Ecco perché la fitoterapia è anche competenza del medico, oltre che dell'erborista. La competenza e la responsabilità rappresentano due qualità indispensabili per un medico, anche in ambito fitoterapico, perché, talvolta, è proprio dal medico stesso che dipende la vita e la salute delle persone.
Per rendere ancor più chiaro il concetto, si deve sottolineare che il farmaco di sintesi, protagonista della medicina convenzionale, spesso si limita a curare i sintomi senza agire sulle cause; l'erba, figura di spicco nel panorama fitoterapico, e la medicina alternativa in genere, si pongono invece l'obiettivo di alleviare la causa che sta alla base del disturbo, occupandosi dell'individuo in toto e della sua salute a 360 gradi (importanza di un corretto stile alimentare e di vita, meditazione, attività fisica ecc.). Probabilmente, è proprio per questo motivo che l'uomo del terzo millennio si è maggiormente avvicinato alla fitoterapia e alle medicine complementari o non convenzionali, allo scopo di sradicare il disturbo alle sue fondamenta.
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Automedicazione
La riscoperta della fitoterapia, negli ultimi due decenni, ha portato gli studiosi ad analizzare con occhio più critico ed attento le piante medicinali: nonostante i rimedi a base di erbe esistano dagli albori della vita, in alcuni casi non si è ancora raggiunta una certezza scientifica che giustifichi gli effetti terapeutici dimostrati dall'uso empirico e dalla tradizione popolare. Ecco che molte persone scelgono l'auto-medicazione con erbe dalle supposte proprietà terapeutiche: così facendo, commettono l'errore di basarsi su concezioni personali, filosofiche ed idee prive di fondamento scientifico, che come tali non portano a nessun risultato concreto, se non, talvolta, al peggioramento della situazione pre-esistente. Quindi è corretto l'uso della fitoterapia a supporto della medicina convenzionale, ma sempre sotto il consiglio di una persona competente ed esperta, perché anche le piante possono nascondere degli effetti secondari indesiderati.
Fitoterapici
I fitoterapici sono piante, funghi, licheni dalle proprietà terapeutiche utilizzati - in molti casi sin dall'antichità - come erbe curative. Le tecniche della moderna medicina hanno permesso di individuare i medicinali fitoterapici veri e propri distinguendoli dai prodotti di erboristeria e dalle erbe semplici.
I medicinali fitoterapici sono tutti quei medicinali - ufficialmente approvati dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), che ne ha verificato qualità, efficacia e sicurezza - in grado di trattare una malattia o uno stato patologico, il cui principio attivo è una sostanza vegetale. Questi medicinali vengono venduti esclusivamente nelle farmacie: per alcuni di essi è necessaria la prescrizione medica, mentre altri possono essere acquistati come medicinali da banco.
I prodotti erboristici, al contrario, non hanno l'autorizzazione all'immissione in commercio e non possono essere definiti medicinali, sebbene in alcuni casi si ravvisi una qualche loro attività farmacologica.
Come si assumono i fitoterapici?
Come accade per molti altri farmaci, i fitoterapici esistono in commercio sotto forma di compresse, capsule o sospensione da assumere per via orale. Sebbene alla loro base ci siano sostanze vegetali, il loro effetto farmacologico è dimostrato e confermato, così come gli eventuali effetti collaterali: i fitoterapici devono quindi sempre essere utilizzati dietro prescrizione medica e seguendo strettamente le indicazioni riguardo alla posologia e alle modalità di assunzione. Non farlo potrebbe ridurre l'assorbimento del farmaco o rendere inutile il trattamento.
Controindicazioni dei fitoterapici
Sebbene i principi attivi alla base dei fitoterapici siano sostanze vegetali, il loro effetto farmacologico è dimostrato e confermato, e quindi nella loro assunzione è bene prestare la medesima attenzione che si dedica all'assunzione di tutti gli altri medicinali. È quindi di fondamentale importanza che la quantità di prodotto assunto sia differente secondo le caratteristiche della persona (peso, età, condizioni di salute, ecc.) proprio come accade con i medicinali tradizionali. È inoltre bene ricordare che i principi attivi fitoterapici, allo stesso modo ciò che accade per ogni altro farmaco, possono dare effetti collaterali o controindicazioni, causare reazioni allergiche provocare interazioni dannose con altri medicinali o con alcuni alimenti, risultare pericolosi durante gravidanza e/o allattamento.
I principali farmaci fitoterapici sono:
· Acido folico
· Agar
· Aloe
· Aloe vera (Aloe gastrointestinale)
· Cascara
· Cimicifugae racemosae rhizoma
· Fragula
· Frangula
· Ginkgo biloba
· Ginseng
· Iperico
· Ipriflavone
· Melissa officinalis
· Metilergonovina
· Passiflora
· Rabarbaro
· Semi di psylium
· Senna
· Valeriana
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