Università degli Studi di MilanoFederazione Ordini Farmacisti Italiani
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Ceftriaxone





A cosa serve

Il ceftriaxone è un antibiotico beta-lattamico appartenente alla classe delle cefalosporine di terza generazione. Possiede una limitata efficacia nei confronti dei batteri Gram-positivi rispetto alle cefalosporine di prima e seconda generazione, ma è dotato di un'attività più elevata nei confronti dei batteri Gram-negativi. Il ceftriaxone svolge un'azione antibiotica di tipo battericida (cioè è in grado di uccidere le cellule batteriche).


Indicazioni

Il ceftriaxone è utilizzato per il trattamento d'infezioni causate da batteri ad esso sensibili.
In particolare, il ceftriaxone è indicato per il trattamento di:

  • Meningiti;
  • Infezioni polmonari;
  • Infezioni toraciche;
  • Infezioni dell'orecchio medio;
  • Peritoniti;
  • Infezioni dei reni e delle vie urinarie;
  • Infezione delle ossa e delle articolazioni;
  • Infezioni della pelle e dei tessuti molli;
  • Infezioni del sangue;
  • Infezioni cardiache;
  • Gonorrea;
  • Sifilide;
  • Malattia di Lyme.

Inoltre, il ceftriaxone può essere utilizzato per il trattamento di pazienti affetti da leucopenia che presentano febbre dovuta a infezioni batteriche.
Infine, il ceftriaxone trova impiego anche nella terapia profilattica delle infezioni chirurgiche.


Posologia

Il ceftriaxone è disponibile per la somministrazione intramuscolare o endovenosa. Si trova sotto forma di polvere e solvente per soluzione iniettabile che devono essere miscelati appena prima della somministrazione del farmaco stesso.
La posologia di ceftriaxone deve essere stabilita dal medico su base individuale, in funzione della tipologia e della gravità dell'infezione da trattare e in funzione dell'età e delle condizioni di ciascun paziente.
Di seguito sono riportate alcune indicazioni sui dosaggi di ceftriaxone solitamente somministrati.
In pazienti affetti da patologie epatiche e/o renali, potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di farmaco abitualmente impiegata.
Adulti, anziani e bambini di età uguale o superiore a 12 anni con peso corporeo uguale o superiore a 50 Kg
La dose di ceftriaxone abitualmente somministrata è di 1-2 g al giorno. Il medico potrà decidere se aumentare o meno la dose, fino a un massimo di 4 g al giorno.
Neonati, lattanti e bambini dai 15 giorni ai 12 anni di età con peso corporeo inferiore a 50 Kg
La dose di ceftriaxone abitualmente somministrata è di 50-80 mg/Kg di peso corporeo al giorno. In caso d'infezioni gravi, il medico può aumentare la dose fino a 100 mg/Kg di peso corporeo al giorno, ma senza superare la dose giornaliera massima di 4g di farmaco.
Neonati da 0 a 14 giorni di vita
La dose di ceftriaxone abitualmente impiegata è di 20-50 mg/Kg di peso corporeo al giorno. Non deve mai essere superata la dose massima di 50 mg/Kg di peso corporeo.


Medicinali che contengono il Principio Attivo Ceftriaxone


Controindicazioni

Il ceftriaxone è controindicato nei seguenti casi:

  • In pazienti con ipersensibilità nota al ceftriaxone stesso, ad altre cefalosporine, alle penicilline o ad altri antibiotici con struttura chimica simile;
  • In neonati prematuri;
  • In neonati fino a 28 giorni di vita che hanno problemi al sangue;
  • In neonati fino a 28 giorni di vita con ittero;
  • In neonati fino a 28 giorni di vita che devono ricevere iniezioni o infusioni endovenose di calcio

Avvertenze

Prima di iniziare la terapia con ceftriaxone dovrebbero essere escluse eventuali ipersensibilità ad altre cefalosporine, alle penicilline o ad altri farmaci.
Va usata molta cautela nella somministrazione del ceftriaxone in pazienti allergici alle penicilline.
Prima di cominciare il trattamento con ceftriaxone, è necessario informare il medico se:

  • Sono stati recentemente assunti prodotti contenenti calcio;
  • Si hanno patologie epatiche e/o renali;
  • Si soffre - o si è recentemente sofferto - di disturbi intestinali quali, diarrea, infiammazioni o colite;
  • Si hanno calcoli renali o biliari;
  • Si è affetti da anemia emolitica;
  • Si segue una dieta povera di sodio.

Il trattamento con ceftriaxone può favorire l'insorgenza di superinfezioni da batteri resistenti o da funghi (come le infezioni da Clostridium difficile o da Candida albicans).
Il Clostridium difficile è il principale responsabile dello sviluppo della colite pseudomembranosa che, solitamente, si manifesta con la comparsa di diarrea grave.
Durante il trattamento con ceftriaxone per lunghi periodi, devono essere eseguiti regolari controlli della crasi ematica.
Il ceftriaxone non deve essere assolutamente somministrato in concomitanza a soluzioni endovenose contenenti calcio, poiché possono formarsi dei cristalli di calcio-ceftriaxone che precipitano e che possono provocare gravi danni.
Il ceftriaxone può causare effetti collaterali capaci di alterare la capacità di guidare veicoli o di utilizzare macchinari, pertanto, deve essere usata molta cautela.


Interazioni

Durante la terapia con ceftriaxone - a causa delle possibili interazioni che possono instaurarsi - è necessario informare il medico o il farmacista se si stanno assumendo farmaci, quali amminoglicosidi o cloramfenicolo (altri farmaci antibiotici).
In ogni caso, è necessario informare il medico qualora si stiano assumendo - o siano stati recentemente assunti - farmaci di qualsiasi tipo, compresi i medicinali senz'obbligo di prescrizione e i prodotti erboristici e/o omeopatici.


Effetti Indesiderati

Il ceftriaxone può provocare vari tipi di effetti collaterali, anche se non tutti i pazienti li manifestano. Il tipo di effetti collaterali e l'intensità con cui si manifestano, infatti, dipendono dalla sensibilità che ciascun individuo possiede nei confronti del farmaco. Perciò, non è detto che gli effetti avversi si manifestino tutti e con la stessa intensità in ogni paziente.
Di seguito sono riportati i principali effetti indesiderati che possono insorgere durante la terapia con ceftriaxone.
Reazioni allergiche
Il ceftriaxone può scatenare reazioni allergiche in soggetti sensibili. I sintomi con cui tali reazioni possono manifestarsi, sono:

  • Improvviso gonfiore a viso, gola e/o labbra, con conseguente difficoltà respiratoria e difficoltà a deglutire;
  • Improvviso gonfiore a mani, piedi e/o caviglie;
  • Gravi eruzioni cutanee con comparsa di vesciche o desquamazione della pelle.
Patologie gastrointestinali
Il trattamento con ceftriaxone può causare feci molli o diarrea, nausea o vomito, pancreatiti, stomatiti, glossiti e infiammazione dell'intestino crasso che si manifesta con sintomi come diarrea (spesso con sangue e muco) mal di stomaco e febbre.
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico
La terapia con ceftriaxone può causare:
  • Anemia;
  • Anemia emolitica;
  • Eosinofilia, cioè l'aumento della concentrazione plasmatica di eosinofili;
  • Piastrinopenia (cioè la diminuzione del numero di piastrine nel circolo ematico), con conseguente aumentato rischio di emorragie;
  • Leucopenia, cioè la riduzione del numero di leucociti nel circolo ematico.
Patologie del sistema nervoso
Il trattamento con ceftriaxone può provocare mal di testa, capogiri, vertigini e convulsioni.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
La terapia con ceftriaxone può causare eruzioni cutanee con formazione di pomfi, prurito e rigonfiamento.
Patologie epatobiliari
Il trattamento con ceftriaxone può causare alterazioni dei test di funzionalità epatica e problemi alla colecisti che si manifestano con dolore, nausea e vomito. Inoltre, il farmaco può favorire lo sviluppo di encefalopatia bilirubinica nei neonati.
Superinfezioni
La terapia con ceftriaxone può favorire la comparsa di superinfezioni da batteri resistenti all'antibiotico o da funghi.
Alterazioni dei test di laboratorio
Il trattamento con ceftriaxone può causare falsi positivi nel test di Coombs e nel test per la determinazione della galattosemia (cioè la concentrazione dello zucchero galattosio nel circolo ematico). Inoltre, il trattamento con il farmaco può alterare i risultati di alcuni tipi di test che determinano i livelli di glucosio nel sangue.
Patologie dei reni e del tratto urinario
La terapia a base di ceftriaxone può provocare danni renali dovuti a depositi di cristalli di calcio-ceftriaxone. I sintomi di questo tipo di danno renale consistono in una diminuzione della quantità di urina escreta e nel percepire dolore durante la minzione.
Altri effetti collaterali
Altri effetti indesiderati che possono manifestarsi durante il trattamento con ceftriaxone, sono:
  • Febbre;
  • Aumento della concentrazione ematica di creatinina;
  • Broncospasmo;
  • Presenza di sangue o zuccheri nelle urine;
  • Edema;
  • Brividi.

Sovradosaggio

Qualora si sospetti di aver assunto una dose eccessiva di farmaco è necessario contattare immediatamente il medico o rivolgersi nel più vicino centro ospedaliero.


Gravidanza e Allattamento

Il ceftriaxone è in grado di attraversare la placenta, ma gli studi condotti su animali non hanno evidenziato effetti dannosi per il feto.
Tuttavia, l'uso del farmaco da parte di donne in gravidanza dovrebbe essere effettuato solo dopo un'attenta valutazione del rapporto fra i benefici attesi per la madre e i potenziali rischi per il feto o per il neonato e, in ogni caso, è necessario chiedere sempre consiglio al medico.
Il ceftriaxone viene escreto in piccole quantità nel latte materno, perciò, la somministrazione del farmaco in madri che stanno allattando al seno dovrebbe essere fatta con estrema cautela.


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