Ticlopidina Almus

    Ultimo aggiornamento: 22/10/2024

    Cos'è Ticlopidina Almus?

    Ticlopidina Almus è un farmaco a base del principio attivo Ticlopidina Cloridrato, appartenente alla categoria degli Antiaggreganti piastrinici e nello specifico Antiaggreganti piastrinici, esclusa l'eparina. E' commercializzato in Italia dall'azienda Almus S.r.l. - Sede Operativa.

    Ticlopidina Almus può essere prescritto con Ricetta RNR - medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta.


    Confezioni

    Ticlopidina Almus 250 mg 30 compresse rivestite

    Informazioni commerciali sulla prescrizione

    Titolare: Almus S.r.l. - Sede Operativa
    Ricetta: RNR - medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovare volta per volta
    Classe: A
    Principio attivo: Ticlopidina Cloridrato
    Gruppo terapeutico: Antiaggreganti piastrinici
    ATC: B01AC05 - Ticlopidina
    Forma farmaceutica: compresse rivestite


    Se sei un professionista, potrai trovare le schede tecniche complete e molto altro nell'area riservata di Codifa.it

    Indicazioni

    Perché si usa Ticlopidina Almus? A cosa serve?
    La ticlopidina è indicata nella prevenzione secondaria di eventi ischemici occlusivi cerebro e cardiovascolari in pazienti a rischio trombotico (arteriopatia obliterante periferica, pregresso infarto del miocardio, pregressi attacchi ischemici transitori ricorrenti, ictus cerebrale ischemico, angina instabile). In pazienti con pregresso infarto miocardico e con pregressi attacchi ischemici transitori l'uso della ticlopidina dovrebbe essere riservato a quei pazienti che non tollerano l'acido acetilsalicilico (ASA) o nei quali l'ASA è risultato inefficace. La ticlopidina è inoltre indicata: nella prevenzione della riocclusione dei by-pass aorto-coronarici, nella circolazione extra-corporea, nell'emodialisi e nella trombosi della vena centrale della retina.
    Condizioni d'impiego: i Medici sono invitati ad usare il prodotto solo nei casi relativi alla patologia sopra indicata eseguendo i controlli indicati nelle " Avvertenze speciali e Precauzioni per l'uso " e rispettando attentamente le controindicazioni.

    Posologia

    Come usare Ticlopidina Almus: Posologia
    La posologia consigliata per la terapia a lungo termine è di 1 o 2 compresse al giorno, da assumersi durante i pasti.
    Popolazione pediatrica
    L'uso nei bambini e negli adolescenti non è raccomandato a causa della mancanza di esperienza negli studi clinici.

    Controindicazioni

    Quando non dev'essere usato Ticlopidina Almus
    Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Il farmaco è controindicato nei soggetti che presentino od abbiano leucopenia, piastrinopenia od agranulocitosi.
    Diatesi emorragiche (pregresse o in atto) ed emopatie che comportano un allungamento del tempo di sanguinamento.
    Lesioni organiche suscettibili di sanguinamento (ulcere dell'apparato gastrointestinale, varici esofagee, ecc.).
    Accidenti vascolari cerebrali emorragici in fase acuta.
    Epatopatie gravi.
    In qualche caso è stata segnalata durante il trattamento con ticlopidina la comparsa di leucopenia od agranulocitosi, talvolta anche ad esito irreversibile; pertanto il farmaco deve essere impiegato solo nei casi in cui esso è insostituibile. Va categoricamente escluso l'impiego della ticlopidina nella prevenzione primaria nei soggetti clinicamente sani. Deve essere evitata l'associazione con altri farmaci potenzialmente mielotossici.
    Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6)

    Avvertenze speciali e precauzioni di impiego

    Cosa serve sapere prima di prendere Ticlopidina Almus
    Si possono osservare eventi avversi, qualche volta gravi, di natura ematologica ed emorragica. Agranulocitosi, pancitopenia e rari casi di leucemia sono stati riportati nell'esperienza post-marketing.
    Talvolta sono state osservate conseguenze fatali in seguito ad eventi avversi di natura ematologica ed emorragica (vedere paragrafo 4.8).
    Tali eventi gravi possono essere associati con:
    • controllo inadeguato, diagnosi tardiva e misure terapeutiche non appropriate per gli eventi avversi;
    • somministrazione concomitante di anticoagulanti o di sostanze antiaggreganti piastriniche come l'aspirina e farmaci antinfiammatori non steroidei. Comunque nel caso di impianto di STENT la ticlopidina deve venire associata all'aspirina (100-325 mg al giorno) per circa un mese dopo l'impianto.
    È indispensabile attenersi scrupolosamente alle indicazioni, precauzioni e controindicazioni della ticlopidina.
    Controllo ematologico
    È necessario eseguire un esame emocromocitometrico completo, comprendente conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, all'inizio del trattamento e quindi ogni 2 settimane per i primi 3 mesi di terapia ed entro 15 giorni dall'eventuale interruzione di ticlopidina, se tale interruzione si verifica entro i primi 3 mesi di terapia.
    Quando il numero di neutrofili scende sotto i 1500/mm3 il valore deve essere confermato. Se la presenza di neutropenia (neutrofili < 1.500/mm3) o trombocitopenia (piastrine < 100.000/mm3) è confermata, è necessario interrompere il trattamento.
    A causa della lunga emivita plasmatica della Ticlopidina Cloridrato, si raccomanda che i pazienti che sospendono la ticlopidina per qualsiasi motivo entro i primi 90 giorni si sottopongano a un ulteriore esame emocromocitometrico completo, comprendente la conta differenziale leucocitaria, dopo due settimane l'interruzione della terapia. Occorre monitorare i parametri emocromocitometrici, compresi conta differenziale leucocitaria e conta piastrinica, fino al ritorno nella norma.
    Controllo clinico
    Occorre che il paziente sia istruito su segni e sintomi possibilmente correlati alla neutropenia (febbre, mal di gola, ulcerazioni del cavo orale), alla trombocitopenia e/o a disturbi dell'emostasi (emorragia prolungata o inattesa, ecchimosi, porpora, feci scure) o alla porpora trombotica trombocitopenica (PTT).
    Occorre consigliare al paziente di sospendere il medicamento e di consultare immediatamente il medico in caso di comparsa di uno dei precedenti segni o sintomi.
    La decisione di riprendere il trattamento va presa solo tenendo conto dei reperti clinici e di laboratorio.
    Casi di neutropenia, anche grave, e agranulocitosisi sono osservati per lo più nei primi tre mesi di trattamento con ticlopidina, e non si accompagnavano tipicamente a segni di infezione o altri sintomi clinici (necessità di controllo della crasi ematica). In questi casi il midollo osseo mostrava tipicamente una diminuzione dei precursori mieloidi (vedere paragrafo 4.8).
    Casi di epatite (citolitica e/o colestatica) sono stati segnalati durante i primi mesi di trattamento, alla sospensione del quale il decorso è stato generalmente favorevole(Vedere paragrafo 4.8).
    Il paziente deve essere informato sui sintomi dell'epatite (per es. ittero, urine scure, feci di colore chiaro) e incoraggiato a riferire questi sintomi al medico.
    La diagnosi clinica di porpora trombotica trombocitopenica (PTT), rara e potenzialmente fatale, è caratterizzata dalla presenza di trombocitopenia, anemia emolitica, sintomi neurologici simili a un attacco ischemico transitorio (TIA) o un ictus, disturbi renali e febbre.
    L'insorgenza può essere improvvisa. La maggior parte dei casi è stata riportata nelle prime 8 settimane dall'inizio della terapia.
    In caso sospetto di porpora trombotica trombocitopenica, poichè c'è un elevato rischio di esito fatale, consultare lo specialista.
    Per migliorare la prognosi si suggerisce il trattamento con plasmaferesi. Poiché la somministrazione di piastrine può portare ad un rischio maggiore di trombosi, se possibile deve essere evitata.
    • Emostasi
    Impiegare con cautela la ticlopidina nel paziente che ha un aumentato rischio emorragico.
    Non somministrare il farmaco in associazione con eparine, anticoagulanti orali e farmaci antiaggreganti piastrinici (vedere paragrafi 4.4 e 4.5); comunque nei casi eccezionali di trattamenti concomitanti, è necessario effettuare uno stretto controllo clinico e di laboratorio (vedere paragrafo 4.5).
    In caso di piccoli interventi chirurgici (per es. estrazione dentaria), un sanguinamento prolungato deve essere previsto e quindi occorre informare il medico del trattamento in corso.
    Prima di un intervento chirurgico di elezione si deve, quando possibile, sospendere il trattamento almeno 10 giorni prima (tranne nei casi in cui non sia espressamente richiesta un'attività antitrombotica) in considerazione del rischio emorragico indotto dal farmaco: dopo la sospensione della terapia è consigliabile valutare l'eventuale persistenza dell'effetto sull'emostasi (tempo di sanguinamento) prima di procedere all'intervento.
    In caso di intervento chirurgico d'emergenza si possono impiegare 3 metodiche come tali o in associazione per limitare il rischio emorragico e il prolungamento del tempo di emorragia: somministrazione di 0,5–1 mg/kg di metilprednisolone e.v. eventualmente ripetuta, desmopressina alla posologia di 0,2-0,4 μg/kg, trasfusioni piastriniche.
    • Poiché la ticlopidina viene ampiamente metabolizzata nel fegato:
      • il farmaco va impiegato con cautela nei pazienti con disturbi della funzione epatica;
      • in caso di disfunzione epatica sospetta, i test di funzionalità epatica devono essere effettuati, soprattutto nei primi mesi di trattamento, e in caso di insorgenza di epatite o ittero si deve interrompere il trattamento e condurre i test di funzionalità epatica.
    I livelli sierici di HDL-C, LDL-C, VLDL-C e trigliceridi possono aumentare dall'8 al 10% dopo 1-4 mesi di trattamento. Continuando la terapia non si osserva nessun altro aumento. I rapporti delle subfrazioni lipoproteiche (specialmente il rapporto HDL/LDL) rimangono immodificati. I dati degli studi clinici hanno dimostrato che l'effetto non dipende dall'età, sesso, consumo di alcol o diabete, e non ha nessuna influenza sul rischio cardiovascolare (vedere paragrafo 4.8).
    In studi clinici controllati nessun evento inatteso è stato riscontrato in pazienti con lieve insufficienza renale, e non vi è alcuna esperienza di aggiustamento del dosaggio nei pazienti con gradi maggiori di insufficienza renale. Tuttavia, per pazienti con insufficienza renale, può essere necessario ridurre il dosaggio di ticlopidina o interromperlo del tutto in caso di insorgenza di problemi emorragici o ematopoietici.
    Sono stati segnalati casi di diarrea generalmente lieve e transitoria e si osserva principalmente nei primi tre mesi di trattamento.
    Questi disturbi di solito si risolvono entro 1-2 settimane senza interrompere il trattamento (vedere paragrafo 4.8).
    Sono stati osservati in generale rash cutanei nei primi tre mesi di trattamento, con un tempo medio di insorgenza di 11 giorni. Se il trattamento viene interrotto i sintomi scompaiono entro pochi giorni (vedere paragrafo 4.8).
    Lattosio
    TICLOPIDINA ALMUS contiene lattosio e pertanto i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo farmaco.
    Controllare accuratamente tutti i pazienti per verificare l'insorgenza di eventuali segni clinici e sintomi collegati alle reazioni avverse al farmaco specialmente durante i primi 3 mesi di terapia.

    Interazioni con altri medicinali e altre forme di interazione

    Quali farmaci o alimenti possono modificare l'effetto di Ticlopidina Almus
    Associazioni con farmaci che aumentano il rischio emorragico
    FANS
    Aumento del rischio emorragico (aumento dell'attività antiaggregante piastrinica associato all'effetto dei FANS sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.
    Farmaci antiaggreganti piastrinici
    Aumento del rischio emorragico (aumento dell'attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.
    Derivati salicilici (per estrapolazione dell'acido acetilsalicilico)
    Aumento del rischio emorragico (aumento dell'attività antiaggregante piastrinica associato all'effetto dei salicilati sulla mucosa gastroduodenale). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico.
    In caso di impianto di STENT vedere anche paragrafo 4.4.
    Anticoagulanti orali
    Aumento del rischio emorragico (associazione dell'attività anticoagulante e dell'attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (INR).
    Eparine
    Aumento del rischio emorragico (associazione dell'attività anticoagulante e dell'attività antiaggregante piastrinica). Se tali farmaci sono necessari, procedere ad un attento monitoraggio clinico e biologico (APTT).
    Inibitori Selettivi della ricaptazione della Serotonina (SSRIs)
    Dal momento che gli SSRIs influenzano l'attivazione piastrinica e aumentano il rischio di sanguinamento, la somministrazione concomitante di SSRIs con ticlopidina deve essere effettuata con cautela.
    Pentossifillina
    A causa del maggiore rischio di sanguinamento, la somministrazione concomitante di pentossifillina con ticlopidina deve essere effettuata con cautela.
    Associazione con farmaci potenzialmente mielotossici
    Deve essere evitata l'associazione con farmaci potenzialmente mielotossici
    Associazioni che richiedono speciali precauzioni
    Teofillina
    Aumento dei livelli di teofillina nel plasma con rischio di sovradossaggio (diminuzione della clearance totale plasmatica della teofillina). Effettuare un monitoraggio clinico e se necessario dosare i livelli plasmatici di teofillina. Aggiustare il dosaggio della teofillina durante e dopo il trattamento con ticlopidina.
    Digossina
    La contemporanea somministrazione di ticlopidina e digossina induce una leggera riduzione (circa il 15%) dei livelli plasmatici di digossina: tale riduzione non dovrebbe influire sull'efficacia terapeutica della digossina.
    Fenobarbital
    Nei volontari sani, gli effetti inibitori della ticlopidina sull'aggregazione piastrinica non vengono influenzati dalla somministrazione cronica di fenobarbital.
    Fenitoina
    Dagli studi in vitro è emerso che la ticlopidina non modifica il legame proteico plasmatico della fenitoina. Comunque, non esistono studi in vivo sull'interazione della ticlopidina e dei suoi metaboliti sul legame proteico. Esistono invece rare segnalazioni di aumento dei livelli della fenitoina e della sua tossicità, quando la ticlopidina è prescritta in associazione. Particolare attenzione deve essere rivolta alla contemporanea somministrazione di questo farmaco con ticlopidina e può essere utile rimonitorare le concentrazioni ematiche di fenitoina.
    Altre terapie concomitanti
    In vari studi clinici la ticlopidina è stata somministrata in associazione a betabloccanti, calcio antagonisti e diuretici: non sono state riportate interazioni avverse clinicamente significative.
    Gli studi in vitro dimostrano che la ticlopidina si lega in modo reversibile alle proteine plasmatiche (98%) ma che non interagisce con il legame proteico del propranololo, farmaco base, anch'esso altamente legato alle proteine.
    L'emivita biologica dell'antipirina che viene metabolizzata attraverso il sistema del citocromo P450 è aumentata del 25% nel caso di somministrazione concomitante di ticlopidina. Questo è atteso anche per le sostanze con simile metabolismo epatico. Soprattutto per le sostanze con uno stretto indice terapeutico, è necessario un aggiustamento della dose all'inizio e dopo la sospensione della somministrazione concomitante.
    La somministrazione concomitante di ticlopidina e antiacidi porta ad un livello di ticlopidina plasmatica inferiore del 20-30%.
    La terapia cronica con cimetidina aumenta significativamente i livelli plasmatici di ticlopidina.
    In casi molto rari è stata riportata la riduzione dei livelli ematici di ciclosporina, per cui in caso di contemporanea somministrazione occorre controllare la concentrazione ematica di ciclosporina.

    Fertilità, gravidanza e allattamento

    Gravidanza
    La sicurezza della ticlopidina nelle donne in gravidanza non è stata stabilita. La ticlopidina non deve essere usata durante la gravidanza se non assolutamente necessario.
    Allattamento
    Studi condotti nel ratto hanno dimostrato che la ticlopidina viene escreta nel latte.
    La sicurezza della ticlopidina nelle donne che allattano non è stabilita.
    La ticlopidina non deve essere usata durante l'allattamento se non assolutamente necessario.

    Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari

    Gli effetti indesiderati della ticlopidina, come capogiri, possono compromettere la capacità di guidare o di usare macchinari.

    Effetti indesiderati

    Quali sono gli effetti collaterali di Ticlopidina Almus
    Gli eventi avversi sono classificati secondo la frequenza:
    molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1000, < 1/100), rara (≥ 1/10000, < 1/1000), molto rara (< 1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Classificazione per Sistemi e Organi
    Comune
     
    Non comune
     
    Rara
    Molto rara
    Non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico1
    neutropenia, anche grave, agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4)
    casi di isolata trombocitopenia, in casi eccezionali accompagnata da anemia emolitica.
    Sepsi e shock settico possono essere complicazioni fatali dell'agranulocitosi
     
    Pancitopenia, aplasia midollare, porpora trombotica trombocitopenica, leucemia e trombocitosi (vedere paragrafo 4.4)
     
     
     
    Disturbi del sistema immunitario
     
     
     
    Reazioni immunologiche con diversa manifestazione, per esempio reazioni allergiche, eosinofilia, anafilassi, edema di Quincke, artralgia, vasculite, sindrome lupoide, pneumopatia allergica, nefropatia da ipersensibilità a volte con conseguente insufficienza renale
     
    Patologie del sistema nervoso
    mal di testa, capogiri
     
    disturbi sensoriali (neuropatia periferica)
    tinnito
     
     
    Patologie vascolari
     
    complicanze emorragiche, soprattutto lividi o ecchimosi ed epistassi, ematuria o emorragia congiuntivale, emorragie peri e postoperatorie che possono essere gravi e a volte con conseguenze fatali (vedere paragrafo 4.4)
     
    emorragie intracerebrali
     
     
    Patologie gastrointestinali
    diarrea e nausea (vedere paragrafo 4.4)
     
    ulcera gastroduodenale
     
    grave diarrea con colite (compresa la colite linfocitica). Se l'effetto è grave e persistente la terapia va interrotta.
     
    Patologie epatobiliari
    aumento degli enzimi epatici, aumento (isolato o meno) della fosfatasi alcalina e delle transaminasi
    (aumento di più di due volte oltre i limiti superiori di normalità) (vedere paragrafo 4.4)
     
    aumento della bilirubina
     
    epatite (citolitica e/o colestatica) e ittero col estatico (vedere paragrafo 4.4)
     
    casi di epatite ad esito fatale e di epatite fulminante
     
     
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    rash cutanei, per lo più maculopapulosi o orticarioidi, spesso accompagnati da prurito. Questi rash cutanei possono essere generalizzati.
     
    dermatite esfoliativa
     
    eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnsons e sindrome di Lyell
     
     
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
     
     
     
    febbre
     
    Esami diagnostici
    aumento della colesterolemia e trigliceridemia(vedere paragrafo 4.4)
     
     
     
     
     

    1) un esame emocromocitometrico completo è stato attentamente monitorato in 2 ampi studi clinici condotti su 2.048 pazienti con TIA/ictus trattati con ticlopidina (studi clinici multicentrici controllati CATS e TASS) vedere paragrafo 4.4).
    Segnalazione delle reazioni avverse sospette
    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.          

    Sovradosaggio

    Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Ticlopidina Almus
    Sulla base delle proprietà farmacodinamiche il sovradosaggio può determinare un rischio di emorragia.
    Sulla base degli studi condotti sugli animali il sovradosaggio può determinare grave intolleranza gastrointestinale. In caso di tale evenienza, si consiglia l'induzione del vomito, la lavanda gastrica ed altre misure generali di supporto.
    Se è necessaria una rapida correzione del tempo di sanguinamento prolungato, una trasfusione di piastrine può invertire gli effetti della ticlopidina (vedere paragrafo 4.4).
    La ticlopidina non viene rimossa per dialisi.

    Scadenza

    3 anni.

    Conservazione

    A temperatura ambiente in normali condizioni di immagazzinamento.

    Foglietto Illustrativo


    Fonti Ufficiali


    Servizi Avanzati


       © 2022 EDRA S.p.A. - P.iva 08056040960
      DPO - dpo@lswr.it